✿Goodness of Mind - Tanjiro x Reader✿

Non ho mai compreso il buonismo di quel ragazzo.
Troppo buono, troppo incline ad aiutare gli altri nel momento del bisogno... possibile che sia così di natura, che non pretenda nulla in cambio?

La vita non è giusta, ed è evidente che lui sia una di quelle persone che più di tutti capisce, comprende il dolore immeritato che ha dovuto patire per un peccato mai commesso.

Continua a sorridere, però.

Continua a desiderare che nessuno provi quel dolore, che tutti ambiscano a quella felicità che è stata duramente negata. Persino i demoni, orride creature dai vili desideri, cadono vittima di quegli occhi compassionevoli, di quell'amaro sorriso.

Più di una volta mi è capitato, addirittura, di scorgere lacrime rigare i loro volti mostruosi, caduti in un baratro senza scampo che il ragazzo dagli orecchini hanafuda ha creato all'interno dei loro cuori - di quel minimo che ne è rimasto, dubito che ne avessero posseduto davvero uno.

Forse è per questo che ho sempre creduto di non sopportarlo, di odiarlo.
Una tua risposta in particolare, mi dette il voltastomaco: "Ci sono stati d'animo che non si possono spiegare, per comprenderli occorre essere simili."

Il perché di quel fastidio che provai, ancora non me lo riesco a spiegare. Era come se... ti stessi paragonando a quegli esseri.
Ma la cruda verità era che non mi ero nemmeno sforzata di capire, troppo prigioniera del mio stesso vittimismo, della mia ignoranza.

-La costante solitudine, l'arroganza, la paura... non siamo poi tanto diversi. Avevi ragione tu, Tanjiro.-






















I petali dei fiori di ciliegio cadevano con surreale grazia sulla terra umida, che la notte precedente era stata vista protagonista di un piccolo temporale. Incredibile era come esso pareva non esserci mai stato; il sole picchiava in alto nel cielo, i cui raggi sfioravano i fiori sparsi nel prato accanto, dove l'uomo non vi aveva ancora messo lo zampino.

(T/N) ambiva a quei momenti di profonda quiete, di solitudine che la vedeva al centro dei propri pensieri in quell'ultimo periodo, che si erano fatti anche fin troppi.

Amava, soprattutto, osservare quelle piantine dai mille colori crescere ogni giorno di più, con quella loro voglia di vivere che tutto aveva tranne che brutale. Doveva essere bello, certe volte, bloccare il flusso di pensieri e angoscie che tormentano cuore e mente, anima e corpo: i fiori appassiscono con eleganza, dopo aver vissuto una vita in completa tranquillità, senza pensieri e sentimenti. E, i sentimenti, erano la prima cosa di cui (T/N) si voleva sbarazzare.

Rendono deboli le persone, le fanno distogliere dai loro principi, diventare irrazionali e pericolose. Un'arma a doppio taglio, causa di sofferenza e malessere continuo. E lei ne sapeva qualcosa a riguardo.

La sua famiglia le era stata strappata via con la stessa poca raffinezza con cui una bambina s'appresta a strappare i petali di una margherita. Era troppo piccola, non aveva potuto fare nulla, e il miracolo di essere ancora in vita, se avesse potuto, non lo avrebbe nemmeno considerato.

Vivere senza delle persone che ti supportano e che dovrebbero vederti crescere, fa male. Molto male. Il sapore agrodolce di quelle giornate crea ancor più disagio e malumore.

"Che senso ha continuare questa vita, se non ha più nulla da offrirmi?"

Quando rivolgeva questa specifica domanda in momenti di puro sfogo emotivo, tante e differenti erano le risposte, ma nessuna era stata in grado di smuoverla veramente. Era quasi come se fosse un guscio vuoto, un corpo senza anima che vagava in giro per le innumerevoli stradine del Giappone a cercare di allievare una vendetta mai davvero desiderata.

Per quanto ancora volesse convincersene, sapeva che era soltanto tempo perso. Non era una sprovveduta, comprendeva che era un sentimento ancor più nocivo del dolore, che non l'avrebbe portata da nessuna parte se non in un baratro di disperazione ancora più grande. Se combatteva, se spendeva il suo tempo a salvare vite, era perché desiderava non vedere altri affrontare il suo stesso fato.

