Chapter 10: Come nel Passato

Izuku incassò il quarto pugno ma non si piegò sulle ginocchia, nonostante il fortissimo dolore. La saliva gocciolava leggermente lungo il mento e il suo corpo dolorante tremolava.
Due Alpha gli bloccavano le braccia e gli sghignazzavano nelle orecchie.
Faccia di Tonno gli sollevò improvvisamente il viso per poterlo guardare con scherno negli occhi. Il suo lurido piede ancora era su Kacchan.

— Ah, la tua espressione da cane rognoso mi fa incazzare...

Tono basso, schifosamente languido e sguardo feroce. Faccia di Tonno era un Alpha quasi in Rut. A un brivido di terrore lungo la schiena di Izuku, lui si strattonò improvvisamente, con tutta la rabbia e paura possibili.
Dove diavolo erano finiti tutti gli altri? Troppo lontani, probabilmente a metà scalinata. Accidenti!

Izuku guardò Katsuki che non aveva la forza di togliersi di dosso quel piede pesante e batteva inutilmente le mani sul terreno, sporcandosi la pelle rosata. Non poteva sopportare di vedere il suo amico in quello stato!
Faccia di Tonno lo lasciò andare con una manata: era molto eccitato e Katsuki in perfetta posizione, tra l'altro. Senza alcun pudore si abbassò pantaloni e slip e denudò il povero Omega con forza.

— Lasciami, bastardo!
— Ti piacerà, Katsuki-chan! Voglio solo il tuo culo e divertirmi a farti piangere disperatamente.

Katsuki spalancò con orrore gli occhi, mentre l'Alpha lo girava a pancia in sù e lo tirava per le caviglie. Stava succedendo di nuovo! Il terrore lo fece sbiancare, il corpo si fece prima bollente e poi incredibilmente freddo e rigido come il ghiaccio.
La scintilla di vita nei suoi occhi era ormai svanita.

— Fermati! Non osare!
— Ah! Come se tu potessi darmi ordini, testa d'alga! Io faccio il cazzo che mi pare, soprattutto con un Omega splendido come questo qui!

Izuku era pazzo di rabbia e non aveva smesso un momento di agitarsi. La sua unica immagine era il membro pulsante dell'Alpha sempre più vicino all'entrata dell'Omega in lacrime che cercava di coprirsi la cicatrice al basso ventre e la sua virilità moscia.

— Lasciami!
— Ah, dolce Katsuki! Il modo nel quale piagnucoli mi fa eccitare! Ti prometto che ti scoperò così rudemente da ucciderti e così la pagherai per le umiliazioni che mi hai sempre inferto!

Il tono mellifluo si tramutò in uno rabbioso. L'Alpha gli conficcò le unghie sulle carni e gli aprì a fatica le natiche.
Katsuki non urlò neppure per il dolore, era ormai finito in un abisso di nero assoluto. O per un guizzo di flebile speranza o per un riflesso corporeo, voltò il capo verso Izuku e gli protese debolmente una mano.

— A... aiutami... Alpha Deku...

Izuku fu l'unico a leggere il labiale.
Fu l'unico a cui venne rivolto quella richiesta piena di disperazione e rassegnazione.
E sarebbe stato l'unico che l'avrebbe salvato!
Colto da una grande forza, assestò una violenta testata sulla fronte dell'energumero alla sua sinistra e immediatamente fece altrettanto con quello a destra.

Libero, tentò di avvicinarsi ma il suo mondo si capovolse e rovinò duramente in terra, con una mano poco distante da quella di Katsuki. Il bamboccio dai capelli fucsia - quello a destra - gli aveva immobilizzato una caviglia.
Izuku non aveva tempo da perdere e non gli importava di essere rude e bruto: stampò sulla clavicola del suo nemico una forte pedata e solo così si liberò definitivamente. Spintonò via Faccia di Tonno con una spallata violenta e si gettò a quattro zampe su Katsuki, stringendolo al petto.

