01: Perdonami Tanjiro-Chan
Piccolo avviso Autore: Mi sono ritrovata costretta a mettere le immagini all'inizio del capitolo, all'interno della sezione destinata ai paragrafi. Ho provato più volte ad inserirle nello spazio riservato a loro nei capitoli, ma dopo alcuni giorni Wattpad le rimuoverà volontariamente senza avviso, e sono costretta ad aggiungerle così, spero non diano troppo fastidio durante la lettura🥹❤️
Ricordo che non sono create da me, ma le ho prese da Pinterest, i crediti vanno ai loro veri autori. Buona lettura!
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Oggetti:
* Pannelli verticali rettangolari che scorrendo ridefiniscono la struttura delle stanze, o fungono da porte, all'interno delle abitazioni tradizionali.
** Tavolo dalle gambe corte utilizzato nelle case tradizionali giapponesi.
*** Ornamenti usati nelle acconciature femminili tradizionali giapponesi.
**** È un cuscino tradizionale giapponese utilizzato, insieme allo zafu, per la meditazione Zen. Viene anche usato come seduta da poggiare sul pavimento.
***** È una riproduzione della spada giapponese realizzata in legno. Viene utilizzata principalmente nell'allenamento delle arti marziali che prevedono appunto l'uso della spada: nel Kendō, in particolare, viene usata per l'esecuzione dei dieci kata.
Personaggi:
* Tsuguko e Assistente di Shirubia.
** Demoni appartenenti alla categoria più alta e forte conosciuta oggi. Si dice abbiano potenziato il loro corpo grazie al nutrimento di "sangue raro" raccolto da 2-3 persone massimo, e questo incremento abbia modificato le cellule del sangue di Muzan dentro di loro, facendoli diventare ancora più forti di lui stesso. Tuttavia, non possono ribellarsi o prendere il dominio essendo ancora sotto la sua maledizione.
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Anno 1915: Quartier Generale Squadra Ammazza-Demoni
Tenuta delle Rose, ore 08:45, 21esimo giorno del decimo mese
L'aria era più leggera quel giorno, un soffio lieve e soffice che mi oltrepassava la pelle accarezzandola sempre di più. Nonostante questo, un grigio nuvolo offuscava l'ammirevole vista delle nuvole bianche e del cielo azzurro, che quel giorno avrei tanto desiderato vedere. Il sole riusciva a penetrare molto poco e pochi punti della città venivano riscaldati dal suo tepore, e mi dispiaceva nonostante fosse già autunno.
Il periodo di fioritura dei glicini sarebbe iniziato ancora tra un bel pò, e il mio senso di nostalgia stava tornando anche quest'anno ammirando i fiori appesi al mobile vicino ai fusuma*.
Il giardino era immerso in quel bel verde, con per fortuna ancora tante rose che profumavano il posto rilassando l'animo.
Aprii gli occhi dopo aver passato gli ultimi trenta minuti col mio solito esercizio di meditazione, accompagnato dal profumo d'arancio provenire dagli incensi al centro del chabudai**. Posai gli occhi su una tazza di tè che mi aveva offerto Haruko*, e afferrandola ne assaggiai il contenuto riconoscendo il tè macha che sapeva fosse il mio preferito.
Non appena finii e la posai di nuovo nel tavolino, sentii dei passi arrivare che erano sempre più evidenti man mano che si avvicinavano. Riconobbi quel tocco delicato.
«Shirubia-Sama, era di suo gradimento il tè che ho fatto preparare?» Domandò Haruko, facendo un lieve inchino alle mie spalle dopo che mi ebbi voltata. Indossava come sempre il suo kimono nero con glicini decorativi, i capelli mori erano legati con un kanzashi*** a forma di tulipano rosso.
«ti sta proprio bene il fermaglio che ti ho regalato eh.» annuendo poi alla sua domanda, alzai il sopracciglio con un sorriso incerto. «Oh Haruko, quante volte ti ho detto di chiamarmi senza usare quel suffisso, dai, siamo amiche. Non c'è bisogno di mostrare tutta questa formalità, davvero.» le feci gesto di sedersi accanto a me, indicando lo zabuton****.
«Lei mi ha addestrata ed allevata nella sua umile dimora, non potrei esserle riconoscente se non rivolgendomi così davanti a lei.» In ogni caso, nonostante i suoi continui rifiuti di darmi del tu, accettò lo stesso la mia proposta di sedersi.
«Sei troppo dura con te stessa, ammettilo.» scherzai, notando che anche se sorrideva sembrava un po' infastidita.
