Perfect
AUTRICE: MeowAndy1
Sento l'erba fresca pizzicarmi i piedi, man mano che li appoggio su di essa.
Stringo dolcemente il suo corpo a me, mentre balliamo entrambi sulle note della canzone riprodotta in loop dal mio cellulare. La musica è attutita dalla stoffa della tasca in cui l'ho messo, ma non ci importa. Conosciamo questa canzone a memoria. La nostra canzone.
L'illuminazione è molto lieve. Ho organizzato io stesso le luci in questo posto in modo che non ci impediscano di vedere le stelle, adesso completamente esposte nel cielo, ma che ci permettano di vederci tra noi.
E da quando siamo arrivati non le ho tolto gli occhi di dosso neanche per un secondo, così come lei non ha distolto lo sguardo da me. L'acconciatura, che questa mattina era piuttosto elaborata, si è rovinata un poco. Alcuni ciuffi ribelli sono sfuggiti dalle forcine e le incorniciano il viso in boccoli sfatti. Anche il trucco si è rovinato. Il rossetto non c'è più e il trucco sugli occhi, qualche ora prima perfetto, è sfumato ed è finito leggermente sulle palpebre inferiori.
È bellissima.
La stringo forte a me e so che non se lo aspettava perché inciampa appena e ridacchia
"Per che cos'era?"
Sussurra al mio orecchio mentre si stringe a me
"Ci pensi che dopo oggi, sei mia?"
Le sussurro a mia volta. Lei ride ancora
"Lo sono sempre stata"
Dice ancora al mio orecchio. Mi giro appena per guardarla negli occhi
"Si ma..beh, adesso sei mia mia. Ufficialmente mia. Legalmente mia. Per sempre mia"
Le dico mentre prendo la sua mano e bacio gli anelli che le decorano l'anulare. Uno scelto da me, una fascia d'argento con un brillante incastonato, molto semplice, e l'altro scelto da noi, una fascia d'oro con dei piccoli intagli particolari.
Intreccio le nostre dita mentre le sorrido.
Lei si avvicina. Le basta poco per raggiungere le mie labbra e regalarmi un bacio dolce, che ricambio con naturalezza.
Ci stacchiamo pochi secondi dopo, con un sorriso sulle labbra, e riprendiamo a ballare, più vicini di prima.
Il vestito bianco che le fascia il corpo emette un fruscio ogni volta che ci muoviamo. È semplice e classico, con una gonna leggera che le arriva ai piedi, sfiorando il terreno.
Quando l'ho vista per la prima volta con questo vestito, qualche ora prima, ho pianto. Come potevo trattenermi. Voleva farmi una sorpresa, impedendomi di vedere il vestito prima della cerimonia, e ci è riuscita perfettamente.
"Sei bellissima"
Le sussurro all'orecchio. La sento ridacchiare. Lo so che gliel'ho ripetuto tutto il giorno in ogni momento in cui eravamo vicini, ma non potevo non farlo. Non posso non farlo.
"Grazie"
Mi dice con un sorriso
"Anche tu"
Mi risponde, e il mio sorriso si fa più ampio.
È tutto così pacifico qui. Lontani dalla festa, lontani dalla confusione in cui siamo stati immersi fino a poco tempo fa, gli unici suoni che sentiamo sono i leggeri rumori della notte e dei nostri movimenti e le lievi note della nostra canzone.
Ormai saranno già tutti a casa, ma noi siamo venuti qui. Era la mia ultima sorpresa per questo giorno. Per lei.
"Non hai scelto questo posto a caso vero?"
Mi chiede, uno sguardo consapevole e un sorriso sereno.
"No"
Le rispondo con lo stesso sorriso
"Qui ci siamo conosciuti. E ci abbiamo giocato. Ed è pieno dei nostri ricordi più belli"
Le spiego consapevole che lei queste cose le sa già.
Infatti mi sorride e si guarda intorno
"Ricordo di essere caduta da quell'albero"
Indica la pianta poco più avanti.
"E passammo ore in ospedale"
Continua ridacchiando
"E tu sei sempre stato con me"
"Non potevo lasciarti sola. Avevi un taglio qui.."
Passo il pollice sulla clavicola scoperta, fino a che non incontro la superficie irregolare della cicatrice
"E usciva un sacco di sangue. Tuo padre ti ha dovuta prendere in braccio per portarti in macchina.."
