10
Non sapeva cosa fare né dove andare: da quando aveva sentito quella brutta notizia si sentiva...persa.
Per qualche giorno non andò a scuola, ma poi dovette inevitabilmente tornarci per non essere bocciata.
Geografia, la sua materia più odiata, stava andando peggio del solito, e fu di nuovo costretta a prendere ripetizioni dal professor McCoy.
Quel giorno non aveva neanche voglia di vestirsi bene per andare da lui: si limitò ad uscire da scuola e dirigersi subito verso casa sua, ancora con la divisa addosso.
Bussò alla porta: stranamente aveva aperto Andrew in persona.
-"Ho sentito dell'incidente...mi spiace."
Non rispose.
-"Possiamo per favore sbrigarci? Ho altro da fare."
-"Va bene. Prego, sali pure, sai già dov'è lo studio."
Mentre la ragazza si dirigeva al piano superiore, il professore prese il vassoio con il tè e i biscotti che aveva preparato poco tempo prima del suo arrivo e la seguì.
-"Tieni, ti ho preparato del te: le bevande calde aiutano la concentrazione. In più è quello che ti ci vuole dopo una giornata difficile."
-"Ed ecco di nuovo che cerca di flirtare. Tra poco lo farai anche con le piante?" Lo punzecchiò Travis sottovoce.
-"Gli alberi sono fatti di legno, Travis. Tecnicamente sarebbe come provarci con un tuo parente." Continuò il professore sussurrando.
-"Non pensarci nemmeno, allora."
Il professore trattenne una risata, che però Karen notò.
-"Ehm, McCoy, si sente bene...?" Ma la sua domanda venne interrotta.
-"Sai, mi ricordi molto mia sorella. Hai la sua stessa innocenza e i suoi stessi occhi grandi..."Mentì accompagnando il discorso da un dolce sorriso.
-"Te la sei scampata. Dovresti fare l'attore più che l'insegnante"
Si sedettero uno di fronte all'altro, separati dal tavolo sulla destra della camera.
-"Cosa non ti è chiaro?"
-"Non capisco la parte che inizia da pagina 206 a 245 e l'argomento trattato da pagina 250 a 260."
-"Perfetto, cominciamo."
Dopo svariate ore, Karen aveva finalmente chiarito alcuni argomenti, mentre altri proprio non li capiva. Andrew, però, voleva cercare a tutti i costi di farla parlare, cercare di manipolare le sue azioni e i suoi comportamenti.
-"Ehi...di solito non lo faccio, ma sono aperto anche per lo sportello d'ascolto, non so se lo conosci."
Karen lo guardò con fare interrogativo, per poi chiedergli di cosa stava parlando.
-"Lo sportello d'ascolto è una riunione tra professore e alunno, dove puoi raccontarmi tutto quello che ti tormenta e sarai coperta dal segreto professionale...a meno che non sia qualcosa di troppo grave, in quel caso dovrei parlarne con i tuoi genitori."
La ragazza era tentata a negare l'invito, ma uno strano impulso le fece cambiare idea davanti agli occhi magnetici dell'uomo.
-"Va bene. Ma dovrà rimanere un segreto."
-"Si, sarà il nostro piccolo segreto." Disse sottolineando il "nostro" con un tono di voce più marcato.
-"Si, sono in ascolto, Andrew." Sussurrò il burattino.
-"Vuoi che prima ti prepari dell'altro tè? O magari preferisci qualcosa di fresco? Una limonata? Si, sarebbe molto rilassante parlare bevendo del succo di limone."
-"Va bene." Rispose un po' fredda, guardando verso il basso.
McCoy approfittò della distrazione di Karen per portare la marionetta con se è scendere le scale.
-"Devi registrare ogni singola cosa, Travis. Appoggerò il mio telefono vicino a te, tu fai in modo di sbloccarlo e registrare tutto: non dobbiamo perderci nulla, ogni cosa che dirà sarà fondamentale per la riuscita del piano."
-"Va bene. Stavo iniziando a pensare che lo facessi per lei veramente."
-"Sai, alla fine le piante non sono così male..."
-"Non le toccare!"
Prese due bicchieri dalla mensola e poi li poggiò su un ripiano. Aprì il frigo e verso della limonata in essi.
-"Vuoi avvelenarla?"
-"No, sarebbe troppo sospetto."
-"Beh, nessuno sa del vostro incontro."
-"Come faccio a saperlo?"
-"Quindi non sai proprio tutto tutto..." Lo sfido Travis.
Il professore lo guardò maliziosamente.
-"Lascia stare le piante, non fanno per te. Non sai mai stato un amante della natura."
-"...Santo cielo."
-" Tranquillo, non ti abbattere."
-"Non posso cortecciare una pianta, caro amico, non mi risponderebbe."
-"Eheh. Ti ricordo che non sei stato assunto come professore in pianta stabile."
-"Ma io ti ricordo che ho un camino, e magari alla ragazzetta piacerebbe bere la sua bibita davanti al fuoco..."
-"Guastafeste." Sbuffò divertito.
Ritornò nello studio e guardò la ragazza, che era nell'esatto posto in cui l'aveva lasciata.
-"Ecco, ti ho portato da bere." Disse con fare gentile allungando il bicchiere verso la mano della ragazza.
-"Grazie."
Intanto sistemò il telefono vicino al burattino, cercando di farlo in modo più naturale possibile.
-"Bene. Parla pure, io ti ascolto."
All'inizio non osò parlare, ma dopo qualche minuto cominciò a dire qualcosa.
-"Non mi spiego come sia successo...come abbia fatto Roman a finire investito, perché io mi sono salvata e lui no? Non è giusto. Meritavo di essere investita io, non lui: lui è il mio fratellone, da sempre è il mio supereroe...e adesso è da solo in ospedale, in fin di vita. Cosa ho sbagliato?"
-"Vedi, Karen, non hai fatto nulla di sbagliato. Sono sicuro che Roman volesse solo proteggerti. Tu sei la sua sorella minore, è normale che sia affezionato a te e che voglia proteggerti."
-"Si, ma...perché?"
Il professore si alzò, rivolgendosi verso la finestra, dando le spalle alla ragazza.
-"Mai sentito il concetto di "a costo della morte"?" Chiese girandosi e guardando la ragazza in viso.
-"Il compito di tuo fratello è di tenerti al sicuro, perché sei la cosa più importante per lui, lui ti capisce come tu capisci lui. Insomma, qualcuno che va oltre ai genitori, da questo punto di vista. Lui ha semplicemente fatto ciò che riteneva giusto e tu non hai alcuna colpa. Poteva farsi molto più male, Karen. Ha fatto un gesto degno di lode. Hai un fratello fantastico." Continuò Andrew, pronunciando l'ultima frase rivolto verso la finestra, ghignando.
-"Forse ha ragione. Dovrei fare anch'io qualcosa per lui. Non penso di avergli mai dimostrato il mio affetto e..."
Proprio in quel momento una chiamata interruppe la ragazza.
-"Pronto? ...C-come?! Roman ...è..."
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