✿Ice - Tomioka Giyu x Reader✿
Il ghiaccio non era mai stato presente nella mia vita, non metaforicamente, perlomeno; le vite che mi circondavano erano spensierate, colme di gioia e prive di alcuna preoccupazione, sebbene questo mondo fosse tutt'altro che sicuro.
I demoni erano creature assai crudeli, ma al tempo stesso così pietose che ogni talvolta che la mia lama puntava al loro collo, un piccolo - fatale - istante la mia mente veniva soggiogata da quel sentimento così nobile che assidiava all'interno del mio cuore.
Non avrei mai dovuto diventare quella che sono ora, una ammazza demoni, eppure, il voler proteggere le persone che amavo mi aveva spinto a tal proposito.
-Non sarai mai degna di questo titolo, se non ti libererai una volta per tutte di quel cuore gentile.-
Le tue parole mi rimbombano ancora in testa, sai?
La prima volta che ti incontrai, la neve cadeva incessante dal cielo e la temperatura attorno a me era diventata irrilevante, non appena un demone era incappato nella mia strada. Non sarei ancora qui, viva, se tu non fossi giunto in tempo, quel giorno.
Non riuscii a provare nemmeno quella volta odio per simil creatura, per quel mio assassino mancato. E fu in quel momento che, gelidi, impassibili, i tuoi occhi incrociarono i miei.
Un rimprovero letale e silenzioso albergava in essi, consapevoli di miei imperdonabili pensieri, di tanta sconsiderata compassione.
Però, ciò che più mi colpì, fu il gelo che mi colse alla sprovvista. Abituata al freddo, quelle iridi erano riuscite a farmi desiderare di essere in qualsiasi luogo tranne che lì, assieme a lui.
-Quel ghiaccio nel tuo animo... mi chiedo ancora a cosa sia dovuto, Giyu.-
-Sei sicura di voler andare, (T/N)?-
La voce di sua madre non era mai suonata così preoccupata prima di quel momento.
In cielo non vi era alcuna traccia di raggio solare, la nebbia era sovrana e questo non era di certo rassicurante, i pericoli cominciavano a diventare sempre più insidiosi, ma la (c/c), per quanto sapesse che quello che stava per fare le avrebbe cambiato per sempre la vita, scosse il capo leggermente.
-Mi dispiace, mamma. Ma ormai ho deciso... non posso più tirarmi indietro. Per il bene della nostra famiglia, sono pronta a tutto.-
Ed è così che, che ignorando a stento i pianti e le suppliche della donna che la aveva fatta nascere, (T/N) aveva trattenuto le lacrime e si era diretta verso la montagna Fujikasane.
Era lì che avrebbe dato prova della sua forza, quella che sono a qualche mese prima non aveva mai creduto di avere: per questo doveva ringraziare quell'ammazza demoni.
Tomioka Giyu, le pareva si chiamasse.
Per quanto fosse riuscito a salvarla appena in tempo, la giovane non riusciva esattamente a non provare un senso di amarezza nel pensare alla sua figura, e all'idea che si era impressa dentro di sé.
Non si sarebbe certamente stupita sapere che il corvino, in passato, avesse perso qualcuno di molto caro, d'altronde era questo il triste destino che spettava alle persone comuni e che avevano da sempre ignorato l'esistenza di quelle creature che tanto odiavano la luce del giorno.
C'erano tanti misteri che dovevano essere ancora svelati, di questo ne era totalmente certa, anche perché da quando era bambina, la sensazione di essere intrappolata in una gabbia sanguinaria non le aveva mai rallegrato le giornate. Si diceva che suo zio fosse stato ucciso da un demone, che era diventato un ammazza demoni per proteggere le persone che amava, ma sebbene la nobile intenzione, non era riuscito a tornare sano e salvo da loro, neanche il suo cadavere, poiché si mormorava che di lui non fossero rimasti nient'altro che arti decomposti.
