⭐️Capitolo Speciale: Kyojuro Rengoku (seconda parte)⭐️







Anno 1908: Sentiero verso il Campo Kogane no Himawari, ore 04:30, 20esimo giorno del quarto mese



Più andavo dritta verso la strada indicatami da Kanae, più il mio cuore batteva forte.
Lo sentivo pompare sangue sempre più forte, tanto da sentirlo rimbombare in gola come se fosse un boccone non ancora mandato giù.

Purogu invece sembrava tranquillo, e non si preoccupava minimamente della situazione, a differenza mia. Non ero mai stata brava a gestire le situazioni d'ansia o di panico come queste, e per fortuna c'era lui che come sempre mi dava una spinta in più per affrontarle.

«Siamo insieme da un anno, ma mi hai aiutato molto di più tu che qualsiasi altra persona, anche Rengoku ovviamente. Anzi, direi che siete voi due i miei migliori compari.» lo accarezzai sulla testa, ed espresse alcuni versi di piacere.

Vidi davanti a me ancora un lungo sentiero da percorrere, tinto di un'oscurità rilassante grazie al cielo ancora scuro della notte.
Sorrisi, e mi incamminai verso il luogo seguendo le indicazioni dettatami da Kanae.
Sentivo i piedi pesanti e il respiro affannoso, come se fossi agitata per qualcosa. Lo percepiva anche Purogu, pettinando le ciocche castane con il becco per attirare la mia attenzione. «Stai tranquillo, sto benone.»
in realtà ero in ansia, ma questo lo sapeva bene.

Una volta arrivata quasi alla meta, vidi in lontananza alcuni puntini gialli ripetuti tra di loro, che formavano insieme una distesa di quell'unico colore. Immersa dalla curiosità iniziai a correre, facendo dei rumori echeggianti con i geta* che distraevano dalla pace della vegetazione. Purogu mentre correvo si alzò in volo superandomi e arrivando per primo in quel campo, e quando lo raggiunsi mi fermai scioccata dalla bellezza del posto:

Era un grosso campo di girasoli appena fioriti nel loro periodo stagionale, ed erano talmente numerosi che sembrava un grosso mare di fiori gialli. Alcuni loro petali si staccavano e fluttuavano nell'aria per colpa di un venticello che si era appena alzato, e lasciavano che l'ambiente si profumasse del loro odore calmante. A completare l'opera c'era un grosso cielo stellato, pieno di stelle e una grossa luna a fare da cuore del dipinto, che piena com'era rifletteva i suoi raggi donando una luce bianca che splendeva sopra tutti i presenti.

«Wow... Che posto è mai questo? è la prima volta che lo vedo, non mi pare nemmeno appaia nella mappa del Giappone.» portai lo sguardo verso il basso, e vidi in mezzo ai girasoli seduto a guardare la luna Rengoku, e vedendo Purogu volare in cielo si voltò verso di me.

«Vedo che alla fine sei riuscita a venire, meno male. Dai vieni, ti stavo aspettando con ansia.» la sua voce rispetto al solito era calma e pacata, quasi irriconoscibile. Con una mano indicò di sedersi di fianco a lui, e perciò scesi la collinetta su cui ero, facendomi strada tra i fiori evitando di calpestarne qualcuno per sbaglio.

Mi sedetti di fianco a lui, osservandolo meglio.
Non era il solito Kyojuro: invece del mantello bianco con sfumature fiammeggianti aveva solo la divisa Ammazza-Demoni, e così si vedeva meglio tutta la muscolatura del corpo che di solito veniva coperta dal mantello.
I capelli erano sciolti completamente, e il volto era rilassato invece che con il solito sorriso solare. Teneva le ginocchia incrociate e lasciava che le foglie dei girasoli gli facessero da cuscino, senza danneggiarle col peso del suo corpo.

«Cosa volevate dirmi, Sensei?»

«Quante volte ti ho detto di non rivolgerti così a me? parlami come un amico, un compagno... Non come un tuo superiore.» mi corresse, come faceva sempre quando provavo a rivolgermi in modo più nobile a lui.

<<Ma tecnicamente lo è.>> pensai, ma lasciai perdere lasciando che continuasse a parlare.