«Non cambierò mai, le sono troppo riconoscente.» Haruko mi conosceva dai tempi del mio addestramento come rango Mizunoto, allora era solo una bambina di tredici anni che svolgeva anche le semplici attività domestiche presso la dimora del Capofamiglia.
Era sempre presente ai miei allenamenti nel tempo libero, non si perdeva mai nessun insegnamento e quando aveva delle domande passava tutto il suo tempo a chiedermi mille cose diverse. Dopo anni che la conoscevo, era una delle poche di cui realmente mi fidavo e quando mi confidavo lei era la sola ad ascoltarmi.
«Che programmi ha oggi pomeriggio?» si sistemò lo zabuton, mettendosi comoda e osservando il giardino difronte a noi.
«Mi devo allenare assieme a Tokito, dobbiamo partire assieme a Shinazugawa verso Yoshiwara, si dice che da quelle parti stiano sparendo ogni notte dei ragazzini di un'età compresa tra gli otto e dodici anni. Dicono sia un demone Luna Piena**, o forse più debole non ricordo bene ora, perciò dobbiamo essere in tre a partire. Tu invece ti allenerai ancora nella tecnica del sesto kata?»
«L'Ascesa della foresta? è molto difficile, non riesco ancora a controllare il respiro e il kata insieme... Però lo farò per te.» prese la mia mano e se la portò sul petto, stringendola a sé.
«Cara Haruko, devi farlo per te stessa, intesi? il motivo lo sai già.» guardai il cielo grigio, che ormai era così tanto annebbiato che avrebbe piovuto a breve. «Adesso sistemiamoci nell'altro salotto, qua a momenti dovrebbe scendere un brutto acquazzone.»
Annuendo lasciò andare la mia mano, alzandoci insieme e proseguendo verso l'altra stanza, con lei che nel frattempo aveva preso le tazze vuote dal chabudai. "Vado un secondo a cambiarmi d'abito, ti raggiungo subito."
«Certo, a dopo.» dopo aver mostrato un leggero inchino seguito da un dolce sorriso, si accomodò in cucina per lavare le tazze.
Io mi diressi con calma nella mia stanza, situata a pochi passi dalla cucina dopo aver percorso una piccola rampa di scale che portava al primo piano. Aprendo lentamente i fusuma, sentii nell'aria uno strano odore. Non ci feci molto caso e sfilai il kimono casalingo andando verso l'armadio a prendere quello per gli allenamenti, ma quando buttai il kimono usato sopra una sedia notai che andò sopra qualcosa che già era stato appoggiato.
Vidi meglio, e avvicinandomi notai una lettera ancora imbustata, e dall'odore doveva essere lì da nemmeno un'ora.
«Chi è entrato nella mia stanza? solo Haruko può accedervi senza chiedere, di solito.» Sentii meglio l'odore e capii che era stata proprio lei, ma chi le aveva dato quella lettera da riporre sopra la sedia dei vestiti?
Decisi di prenderla, curandomi di aprirne il contenuto senza rovinare troppo la busta bianca, e quando ne presi il contenuto la lèssi con calma accomodandomi sulla sedia.
"Shirubia-San, congratulazioni per il suo titolo di Pilastro, ne sono davvero felice dopo il nostro addestramento durato per anni. Volevo chiederle se fosse libera domani pomeriggio per prenderci un te nell'ora di pausa prima degli allenamenti che svolge di solito in vista della prossima missione ad attenderla, spero non le rechi disturbo questa improvvisa richiesta. Attendo sue risposte.
Kocho Shinobu"
Rimisi il contenuto dentro la busta, sorridendo dopo aver riflettuto. Quella ragazza aveva un legame particolare con me, da quando aveva iniziato ad addestrarmi. Riteneva fossi come un'amica per lei nonostante la chiamassi ancora Sensei, infatti ogni volta mi riprendeva perché quel termine per lei apparteneva al passato, ma per me aveva un significato molto forte. Capivo in fondo come dovesse sentirsi Haruko nei miei confronti.
Presi una penna e scrissi in un foglio bianco la risposta per Kocho, e la arrotolai legandola con uno spago. Chiamai il mio corvo del legame, che per farsi riconoscere portava al collo un collare verde con in oro un ciondolo a forma di rosa, e legai la lettera alla sua zampa.
«Puragu, porta la lettera al mittente, miraccomando.» lo accarezzai sul capo, e lasciai che prendesse il volo verso la Tenuta delle Farfalle.
Tornando tra me tornai a sistemarmi meglio il kimono da allenamenti e scesi verso il piano terra, con in mente di passare la mezz'ora che mi era rimasta con Haruko.
