✿Eternal Torment - Douma x Reader✿

Non ti ho mai sopportato, è questa la verità.
Non m'importa se mi gironzoli attorno, e non m'importa nemmeno se le mie attenzioni sono tutto ciò che desideri: non ne otterrai neanche mezza.

Dici di amarmi e di voler far di tutto pur di conquistarmi, ma hai idea di che cosa sia il vero amore, di che cosa un essere umano è disposto a fare per il bene di un'altra persona? Ma proprio perché non sei più un essere umano da moltissimo tempo, questo discorso per te non dovrebbe avere alcun significato.

Il fatto che tu non sia in grado di provare emozioni è ben evidente, cerchi di colmare quel costante vuoto con patetiche scenette nelle quali ti dimostri sempre disposto ad aiutare il prossimo.

Che scenario di pessimo gusto.

Tuttavia, devo ammettere che la tua forza è ammirevole. Se non fosse per il tuo carattere o per il tuo aspetto irritante, ti definirei di certo interessante.

Ma tutto quello che ti riguarda non è affar mio. Non voglio avere nulla a che fare con te.

Eppure più mi convinco di questo e più, paradossalmente, ti ritrovo sempre al mio fianco.


-La mia sfida consisterà nell'imparare a non sottostare ai tuoi giochetti. Non sarò il demone più forte tra tutti, ma posso comunque permettermi questo lusso con te, Douma.-






















-Perché non ci facciamo un giro di tanto in tanto, (T/N)-chan? Sei sempre così fredda, dovresti essere più loquace, di tanto in tanto.-

-Sparisci immediatamente.-

Non era dell'umore di sopportare quella Luna così appiccicosa. Certo, era vero che nell'ultimo periodo era diventata quasi paziente nei suoi confronti, ma stargli alla larga era un meccanismo di difesa che non poteva permettersi di annullare in alcun modo.

Perché avrebbe dovuto farlo, tra l'altro?

Douma rappresentava tutto ciò che la disgustava dal profondo del suo essere, e per quanto lui tentasse di approcciarsi a lei con fare amichevole, quella sensazione di puro diniego la sopraffava.

Una vocina nella sua testa le suggeriva sempre di stargli alla larga, di non permettere in alcun modo che Douma le si avvicinasse. E così avrebbe fatto.

Ma quella volta, a differenza delle altre, Douma non si era fatto vivo subito, come sarebbe stato normalmente tipico di lui e (T/N) di certo non lo era andato a cercare, archiviando quasi del tutto il primo e unico incontro per la verità.

Camminando per i corridoi dell'immensa Fortezza Infinita come il suo ruolo le imponeva, aveva sentito molte voci tra i demoni di cui lei stessa faceva parte.

La maggior parte di loro non facevano che chiedersi come avesse fatto Douma ad accattivarsi la simpatia di Muzan e a diventare Luna Crescente in un breve lasso di tempo.

Lei era conosciuta per essere esigente e non aveva mai ricercato la compagnia di nessuno - anche se, come le aveva fatto notare Daki stessa, ancora oggi era così: era Douma a venire spesso a farle visita, mai il contrario. Ma (T/N) non si era sforzata di allontanarlo ricorrendo alla forza, ad esempio, come invece era solito fare Akaza.

Eppure c’era altro che lei non capiva: perché il Nobile Muzan non lo allontanasse, in primis. O non lo zittisse, soprattutto.

Lui che era in grado di zittire tutti con la sua sola presenza, chissà per quale motivo incomprensibile sembrava fare un’eccezione per quel demone sempre sorridente che non sembrava prendere nulla seriamente nella sua vita.

Non piaceva nemmeno a lui, ed era evidente, ma forse era proprio quello il motivo per cui tendeva ad ignorare la sua presenza, per quanto fosse possibile.

-Dove diamine è finito Douma?- si ritrovò a chiedere ad un certo punto, le sopracciglia aggrottate mentre un piccolo demone dalle fattezze piuttosto umane la fissava terrorizzato e si nascondeva dietro ad una colonna.

-Non lo so...- aveva semplicemente borbottato, con un tono di voce così basso che (T/N) dovette fare uno sforzo enorme per udirlo.

-E allora renditi utile e trovalo.- aveva sbottato, le labbra piegate in una smorfia mentre la presenza di quell'inutile le procurava ulteriore fastidio. Senza dire altro, il demone aveva fatto un debole cenno con il capo e se ne era andato.