I due rotolarono più avanti, sul terreno in pendenza. Ma Izuku sapeva che non era ancora finita. Con la caduta si erano allontanati abbastanza da guadagnare un po' di tempo; aiutò Katsuki a mettersi seduto con la schiena appoggiata a un albero.

— Andrà tutto bene, Kacchan. Te lo prometto.

Glielò sussurrò dolcemente, con una carezza ai capelli. Izuku si sfilò la giacchetta della tuta e gliel'appoggiò sulle spalle.
Katsuki lo guardò negli occhi, era talmente spaventato da sembrare un bambino piccolo solo al mondo. Era la prima volta che vedeva un'espressione del genere sul viso dell'Omega, per non parlare della rabbia che alimentava dentro di lui.
Izuku si rialzò, dandogli la schiena. Non aveva intenzione di allontanarsi. 
Katsuki gli afferrò un lembo dei pantaloni, giusto all'altezza del polpaccio.

— N... non andare...
— Non lo farò. Anche questa è una promessa.
— Non andare, Deku.

Izuku inspirò a fondo. Dietro di lui sentiva che Katsuki era divenuto un groviglio di profondo terrore e non riusciva a sopportarlo. 

— Kacchan, ti proteggerò io. Non sono così debole come sembra.

Il biondo chiuse le palpebre, due lacrime gocciolarono lungo le sue guance pallide. Nel cielo, un lampo squarciò le nubi scure e un tuono rimbombò tutt'intorno. Katsuki si strinse nella giacca di Izuku per la paura.

— Maledetto! Ti fracasserò il cranio e ti caverò gli occhi!

Faccia di Tonno sputò sull'erba, guardò prima Izuku e infine il tremante Katsuki e un sorrisetto malefico strisciò sulle sua bocca. Fece una finta, scattò verso il verdino con tutta l'intenzione di scartarlo all'ultimo istante e trascinarsi via il povero Omega.
Ma Izuku che aveva sempre guardato le partite di football americano in tv, quelle di calcio nel suo vecchio liceo e le eleganti mosse di judo del suo migliore amico di Otheon, Rody Soul, comprese perfettamente le intenzioni nemiche non appena l'avrebbe raggiunto.

Il verdino l'anticipò: bloccò un pugno nel palmo della mano, gli afferrò entrambe le spalle e lo scaraventò sull'erba, apparentemente senza alcuno sforzo. Il principio del taekwondo.
Faccia di Tonno si rialzò più inferocito che mai ed urlò caricando a testa bassa verso Izuku ma questa volta fu più rapido. Lo stragolò, spingendolo verso Katsuki per farli collassare insieme e ferirli ma il verdino non era d'accordo.

Impuntò i piedi in terra e pur di non colpire Katsuki sbatté una mano contro il tronco, torcendo solo il busto. Non smise un attimo di guardare gli occhi del suo nemico, né batté ciglio alla sensazione bruciante di alcune schegge che si conficcarono nella pelle.

— Deku...!
— Sta tranquillo, Kacchan. Sono abituato a molto peggio!

Izuku usò la stessa mano ferita per assestare un colpo alla bocca e setto nasale dell'Alpha. Il grido di dolore risuonò poco prima di un altro tuono. Il vento si stava alzando, uno carico di pioggia.
Faccia di Tonno, a questo punto, era interessato a distruggere Izuku visto che lo stava umiliando dinanzi a un Omega, anzi, un relitto di Omega ormai. Gli circondò la vita e lo gettò in terra. Il verdino per poco non colpì una roccia.

I due rotolarono azzuffandosi verso il sentiero in discesa, con un rumore di foglie secche e rametti che si spezzavano sotto il loro peso. Katsuki, nonostante il terrore e le gambe molli si alzò, con uno sguardo pieno di paura.
I passi dei compari di Faccia di Tonno iniziavano a farsi sempre più nitidi: si stavano avvicinando. Era meglio allontanarsi, inseguire Izuku, piuttosto che rimanere lì come una preda facile. Katsuki ebbe solo la forza di alzarsi i pantaloni dopodiché vomitò.
Lo fece tre volte, tossendo e versando lacrime.