Il solo pensiero, la fece star male.
Il suo defunto zio aveva raggiunto l'aldilà quando era ancora una neonata in fasce, quindi non aveva avuto l'opportunità di conoscerlo di persona, eppure (T/N), ogni volta che ci pensava, continuava a chiedersi se avrebbe fatto la stessa identica fine di Tomioka Giyu, se quell'opportunità fosse accaduta. Anche lei, si sarebbe tramutata in un pezzo di ghiaccio che cammina? Che all'apparenza non prova emozioni se non la rabbia e il dolore, dovuti ad un'esistenza ingiusta dettata dagli Dei che tanto la gente venerava?
-Sei un'incosciente. Avere lo sguardo perso nel vuoto e abbassare la guardia potrebbe essere fatale, per te.-
(T/N) non si era accorta che facesse così freddo.
Si voltò di scatto, mentre quegli occhi che da giorni innumerevoli la stavano tormentando, comparvero nella sua visuale.
Tomioka Giyu aveva la schiena poggiata sul tronco di un albero, lo sguardo completamente fisso su di lui; ma rieccolo apparire, quel ghiaccio innaturale. Non riuscì a sopportare quello sguardo glaciale per poco più di cinque secondi, ritrovandosi a fissare i fiocchi di neve che cadevano sulla terra gelida. Era convinta che, in confronto, anche nel giorno più freddo della stagione quei fiocchi sarebbero stati ben più sopportabili.
-Cosa ci fai tu qui?-
Fu poco più di un sussurro, ma l'altro sembrava aver sentito la domanda pronunciata, tanto che (T/N) strinse un poco un pugno su un lembo del kimono, sentendo quello sguardo che la sovrastava con ancora più intensità.
-Una missione.- il tempo parve fermarsi, farsi infinito: -Nelle vicinanze, un demone ha fatto la sua comparsa.-
Non bastarono altre parole, per farle capire la situazione.
Avrebbe desiderato comunque avere altre informazioni a riguardo, ma non poteva, non ora che il pilastro dell'acqua in persona era in dovere di salvare delle vite.
Però...
-Ti ringrazio.- (T/N) alzò lo sguardo: -A nome di tutti, anche di chi ancora non è consapevole del pericolo che corre. È merito vostro se molte vite sono riuscite a salvarsi, a tornare dai loro cari. La tua forza è evidente, e sapere che è stata utilizzata per questo, mi riempie il cuore di gioia.-
Le guance le si erano tinte di un rosa acceso, contrariamente a qualche momento fa il suo sguardo però era rimasto incatenato a quello del corvino, in una sincera confessione di gratitudine.
Poteva notare la sorpresa attraversare per qualche secondo quel ghiaccio angosciante, però le labbra erano serrate e il silenzio invase entrambi. Lo avrebbe trovato pacifico e strano, (T/N), se solo non si fosse accorta di un altro sentimento che pareva stesse tormentando il pilastro di fronte a lei: la frustrazione.
-Non sono forte.- fu la risposta tagliente, un vento gelido arrivò come se nulla fosse, facendola tremare - ma era veramente il vento a farla rabbrividire? -Ho salvato innumerevoli vite, ho riunito famiglie, ma non sono riuscito a proteggere coloro che amavo, e a salvarne altrettante.-
-Per questo ti ringrazio! Sono consapevole di quanto peso ti stia portando alle spalle, di quante vite perse rimpiangi, e...-
-Se ne fossi realmente consapevole, ora non gireresti sotto questa neve senza alcuna meta!-
(T/N) non riuscì a controbattere in alcun modo, la bocca semiaperta e le iridi leggermente sgranate. Era rabbia, quella che ora si era fatta presente nel ghiaccio dei suoi occhi?
-Questo non è un gioco, non hai affrontato un vero allenamento. Comportandoti da incosciente, metteresti a rischio innumerevoli vite!-
-Come puoi...!-
-Torna indietro, finché sei in tempo.- quella frase fu più tagliente del vento stesso.
