Chapter 9: Attimi di Emozioni
Il verdino aveva esitato per lunghi minuti fuori la porta della sua stanza. Aveva rimuginato a lungo sul suo gesto e non aveva trovato la spiegazione. La porta scorrevole si aprì rumorosamente e istintivamente Izuku fece un passo indietro, un po' spaventato.
— Ah, eccoti qui, Mido-bro! Ci stavamo preoccupando!
— Kirishima-kun, mi ero perso.
L'Alpha dai capelli rossi indossava un pigiama bianco e nero che lo faceva assomigliare a un panda punk. Sulla fronte capeggiava una bandana con texture militare. Dietro di lui, seduto su un futon tutto disordinato, in t-shirt nera a pantaloncini gialli, Denki cercava di parlare con Katsuki che dava la schiena a tutti e fingeva di dormire.
La stanza era molto piccola, conteneva a malapena quattro futon. Le pareti in carta di riso erano estremamente sottili e si potevano sentire i mormorii degli altri compagni di classe e notare perfino le loro ombre quando si muovevano. In terra, il pavimento era rivestito da una moquette verde, delineata da intercapedini scure e precise.
— Dai, Bakugo! Parliamo e raccontiamoci storie horror! Lo so che non stai dormendo davvero!
— E come cazzo potrei mai farlo con te che mi urli nelle orecchie?
Denki gli lasciò un cuscino in faccia, Katsuki lo parò con l'avambraccio ringhiandogli nervosamente. Izuku che trovava tutto molto ironico, ben presto scoprì che il suo futon era sotto alla finestra e paradossalmente poco distante da quello di Katsuki.
— Beh, ragazzi. Non so voi ma ho sonno. Domani sveglia all'alba!
Denki sbuffò alle parole di Eijiro ma non obiettò nulla; anche lui sentiva la stanchezza crescere sempre più. I ragazzi si sistemarono e la luce fu spenta.
Katsuki fissava il soffitto avvolto dalla penombra: sentiva il morbido russare di Eijiro e Denki e adocchiava di tanto in tanto il fascio bianco di luna che arrivava dalla finestra alla sua sinistra.
Izuku dormiva profondamente sotto di essa, avvolto dall'oscurità. Era a petto insù, una mano su di esso, l'altra lungo il fianco e la testa rivolta verso il muro. Respirava piano, normalmente ma non faceva alcun rumore.
L'Omega si mise seduto, senza mai staccare gli occhi da Izuku. La luna baciava solo la sua mano sfregiata dalle cicatrici. Che voglia di sfiorarla! Piano e silenzioso, a quattro zampe come un gatto curioso, si avvicinò.
Tutti riposavano tra le braccia di Morfeo. Tutti eccetto lui.
Che ore erano, comunque? E perché lui solo si era svegliato?
Ora che poteva sentire perfettamente l'odore di Izuku ne inspirò avidamente e si trattenne dal leccare la ghiandola. I suoi istinti di Omega stavano prendendo misteriosamente il sopravvento. Katsuki toccò il palmo della mano di Izuku, si mise perfino a giocherellare con le sue dita.
Ma si stancò presto e tutte quelle energie che circolavano nel suo corpo svanirono all'improvviso, in una possente stanchezza. Katsuki si appoggiò con la testa sul petto di Izuku e si tirò addosso la coperta leggera del futon.
Sfiorò con il ginocchio la coscia dell'Alpha, non se ne accorse neppure. Lentamente, chiuse gli occhi, come un micio si strofinò sul petto del verdino e si lasciò cullare dai battiti di quell'impavido cuore.
Katsuki Bakugo rapidamente si addormentò.
Izuku, invece, si era appena svegliato, con il batticuore e l'odore di Katsuki nelle narici...
***
— Buongiorno, ragazzi! Sveglia!
Eijiro si lasciò cadere sul viso il cuscino, borbottando parole incomprensibili al poco gradito risveglio di Denki che aveva spalancato la finestra.
Izuku fu l'ultimo a svegliarsi e così i suoi ricordi, specialmente quelli della notte precedente. Come se fosse stato investito da una secchiata gelata, si mise seduto scattando velocemente.
Ma non trovò Katsuki accoccolato su di lui. E non lo trovò neppure nel futon poco distante. Katsuki aveva dormito con lui o l'aveva solo sognato?