Non posso restare qui... Io devo andare da lui...!

Con le palpebre strette e le lacrime incastrate tra le ciglia, lo stomaco in subbuglio e il corpo pesante come un macigno, Katsuki si allontanò, stringendo appena sotto alla clavicola la giacca di Izuku, proprio come un mantello.
Il ragazzo rischiò più e più volte di inciampare e di sfracellarsi le ginocchia sulle rocce semi-nascoste dall'erba un po' più alta e giallognola.
Non passò troppo tempo che anche le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere, trasformandosi in una pioggia fitta.

— DEKU!

Dove sei, Izuku?

Katsuki si appoggiava ai tronchi degli alberi per non perdere il già precario equilibrio. Sull'erba e su un agglomerato di viscide foglie, però, scivolò e rotolò dolorosamente verso un fiumiciattolo cupo e martellato dalla pioggia.
Con il volto bagnato e il corpo appesantito dalla stanchezza, l'Omega fece forza sui palmi delle mani. Era tutto scuro lì, e non aiutavano le piante e gli arbusti che si muovevano nella tempesta, più la pioggia che gli rendeva difficile vedere.

D'un tratto un'intuizione gli venne: tirò fuori il cellulare, forse avrebbe potuto chiamarlo! Sapeva che era estremamente pericoloso e forse c'era la possibilità di ritrovarsi ad essere un parafulmini umano ma che importanza aveva? Nonostante il terrore, si sentiva dannatamente vivo!
Il segnale aveva una debole tacca ma sarebbe stata sufficiente. Il portachiavi che gli aveva dato Izuku gli cadde dalla tasca e scivolò accanto al suo piede.

Lo raccolse quasi incredulo, lo strinse e sentì che in fondo Izuku non era solo una comparsa.
Non più.
Mentre la pioggia si faceva più forte, udì una debole suoneria poco distante. Katsuki corse tra gli alberi più sottili con il cuore in gola. Tutto si aspettava tranne una scena raccapricciante.

Faccia di Tonno era seduto a cavalcioni sul petto di Izuku e lo stava strangolando. Il broccolo aveva delle sfumature cianotiche alle dita delle mani e sulle labbra socchiuse. Stava boccheggiando per mancanza di ossigeno!
Le cose di fecero ben più complicate quando il verdino lasciò cadere al suolo le mani e smise di lottare. Katsuki non poteva permettere la sua morte! Con foga si mise a cercare qualcosa da usare pur di salvarlo.

— Sei morto, finalmente! Figlio di una cagna rognosa e pulciosa!

Un lampo dipinse per un secondo le nuvole di bianco, un tuono risuonò nascondendo un rumore duro e Faccia di Tonno cadde in terra, privo di sensi.
Dietro di lui, Katsuki Baguko teneva tra le mani una roccia spessa e appuntita.
Non gli importava se l'aveva appena fatto fuori! Colpì il fianco del perfido Alpha con un calcio e lo allontanò un po'.

— Oi, Izuku! Riprenditi!

Il verdino era immobile, Katsuki un fascio di terrore e di nervi. E se davvero per colpa sua, perché era debole, era morto? Le lacrime calde ben presto si mischiarono con la fredda pioggia. Il giovane crollò in ginocchio ed ascoltò il cuore di Izuku.
Il battito c'era ma molto, molto debole.

Cosa si face in quei casi di evidente Apnea da Soffocamento? Katsuki ingoiò a vuoto diverse volte, poco distante Faccia di Tonno era immobile e i suoi scagnozzi invece lontani da dov'erano tutti e tre. Si avvicinò al viso di Izuku, poggiando la fronte contro la sua.
Era fredda e appiccicosa.