«Comunque, sono venuto qua per dirti due cose in attesa che arrivi l'alba.» nel frattempo guardai il cielo, e notando un sottile spessore di arancione e azzurro capii che dovevano quasi essere le cinque del mattino. «Prima di tutto devo scusarmi, non c'è nessuna prova per diventare Tsuguko, è una storiella che mi sono inventato con l'inganno per farti venire qua. Questa prova esisteva fino al periodo Edo, poi si è estinta col passare delle generazioni per via del bisogno urgente di introdurre nuovi eredi per i Pilastri, che per colpa della difficoltà della prova non riuscivano a superarla.»

Il sole stava iniziando a sorgere, lasciando che i primi raggi del mattino si posassero sui petali danzanti nell'aria, facendoli splendere come foglie dorate. «In che senso... Mi hai mentito?»

«Esatto, ma per una buona causa. Vedi, questo luogo è molto importante per la mia famiglia, qua vengono sanciti i legami più stretti, come per es. l'unione di un matrimonio o l'inizio di un fidanzamento. Nel nostro caso, sono qua per ufficializzarti come mia Tsuguko, e futura erede del mio posto come Pilastro.» la sua voce non mi sembrava minimamente quella di Rengoku, ma stranamente mi faceva sentire al sicuro come sempre, come se avesse ancora mantenuto lo stesso modo diretto.

«Oh, se è solo per questo allora ne sono davvero onorata.» e in quello stesso momento il sole fece calare per sempre la notte, lasciando spazio al cielo azzurro sfumato con un arancione caldo che ricordava vagamente il colore delle punte del Pilastro.

(Origine: Pinterest)


Restammo a fissare quello spettacolo immenso, dove i raggi che colpivano i girasoli facevano splendere i loro petali di un giallo dorato, come se stessero brillando. Sembrava di essere seduti in un cielo giallo pieno di stelle dorate, e il sole a fare da padrone.

I nostri occhi brillavano e le intensità delle nostre iridi erano di un color brillante, nel mio caso il verde sembrava smeraldino. Kyojuro invece aveva un rosso acceso che sembrava quasi un focolare, ed era davvero stupendo. «Wow... Rengoku, tutto questo è magnifico...» in quel momento i battiti del mio cuore erano accelerati, ma mantenni la voce cauta e rilassata per non rovinare quel momento quasi magico.

Sembrava un sogno, e avevo la fortuna di viverlo solo io, assieme al compagno di avventure e amico più stretto che mi aveva seguito per un anno intero, senza lasciarmi mai sola. Ci voltammo nello stesso istante, fissandoci senza dire una parola. Stavo sognando così pacificamente in quel momento che non riuscivo a dire niente, e penso fosse stato lo stesso anche per lui. «Ti piace questo posto?»

«È... Incredibile. Grazie mille per avermi portato qua, davvero.» cercai di trattenere i miei istinti di abbracciarlo, ma non riuscii questa volta e lo morsi in un abbraccio caloroso. Stringevo le mani attorno alle sue spalle, e la reazione lo prese di sprovvista, ma sorrise e ricambiò il gesto.

«Non devi ringraziarmi, piuttosto devo essere io a farlo.» mi prese per le spalle e mi portò dritta lasciando che il mio viso lo fissasse dritta davanti a lui. «Ti ho portato qua anche per dirti un'ultima cosa. È da molto tempo che volevo farlo, e ho finalmente trovato il momento giusto.»

La mia curiosità in quel momento s'ingrandì del tutto, e allargando di più gli occhi mi misi composta per ascoltarlo. «Dimmi tutto, ti ascolto.»

«Shirubia-San, è passato solo un anno da quando ci conosciamo ma ci vediamo letteralmente quasi tutti i giorni: sia per gli allenamenti che per passare del tempo insieme. Abbiamo un legame bellissimo, forse non l'ho mai stretto con nessun altro un unione simile. Ci vogliamo un bene infinito, ma da qualche mese a questa parte ho iniziato a sentirmi strano quando sto con te.» lasciò la presa e portò lo sguardo verso il cielo azzurro, che ormai aveva fatto sparire ogni traccia dell'alba lasciando posto al giorno.

Io non riuscivo a capire a dove volesse arrivare, all'inizio parlava sereno ma poi mi è sembrato stesse per dire che non si sentiva più a suo agio con me. «Non capisco... Spero non ti abbia fatto qualcosa di male senza accorgermene.»

