8
Il weekend era sempre più vicino e Karen non vedeva l'ora di passarlo insieme a Roman: le aveva promesso un gelato dopo aver saputo il bel voto che aveva preso nella verifica.
Passato il venerdì, si distese nel letto, cercando di addormentarsi in fretta.
Dalla porta scorse il fratello:
-"Buonanotte." Le sussurrò.
-"Buonanotte anche a te."
***
-"Quindi, che sta facendo?" Chiese McCoy impaziente, ticchettando il parquet in legno con la punta della scarpa.
-"Ora dorme. Domani andrà con il fratello a prendere un gelato...potresti portarmi anche tu in gelateria ogni tanto."
-"Ma smettila, hai l'intestino di legno, ricordi?"
-"Si, ma con il gelato diventerei...legno dolce."
-"Piantala di dire scemenze. Quale strada è più vicina alla gelateria?" Rimproverò il burattino.
-"Mhh. Quella che passa davanti alla scuola."
-"Ci sono delle strisce pedonali?"
-"Si."
-"Che strada fa di solito Seline per venire qui?"
-"Quella vicino alla stazione."
Il professore si fermò a riflettere, spostando la tenda e osservando il mondo esterno dalla finestra.
-"Sai guidare, Travis?"
***
Finito pranzo, Karen si preparò e uscì insieme a Roman.
-"Che gusto prendi, eh, eh?" Chiese insistente la ragazza.
-"Mhh penso pistacchio e mandorla."
-"Secondo te hanno la fragola?"
-"Ma che domande! Una gelateria senza il gusto fragola è come une un pesce senza branchie!"
-"E questa come ti è venuta?"
-"In realtà non lo so, ma era per farti capire."
-"Capito...chi arriva per ultimo è una scimmia volante!" Esclamò iniziando a correre.
Nonostante fosse ormai grande, aveva sempre mantenuto il suo lato infantile, e questo al fratello non dispiaceva: gli faceva tornare in mente i bei ricordi in cui, da piccoli, giocavamo insieme ed erano inseparabili.
La cosa non era cambiata molto.
-"Sei lento, sei lento!"
-"Hai barato!"
-"Gne gne."
Ignorarono il ragazzo dall'altro lato che li guardò...alquanto male, e presero il loro gelato.
***
-"Hey Seline."
-"Andrew! C'è qualcosa che non va?"
-"Non sto tanto bene." Disse fingendo di tossire.
-"Puoi venire qui?" Continuò.
-"Certo, sarò lì in un lampo." Finì la frase, saluto McCoy e salì sull'auto, collegando il telefono tramite Bluetooth.
Accese il veicolo e si diresse verso la stazione, quando iniziò a girarle la testa.
Allungò il braccio verso la borsa, cercando le pastiglie che usava per il mal di testa, ma non le trovo in tempo.
Travis ormai aveva preso il controllo.
-"Ce l'ho."
-"Bene. Dove sono i ragazzi?"
-"Sono quasi arrivati alla cartoleria: da lì attraverseranno la strada.
-"Tieniti pronto."
La macchina di Seline sfrecciava per la strada, non rispettando i segnali e i semafori.
-"Mi avevi detto che sapevi guidare, Travis."
-"È urgente, no? In più non ho mai guidato prima d'ora, sono ancora un po'...rigido. Come una tavoletta di legno."
***
Scattò il verde e attraversò insieme al fratello, cercando di non far colare il gelato sulle sue mani.
-"Si scioglie troppo in frett..."
-"ATTENTA!"
***
-"E boom. La macchina ha colpito Roman. Hai chiamato l'ambulanza?"
-"Si, almeno cinque minuti fa."
-"Sei sicuro che, chiamandola in anticipo, salverà il fratello della ragazzetta?"
-"Se davvero hai seguito le mie istruzioni, allora il fratello sopravviverà: con e senza ambulanza. Ma gli imprevisti possono sempre capitare, no? Nessuno è perfetto, anche le rose hanno le spine."
-"Anche il legno ha le spine, fanno anche abbastanza male quando ti finiscono nelle dita."
-"Stai per caso dicendo che non sei perfetto?"
-"Ah, no. Io sono un'eccezione."
-"Oggi sei simpatico come un pezzo di legno su per il naso."
-"Mh, ci hai provato."
***
Karen corse verso il fratello, portando la sua testa sulla propria spalla. Dalla sua bocca non uscì mezza parola. Le lacrime le invasero il volto e la sua voce sembrava...essere scomparsa. Nessuno la poteva sentire.
Strinse forte il ragazzo, abbracciando il suo corpo e sperando che qualcuno avesse chiamato un'ambulanza.
Non vide il guidatore dell'auto che l'aveva investito e non sentì le sirene in lontananza, anche se gli altri potevano.
Erano passati cinque secondi, ma per lei erano ore. Nonostante ormai fossero arrivati i soccorsi lei era ancora lì, immobile.
Si risvegliò in una stanza totalmente bianca. Lì dentro, c'era soltanto lei, un lettino e un signore in camice bianco.
-"Finalmente ti sei svegliata. Come stai?"
Ma la ragazza non rispose.
-"Meglio farle qualche altro test." Disse alla donna vicino a lui.
-"Non ce n'è bisogno, sto bene." Rispose tutto d'un tratto.
-"Roman. Dov'è Roman?"
-"È in sala operatoria: tra poco sarà fuori."
-"È vivo, vero? Sopravviverà?"
-"Si, tranquilla. L'incidente non l'ha ferito gravemente, ma dovrà stare qui per un po'."Rispose la donna sedendosi affianco a Karen.
-"C'è qualcosa che non va?"
-"I-io. Quando Roman è stato...quando è arrivata la macchina, ecco... Non sentivo più nulla. Era come se fossi immobile anche se ero qui, quindi io ero ancora sulla strada anche se ero già in questo letto. E non..."
-"Shh, tranquilla. È stato lo shock, è tutto normale. Questo vuol dire soltanto che tieni a tuo fratello."
-"Perché proprio lui?" Chiese ricominciando a piangere.
-"Ah...tesoro, questi incidenti capitano spesso, sai? Ieri è capitato a un anziano signore, oggi a tuo fratello, e domani a un'altra persona: non possiamo capire quando accadrà, ma quando capita non possiamo farci nulla. Tuo fratello è stato molto fortunato, sai?"
-"Legno."
-"Come?"
-"Ho questa parole in testa da un po'."
I medici si guardarono, cercando un modo per tranquillizzare la ragazza.
-"Succede, a volte, di pensare a qualche parola per nessuna apparente ragione. O magari una ragione c'è: avete un grande albero in guardino? Oppure un giocattolo a cui eri affezionata è in legno?"
-"No."
-"Beh, magari hai visto un oggetto in legno prima che arrivasse l'ambulanza e quello ti è rimasto in testa."
-"...Si, forse hai ragione. Grazie."
"Di nulla. Ora riposati, ti sveglierò quando Roman potrà ricevere visite, ok?"
-"Va bene."
E, detto questo, i due dottori lasciarono la stanza, mentre Karen continuava a girarsi nel lettino.
-"Legno, legno..."
Ma non le venne in mente nulla.
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