"Tu non mi hai mai lasciato la mano"
Ricordo benissimo quel giorno. La paura vedendo il sangue. Il mio pianto quando ho visto che non si muoveva. Il modo in cui mi ha stretto la mano mentre le mettevano i punti e mentre io cercavo di non piangere più, perché aveva cominciato lei. Avevamo appena dodici e tredici anni, eppure sembravamo già innamorati.
Ci è voluto qualche anno per rendercene conto pienamente.
La sento ridacchiare sommessamente
"Perché ridi?" Le chiedo ridendo a mia volta
"Ricordi quando c'era quel ragazzino che faceva il prepotente?"
"A..si lo ricordo"
Stringo la mascella al ricordo di quel ragazzino. Si era trasferito per le vacanze estive, a casa di alcuni zii o qualcosa del genere, e continuava a vantarsene. Scappa una risatina anche a me quando ricordo come se n'era andato
"Gli avevi rotto il naso perché ti aveva detto una cosa stupida.. non ricordo neanche quale ma ricordo la tua faccia arrabbiata"
Continuo a ridere. Già da piccola si poteva vedere il suo carattere forte e la sua tendenza a comandare. Il giorno che gli ha dato quel pugno aveva nove anni ed era molto meno robusta di lui, eppure era riuscita a metterlo al tappeto.
"Be..non l'aveva detta a me.." Mi dice abbassando la testa e premendola sul mio petto
"A chi? Non ricordo chi altri c'era quel giorno"
Cerco di ricordare cosa fosse successo ma è passato così tanto tempo che ricordo pochissimo. Solo il naso insanguinato del bambino e la sua faccia sconvolta
"Beh...lui aveva detto qualcosa di sgradevole su di te... non ricordo cosa ma ricordo chiaramente che mi aveva fatta arrabbiare tantissimo"
Continua a ridere sul mio petto
"Oh wow. Sono anni che stiamo insieme e ancora mi riservi delle sorprese. Devo aspettarmene altre durante la nostra vita insieme?"
Le chiedo giocosamente mentre avvicino il mio viso al suo facendo scontrare i nostri nasi
"Mmmh forse"
Mi risponde lei continuando ad avvicinarsi alle mie labbra.
Con un gesto repentino la prendo in braccio reggendole le ginocchia e la schiena. In stile sposa, in linea con gli avvenimenti di questa meravigliosa giornata ormai giunta al termine da un pezzo.
Dopo un gridolino sorpreso comincia a ridere apertamente, tirando indietro la testa e permettendomi di vedere il collo morbido, che bacio prontamente.
Si tiene stretta al mio collo mentre torno verso la macchina parcheggiata un po più in là, e mentre la guardo non posso fare a meno di ammirarla ancora e ancora.
La donna più bella che abbia mai visto.
Improvvisamente mi colpisce un pensiero. Chissà come saranno i nostri figli. Se avranno i suoi capelli, i suoi occhi, e magari le mie labbra. E se avranno i miei lineamenti e magari la sua pelle tendenzialmente bianca e delicata.
Immagino in un attimo piccoli esserini che saranno una combinazione perfetta di noi due e che saranno nostri, solo nostri. Miei e suoi.
Già non vedo l'ora.
Arriviamo alla macchina, che ha gli sportelli già aperti, e la siedo direttamente sul sedile, rifiutandomi farle toccare ancora terra con i piedi. Mi regala un altro sorriso, tra i tanti che mi ha regalato oggi, e io faccio il giro della macchina per sedermi poi dalla parte del guidatore. Entrambi sospiriamo dopo aver chiuso le portiere.
Sto per accendere la macchina quanla vedo girarsi verso di me con la coda dell'occhio. Mi giro anche io e la guardo
"Ti amo"
Mi dice. Non posso che sorridere
"Ti amo anche io"
Le dico poco prima di sporgermi e baciarla, ancora e ancora, ignorando tutto quello che ci circonda.
Sarà questo il sapore della mia vita d'ora in poi?
Il sapore delle sue labbra?
Il sapore dei suoi abbracci e dei suoi sorrisi?
Della sua pelle.
Quel sapore dolce che non passa mai di bocca e che non ti stufa mai.
Mi stacco da lei guardandola ancora negli occhi. Guardando negli occhi il mio nuovo inizio e la mia nuova vita.
E non vedo l'ora di viverla.
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