Il destino non si può evitare, è da sciocchi solo pensarlo, però... si, provare a essere il motivo principale per la salvezza e la gratitudine di un altro essere umano, forse era quella la sua vera felicità.

E, di conseguenza, non sopportava - odiava - chi le impediva di pensare al benessere degli innocenti. Molteplici furono le volte in cui alla (c/c) era capitato di imbattersi in persone di dubbia intelligenza e spericolatezza, ma una era riuscita in pochi secondi a batterle tutte quante.

Era fastidiosa nella sua gentilezza, nel suo idealismo di poter aiutare chiunque, a discapito di un uomo e di un demone. Era una linea pericolosa da attraversare, quella, una presunzione tale da rischiare di mettere in gioco l'esistenza di molte più persone.

I demoni erano creature orribili, senza cuore. Come si poteva dunque anche solo pensare di porgere loro una mano?

"Che idiozia."

Kamado Tanjiro era un illuso, se sperava di far tornare umana sua sorella.

Avrebbe dovuta ucciderla subito, seppur sarebbe stato difficile. Le dispiaceva per lui, non poteva negarlo, ma se la demone avesse perso il controllo? In qualità di Ammazzademoni, non poteva permetterlo.

Non era ancora un Pilastro, ma possedeva tutte le carte in regola per diventarlo. La sua respirazione del (t/r) era migliorata, e le missioni assegnatole erano aumentate di conseguenza. Ma mai, mai, le era balenata in testa l'idea di poter capitare in missione con quello sconsiderato - che poi, che fosse l'unico matto, era stata una constatazione subito messa a tacere non appena aveva avuto l'opportunità di conoscere i suoi amichetti.

L'indomani sarebbero dovuti partire assieme, e l'idea non la entusiasmava di certo. Intraprendere una missione con un cinghiale pazzoide, un fallito donnaiolo, un'incosciente benestante e una ben possibile demone omicida, non poteva essere considerato il sogno proibito di una ragazza come (T/N).

Nessuno sano di mente avrebbe accettato, eppure - forse la sua profonda devozione verso Ubuyashiki Kagaya, forse una minima dose di curiosità - l'avevano spinta ad agire contrariamente alle sue aspettative.

Se sarebbe morta? Con loro accanto, probabile. La sua sanità mentale l'avrebbe abbandonata a vista d'occhio, a meno che non l'avesse persa già da anni.

Sdraiandosi momentaneamente sul prato fiorito, e chiudendo gli occhi per un momento che parve infinito, non si accorse neanche di un leggero rumore di passi che si stava avvicinando a lei. Ogni rumore o movimento attorno era sparito nel nulla e per questo, non appena una calda e gentile voce le rimbombò nelle orecchie, quasi non le venne un colpo.

-(T/N)? Perdonami, non volevo spaventarti!- una piccola risatina nervosa le fece comprende che si, Kamado Tanjiro le era accanto, apparso da chissà dove.

-Come hai fatto a trovarmi?-

La (c/c) quasi sbuffò non appena si accorse del tono di bocca che le era uscito di bocca: più debole e insicuro. Non era quello che però più la preoccupava; di quell'immenso giardino, era una delle poche persone a conoscerne la posizione esatta. Era poco più lontano dalla città, e bisognava attraversare una piccola e nascosta stradina di campagna per raggiungervi.

-Non è stato difficile, ho sentito il tuo profumo e ti ho trovata.- con sollievo, (T/N) poté notare che non era la sola ad essere imbarazzata. La traccia di quell'imbarazzo tuttavia, dalla voce di Tanjiro, scomparve quasi immediatamente: -Questo posto è bellissimo. A Nezuko piacerebbe molto... se non è un problema, un giorno potrei portarla qui.-

Colta alla sprovvista, si limitò ad annuire. Non era raro vedere il volto di Tanjiro divenire malinconico ogni talvolta che faceva accenno a sua sorella. Non comprendeva le sue azioni, era vero, tantomeno la sua decisione di illudersi di poterla salvare...

