Lei è qui

AUTRICE: JustMeandLouisT

Se ne è andata. Lei è andata come cenere al vento ed io non l'ho ancora realizzato.

Non ci riesco nonostante tutte queste persone che mi sfilano davanti, mi stringono la mano ma io non capisco perché. Non ci riesco nonostante questo completo nero che ho dovuto indossare. Nonostante la pioggia che scroscia incessante.

Che senso ha? Cosa significa che lei è andata via?
È morta.
Hanno detto così. Ma cosa significa realmente?

Non rivedrò più il suo sorriso.
Non sentirò più la sua voce.
Non sarà più la sua risata a spezzare questo dannato silenzio che mi sta soffocando. Perché nonostante tutti parlino, io non sento.
Non li sento.
Mormorano, mi guardano con occhi pieni di una compassione che non voglio, che non merito.
Ma io non li vedo realmente.

Chi mi riprenderà quando la mia camera sarà troppo incasinata per poter passare? Chi mi aggiusterà le maniche della maglia che mi ostino ad arrotolare? Lei, lei le avrebbe aggiustate. Le avrebbe srotolate e mi avrebbe ripreso perché non sono ordinate . Chi mi dirà che quella non è la strada giusta? Che sto sbagliando direzione? Lei lo avrebbe fatto.
Chi cercherà di farmi sorridere quando tutto mi sembrerà troppo pesante per portarlo sulle spalle? Chi mi ricorderà di essere coraggioso nell'affrontare la vita?
Lei l'ha fatto, ma adesso che non c'è più, non mi sento più così sicuro di farcela.

Rispondo parole, vomito lettere che in realtà non so neppure se siano quelle giuste.
Cosa si dice in questi casi?
Io non lo so. Lei l'avrebbe saputo.
Gliel'avrei potuto chiedere, anzi sono certo che l'avrei fatto e me l'avrebbe spiegato con quella calma e quel sorriso che l'ha sempre accompagnata.
Invece non c'è ed io non ho nessuno a cui domandare ed improvvisamente non mi importa più.

Anche Harry e Grace si avvicinano, mormorano ed io cerco di sentirli ma non succede neanche stavolta.
Non sento niente.

Guardo in alto, spero di svegliarmi presto. Spero che lei mi scuota e rida di me, del mio volto ricoperto di lacrime come quando ero bambino e gli incubi mi spaventavano.
Spero mi abbracci forte.

Lo è. È uno stupido incubo da cui devo svegliarmi.
Nessuno mi scuote, nessuno ride, nessuno mi abbraccia. Non sento il suo profumo, lei non è qui.

E adesso capisco.
È tutto vero.
Non tornerà a casa con noi.
Non le potrò far trovare la colazione domattina. Non so cucinare i suoi pancake preferiti, ma domani avremmo festeggiato.
Credo che le avrei portato dei fiori. Non l'ho mai fatto, ma domani li avrei comprati all'angolo e poi le avrei regalato un vaso. Uno di quelli belli, trasparenti e slargati, come piacciono a lei.

Un tocco gentile e qualcosa si accende. Due occhi scuri che mi implorano di tornare indietro.
Mi lascio condurre, lontano da tutto, mentre cammina poco avanti a me.
Non lascia andare la mia mano ed io sento. Sento solo lì, solo lei.

Si siede sull'erba fresca e quando resto in piedi perché non capisco cosa debba fare, mi fa segno di sedermi accanto.

"Sta piovendo Eloise "

È tutto ciò che pronuncio atono.

"Lo so"

La affianco, guardiamo entrambi davanti a noi.

"Perché siamo seduti su uno stupido prato sotto un acquazzone?"

"Non abbiamo bisogno di nasconderci"

Sono perplesso. Capisco poco, sento poco sopratutto adesso che la sua mano è lontana dalla mia.

"Nasconderci da chi?"

Sospiro. Sono stanco. Sono davvero stanco, troppo per continuare a combattere e la mia voce esce instabile. Non ce la faccio più.

"Da tutti e da nessuno."

Non replico. Non capirei comunque.
Sto in silenzio, aspetto qualcosa anche se non so cosa.
Lei non verrà.
Quindi non aspetto lei.