-Inutile. Sono tutti inutili in questo posto.-

-Ooh, qualcuno è nervoso oggi.-

(T/N) non dovette voltarsi per capire che dietro di lei vi era Gyokko, la Quinta Luna Crescente. Non sapeva molto sul suo conto e non gliene era mai importato granché, ma il suo arrivo poteva rivelarsi più utile del previsto.

-Hai visto Douma?-

Chiese nuovamente con certa velocità.

Sapeva che Gyokko e Douma andavano - per quanto possibile - abbastanza d'accordo. Gyokko realizzava dei vasi di dubbio gusto e Douma lo elogiava come il grandissimo ipocrita che era; Gyokko adorava quando qualcuno apprezzava la sua arte, e se c'era qualcuno in grado di rendere anche il più stupido e il più falso dei complimenti oro colato, quella era proprio la Seconda Luna Crescente.

-No, oggi non l'ho visto.- mosse le piccole e orribili manine che aveva, le bocche al posto degli occhi che si muovevano con lasciva lentezza, come se stesse pensando sul momento a cosa effettivamente dire per evitare di svelare la verità.

(T/N), se non avesse imparato ad autocontrollarsi, lo avrebbe attaccato. Odiava le menzogne, più di ogni altra cosa presente in quello schifoso mondo.

-Non mentirmi.- lo avvisò: -Riesco a riconoscere una bugia dalla verità.-

-Perché vuoi vederlo?- ecco che l'altro sgusciò completamente fuori dal suo caso prediletto, fingendosi curioso: -Pensavo che di Douma non ti importasse nulla.-

-Infatti è così.-

-E allora perché lo cerchi? Non è abbastanza contraddittoria come cosa?-

E infatti lo era, ma lei stessa non riusciva a spiegarsi il suo comportamento. La presenza di Douma la irritava, ma la sua assenza sembrava irritarla maggiormente.

-Mi chiedo solo che cosa abbia in mente stavolta.-

Non che Douma fosse qualcuno abituato a progettare qualche piano o robe simili, ma era come se moltissime cose fossero cambiate: ottantanni trascorsi a camminare, da ottantanni avanzava in quella Fortezza che poteva anche sembrare viva, luminosa, bellissima, grazie a tutti i suoi suoni, alla sua musica, alle sue voci, ma che per la Seconda Luna Crescente, non era altro che un labirinto tetro e vuoto, in cui il sole non osava mostrarsi. Non ai suoi occhi, non il suo sole. La vita scorreva come un fiume in piena per le strade della capitale, mentre lui si sentiva scivolare via ogni giorno di più.

Chi era lui, esattamente?

Nient’altro che un riflesso, una maschera, un guscio privo di vita, ancor più di quel giorno in cui lei lo aveva trovato. Respirava a mala pena in quel trambusto, in mezzo a tutte quelle voci, quelle parole, quelle personalità che ogni volta prendevano spazio nel suo volto, nei suoi gesti, nelle sue emozioni, nei suoi pensieri, a seconda della persona con cui interagiva. Tutto ciò lo sommergeva, lo travolgeva, lo soffocava. Aveva imparato che, per sopravvivere in quel mondo così crudele che lei tanto amava, non avrebbe mai potuto permettersi di essere sé stesso.

E, ormai, non sapeva neanche più chi fosse.

Non ricordava neanche un singolo difetto o pregio che caratterizzasse quell'essere. Più pronunciava quel nome, più si sentiva come se non gli appartenesse.

-Qual è il tuo nome?-

-Douma. Mi chiamo Douma!- aveva congiunto le mani, falsamente divertito: -E tu?-

-(T/N).-

-(T/N)…? Che nome particolarmente interessante!-

Quelle sue parole gli tornavano in mente come un’eco ogni volta che lui provava a dimenticare, ogni volta che i ricordi e il suo disprezzo lo tormentavano. Ormai non ricordava più perché la stesse cercando così disperatamente. Lo faceva soltanto perché, altrimenti, non avrebbe avuto un motivo per continuare a vivere quella sua inutile vita. Perché doveva soffrire? Come aveva fatto a diventare talmente meschino? Quello non era lui, non poteva esserlo.

Era tutta colpa sua.

Perché mi tormenti così tanto?” si ritrovava spesso a pensare.

Perché (T/N) non aveva lasciato che la morte gli tendesse la sua gentile quanto crudele e fredda mano e la trascinasse via, la facesse sprofondare nei meandri di un sempre più buio abisso? Non poteva fare a meno di pensare che fosse stato tutto un errore, che non sarebbe mai dovuto succedere. Non riusciva a non considerare quel suo gesto così nobile un orribile peccato che aveva macchiato le sue belle, calde, gentili e talvolta crudeli mani.

