✿Silent Wonder - Nezuko x Reader✿
La rappresentazione della donna perfetta esiste, ed è quello che pensai non appena la vidi la prima volta: persuase i miei pensieri, mi annebbiò la mente.
Un angelo caduto in terra così prematuramente non era affatto un evento che capitava tutti i giorni, col rischiare che la tua vita possa assumere delle sfaccettature alquanto sbalorditive.
Come riesce ad apparire tanto perfetta dinanzi ad occhi indiscreti, imponendo inconsciamente in chi li circonda una meraviglia incondizionata? Un affetto tal profondo da stravolgere chi ne cade vittima?
Delicata come un fiore di ciliegio in primavera, chiunque sarebbe potuto cedere, ambire ad un qualcosa di più da quella ragazza assai perfetta, immacolata; perché lei è così, bella dentro e fuori, ignara delle attenzioni che diventavano sempre più insistenti.
E tra esse, vi è la mia. Non sono mai riuscita ad esternarle i miei sentimenti, a chiederle come potesse essere tanto perfetta senza fare nulla in particolare, eppure sapevo che, in fondo, c'era qualcosa di molto più significativo dietro a quel sorriso benevolo e colmo d'innocenza. Lei stava affrontando una lotta interiore, fomentata da un passato che ancora oggi la perseguita.
Avevo avvertito la malinconia dei suoi occhi, il voler spronarsi a diventare un qualcuno di grande con l'unico scopo di mirare ad una protezione generalizzata. Perché si, tu non pensi mai a te stessa.
Quando mai lo hai fatto?
-Per questo, una volta ogni tanto, vorrei che tu assuma un comportamento individualista... ti farebbe assai bene, Nezuko.-
(T/N) rispettava tutti i Pilastri.
Davvero, faceva il possibile affinché non potessero accadere diverbi tra loro, anche se a volte aveva avuto la esasperata sensazione che Sanemi e Obanai la volessero vedere morte, anziché ancora in vita. Ma escludendoli, gli altri erano invece tutti rispettabili nei propri diritti, ma ciò non significava che lei dovesse necessariamente diventare loro amici o altro.
Ciò cambiò radicalmente il giorno in cui divenne un Pilastro.
Non era stato pianificato nulla; le Lune Calanti erano state finalmente sconfitte e, sebbene avrebbe dovuto fare ancora molta strada per andare fiera del suo titolo, si sentiva in pace con sé stessa, determinata più che mai a riportare il Giappone al suo antico splendore.
La scelta di diventare una Ammazzademoni fu piuttosto terribile, un vero disastro; ma in qualche modo aveva funzionato.
Aveva solo (t/e) anni e si era già fatta un nome; doveva valere qualcosa, anche se essere bloccata lì con gli altri Pilastri per la sua cerimonia e le loro occhiate insistenti la stavano mettendo a dura prova.
Riuscì a schivare l'ultima delle domande di Mitsuri sul suo passato - tutte molto strettamente personali e abbastanza da farle venire voglia di sbuffare maleducatamente - tuffandosi in un muro di fiori e nascondersi, per riposare in pace e schiarirsi le idee.
Non era il suo piano migliore - quando mai ne aveva avuto uno? - soprattutto quando vi era il rischio che gli altri Pilastri potessero farsi un'idea sbagliata sul suo conto. Già avevano etichettato Tomioka Giyu, il Pilastro dell'Acqua come un ragazzo superbo e distaccato, e (T/N) nel pensare ciò, emise una risatina.
"Per emettere un giudizio del genere, non devono essere poi così tanto svegli."
Rialzarsi doveva essere una priorità assoluta - una missione la attendeva - ma era l'odore delle pesche mature, rosa e carnose e perfette per la raccolta in una giornata estiva, quello che sentiva?
Era un odore così dolce e così forte che immediatamente, (T/N) si portò una mano al naso, il suo viso diventò caldo sotto le sue dita - non aveva mai annusato qualcosa di così delizioso - e alzò lentamente gli occhi per vedere da dove potesse provenire un odore così meraviglioso.
Non l'aveva notato prima, ma ora si rendeva conto di essere nei pressi di un giardino dalla bellezza superflua. Era incantevole, piccolo e riservato e circondato da quegli alti muri di fiori, disposti in una sorta di area circolare. Al centro c'era un grande albero, le sue foglie ondeggiavano dolcemente per la brezza, la luce del sole filtrava tra i rami e gettava luce danzante su tutto ciò che lo circondava.