"Piangi Louis"

Mi volto di scatto verso la ragazza riccia al mio fianco.

"Come hai detto?"

"Ho detto piangi"

Apro la bocca per replicare ma prima che possa farlo, mi azzittisce.

"Non c'è nulla di sbagliato. Lacrime o pioggia, chi può dirlo?"

"Non ci riesco"

Lo sussurro perché mi vergogno.
Lei è morta.
Ed io non ho pianto.
Hanno detto così.
Ed io non ho pianto.

Ho spento qualsiasi interruttore perché se li avessi lasciati accesi o se avessi permesso ad Eloise di farlo, quell'emozione forte che sento mi avrebbe investito e non sarei stato in grado di essere forte per la mia famiglia. Per lei. Perché lo so, lei avrebbe voluto che mi prendessi cura di loro soprattutto adesso.
Il problema è: chi si prenderà cura di me?
Io ho bisogno di lei, dannazione!
Vorrei urlarlo a quel cielo nero che continua a piangere, bugiardo, come se anche lui stesse soffrendo.

Invece sto zitto, ingoio il boccone amaro e spengo tutto. Non sentire è meglio.

Eloise non dice nient'altro si limita a restarmi accanto, paziente, anche quando la pioggia diminuisce e l'odore dell'erba bagnata mi colpisce.

Lo sento.

Intreccia le dita con le mie.

Le sento.

E poi qualcosa, prima di indefinito poi sempre più vivo si delinea all'orizzonte, davanti ai miei occhi.
Vivido. Colorato. Imponente.
Come era lei, come era la sua presenza nella mia vita.
E adesso che non c'è, c'è solo un grande vuoto.

E davanti a quell'arcobaleno apparso dal nulla, mentre la pioggia dirada fino a cessare, io piango.
Lascio che le lacrime lavino il mio viso, lascio che cerchino disperatamente di portare via un dolore che non può essere annullato perché c'è ed è forte e chiaro.
Piango, incavando la testa tra le spalle, la fronte sulle ginocchia e i singhiozzi mi scuotono forte.
Mi volto appena e i suoi occhi scuri sono pieni di lacrime quanto i miei.

"Lo sai che succede facilmente. Ho i rubinetti difettosi"

Sussurra con un dolce sorriso malinconico, facendomi ridere flebilmente.
Posa il capo sulla mia spalla e mentre mi accarezza i capelli, cerco di respirare a fondo e tranquillizzarmi, chiudendo gli occhi.

"Lou apri gli occhi. Guarda"

Faccio come dice, rivolgendole la mia attenzione.

"Secondo me è lei"

"Cosa?"

Indica il cielo, quell'arcobaleno che spezza la monotonia grigia e cupa grazie a dei timidi raggi di sole.

"Sai a cosa ho sempre associato tua madre? Il sole. Lei lo aveva dentro. Nel sorriso. E quello" lo indica ancora" secondo me è il suo sorriso. Il suo sole sta aprendo una breccia nel nero che ha inghiottito la vostra vita e vi sta salvando. Credo che voglia dire" si interrompe per una piccola pausa, come se stesse pensando " 'Lou sono fiera di te. Non lasciarti inghiottire' . Si, credo proprio sia questo quello che intende. "

Le nuvole si allontanano in unico punto e i raggi del sole filtrano oltre la coltre scura.

"Senti Lou"

Un leggero vento le scompiglia i capelli, accarezzandomi il viso e asciugando le ultime tracce di lacrime.

"Senti. Il calore del sole, il vento sul viso, il colore dell'arcobaleno. Lei è qui"

Non dico niente, le sue parole mi attraversano, le metabolizzo lentamente e finisco col crederci.
Lei è qui. Il suo sorriso, il suo sole che mi sta riscaldando, la sua carezza sul viso. Se chiudo gli occhi riesco a sentirla.

Eloise si alza in silenzio, lasciandomi solo mentre continuo a godere di questo piccolo spettacolo che la natura ha messo su.

Sorrido. Sorrido davvero perché è come se lei fosse qui.

Lei è qui. Per sempre.

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