-Devi tenere moltissimo a lei.-

In un'altra situazione, quella frase sarebbe parsa alle sue stesse orecchie come un'affermazione stupida, ma era troppo concentrata ad osservare la figura del ragazzo accanto per potersene accorgere. All'apparenza esili, quelle spalle si stavano portando appresso un peso enorme, una preghiera silenziosa che se non sarebbe stata ascoltata... nessuno avrebbe immaginato cosa poteva succedere.

"La speranza e la determinazione di Tanjiro sono così forti da poterlo schiacciare da un momento all'altro."

Quasi si odiò per quel che aveva pensato. Non se lo spiegava, ma il rischio di poter arrivare a quella possibile fatalità, le aveva fatto raggelare il sangue nelle vene.

-Nezuko è la mia sorellina, non potrei mai abbandonarla; mi è sempre stata accanto, ed io farò lo stesso. Sconfiggerò Kibutsuji Muzan e troverò un modo per farla tornare umana.-

(T/N) non fiatò. La prospettiva di ribattere a quella - non poi così sorprendente - rivelazione, stata sfumando ad una velocità immane. I pensieri avuti fino a qualche istante prima parevano non averla perseguitata, le iridi (c/o) leggermente sgranate e che riflettevano la tristezza e la determinazione del volto di Tanjiro.

-Ci riuscirai.- un passo in avanti: -In tanti hanno detto che sei solo un folle, un illuso. Anch'io l'ho pensato, prima che arrivassi qui, e ora me ne pento. Sono incoerente con me stessa e me ne vergogno, però...- una piccola esitazione la sorprese: -...tu hai lo sguardo di uno che metterebbe al tappeto un esercito intero, pur di salvare chi ti è caro. Ti ammiro, ed è probabile che sia per questo che la mia ammirazione sia sfociata all'invidia e allo scherno; quando la mia famiglia è morta, non ho potuto fare nulla, né vendicarmi del demone che inflisse loro una morte indegna. Penso ancora che sia una scusa, la parte codarda del mio inconscio che si è rifiutata di combattere all'età di tredici anni. Tu a quell'età invece ti sei sottoposto ad allenamenti infiniti, e non hai lasciato che la tua determinazione scomparisse, al contrario mio... si, adesso lo comprendo e per questo mi odio ancora di più.-

-Perché dovresti odiarti? Non ne hai alcun motivo.- Tanjiro le sorrise, come se non avesse dato ascolto alla maggior parte del suo discorso: -Tu sei una persona stupenda, (T/N). Lo capirebbe chiunque!-

Non seppe come riuscì al trattenersi dall'arrossire: Tanjiro era stato in grado in pochissimi minuti di sorprenderla, di porgerle a sua volta determinazione e un dolce calore all'altezza del petto.

-...ti ringrazio.- borbottò infine, con sguardo basso. Tanjiro rise appena, una risata genuina che risuonava per tutta la radura circostante. I fiori erano diventati improvvisamente più belli da vedere.

Si ritrovò a sorridere dolcemente, un sorriso sincero che solcava le sue labbra dopo giorni di autocolpevolezza e risentimento.

-Salverai tua sorella, lo so. Ed io ti aiuterò, se lo desideri. Se mi vuoi come amica, nonostante tutte le cattiverie pensate nei tuoi confronti.-

Un sorriso dello stesso calore dei raggi solari che le solleticavano la pelle, fu una risposta più che sufficiente.




























-Tanjiro, torna in te!-

Era incredibile come bastassero pochissimi istanti per creare, ad una persona, l'illusione di raggiungere la speranza prefissata, l'orrido sgomento di osservare una persona cara cadere vittima di una fine malata, scritta.

Ancora una volta.

Il destino che però era toccato a quel ragazzo aveva passato ogni limite; sconfitto una volta per tutte Muzan, senza sapere come, poco dopo aver ripreso i sensi aveva cominciato ad assumere un comportamento fuori dal comune. Canini affilati, occhi infuocati d'odio e di bestia famelica.... gli occhi di un demone.

Stava attaccando chiunque gli stesse attorno, i vani e disperati tentativi di Nezuko di farlo tornare in sé erano presocchè nulli.

-Perché proprio a lui...?- si ritrovò a mormorare (T/N), il cuore in frantumi e le guance che rischiavano di essere inumidite di lacrime.