Le farfalle vagavano per la zona, tutte di diversi colori e dimensioni, e alcune addirittura svolazzavano vicino a (T/N) con curiosità prima di scappare via.
Ma niente di tutto ciò aveva importanza per la (c/c), perché tutto quello che pareva riuscire a vedere era la ragazza solitaria in piedi proprio di fronte all'albero.
Lunghi capelli scuri e dalle ciocche ramate le scorrevano come un fiume lungo la schiena e sopra le sue spalle. Erano legati ordinatamente in una coda con un nastro rosa confetto, e ogni due secondi quando la brezza si alzava, seguivano elegantemente la direzione del vento.
Gli occhi spalancati la guardarono sorpresi, e (T/N) fu angosciata nel rendersi conto che c'erano delle lacrime, che si accumulavano lentamente prima di bagnarle le guance rosa.
Le labbra carnose erano leggermente aperte in un'espressione sorpresa, e quando (T/N) sbatté le palpebre, si rese conto che la persona che stava fissando era la ragazza più bella di chiunque altro avesse mai visto in tutta la sua giovane vita.
Aveva la mano leggermente sollevata, il dito arcuato in un piccolo ricciolo, e su di essa poggiava una farfalla bianca, e quando (T/N) posò lo sguardo sulla sua vita, quasi sussultò quando vide il manico lucido di una spada e la nera uniforme della Squadra Ammazzademoni sotto un haori rosa.
-Ciao?- la Ammazzademoni le aveva appena sorriso.
"Per favore, non smettere di sorridere." avrebbe voluto dire, ma invece si limitò ad un semplice: -Ciao!- di risposta.
La ragazza di bell'aspetto sembrava leggermente a disagio mentre alzava l'altra mano per spazzare via le lacrime rimanenti. La piccola fitta di sale nell'aria fece soffrire il cuore di (T/N), ed era un po' patetico da parte sua, ma voleva annientare qualunque cosa avesse fatto piangere quella divinità tanto delicata.
La vise guardarsi intorno, gli occhi saettanti come se stesse cercando di vedere se c'era qualcun altro: -Posso aiutarti?-
-Io... nulla, ero sola.- balbettò, e all'improvviso si rese conto di che aspetto aveva; la Ammazzademoni era elegante e aggraziata, di una bellezza struggente sotto la luce del sole come se fosse nata così, e (T/N) sentì le sue guance arrossarsi quando si rese conto che lei, al contrario, era ricoperto di macchie d'erba, petali e foglie.
Balzò in piedi di fretta e cercò di sbarazzarsi almeno del petalo sulla fronte, cercando di non sembrare angosciata o stupida quando il petalo si era ostinatamente attaccato al suo dito: -Stavo solo... provando a...-
Voleva accovacciarsi e seppellire il viso tra le mani. Non aveva mai provato niente di simile prima d'ora.
Sapeva che, oggettivamente parlando, c'erano molte belle persone che incontrava quotidianamente, ma nessuna di loro aveva mai suscitato da lei una reazione così imbarazzante. Non balbettava, non inciampava mai sulle sue parole, ma c'era qualcosa in quella ragazza che la faceva sentire come se la polvere di stelle stesse scorrendo nelle sue vene.
-Sì?- chiese dolcemente, ora con aria confusa mentre portava la mano più vicino al petto, la farfalla ora aggrappata alla sua uniforme nera e provocando un netto contrasto di colore: -Io, ehm... scusa se sembro maleducata, ma chi sei?-
-Sono (T/C) (T/N)!- esclamò con troppo entusiasmo e a voce troppo alta, ma l'altra non sembrava preoccuparsene.
Arrossì solo e si avvicinò ancora di più alla mano, e goffamente borbottò: -Oh, il nuovo Pilastro. Uh, ciao? Mi dispiace di non essere riuscita a salutarti. Sono Kamado Nezuko.-
Il Pilastro del Sole.
Oh mio Dio.
(T)N) aveva sentito pronunciato il suo nome più di una volta: il Pilastro del Sole era un enigma anche per gli altri Pilastri.