Malediceva ogni sua singola parola, ogni suo gesto che una volta guardava con adorazione, quasi fosse una creatura di un’altra dimensione, ogni suo sguardo, così dolce, caldo e terrificante.

E, mentre si perdeva nei suoi tormenti, come sovente faceva, osservò la sua espressione riflessa sul vetro di una finestra. In quel viso disgustato riconobbe sé stessa.

Riuscì a recuperare una singola briciola di ciò che un tempo era, in un lontano periodo dove era una semplice umana, o che forse era sempre stata, anche in quel momento, benché non se ne accorgesse, benché avesse perso il suo volto tra tutte le maschere che indossava ogni giorno.

Capì finalmente, dopo tanto tempo, perché lo stesse cercando, perché fosse disposto a qualsiasi cosa per incontrarlo ancora una volta, perché alla sua vista il malumore aumentava a dismisura: lei era tutto ciò che era rimasto di Douma e viceversa.

Si assomigliavano più di quanto (T/N) stessa potesse pensare. .

Solo Douma avrebbe potuto far riemergere la sua identità - la sua umanità.

Non poteva fingere di non averlo mai incontrato, come se fosse stato tutto un sogno. Però, lo avrebbe desiderato: desiderava vivere una vita solo per sé stesso, cogliere ogni piccolo frammento di felicità che la vita gli lasciava, quasi per sbaglio, in mezzo a quel mare di disperazione, ma non poteva, perché ormai “sé stesso” non esisteva più.

Douma esisteva solo in lei, in (T/N), e quella era una verità a cui non sarebbe mai voluta arrivare.

Un sorriso contorto, egro e disumano si dipinse sul suo volto, in un misto di gioia e tormento. Il cuore di cui aveva dimenticato l’esistenza cercava la sua voce, la riconosceva, la anelava ardentemente.

Tese la mano verso il vuoto come se, in qualche modo, potesse riuscire a raggiungerlo, ovunque si trovasse - immaginò l'altro compiere la medesima azione, magari la mano tesa per essere prontamente afferrata da un ridicolo seguace bisognoso di attenzioni.

La (c/c) si rese conto che, allontanandolo, aveva portato via con sé anche l’ultimo briciolo di integrità, moralità e umanità che gli era rimasto.

-Sei crudele, (T/N).-

Gli aveva più volte fatto notare lui. E forse non aveva tutti i torti.

Malgrado tutto l’odio che provasse nei suoi confronti, non avrebbe rinunciato ad incontrarlo e a ritrovare, insieme a lui, sé stessa.

Ed ecco che, pensando a quella sorta di salvatore demoniaco, prese coscienza del suo egoismo, che la spingeva ad imporre la sua presenza nella vita di Douma, non interessandosi minimamente ai suoi sentimenti, ma solo a sé stessa.

Perché tanto Douma non provava sentimenti, ed era una convinzione talmente scontata da farle venire la nausea.

-E tu sei disgustoso, Douma.-

Gli aveva risposto di rimando.

Rise, mente rivolgeva a sé stessa parole pungenti e colme di odio. Lo sapeva già, era l’unica cosa di cui era sempre stata consapevole.

Douma... lui era tutto, fuorché un essere umano. Se c’era qualcosa che non l’aveva mai abbandonato, era la sua corruzione.

-Un uomo è tanto meno sé stesso quanto più parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità.-

-Eh? Che cosa?-

Gyokko inclinò la testa di lato, completamente spaesato dalle parole pronunciate da (T/N).

-Lascia perdere.- proferì quest'ultima con decisa freddezza: -E dimentica ogni cosa.-

Dimentica che vorrei rivedere Douma.

-E pronuncia qualcosa di troppo in mia assenza riguardo questa faccenda, e sei morto.- e corse via.

-Mph, che screansata!- Gyokko osservò il punto in cui (T/N) era sparita: -Mi chiedo cosa ci veda Douma in lei. È antipatica e di brutto gusto in fatto di carattere e vestiario.-

Ma a differenza di quei due che avevano creato una bolla indistruttibile piena di frasi e incomprensioni, Gyokko non era in grado di percepire emozioni che valessero la pena di essere considerate.























Non sapeva che cosa ci facesse lì, ma quando fece capolino in quella stanza e vide cinque donne sedute in cerchio, provò un odio indescrivibile. Alcune leggevano, altre chiacchieravano semplicemente mentre stavano attendendo qualcosa o qualcuno.