Agli Dei, a qualunque entità superiore che avrebbe dovuto proteggerli, non importava di quel che accadeva? Non importava delle pene che il povero Tanjiro stava subendo? Dopo tante fatiche, dopo tanti pianti e momenti di debolezza, finalmente era riuscito a coronare il suo sogno, a riavere sua sorella come un essere umano.

Adesso? Quella spensieratezza provata era sparita, sostituita da un qualcosa che non sarebbe dovuto mai accadere. Perché non era semplice giusto; perché le persone di buon cuore non avevano il diritto di soffrire ulteriormente, di subire un fato di quel genere.

-Fratello mio, torna in te!!-

L'ultimo grido disperato di Nezuko la fece irrigidire, così tanto che si ritrovò impossibilità a muoversi. La mano stretta sull'elsa della spada.

Doveva fare qualcosa, doveva ripagare il debito con Tanjiro. Perché era grazie a lui se era tornata ad avere lo stesso carattere della bambina felice che era in un passato non molto lontano, era grazie a lui se aveva imparato ad amare.





-Non sei stanca?-

-Mh?-

-Continuare ad allenarti in questo modo, potrebbe essere controproducente per te, (T/N).-

La preoccupazione era evidente nel volto di Tanjiro, lei però si limitò ad ignorarla.

-Non posso smettere. Non diventerò forte se continuo a battere la fiacca... non posso permettermi di compiere altri errori. Capisci?-

-Non ti ho mai vista battere la fiacca.-

-Perché non mi conosci.- ribatté, un sussurro appena accennato: -Sono stata protagonista di tanti fallimenti, e non voglio che anche questo mio voler diventare più forte si unisca alla collezione.-

Dovette trattenere a stento un sospiro di stupore, quando vide Tanjiro porgerle una mano, uno dei suoi tanti gesti affettuosi che la stupivano non poco. Non credeva potesse essere possibile, ma l'Ammazzademoni davanti a lei era sempre riuscito a scovare i suoi veri sentimenti. E credeva che non fosse dovuto soltanto grazie al suo incredibile olfatto.

-Dicono che tra poche ore, in un villaggio poco distante, si terrà una festa. Vorresti venire con me?-







Quella serata era stata certamente la migliore di tutta la sua giovane vita. Per una volta, aveva messo da parte i demoni e si era messa al primo posto. Non poteva negare di essersi sentita un poco in colpa, all'inizio, ma quella sensazione era stata ben presto sostituita da meraviglia e felicità.

Alla festa erano stati accompagnati anche da Zenitsu e Inosuke, e si erano divertiti un mondo - per colpa di quest'ultimo, avevano rischiato di essere cacciati via perché aveva scambiato un vecchietto per un demone. "Era orrendo e spaventoso", aveva concordato Zenitsu.

E non si sentiva affatto imbarazzata, quando assieme a quel fifone di Zenitsu si ingozzava di dolcetti e delizie varie. Coloro che poche settimane prima di quell'evento credeva insopportabili, si erano rivelati essere le persone più importanti della sua vita. Tutti, nessuno escluso.

Passare le giornate in loro compagnia, le avevano anche permesso di conoscere meglio Nezuko, la demone dai tratti innocenti e impossibilitata a parlare.







-A Nezuko devi piacere moltissimo!-

-Tu dici?-

(T/N) si ritrovò ad accarezzare con cura i capelli di Nezuko che, seduta davanti a lei, pareva essere al settimo cielo. I timori provati poco prima completamente volatilizzati. Temeva di rovinare qualcosa, di non riuscire a provare ad andare d'accordo con la demone, ma era andata diversamente da quello che il suo pessimismo si era messo in testa.

-Non vedi come è felice Nezuko-chan? Devi proprio piacerle!-

Si era quasi dimenticata della presenza del biondo. Continuando a pettinare alcune ciocche scure di Nezuko, non si accorse dello sguardo insistente che Inosuke le rivolgeva.

-Senti un po'.- brontolò, dopo aver interrotto quel silenzio piacevole che si era creato: -Ma perché tu e Gonpachiro non vi siete ancora baciati??-

Prima che potesse evitarlo, le sue guance diventarono due forni, ed ebbe paura che il suo battito cardiaco improvvisamente accelerato potesse porre fine alla sua esistenza in pochi secondi.