Era costantemente in giro, quasi mai veniva alle riunioni e il più delle volte era in compagnia di suo fratello Tanjiro, il quale si vociferava fosse stato trasformato in un demone. Ed per questo che i Pilastri non erano tanto affezionati a lei, ma (T/N) non riusciva a capirne il motivo.
C'era un odore così dolce che proveniva da lei, una generosità irradiante che minacciava di schiacciare il petto di (T/N) per quanto fosse adorabile.
-Tu sei il Pilastro del Sole.- fu tutto ciò che riuscì a dire.
-Suppongo di si.- ridacchiò Nezuko, leggermente imbarazzata: -Non è niente di cui essere troppo orgogliosi. Ehm, posso aiutarti? Non dovresti essere fuori a festeggiare o... qualcosa del genere?-
"Festeggiare? Ah, intende forse il compleanno di Kocho Shinobu?"
-Oh.- (T/N) non seppe cosa dire, guardando dietro di sé il campo di fiori e il modo in cui non sembrava avere un'ammaccatura nonostante lo avesse attraversato con ben poca raffinatezza: -Immagino di non essere ancora molto a mio agio con loro.-
"O mai lo sarò." pensò amaramente.
-È comprensibile.- sussurrò Nezuko a bassa voce, e (T/N) la fissò. Si aspettava che le dicesse qualcosa sulla falsariga come: -Tutti i pilastri sono fantastici!- oppure: -Dovresti rispettare chi ha più esperienza di te.-, ma non era accaduto.
Nezuko continuò a sorridere con un lieve tremolio delle labbra, come se stesse ancora trattenendo le lacrime, e disse: -Ho sentito parlare di tutte le difficoltà che hai passato per giungere sin qui. Ti ammiro molto.-
"Si sta avvicinando." realizzò (T/N), e fece un passo così elegante, come se stesse galleggiando sulle nuvole o planando piuttosto che camminare realmente, da non permetterle di avere abbastanza tempo per reagire adeguatamente quando l'altro Pilastro si trovava proprio di fronte a lei.
Sapeva che Nezuko non doveva essere più grande di lei, ma anche così, (T/N) era comunque più alta di pochi centimetri e quasi riflettè che era l'altezza perfetta per provare a baciarla.
"Ma che cosa ho esattamente che non va? Mi ha appena rivolto la parola e già faccio questi pensieri!?"
-Grazie.- affermò improvvisamente e prese la farfalla bianca tra le mani, il suo odore che diventava esile per la sua timidezza mentre chinava la testa e sbirciava (T/N) attraverso le sue lunghe ciglia: -Per aver messo in salvo la vita di molte persone.-
Fu in quel momento che (T/N) seppe di essersi innamorata.
Anche se non se ne accorse, una piccola farfalla bianca atterrò sulla sua testa e le sue antenne gli solleticarono i capelli, come una benedizione d'amore per il futuro.
(T/N) era riuscita a non rovesciare tutto nel loro primo anno di amicizia. Non sapeva come, dopotutto, sarebbe stato veramente orribile mantenere i segreti e anche peggio a mentire, ma forse non mentiva affatto. Forse stava esprimendo il suo amore attraverso le sue azioni, il modo in cui si preoccupava sempre di Nezuko ogni volta che tornava da una missione o come preparava sempre del pane fresco al mattino.
O forse era il modo in cui la difendeva, talvolta che udiva commenti poco opportuni che la riguardavano, specialmente se veniva messa in mezzo la scelta che l'aveva spinta ad unirsi agli Ammazzademoni: suo fratello.
Forse era per tutto quello che, a contrario suo, (T/N) non sentiva alcuna bugia provenire da quelle labbra diafane: Nezuko la salutava ogni giorno con un sorriso timido e un saluto ancor più timido e solare, trascinando (T/N) ancora più in profondità dalla rappresentazione della meraviglia che veniva rappresentata Kamado Nezuko.
Se (T/N) era la terra, allora Nezuko era il sole, e la (c/c) sapeva che non avrebbe mai potuto lasciare di vista l'orbita straziante e splendente.
-Non ti stanchi di svegliarti così presto?- (T/N) fece il broncio con fare abbastanza scherzoso.
Era davvero presto, il sole faceva appena capolino all'orizzonte, ed era completamente buio quando (T/N) si era svegliata e aveva visto Nezuko prepararle il suo pane fatto a mano. Di nuovo.