Mentre stetti per afferrare la maniglia del fusuma del salotto, mi fermai notando un'insolita ombra provenire dal corridoio che portava all'ingresso. Si muoveva con passo calmo, e con la testa sembrava stesse controllando la zona con attenzione.
«Chi va là? mostrati.» portai la mano alla vita, quando mi ricordai che non avevo ancora attaccato la katana alla cintura. <<Cazzo, qua si mette male.>>
la figura avendo notato che ero sulla difensiva si avvicinò ancora di più, fino a mostrare un braccio scoperto. «Non fare un altro passo, o chiamo le mie sottoposte.» lo minacciai, ma la figura non sembrò intimidita e continuava ad avanzare senza paura. «Ti ho detto di-»
«Eddai sorellona calmati un po', sono io, non mi riconosci più adesso che sei diventata un Pilastro? Quegli spavaldi ti hanno fatto il lavaggio del cervello?» una voce maschile all'improvviso si mise in mezzo alla situazione, notando che proveniva dalla persona.
«Ma quella voce... Che diavolo sei venuto a fare così all'improvviso? Ti sei forse dimenticato che per entrare nella dimora di un tuo superiore devi essere prima messo sotto invito?» Non rispose, e mentre smisi di restare sulla difensiva lui si fece vedere mostrandosi col solito camuffamento da cinghiale, e i pantaloni in pelle animale. Tutto il busto era scoperto mostrando un fisico molto muscoloso, e dietro la schiena aveva legate con della seta resistente le sue katana di battaglia.
«Eddai sorellona, noi siamo parenti, ho il permesso del Capofamiglia di introdurmi qua senza invito. Dovrei farti io la stessa domanda.» mettendo in mostra il busto continuò a camminare, venendomi incontro e superandomi accomodandosi nel salotto, dove poco prima stavo per entrare.
«Inosuke, le regole valgono per tutti... Ma purtroppo se è il Capofamiglia a dirlo non potrò dire o fare granché, ritieniti fortunato assieme ai tuoi due amichetti.» senza sbraitare lo seguii, ammirando la faccia costernata di Haruko vedendo mio fratello sedersi difronte a lei come se niente fosse, e iniziare ad abbuffarsi con i dolcetti da tè.
Rimase a parlare con me e Haruko per tutto il tempo, quei pochi istanti che mi sarebbero rimasti prima di sudare al prossimo allenamento. Lei aveva notato la mia stanchezza, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per fermare mio fratello, ma sapendo appartenesse al mio albero genealogico non fece nulla.
Mi duole ammetterlo, ma odiavo questo suo aspetto.
«E fu così che io e Tanjiro fermammo la Sesta Luna Crescente grazie all'aiuto del Pilastro del Suono, delle sue tre mogli, di Zenitsu... Ma soprattutto dei miei affidabili muscoli!» Si alzò in piedi salendo sullo chabudai e mise in mostra in suoi bicipiti proprio davanti alla mia sottoposta, cosa che non solo mi fece arrabbiare ma anche sentire in imbarazzo.
«Inosuke, smettila e vattene subito dalla mia dimora! Seduta stante!» alzai talmente tanto la voce che persino la mia sottoposta rimase scioccata, e il fratello mi fissava con fare intimidito.
«M-ma...»
«VATTENE!» non se lo fece ripetere tre volte e scappò via alla velocità della luce verso la porta d'uscita. Haruko assistette alla scena con ancora più stupore, e un briciolo di paura nel sentirmi urlare in quel modo.
«Ti prego di perdonarmi Haruko, mio fratello ha un carattere troppo bambinesco e non si rende conto di essere troppo infantile per avere quindici anni.» mi chinai in segno di perdono, con le guance rosse dall'imbarazzo, ma lei di tutta risposta mi afferrò per le spalle e mi fece rimettere composta e dritta.
«Shirubia-Sama, ma cosa combina?! Sono io che dovrei rivolgermi così a lei, non si scomodi tanto. Suo fratello alla fine ha quasi la mia stessa età, posso perdonare subito la sua non curanza. Specialmente se appartiene alla sua famiglia.» sorrise, e si mise le mani in mezzo alle gambe con fare carino. Come se volesse sembrare gentile e premurosa, e ci riusciva sempre. «Ora se volete scusarmi, devo andare a preparare la cena per stasera. Buon allenamento.» si chinò per salutare, e non appena ricambiai si alzò camminando verso il corridoio.