-Inosuke!- e a quanto pare, non era l'unica a provare lo stesso: le guance di Tanjiro erano arrossate e i suoi pugni stretti. Zenitsu invece parve insolitamente silenzioso.

(T/N) non aveva un bel presentimento a riguardo.

-Beh, perché quelle facce? Odio ammetterlo, ma ha ragione. Vi comportate come due perfetti piccioncini!- sospirò in pieno stile melodrammatico: -Ah, è davvero triste la vostra situazione: vi amate ma non avete il coraggio di dirvelo! Tanjiro, se sei un vero uomo devi confessarle i tuoi sentimenti il prima possibile!-

-...Zenitsu... Inosuke... ma che diavolo state dicendo...?!- la (c/c) si alzò di scattò, ora completamente rossa in viso. Nezuko la osservò confusa: -Non potete uscirvene così, in questo modo! Le vostre sono frasi prive di-...!-

-Ma si nota dagli sguardi che vi rivolgete! Se persino uno come Inosuke se ne è accorto, ci sarà un motivo, no?-

-Che cosa vorresti dire, Bonitsu?!-

Mentre i due erano intenti a litigare, (T/N) lanciò loro un'occhiataccia, sebbene il rossore che fluiva sulle sue guance non accennava ad andarsene.

-(T/N), usciamo a prendere una boccata d'aria.- il tono gentile di Tanjiro la fece sussultare e sprofondare nell'imbarazzo ma, senza proferir parola, decise di seguirlo.

Il tramonto era ormai sparito da qualche ora, lasciando posto ad un mare di stelle che brillavano come diamanti sopra di loro. (T/N) sorrise alla loro vista: quello era uno dei pochi motivi per cui amava la notte.

"Se i demoni non fossero mai esistiti, chissà, potevo preferire la notte al giorno." abbozzò un sorriso.

-Riguardo al comportamento di Zenitsu e Inosuke... mi dispiace se ti hanno fatta sentire a disagio. Parlerò con loro.- Tanjiro aveva ora un'espressione tra l'imbarazzato e il serio. Si sedette accanto a lei.

-Non importa.- tenne il capo rivolto verso il cielo stellato: -È solo che... avrei voluto dirtelo io di persona, un giorno.-

(T/N) gli rivolse un sorriso smagliante, con Tanjiro che aveva la bocca semichiusa per lo stupore; probabilmente stava cercando di elaborare le sue parole.

Decise di proseguire: -All'incirca cinque mesi fa, ti dissi che non avevo idea di che cosa mi passasse per la testa. Pensavo di odiarti, ma era soltanto il mio egoismo che provava a convincersi. Passando le giornate al tuo fianco, ho cominciato a capirti meglio: i tuoi modi di pensare, ad esempio. Non riesco ancora a condividerli, ma li accetto. Perché essi fanno di te la persona meravigliosa che sei.- si fermò per qualche secondo, le paure che tornavano ad assillarla quando notò che il mutismo di Tanjiro non era cambiato: -Quello che vorrei dirti, ecco... è che...-

-Ti amo, (T/N).- il suo cuore smise di battere per un istante. Tanjiro le rivolge uno dei suoi sorrisi migliori: -Penso di amarti dalla prima volta che ci siamo conosciuti davvero. Come te, ho scoperto sfaccettature del tuo carattere stupende, ho imparato a capirti e a fare il possibile per renderti felice.- una risatina imbarazzata sfuggì dalle sue labbra: -Avevo intenzione di dichiararmi quella sera alla festa, mentre in cielo erano scoppiati i primi fuochi d'artificio, ma Inosuke è arrivato di corsa pensando che quel povero anziano fosse un demone. Ma suppongo che debba ringraziare sia lui che Zenitsu, oggi.- terminò la dichiarazione così, sorridente.

Senza che entrambi se ne rendessero conto, si erano già avvicinati: i cuori battevano all'unisono, creando un'orchestra armoniosa che solo loro potevano udire. Il loro bacio non fu né troppo impacciato né troppo perfetto, ma andava bene così.