Lei amava quanta dedizione Nezuko ci mettesse nel renderla felice, eppure, si sentiva egoista nel pensare che quello non sarebbe dovuto essere un suo compito. Avrebbe dovuto lei prepararle il cibo, comprarle dei regali, ma l'altra pareva sempre leggerla nel pensiero e anticiparla, in un loop continuo.
Lo considerava un onore, una benedizione. Secondo lei, perché significava che Nezuko le riservava attenzioni speciali che nessun altro poteva neanche solo immaginarsi di avere.
O meglio, pensava fosse così.
Il Pilastro del Sole era attualmente seduta nel suo futon con solo una tunica bianca per la notte. I suoi capelli erano fuori dal suo consueto nastro e le cadevano giù sulle spalle in completo disordine, e quando parlava, la sua voce era dolce e impastata dal sonno.
(T/N) voleva baciarla, ma sapeva che non ne avrebbe mai avuto il coraggio.
-Non sono mai stanca.- sorrise Nezuko.
Non era vero. (T/N) lo sapeva bene.
Ogni notte, andava a letto tardi, stanco per una missione o per stare più tempo in sua compagnia, esausta dai suoi pensieri sulla sua famiglia e dagli incubi che la avevano portata ad aggrapparsi a suo fratello per tutta la notte mentre (T/N), dopo primi attimi di panico, si ritrovava a canticchiare una melodia per calmarla.
Quando si svegliava ogni mattina, Nezuko insisteva con il muso che rimanesse, i suoi occhi rosati preoccupati, ma non si lamentava mai.
Ne era valsa la pena, tutto quello; vedere quel sorriso di gioia sul viso di Nezuko, l'aria che odorava di calore e di una ricca dose di felicità mentre le rivolgeva parole di gratitudine e la rimproverava per averla viziata troppo.
-Ho solo diviso il pane che tu mi hai cucinato. Non dovresti ringraziarmi...-
"Ma voglio anch'io rendermi utile." pensò mentalmente e in silenzio, guardando Nezuko sbadigliare e strofinarsi gli occhi: "Voglio viziarti, voglio prendermi cura di te, voglio tenerti tra le mie braccia e dirti che tutto quello che faccio è per te. Non devi preoccuparti per me, non devi mai preoccuparti per me, perché voglio che tu impari che dovresti mettere te stesso al primo posto. Sei mozzafiato e mi dispiace che tu non ti veda come ti vedo io, ma spero di poterti insegnare se me lo permettessi."
Non aveva detto niente di tutto questo. Invece, (T/N) sorrise e Nezuko ricambiò il gesto: -Vuoi allenarti oggi?-
Nezuko gemette dal ridere e alzò gli occhi al cielo non appena intravide il panico nelle iridi color (c/o) di (T/N): -Di nuovo? Ma ci siamo allenate ieri, Nezuko!-
(T/N) piagnucolò ma in realtà voleva ridere assieme a lei, perché era quello che avrebbe dovuto fare; avrebbe dovuto essere sempre a un piede di distanza da Nezuko, avrebbe dovuto fingere come se non desiderasse che lei la vedesse da un'altra prospettiva e non come semplici amiche, e avrebbe dovuto fingere di non essere innamorata della persona più meravigliosa dell'Universo.
-Il tuo compleanno sta arrivando.- disse dolcemente dopo aver smesso di disperarsi, mentre Nezuko si alzava e si avvicinava al suo armadio per tirare fuori i suoi vestiti. Sarebbe stato il primo compleanno da quando si erano incontrati e che avrebbero festeggiato: quello di (T/N) era passato in silenzio, solo Tanjiro che la osservava preparare una torta e Nezuko che le dava una mano per evitare una catastrofe culinaria.
-Nonostante la mancanza di invitati, era stato il miglior compleanno della vita di (T/N), e le foto di quel bellissimo e indimenticabile giorno erano ancora nascoste nella sua cassettiera, amate con tutto il suo cuore.
-Sfortunatamente.- borbottò Nezuko, infilandosi l'ultima manica del suo haori e poi ponendo la spada sul fianco con facilità: -Sto diventando troppo vecchia, non credi anche tu (T/N)?-
-Compi sedici anni!-
-Non parlarne.- scattò Nezuko con finta rabbia, facendola ridere: -Non riesci a prendermi sul serio? Guarda che la situazione è più grave del previsto!-
-Ma sei giovane e molto bella, non devi preoccuparti!- (T/N) ridacchiò, incapace di trattenersi dal ridere quando Nezuko le si avvicinò con espressione accigliata e iniziò a pizzicarle le guance, tirandole e stiracchiandosi leggermente.