-Fai attenzione quando usi l'ago. Ci vorrà del tempo prima che tu sviluppi una tecnica sufficiente per lavorare in modo efficiente.-

-Spero che la cena sia finita presto. Sto morendo di fame.-

Erano davvero fastidiose.

I seguaci di Douma riuscivano ad innervosirla ogni volta ma quelle oche, a differenza dei ragazzini o degli uomini che lo veneravano, le faceva provare un deplorevole senso di nausea.

Sente la sua mente scivolare, i suoi pensieri diventare fumo pronto a dissolversi nell'aria.

Qualcuno doveva essersi accorto della sua presenza, perché un surreale silenzio invase la stanza. Una giovane donna dai capelli castani e gli occhi verdi le si avvicinò incuriosita, le altre seguaci che invece preferivano starsene ferme immobili.

-Hai bisogno di qualcosa?- chiese l'umana gentilmente.

Quindi Douma aveva passato i restanti giorni in quel luogo viscido, circondato da donne e continuando a farsi venerare alla stregua di un dio?

Osservò attentamente la ragazza che si trovava davanti a sé. Doveva avere si e no una ventina d'anni ed era bellissima.

Douma aveva passato le sue giornate anche in sua compagnia?

La saliva si accumula nella bocca di (T/N), che può quasi assaporare la carne calda di quella stupida e sentirla squarciarsi tra le sue zanne.

-Chiyoko!-

Qualcosa nei suoi occhi cambia. L'istinto sembra prendere piede e si affretta ad avvicinarsi a lei, anche se le sue gambe tremano violentemente per l'ira che le corrode l'animo.

(T/N) la blocca calpestando il lembo del suo lungo yukata. La vede in preda al panico mentre tira disperatamente il tessuto.

-Per favore no!- implora, la sua voce si rompe in un singhiozzo: -Non mangiarmi!-

Le altre donne stanno ancora indugiando nell'altra estremità della stanza. Sembravano tutte angosciate quanto la ragazza di fronte a lei e, dinanzi a tanta consapevolezza, un ghigno deformò il bel volto di (T/N).

Di sfuggita nota come tre donne si aggrappano a una ragazza che sembra voler intervenire. Come se stesse guardando attraverso una lente che distorce tutto, non registra più quello che sta facendo. Il mondo ha perso ogni significato.

Non le importa di ucciderle, non le importa se la sua mossa risulta essere alquanto impulsiva e priva di logica.

Tanto sono un semplice pasto, no? Se non ci avrebbe pensato lei a loro, lo avrebbe fatto Douma al suo posto.

Si sente come una bambola con il filo allentato, e tutto quello che sa è che se non riesce a mangiare in questo momento, impazzirà del tutto.

Pensare che Douma avesse preferito la loro presenza alla sua, era intollerabile.

La fame nel suo ventre sembrava un buco nero che sta inghiottendo la sua stessa esistenza, e la ragazza davanti a sé lanciò un grido stridulo quando le afferrò la testa.

(T/N) sa che è sufficiente stringere la presa per mandarle in frantumi il cranio, ma trova divertente vedere quella poveraccia contorcersi come un animale in gabbia.

Non la lascia neanche per un istante.

Il suo sguardo  incontra quello della ragazza e vede le sue lacrime cadere come pioggia. L'umana sta afferrando il suo braccio e può percepire che sta usando tutta la sua forza per spingerlo via. È uno sforzo inutile e patetico.

Aumenta la presa e le urla la innervosiscono sempre di più.

Era così fastidiosa, avrebbe fatto meglio a-

Improvvisamente, la sua mano non è più sulla sua testa.

Il suo polso è tenuto dietro la schiena. La persona che la tiene lo sta allontanando anche dalla ragazza, che crolla in ginocchio non troppo lontano.

-Oh cielo, guarda cosa hai fatto. Hai spaventato le mie adorabili amiche.-

La voce è liscia e profonda, proprio dietro il suo orecchio.

Un brivido in tutto il corpo lo attraversa.

Lentamente, (T/N) si gira per guardare la persona in piedi dietro di lei mentre la presa sul suo polso si allenta.

La bellezza di quegli occhi ipnotici era sempre stata un vero mistero per lei.

-Quindi sarebbero delle tue amiche?- chiese sprezzante, senza però distogliere l'attenzione dalle sue iridi arcobaleno.

-Inizi sempre una conversazione con quel muso lungo? Se sì, dovresti davvero lavorare sulle tue buone maniere.- la rimproverò Douma con un piccolo broncio, anche se il luccichio divertito nei suoi occhi rimase.