Katsuki gli premette le labbra su quelle sottili e cianotiche. Un massaggio cardiaco. In quel momento, mentre alternava soffi e compressioni ritmiche da 5 e da 7 sul petto, ringraziava tutti i documentari, libri e serie tv che aveva divorato con attenzione e fame di sapere.
Il suo sogno, dopotutto, era quello di diventare un medico affermato.

— Coraggio, Deku! Non puoi lasciarmi adesso!

Solo dopo la terza serie di quel disperato massaggio, Izuku ingoiò aria ed iniziò a tossire. Sollevato, Katsuki si lasciò cadere sul suo petto, felice ma stremato.

— Bravo, idiota. Non sei morto...

Izuku lo strinse tra le braccia senza dir nulla, senza alcuna paura, senza timore. Katsuki non sussultò, né arrossì. Entrambi ne avevano bisogno.

— Grazie per avermi aiutato... Kacchan.
— Questo dovrei dirlo io, stupido.

Il verdino ridacchiò un pochino. Aspettò pazientemente che gli tornasse un po' di forza per mettersi seduto e poi in piedi e per tutto il tempo Katsuki gli funse da supporto.

— La tua mano!

Quella sinistra di Izuku era sfracellata e il sangue ancora colava, macchiando quello già rappreso. Le scheggie puntellavano le dita e parte del polso.

— La tua caviglia, Kacchan!

Izuku lo spinse seduto, ai piedi di un albero. Si sfilò la maglietta, la strappò rumorosamente e creò un bendaggio di fortuna. Katsuki si era ferito probabilmente quand'era scivolato. A differenza di Izuku, lui aveva un sottile taglio che sanguinava abbastanza.
Cullato dalla preoccupazione del verdino, il biondo gli fece altrettanto con la mano, usando il suo fazzoletto. Per tutto il tempo non lo guardò negli occhi, né disse una parola. Quando finì attaccò il portachiavi con l'orsetto al suo cellulare.

— Lo apprezzo molto, Kacchan.

Il biondo improvvisamente iniziò a tremare: un attacco di panico. Izuku lo tenne forte al suo petto, premuto contro la sua pelle nuda e calda.

— Mio Alpha...

Il verdino non rispose, Katsuki era in balia dei suoi istinti da Omega. Prese il suo cellulare e chiamò il suo amico Tenya. Gli spiegò cos'era successo ed attese pazientemente che almeno la guida tornasse indietro con il ragazzo con gli occhiali.
Tempo di una quindicina di minuti, che i due ragazzi sentirono chiamarsi. Rei-san e Tenya, avventurati tra gli arbusti, li trovarono ancora abbracciati. Katsuki aveva gli occhi chiusi e sedeva sulle cosce di Izuku. Sembrava così piccolo tra le sue braccia... 
Il giovane verdino aveva uno sguardo fiero e deciso. 

— Siete in un mare di guai, ragazzi!

Faccia di Tonno e i suoi compari dietro Rei-san non risposero. Tenya si alzò gli occhiali sul setto nasale, si era davvero spaventato quando Izuku lo aveva chiamato e non aveva esitato a dare l'allarme forse urlando un po' troppo.
Izuku si caricò Katsuki in spalla.

— Sono davvero allibito, ragazzi. Vi accompagnerò in albergo. Pensi di farcela, Midoriya?
— Sì. Sto bene, Tanaka-san.

Il peggio era passato. Ma non la tempesta che sarebbe stata destinata a farsi molto, molto più forte...



Angolo di Watchie

Eh, che dire? Ma quanto mi piacciono queste situazioni! Beh, fino a quando sono solo storie o anime va bene, ma un po' meno nella vita reale. Dite che i due si siano avvicinati ancor di più? Che cosa accadrà dopo? Mancano solo 9 capitoli alla fine!
A domani, micetti e gattini!

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