Vedendomi preoccupata, poggiò una mano sulla mia spalla destra. Intanto Purogu era troppo distratto ed intento a profumare ogni girasole del campo, e non stava nemmeno prendendo parte al discorso. «Ma va, non preoccuparti di niente. Tu non mi avresti mai fatto nulla, e anche fosse avremo risolto sicuramente, non potrei mai far nascere dei conflitti infiniti nei tuoi confronti. Comunque, dicevo che da quando sto con te ultimamente mi sento strano: faccio sparire ogni presenza negativa, mi sento più calmo e rilassato, dimentico ogni vicenda che mi ha fatto arrabbiare e quando non sono con te mi manchi molto. Credo di aver iniziato a manifestare qualcosa.»

Me lo disse con tutta la calma di questo mondo, ed era decisamente strano per uno come Kyojuro. Guardava l'erba del prato, nascosta all'occhio dai mille girasoli presenti, e non posava lo sguardo su di me. Forse se lo avesse fatto si sarebbe imbarazzato del tutto, o pensava che era meglio di no per non farmi sentire a disagio. In ogni caso guardai la scena con stupore, non immaginando per niente di ricevere quella dichiarazione.
Strinsi le mani, che stavano sudando per l'ansia di poter sbagliare a dire la risposta, ma non ci diedi peso sapendo che era la cosa migliore da fare. Feci un respiro profondo, ed iniziai.

«Rengoku-San, sono molto onorata di essere la ragazza per cui provi dei sentimenti, io non so davvero cosa dire. Ho sempre pensato che il nostro rapporto fosse solido perché era semplice chimica, un legame solido tra il maestro e la sua allieva. A dire il vero anch'io a volte notavo le stesse cose, ma non avendo mai provato un sentimento come l'amore non potevo individuarlo appieno. Ora che però me lo hai detto, probabilmente ho dato una risposta a quelle domande.» e senza dire altro lo presi per le spalle, avvicinando quelle che sarebbero state le labbra che lo baciarono in quell'istante. Sentivo il suo tocco candido e morbido sul mio viso, mentre assaporavo quel bacio che sembrava infinito.

Lui non diede resistenza e anzi, come immaginai, afferrò la vita con una mano e il mio viso con l'altra. Non si schiodò mai da me in quel momento se non per guardarmi negli occhi. Vidi quelle iridi rosse che mi scavavano dentro, rivelando emozioni che non avevo mai compreso fino ad ora. Sentimenti e sensazioni tutte nuove che stavo provando per la prima volta, e che non avrei mai cancellato dal mio animo. Gli spostai delle ciocche scarlatte dalla fronte, facendole cadere sul lato destro del volto, e lui mi afferrò le guance con entrambi le mani per riprendere il bacio.

Per vivere il momento da un'altra prospettiva lo feci sdraiare sulle mie gambe, mentre lui nel frattempo prese il laccio che legava le punte dei miei capelli facendoli sciogliere completamente. Poggiai il suo capo sulle mie gambe, facendolo distendere mentre ancora era avvinghiato alle mie labbra. Ci staccammo pochi istanti dopo, quando continuò a guardare il mio viso senza mai staccare gli occhi da essa.

Per quanto potesse essere forte con le emozioni, in quel momento si stava facendo cullare da sensazioni di calma e relax. Era avvolto da un mantello innamorato, ed era innocente come un topolino. Poggiai una mano sui suoi capelli per massaggiargli il viso, così che potesse rilassarsi dopo il bacio. «Com'è stato?»

«Devo davvero descriverlo?» rispose, sorridendo beato mentre era completamente rilassato.

«Beh, sono curiosa non si nota?»

«Ti basta sapere che sei bellissima.» in quegli istanti c'era un'aria diversa nell'aria rispetto a quando ero arrivata. Se prima ero di buon umore come sempre, adesso ero al settimo cielo. Grazie a Rengoku avevo compreso il senso di quelle sensazioni strane che avevo con lui, e ora ero a conoscenza dei suoi sentimenti per me.

Quel campo di girasoli era un completo isolamento tranquillo, dove regnavamo solo noi e la natura attorno. Il suono degli uccellini, il fruscio delle foglie mosse dal vento, il profumo che rilasciavano i girasoli dopo essere stati risvegliati dal tepore del sole, l'odore dei suoi capelli scarlatti e il suo bellissimo sorriso.
Tutti elementi che se combinati insieme mi regalavano un mattino stupendo, quasi indimenticabile.