A (T/N) non piacque affatto il modo in cui le parlò Douma. Come se avesse dovuto davvero rivolgersi a quelle sciocche con cordialità.

-Grazioso Fondatore!- aveva urlato una di loro, la sua voce alta e tremante: -Questa persona è pericolosa. Per favore, state lontano da lei!-

Grazioso fondatore? Erano davvero stupide fino a tal punto?

La fame tornò a divorarle lo stomaco.

-No, non lo è.- prese parola lui senza alzare la voce, che sembrò però echeggiare nella stanza, richiamando l'attenzione: -Mi scuso se vi ha spaventato, ma questa bellissima giovane qui è un'ospite, quindi per favore trattatela come fareste con me. Prometto di tenerla d'occhio personalmente. Non vi farà del male.-

-Non possiamo chiederti di mettere a rischio la tua stessa sicurezza per noi.-

-Volete andarvene, si o no?!- esclamò (T/N) all'improvviso, stufa di quelle chiacchiere che avrebbe tanto voluto interrompere con la forza.

-E va bene.- (T/N) riconosce la stessa donna che era stata trattenuta dalle altre qualche minuto prima: -Smettetela di preoccuparvi, tutte quante! Douma-sama ha detto che garantirà per la nostra sicurezza, giusto? Dov'è la vostra fiducia nel nostro salvatore? Non ci ha aiutato più e più volte? Lo disonorate con i vostri dubbi.-

-Vi ringrazio. Non preoccupatevi e provate ad essere serene, vi raggiungerò tra poco.-

Con un lasso di tempo divenuto infinito, chi esitante e chi terrorizzata, le cinque donne si diressero in un'altra stanza, i cuori che battevano forte per l'ansia.

-(T/N)-chan, sbaglio o mi stavi cercando?-

Ecco che la voce di quell'idiota tornava a tormentarla, così, come se nulla fosse.

Lo vide dirigersi verso di lei con un vaso di ceramica in mano, degli stessi colori del kimono che lei era solita indossare.

Inarcò un sopracciglio: -E questo che cosa sarebbe?-

-Un regalo, ovviamente! Ci ho messo un bel po' a realizzarlo, ma l'aiuto di Gyokko è stato prezioso!-

(T/N) rilassò le spalle.

Non provava rabbia, né disgusto nei suoi confronti. Sentiva una strana pace avvolgerla, come se davanti a lei ci fosse un qualche paesaggio paradisiaco ad allietarle la giornata, il che era decisamente paradossale.

-È strano che abbia deciso di aiutarti.-

-E perché mai? Gyokko è un mio carissimo amico, è normale che abbia deciso di aiutarmi.-

Si, sarebbe normale se soltanto voi due provaste davvero emozioni avrebbe voluto dire, ma preferì tacere per un altro po'.

Douma era così dedito alle sue menzogne da rappresentare appieno l'incarnazione dell'uomo perfetto. Si sentì improvvisamente a disagio.

-Mh. Dovrei ringraziarti?-

-Mi farebbe molto piacere se lo tenessi.- aggiunse l'altro, un sorriso divertito sul suo volto: -O vorresti forse spaccarmelo in testa?-

-Sarebbe un'alternativa piuttosto interessante.- (T/N) si ritrovò a sorridere divertita.

Il volto di Douma si illuminò.

-Mi dispiace, non avrei voluto che le mie seguaci potessero arrecarti fastidio. Che cosa ne dici di accettare un invito a cena, per farmi perdonare?-

-Mi stai proponendo un appuntamento?-

Douma rise.

-E perché, ci sarebbe qualcosa di sbagliato in merito?-

(T/N) parve pensarci per qualche istante.

-No. In effetti, questa potrebbe essere una scusa per mettere qualcosa sotto i denti.

E lo prese per mano.

Se il rossore che invase le guance di Douma fosse veritiero o meno, non le era dato ancora saperlo.























✿♡Angolo Autrice✿♡

Spero che questa One-Shot sia stata di tuo gradimento, HantraxHF!

Mi sono divertita moltissimo a scriverla, soprattutto perché sia Douma che Gyokko sono così strani da immaginarmeli come amiconi - nel vero senso della parola se solo Douma avesse dei sentimenti, ma dettagli.

Parole = 3280

Curiosità = ovviamente la cena a cui si stava riferendo Douma erano quelle cinque disgraziate, ma credo si sia capito subito XD

- LadyFraise💜

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