Izuku Midoriya capì che no, non aveva sognato visto che l'odore dell'Omega era rimasto impregnato su parte della sua maglietta. Solo quando arrivò il tempo di riunirsi con gli altri compagni di classe per mangiare la colazione all'aperto, scovò finalmente Katsuki accanto a un albero che mangiava un onigiri piccante.
Gli sorrise, salutandolo con una mano alzata.
Katsuki lo guardò con sgomento, dopodiché infilò tutta la polpetta di riso in bocca e imbarazzato, con la testa china, si allontanò. Izuku non ci rimase male mentre abbassava la mano e fissava lo stesso punto dove lo aveva scorto.
Sbuffò una risatina.
Katsuki Bakugo aveva davvero dormito con lui.
— Quest'oggi ci divideremo in gruppetti di due e proseguiremo in fila perché i sentieri che ci aggiungiamo a intraprendere sono stretti a particolarmente ardui e gli unici per arrivare al tempio.
La signorina Misaki applaudì come una stupida alle fiere parole della guida turistica.
Alle loro spalle il bosco sembrava intrecciarsi in un'entrata cupa, un po' nascosta dalla vegetazione che frusciava in brevi ma forti folate di vento.
Katsuki e Izuku guardavano il cielo; del bell'azzurro cristallino del precedente giorno non ne rimaneva nulla. Nubi possenti e grigie continuavano ad ammassarsi insieme, come una cappa che non prometteva nulla di buono.
— So che il tempo non è dei migliori, per questo prima inizieremo prima arriveremo.
— Coraggio, ragazzi. Scegliete il vostro o la vostra compagna a partiamo, come ci ha suggerito Tanaka-san!
Il perché l'insegnante fosse tanto gasata come una fangirl impazzita era davvero molto chiaro. Peccato che alla guida di lei non importava assolutamente nulla.
Molte ragazze scelsero l'amica del cuore e così i ragazzi.
Katsuki e Izuku si guardarono negli occhi ed annuirono. Si erano appena scelti, ma la cosa era abbastanza ovvia dopotutto. Anche Eijiro e Denki avevano fatto coppia e stavano parlando animatamente più in là, insieme a Shoto e Momo, Mina e Hanta e Ochako con Tenya.
— Andiamo, ragazzi! Si parte!
La guida s'inoltrò nella selva oscura, seguita dall'insegnante e dal gruppo di ragazzi.
Poco prima di muoversi, Izuku sentì afferrarsi il polso. Katsuki esitò per diversi istanti prima di trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.
— Qualsiasi cosa sia accaduta stanotte è stata solo un sogno, chiaro?
Izuku sorrise calorosamente ed annuì. Quant'era carino l'Omega con le gote rosse!
Con la coda dell'occhio notò Faccia di Tonno guardarli con disprezzo. Una sensazione di disagio, rabbia e fastidio s'insinuò nel cuore del verdino, per questo avvolse il braccio sulle spalle di Katsuki e se lo tirò vicino.
— Mi dispiace, so che non ti piacerà ma lui ci sta guardando e non mi piace il modo.
— Chi? Faccia di Tonno avariato?
— La tua perspicacia è un qualcosa di incredibile, Kacchan.
Si allontanarono con i piedi che rumoreggiavano sul sentiero umido, ricoperto di erba marrone e terra dal forte dislivello.
In quel momento, con l'odore avvolgente e buonissimo di Izuku, l'Omega si sentiva al sicuro e insolitamente - o stupidamente - felice. Probabilmente avrebbe voluto restare così il più a lungo possibile.
Izuku sembrava forte e valoroso, stando alle fugaci occhiate con il quale lo studiava, e le sue labbra erano piegate in un piccolo quanto sincero sorriso. Che avesse voluto proteggerlo?
Ma lui era un Omega forte, non aveva bisogno di alcuna protezione!
Un po' rabbioso e forse leggermente umiliato, strinse la mano dell'Alpha che gli ciondolava sulla spalla ma non riuscì a tirarla via... provava troppa colpevolezza.
Izuku mal interpretò la sua espressione combattuta, pensò che Katsuki si fosse nuovamente sentito a disagio, così si allontanò di qualche passo. Il biondo lo guardò come se avesse appena ricevuto la più terribile delle punizioni.
— Siamo abbastanza lontani, qui. Possiamo muoverci normalmente.
Più avanti, gli studenti proseguivano; chi si lamentava, chi borbottava, chi era al settimo cielo. La scalinata per il tempo iniziava a vedersi, come una piccola macchia grigia, piuttosto lontano e in cima al sentiero in forte salita.