Inosuke Hashibira era uno spadaccino di rango Kanoe, e assieme a Tanjiro e Zenitsu combattevano in trio affrontando le missioni senza dividersi quasi mai. Tra l'altro quel suo amico dai capelli rossi portava sempre con sé un demone, che a quanto pare non soffriva più la luce del sole. Quando Muichiro me lo venne a dire spalancai gli occhi, era la prima volta che sentivo una cosa del genere.
Sapevo già di come circa sei mesi fa fossero stati inaspettatamente accettati dal Capofamiglia, e dopo il mio salto da Recluta a Pilastro venni a conoscerli di persona. Erano molto simpatici e affidabili, specialmente Tanjiro, che per avere solo quindici anni era davvero abile come Ammazza-Demoni.
Passavamo il tempo allenandoci o assistendo io stessa ai loro allenamenti tra di loro, o con le ragazze di Kocho, e mi mettevano un sacco di simpatia nell'animo. È anche grazie alle sue parole, il suo modo di fare così premuroso e alla sua forza di volontà se ho superato quel periodo buio.
Purtroppo tutto era venuto a scemare dopo gli eventi del Treno Mugen, alla morte di Rengoku. Mi arrabbiai talmente tanto per il fatto che non avessero avuto modo di salvarlo che non parlai più a nessuno dei tre, e venni a sapere che questo turbò parecchio Tanjiro. Senza volerlo lo ferii ancora di più di quanto non lo fosse già per quell'accaduto. Non ci siamo più parlati da allora, e per il momento ho anche escluso di partecipare all'addestramento delle nuove reclute, al contrario tutti i miei colleghi si stavano già preparando.
Mi sto solo allenando per cercare di diventare forte contro i Demoni, essendo che poi devo partire per quella missione importante.
«Perdonami Tanjiro-Chan, sono stata una stupida a dirti quelle cattiverie.» dissi al vento, sapendo che quelle parole non sarebbero mai arrivate a lui, fissando il cielo grigio ormai con le prime gocce in vista cadere sull'erba del giardino, mentre tenevo le ginocchia serrate sopra lo zabuton in centro alla stanza, e le mani chiuse con forza sopra le gambe.
A ripensare alla sua morte, il Nobile Kyojuro, mi stringeva forte la gola e non sentivo più il cuore. Era stato strappato troppo presto alla vita e non ho potuto fare niente per salvarlo. Ho supplicato tutti di partecipare anch'io a quella missione, così facendo avrei potuto fargli da protezione, ma persino lui stesso mi negò di venire. Nonostante non dovrei, ancora adesso mi sento terribilmente in colpa per la sua morte. «Mi sento davvero una merda, perdonami Rengoku...»
«Non dovete sertirvi responsabile,
Hashibira-Sama.» Sentii all'improvviso una voce arrivarmi da dietro le spalle, e prima ancora di verificare se la conoscessi o meno presi le difese estraendo il bokken***** che avevo sistemato in precedenza nella cintura, in vista degli allenamenti. Ma guardando la fonte della voce subito dopo, tornai calma.
«Tanjiro-Chan, cosa ci fai qui?»
✨Angolo Autrice✨
Mi creo questo piccolo spazietto per salutarvi tutti, spero che la storia vi stia piacendo!
Ci ho messo degli anni a far uscire i capitoli per colpa del lavoro, la routine scolastica e soprattutto del tempo che mi prendo per creare la trama, perciò scusate l'attesa🥹
Vi volevo anche soprattutto far vedere una cosa importante, che penso vi siate chiesti tutti del perché ancora non è in mostra: l'aspetto di Shirubia.
Per realizzarlo ho chiesto aiuti esterni, siccome io e il disegno non possiamo nettamente convogliare a nozze.
Il disegno lo ha realizzato una mia cara amica, che ancora adesso ringrazio tanto per essersi offerta!
crediti a: sofi_lazza
È alta circa 1.60, indossa la divisa estiva nel periodo caldo mentre in quello freddo ha la classica divisa che si vede anche nell'anime.
La sua katana si presenta con quel verde smeraldo, ma quando assume la forma originale diventa color lime.
Solitamente ha anche un Haori bianco con richiami floreali, ma ho preferito farla disegnare con la divisa.
Ci tengo anche ad avvisare che le prossime fanart dove apparirà Shirubia saranno prese da Pinterest, e sono realizzate da altri artisti.
Pertanto, anche senza specificare i nomi, i crediti vanno ai veri autori delle opere!
Bene, e dopo questo breve spazio autore vi saluto, spero che la storia vi piacerà anche col seguito, buona lettura a tutti!
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