La presa sul lembo del suo kimono si fece più forte, tanto che le nocche divennero bianche, ma quel dettaglio sembrava non essere stato minimamente notato; la neve continuava ad aumentare.
-Perché dovrei? Ho promesso di proteggere la mia famiglia, i più deboli! Affermi che io non abbia affrontato alcun allenamento, ma come puoi dirlo?-
Non amava molto alzare la voce, specialmente con chi era in debito, però le parole che le erano state rivolte la avevano profondamente ferita.
-La tua respirazione, la tua insicurezza. Ti bastano come risposta? Non parlare come se ne fossi consapevole.- un brivido: -Proteggere i più deboli è un'impresa nobile e che ricorre sacrifici, ma tu stessa lo sei. Non sei pronta.-
Il vento, dopo poco, tornò ad avere un ritmo regolare, la neve non cessò ma alcune nuvole e la fitta nebbia parvero sparire, facendo intravedere i primi raggi di sole dopo ore.
Non era bastato nemmeno specificare il significato della frase a lei rivolta, per farla rimanere in completo silenzio. (T/N) avrebbe voluto ribattere nuovamente, fargli capire che si sbagliava, ma la gola era diventata secca tutto d'un tratto e l'uso della parola pareva esser sparito.
-Torna a casa.-
Osservò la sagoma di Giyu scomparire nel nulla, tra il paesaggio innevato, e il suo sguardo fu rivolto verso il cielo, con le prime lacrime che minacciavano di rigarle il volto.
Una consapevolezza certa, una secchiata d'acqua gelida dritta in faccia.
Sono una stupida.
Vi era un periodo della sua vita che le pareva offuscato, completamente dimenticato. Non era mai stata certa di tale sensazione, certe volte la scherniva lei stessa pensando fosse soltanto uno sciocco pensiero passeggero, ma anche se (T/N) provava a fare finta di nulla, non cambiava assolutamente nulla.
Quel ghiaccio all'interno del suo cuore le si era addentrato di nascosto, senza che se ne potesse accorgere in alcun modo, ma era ben diverso dal ghiaccio che intravedeva nell'animo di Giyu: il suo era molto più nostalgico, senza nome. Non riusciva a capire a cosa fosse dovuto, per quanto si sforzasse, e le sue memorie non la aiutavano affatto.
Una volta chiese a sua madre per puro caso, dopo che ella la aveva osservata tormentarsi dal nervosismo. La sua reazione era stata abbastanza strana, le aveva rimproverato il fatto che non dovesse pensare a tali sciocchezze e se n'era andata, ammutolita e bianca come un lenzuolo.
"Mi chiedo cosa avesse voluto nascondermi..."
(T/N) si guardò attorno. Erano passati altri mesi da quando lo aveva visto per l'ultima volta, da quando quel sincero ringraziamento si era rivelato un'arma a doppio taglio. Non avrebbe mai voluto che le cose andassero in quel modo tra loro, ma era evidente che non riusciva mai a compiere qualcosa di giusto nella sua vita.
Il villaggio dove si era avventurata non era un posto molto vivace, ma era piacevole osservare i ragazzini giocare ad acchiappatello e gli anziani chiacchierare tranquillamente tra loro. Quello spettacolo le dava un senso di pace profonda, specialmente quando si dilettava a guardare quelle figure piccine divertirsi con un'innocenza da mozzare il fiato, e che le procurava in lei strane sensazioni.
-(T/N), se non ti sbrighi con l'allenamento, non potremmo andare a divertirci!-
-Mi dispiace, ma l'allenamento è ben più importante! Se non continuo, non potrei mai diventare forte come voi!-
Non credeva di essere diventata matta, non più del dovuto perlomeno, eppure quelle voci, quelle immagini... perché erano così dannatamente reali? Che fosse il ricordo di una vita passata?