Katsuki s'infilò le mani in tasca, ora era abbastanza incazzato ma non Izuku, bensì con il suo Omega Interiore che stava uggiolando perché voleva ancora sentirsi coccolare dall'Alpha.
Quanto odiava quella parte debole di lui!
In quel momento, il cellulare gli vibrò nella tasca dei pantaloni a gamba lunga della tuta che tutti indossavano, una blu con strisce bianche. Era sua madre, in una videochiamata. Quando l'accettò comparve lei con in braccio una piangente Katsumi. Il cuore dell'Omega spremette di dolore, aveva già capito perché sua figlia era un pasticcio di lacrime.
Gli mancava tanto quanto lei mancava a lui.
— So che sei impegnato, tesoro, ma Katsumi voleva vederti e sentirti. Puoi parlare?
Katsuki guardò istintivamente Izuku che fissava il cielo sempre più cupo, fingendosi sordo. Il biondo sbuffò senza neppure sapere il perché e con ben poca dolcezza gli afferrò il polso e se lo avvicinò. Mitsuki sorrise malevolmente quando vide Izuku.
Notati gli arruffati capelli dell'Alpha, improvvisamente la bimba attenuò il pianto e iniziò a ridere; dopotutto, non lo aveva affatto dimenticato! Mitsuki ne fu sorpresa quanto intenerita, mentre le infilava il ciuccio in bocca e la dondolava.
— Penso si sia calmata.
— Chiamami di nuovo se dovesse piangere, mamma.
— Va bene. Però penso sia merito di Izuku. Questa birbante ha buon occhio, tesoro.
Katsuki c'impiegò un secondo di troppo nel capire le parole di sua madre e quando lo fece, vistosamente rosso e impacciato chiuse la chiamata con ancora le risate di lei che si beffavano della sua ingenuità.
Buon occhio...? Tu viaggi troppo con la fantasia, mamma.
Guardò Izuku che sembrava splendere come il sole, tanto felice era.
Katsuki abbassò gli occhi. No, lui non aveva tempo da perdere con i sentimentalismi; dopo l'orrore vissuto non si sarebbe mai più fidato di un Alpha.
Ma allora perché spesso pensava a Izuku?
Addirittura il coniglio della verde prateria piaceva anche a sua figlia!
— Katsumi-chan mi è sembrata stare molto meglio.
— Sì. Avevi ragione, nerd. Alla fine non era così grave.
— Ne sono felice, Kacchan. La prossima volta porterò un regalo alla piccina. Va bene un orsacchiotto? Ne ho uno che non usò più ma è ancora in ottime condizioni! Mmh... forse penso che gliene comprerò uno nuovo.
— Non ti scomodare.
Izuku si batté pensierosamente il labbro inferiore con un dito. Ormai aveva già deciso di fare un pensiero a quella bella bimba così dolce. Lui era fatto così e spesso - puntualmente! - veniva frainteso. Poggiò il suo zaino giallo sull'erba per frugarci comodamente dentro. Si era appena ricordato di avere una cosa che non utilizzava mai ma che stranamente portava sempre con lui.
— Trovato! Tieni, Kacchan. Puoi tenerlo! Io non lo uso.
Con la curiosità che
— Cosa dovrei farci?
— Beh, voglio che lo tenga tu.
— Perché? Non voglio regali!
— Voglio semplicemente dartelo. Niente di che.
Katsuki era imbarazzato e il cuore gli batteva forte. Era la primissima volta in assoluto che un Alpha gli donava qualcosa, anche se di così stupido. Guardò di nuovo il portachiavi prima di infilarselo in tasca.
Proprio quando i due si accingevano a proseguire, qualcuno spintonò con forza Katsuki sull'erba e due forti braccia bloccarono Izuku all'altezza del torace.
Faccia di Tonno assestò un forte pugno nello stomaco del verdino, mentre teneva immobile al suolo il biondo con una scarpa sulla schiena.
Era l'ora di avere la sua rivincita...
Angolo di Watchie
Se volete un po' di sana azione assicuratevi di essere disponibili a leggere il capitolo di domani. Izuku che fa regali e complimenti senza neanche sapere perché trovo sia una carta molto importante da giocare; fa venir in mente un sacco di spunti da scrivere!
Grazie ancora a tutti!
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