-Esatto.- si lamentava drammaticamente e palesemente divertita Nezuko: -Ma questa giovinezza non sarà eterna. Prima o poi invecchierò!-
-Nezuko avrà le rughe!~- esclamò (T/N) tra le sue risate, le parole pronunciate con lentezza a causa degli strattoni insistenti di Nezuko sulle sue guance. Alla fine, quest'ultima sbuffò divertito e lasciò andare, e (T/N) sorrise nuovamente.
Si portò una mano al viso e sapeva che Nezuko pensava che fosse a causa del dolore, ma non era quello il motivo.
C'era un calore persistente che il tocco di Nezuko emanava, le sue dita ruvide come quelle di (T/N) per ricordarle che l'altra aveva attraversato l'inferno tanto quanto lei, e la (c/c) voleva baciare quei polpastrelli ruvidi e sussurrare le sue lodi, ma come al solito, semplicemente rise e si comportò come se niente fosse accaduto.
-Dato che sei una maniaca del lavoro, immagino che possiamo andare ad allenarci.- sospirò, le risate svanite mentre allungava una mano affinché Nezuko ricambiasse la stretta per alzarsi.
"Grazie." avrebbe voluto dire (T/N) mentre arricciava le dita in quelle di Nezuko: "Per avermi permesso di amarti."
Ma non lo aveva fatto, e quando Nezuko la rimproverò per non aver mangiato a sufficienza ed era andata a correre per la sua cucina a preparare una colazione adeguata, tutto quello che (T/N) poteva fare era innamorarsi silenziosamente di lei ogni secondo che passava.
"Ti amo tanto. La tua presenza è migliore di quanto avrei mai potuto immaginare. Combatti come se stessi ballando, combatti come se stessi cantando, combatti come se stessi cercando di suonare musica. Sei meravigliosa. Non riesco a respirare. Mi hai migliorato la vita. E mi dispiace di essere così codarda... mi dispiace di non essere abbastanza, così insulsa da non riuscire nemmeno a dichiararmi."
Voleva piangere, disperarsi, ma l'unica cosa che (T/N) fece fu quella di rimettere in ordine il futon e prepararsi ad affrontare una mattina estenuante di allenamento e sofferenza silenziosa.
Sofferenza che si meritava, perché la sua vigliaccheria la spingeva a non compiere il fatale passo, a non esprimere il proprio amore.
"Mi odio. Perché non riesco neanche a esporre ciò che provo?"
Non sapeva quanto sarebbe stato utile deridersi, incrementare maggiormente quella sensazione di impotenza.
"Ma, nonostante ciò, ti ringrazio Nezuko. Ti ringrazio per aver fatto sbocciare all'interno del mio cuore questo meraviglioso sentimento chiamato Amore."
-(T/N). Sei la ragazza più sciocca che io abbia mai incontrato. Ma non la più codarda, perché anch'io ho peccato e non mi sono fatta coraggio. Ridicolo, vero?-
Ma forse, quel suo lato pasticcione che la caratterizzava, le aveva migliorato la giornata. L'esistenza.
-Quello che sto cercando di dirti è che... ti amo anch'io.-
Era calore ed era amore, era tutto ciò che (T/N) aveva immaginato, e molto meglio. Era lei che finalmente poteva parlare, ed era Nezuko che finalmente poteva ascoltare.
Era semplicemente tutto perfetto.
❇️Angolo Autrice❇️
Ecco a te, persona_cringe. Spero che questa One-Shot sia di tuo gradimento!
Era da un mese che non pubblicavo in questa raccolta, ma purtroppo la scuola come al solito si sta rivelando essere una vera scocciatura-
Vi prometto che sarò il più puntuale e presente possibile! (◕ᴗ◕✿)
Parole usate = 3105
Curiosità = inizialmente Nezuko non doveva essere una Ammazzademoni ma, come nel manga appunto, in versione demone. Però l'idea mi annoiava un po', quindi ho cambiato la trama di questa One-Shot.
- LadyFraise💜
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