"No, questo è ancora più ridicolo." pensò aspramente, continuando il suo cammino e tornando - provando - a pensare al nulla assoluto.
Questa sua decisione però le risuonava alle orecchie come pura idiozia, un'aspra menzogna.
-Ehi ragazzi, voi dite che i demoni esistono veramente?-
-Certo che esistono. Il Maestro in passato è stato un ammazza demoni, un pilastro, che ha rischiato con orgoglio la sua vita pur di proteggere quella altrui. Noi saremo il suo orgoglio, la nuova marea che sommergerà i nostri nemici.-
La tredicenne dai capelli (c/c) e il corvino accanto sorrisero nell'udire le parole del loro migliore amico. Erano ambedue consapevoli che lui, Sabito, sarebbe diventato più forte e migliore di loro. E non era dovuto solo al perché parlasse identicamente al loro Maestro, ma perché vi era in lui un'aura che non faceva altro se non rassicurarli costantemente, colma di una forza ammirevole e che lo avrebbe sicuramente aiutato ad affrontare le difficoltà.
Erano certi che Sabito sarebbe diventato il futuro Pilastro dell'Acqua, e loro? Speravano semplicemente di sopravvivere abbastanza a lungo per rimanere al suo fianco, felici.
(T/N) sperava con tutto il cuore che quei momenti così tranquilli e indimenticabili, assieme a Giyu e Sabito, non terminassero mai.
"Che cosa...?"
(T/N) si portò una mano alla tempia, cercando nel frattempo di reggersi con l'altra accanto al muro di una casetta. Goccioline di sudore freddo iniziarono ad inumidirle la fronte, e le sagome della gente attorno parevano farsi più piccole e sfocate del dovuto.
-S-Sabito...?-
Già, (T/N) avrebbe tanto voluto tornare a quei giorni spensierati, che passavano seduti a chiacchierare nei pressi di un fiumiciattolo vicino, mentre le ore passavano a vista d'occhio, col tempo che conservava le memorie di quei ragazzi che ancora, di quel mondo, non avevano del tutto ricevuto la malignità.
-Giyu, (T/N), attenti!-
Se avesse saputo a cosa avrebbe comportato quell'allenamento, quelle storie che aveva raccontato loro Urokodaki Sakonji, forse lei non sarebbe mai giunta lì, in quel monte, per superare quel dannato esame. Si sarebbe dedicata ad altro, una donna che si occupava delle faccende di casa e della famiglia...
...per quanto non le fosse mai andata giù quella prospettiva, in quel momento, le sue opinioni a riguardo erano tutt'altro che le stesse. Osservare i suoi migliori amici combattere contro quel demone con tutte le forze che potevano, le faceva battere ferocemente il cuore dalla paura.
La vista di altri ragazzi venir torturati e uccisi brutalmente da quel demone abominevole, le era costata cara. Si era trattenuta a stento dal vomitare, con la katana che veniva retta per puro miracolo dalle sue mani tremolanti.
"Voglio a-andarmene..."
Quando Giyu cadde a terra, il cuore le si fermò.
"Mi sento... c-così impotente..."
Le iridi dorate di quello schifoso demone si accorsero della sua penosa figura, al punto che era evidente che la stesse deridendo. Le stava dicendo qualcosa, ne era certa, ma era troppo terrorizzata per ascoltarlo e accorgersi di quel che le stava accadendo attorno. Era diventata una statua, intrisa di shock e paura.
-(T/N)!!-
L'unica cosa che ricordava era una sagoma interposta tra lei e una gigante mano. Il rumore di una testa schiacciata. Un mare di sangue... alcuni schizzi raggiunsero il suo volto sconvolto.
Un urlo disperato accanto a lei.
Il buio.
-Non autocommiserarti, (T/N).-
-...(T/N).-
Ancora le girava la testa, ma le parve di udire una voce non molto distante da lei, che pronunciava il suo nome.