Ad un certo punto, mentre aveva gli occhi chiusi e senza che se ne accorgesse, gli rimisi attaccata alla divisa il suo mantello bianco, così che lo sfoggiasse anche in momenti intimi come questi. Adoravo quell'indumento quando lo indossava, gli dava un'aria molto più elegante e maestosa, o quando dormiva quasi incantata.

(Origine: pinterest)


Siamo rimasti in quel posto fino alle dieci del mattino, dopodiché Rengoku mi diede un permesso speciale per avere il giorno di riposo, così che lasciasse che riprendessi le ore di sonno che avevo perso. Quel giorno dormii fino alle sei di pomeriggio, e quando mi svegliai ricevetti una raccomanda da parte degli altri colleghi di Kyojuro, dicendo che ero stata solo fortunata ad avere un permesso e che non si dorme sul lavoro.

Erano solo invidiosi, visto che ormai ero una Tsuguko a tutti gli effetti e nel giro di qualche anno sarei diventata abbastanza forte da poter prendere il posto di Rengoku quando questo si sarebbe ritirato dal posto di Pilastro, e non solo. Sapevano anche che quel giorno avevo coronato anche un altro sogno: creare un legame indissolubile con lui. Adesso eravamo fidanzati, decisione decisa subito dopo aver lasciato quel posto incantevole, e sicuramente non avremo mai sciolto questo intreccio.

Nei giorni successivi riprendemmo gli allenamenti, e spesso andavamo in missione insieme. con loro passarono anche le settimane, i mesi, e gli anni. Lui continuava ad allenarmi nonostante si sentisse in colpa di farmi stancare, ma i miei continui rimproveri lo facevano continuare lo stesso. Odiavo che pensasse che la sua fidanzata non dovesse stancarsi troppo in battaglia, visto che ero comunque la sua Tsuguko. Volevo ricoprire il ruolo di Ammazza-Demoni anche come sua ragazza, e sapevo quanto lui desiderasse la mia felicità.

Affinavo sempre di più la Respirazione della Natura, facendomi aiutare anche da Kanae e Shinobu, che negli anni divenne anche lei un Pilastro, sostituendo il posto della sorella morente. Non superai subito il lutto, visto che quella ragazza mi era stata di grande aiuto e nutrivo una forte ammirazione, ma grazie a Shinobu sono andata avanti. Lei si portava dentro il suo sorriso, e guardarla in volto me la ricordava sempre.

Kanae è stata davvero importante per me, nutrivo una forte ammirazione nei suoi confronti e di come utilizzasse il Respiro del Fiore, che nonostante non fosse tra i più forti nelle sue mani pareva di tutt'altra forza.
Aveva un carattere molto solare, empatico e gentile, e dimostrava di pensare sempre al prossimo anche nei momenti dove avrebbe dovuto mettere se stessa al primo posto.

Non ho assistito in primis alla sua morte, quel giorno ero impegnata a sostenere gli allenamenti duri di Kyojuro su alcuni kata che stavo elaborando con lui, e ricevetti la notizia subito dopo. Ricordo molto bene quel giorno, non sono più voluta uscire di casa e per una settimana ho fatto pasti scarsi. Ho anche deciso di annullare per un mese intero tutti gli allenamenti che avevo prefissato con Rengoku e Shinobu, idea che li fece arrabbiare ma capirono il periodo del mio lutto. A casa Kocho girava sempre un'aria tremenda, quasi cupa. Come se ci fosse uno spirito annodato e venisse rilasciata un'infinità tristezza.
Shinobu per ricordare la sua memoria indossò da quel giorno in poi il suo Haori, iniziando ad affinare sempre di più la sua Respirazione, diventando così Pilastro degli Insetti.

Tutto ciò che avevo portato come ricordo di lei lo custodivo ancora oggi gelosamente nel mio cuore, e non avrei mai dimenticato i suoi insegnamenti.








S.A.: Ragazzi Buon Natale!❤️🎄

Come avete passato le feste?

Io in tutta onestà molto bene rispetto agli altri anni, da quando purtroppo sono mancate alcune figure della mia infanzia. Però quest'anno girava un'aria diversa, e ne sono stata felice.

Comunque correggere questo capitolo mi ha riportato alla mente il dolore che ho provato a vedere la morte di Kanae... Mai superata.

in ogni caso non pensiamoci, è nataleee!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e ci vediamo col prossimo che uscirà a fine Gennaio, perciò vi auguro di passare un buon fine anno!❤️

Alla prossima!

~Silvy🤍

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