Una lacrima rigò la guancia destra di (T/N). Non aveva mai pensato alla possibilità di avere, un giorno, qualcuno che potesse amarla e rispettarla. Si sentiva al settimo cielo.

Quello era - e sarebbe per sempre stato - il giorno più bello della sua vita.






-Tanjiro... sono io, (T/N).- col petto colmo d'improvvisa speranza si fece avanti, la determinazione che sovrastava gli altri sentimenti come mai prima d'ora: -Lo so che mi riconosci: tu non sei così, Tanjiro. Anche da demone, non sarai mai un mostro.-

Tentò di avvicinarsi, ma un suo ringhio e un colpo che riuscì ad evitare, la fermarono d'un tratto. Nezuko aveva il terrore negli occhi, spaventata dall'idea che le potesse capitare qualcosa, ma (T/N) le rivolse quel che doveva essere un sorriso rassicurante.

Le avrebbe riportato suo fratello alla normalità, a qualunque costo. A costo della sua vita, se necessario.

-Ricordi cosa ti dissi, quando ci confessammo il nostro amore?- un passo in avanti: -Che non la pensavo come te, che credevo che il buono non potesse esistere in creature maligne come i demoni. Tuttavia, anche quella volta avevo torto.- due passi, tre passi: -Grazie a te ho potuto assistere coi miei occhi a demoni che piangevano, che rammentavano una vita che nemmeno ricordavano. Più che odiare, mi sono ritrovata a provare pietà per loro.- tentò di scacciare le lacrime che minacciavano di uscire, continuando a parlare: -Vedi che cosa sei riuscito a fare, Tanjiro? Sei riuscito a cambiare me, che sono sempre stata un caso disperato.-

Notò una strana luce negli occhi scarlatti e demoniaci di Tanjiro, anche se non accennava a smettere di ringhiare o lanciare attacchi a chiunque osasse avvicinarsi. A lei non stava facendo nulla, e per (T/N), quella fu la prova effettiva che non se ne era mai andato. Era ancora lì, da qualche parte.

-I demoni erano esseri umani, provavano emozioni e, alcuni di loro, persino un sentimento forte come l'amore!- qualche altro passo e lo avrebbe raggiunto: -E tu sei l'essere umano più buono e speciale che abbia mai incontrato. Sei la mia salvezza.- lo abbracciò e incurante del suo tentativo di allontanarsi da lei, lo strinse con ancora più forza, affinché Kanao potesse iniettargli l'antidoto che lo avrebbe salvato - e riportato da lei.

-Ritrova te stesso, torna da noi. Ti stiamo aspettando.- incurvò lievemente le labbra, le lacrime che avevano ceduto: -Quando ti sarai ripreso, torneremo a casa tua. Io, Nezuko... Zenitsu, Inosuke...- con la coda dell'occhio vide Kanao farsi sempre più vicina, pronta ad utilizzare un'ultima volta la sua Respirazione: -Ci divertiremo, saremmo felici. E chissà, magari diventerò tua moglie. Il futuro è bello perché imprevedibile.-

Appoggiò il volto contro una sua spalla, stringendolo ancora fino a quando Kanao riuscì nel suo intento. Un barlume d'umanità comparve per qualche secondo nelle iridi di Tanjiro.

Era finita. (T/N) lo sapeva, ma era anche l'inizio.

L'inizio di una nuova vita che avrebbe intrapreso con la persona che amava.
























❇️Angolo Autrice❇️

Finalmente sono tornata! Dopo un paio di mesi di riposo, ho deciso di riprendere a scrivere. Avevo intenzione di ricominciare a settembre, ma poi ho cambiato idea perché l'ispirazione per questa TanjiroxReader mi ha travolta.
Perciò ecco a te, Stratovella, spero che questa One-Shot ti sia piaciuta!
Vi anticipo subito che la prossima uscirà tra due settimane, in una data molto importante... ma non aggiungo altro!

Parole usate = 3607

Curiosità = come si può notare dalla prima parte della One-Shot, essa doveva girare attorno al significato dei fiori, poi ho però preferisco optare per la compassione e la bontà che rispecchiano l'animo del nostro amato Tanjiro.
Ah e, per chi non lo avesse capito, (t/r) sta per "tua Respirazione".

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