-(T/N), svegliati.-
Per quanto potesse essere scambiato più per un ordine che per altro, era evidente la preoccupazione presente nel tono di quella voce sconosciuta - eppure familiare.
La fatica che fece per aprire le palpebre fu intensa; la luce del giorno le stava donando un immenso fastidio, imparagonabile però all'emicrania che non accennava minimamente ad andarsene.
Poteva percepire una presenza accanto a lei, il proprietario di quella voce, e si sarebbe girata quasi subito, se solo non fosse stato doloroso persino rimanere sveglia. Cosciente di tutto.
-È tutta colpa mia.- un singhiozzo le sfuggì dalle labbra, i ricordi ogni secondo più evidenti: -Se non mi fossi presentata all'esame finale, quel giorno, Sabito sarebbe ancora vivo.-
La sorpresa di quegli occhi blu profondi fu immensa, tanto che il ghiaccio che li caratterizzava, per qualche istante, venne a meno.
-Hai ricordato.- un'amara affermazione.
Un altro singhiozzo.
-Come ho potuto dimenticarmi del mio passato... la mia famiglia mi ha nascosto qualsiasi cosa riguardante quell'accaduto, della vostra esistenza... sono imperdonabile.-
-La colpa è stata mia, non tua.- (T/N) dovette a stento reprimere la voglia di scoppiare in un pianto liberatorio.
-Non è vero. Tu...-
-Io non meritavo questo titolo, (T/N). Non meritavo di diventare Pilastro. Lo sai benissimo anche tu. Sabito era molto più forte di me, di noi.- una pausa: -Ed è morto, perché io non sono stato in grado di fare nulla.-
L'identico silenzio che li aveva avvolti mesi prima si era ripresentato, ignorando il continuo via vai della gente che pareva non essere consapevoli della loro esistenza. O forse, era il contrario.
-Sabito non vorrebbe questo. Lo sappiamo bene.- ad un certo punto, (T/N) riuscì finalmente a guardarlo dritto negli occhi, e non fu affatto stupita nel vedere che il ghiaccio dei suoi occhi era svanito, stimolando i suoi ricordi ancora una volta nel ricordare di quel bambino timido e sempre sorridente, completamente l'opposto di quel ragazzo che ora le era seduto accanto. Si sentiva in colpa, ma era inutile continuare a ripeterlo; non avrebbe riportato in vita Sabito, né tantomeno onorato la sua memoria.
-Quindi, per quanto possa essere difficile, andiamo avanti. Per lui.-
Un piccolo e amaro sorriso comparve sulle sue labbra, e chiuse gli occhi nel sentire il tocco del pollice di Giyu che, delicato, le asciugava le lacrime.
-Insieme.-
Non fu necessario aggiungere altro. Si abbracciarono, ignari di quello che il futuro aveva in serbo. Ancora una volta.
Il ghiaccio all'interno dei loro cuori si sciolse. In alto nel cielo, il sole splendeva come non mai.
Una figura opaca, in lontananza, sorrideva.
❇️Angolo Autrice❇️
Ecco a te, mia carissima F3reline! Spero che questa OS sia di tuo gradimento! Avrei voluto pubblicare un paio di giorni fa, ma la scuola mi sta uccidendo più del dovuto, e dire che facciamo lezione da casa -_-"
Meglio non pensarci per il momento: oggi è un giorno importante, Pasqua, pertanto ci tengo moltissimo a farvi gli Auguri💜🕊️
Parole usate = 2793
Curiosità = Makomo non è presente poiché, da quel che ho letto, è morta tempo prima rispetto a Sabito, e questo mi ha sconvolta, dato che non lo sapevo! Inoltre, la figura menzionata nell'ultima riga, è a interpretazione del lettore... no, non è vero su, sappiamo tutti di chi si tratta ꒰⑅ᵕ༚ᵕ꒱˖♡
Alla prossima richiesta!
- LadyFraise💜
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