Agosto
AUTRICE: CiProvoNonSoComeAndr
Estate.
Estate è voglia di vivere, di divertirsi, di amare, di ridere, di essere in pace con il mondo e con se stessi. Estate è essere ciò che non sei mai stata e trovare la grinta che l'inverno ha cancellato per un periodo forse troppo lungo.
Indossa il suo abito fucsia corto con le spalle scoperte. L'abbronzatura mette in risalto le gambe lunghe e lo smalto coordinato ai suoi sandali tacco dodici blu. Corre in bagno passando un po' di rimel sulle ciglia e una leggera passata di rosso fuoco alle labbra. Una coda alta e un sorriso smagliante.
Eveline è felice.
Felice perché finalmente, dopo tanto tempo, lo rivedrà e non vede l'ora. Non sa cosa provare, ma il cuore le batte a mille e le da ritmo a quella serata ancora tutta da vivere.
Le sue amiche sono già tutte al bar di fronte al mare un po' ubriache e cariche, pronte a far festa anche stasera.
"Dove vai?"
"Raggiungo le altre al bar mami, c'è una festa in corso" le risponde frettolosa perché di mentirle non avrebbe voglia, ma non può fare altrimenti.
Non può certo dirle che lui la sta aspettando in quello stesso bar e che forse potrebbe trascorrere la serata più bella della sua vita.
"Eveline non fare tardi, lo sai che papà domani deve lavorare e non riesce a riposare se non sa che sei a casa"
Ma lei sbuffa. "Dai mami!"
Sono talmente uguali, madre e figlia, che la somiglianza lascia la gente senza parole. Carola rivede nella figlia se stessa, ma là se stessa che non è mai stata, alla sua età le ragazze erano diverse e lei stessa si riconosce l'opposto. Avrebbe voluto che nella vita fosse più come lei, ma forse non avrebbe amato quella testolina ricciolina come dovrebbe se non fosse stata Eveline in tutti i suoi miliardi di difetti.
Le da un bacio veloce in guancia, nonostante di baci dalla figlia ne riceva pochi ma sa che qualcosa sta bollendo in pentola ed è solo preoccupata che sia qualcosa più grande di lei.
Quel ragazzo, quell'uomo, l'ha resa una donna senza neanche rendersi conto e tornando ha solo paura che possa cancellare la voglia di vivere della figlia ventenne che ha di fronte adesso.
Prega in cuor suo, a bassa voce, che questa volta sia quella decisiva e che se la amerà lo farà senza cambiarla.
"Scappo!" Urla chiudendosi la porta alle spalle.
Sculetta da una parte all'altra carica e divertita. Pochi metri e la gente é già in strada a far festa e qualcuno la saluta mentre altri guardano quella Eveline così bella e cresciuta ricordando quando era solo una ragazzina e andava in giro, in strada, con le sue amiche di una vita a fare casini e a ridere alla vita. Forse, questo in loro non è mai cambiato. Nonostante siano tutte cresciute in quel gruppetto di ragazze folli quello non è mai andato via.
La musica è alta, Eveline sente l'adrenalina in corpo crescere sempre più. Immediatamente riconosce le sue amiche, quel gruppetto di tre ragazze belle e impossibili che danno spettacolo ad un tavolo ridendo a squarcia gola.
"Eveline!" Urla Samanta facendo girare le altre che stanno ridendo con le lacrime agli occhi. Si volta però, cercando lui tra la gente, controlla velocemente il suo cellulare e c'è un messaggio.
<<Sto arrivando, dove sei?>>
Risponde velocemente riponendo il cellulare in borsa pronta a bere qualcosa.
"Sei fantastica amica mia!" Urla Giorgia.
Le altre ridono.
Solleva un braccio ordinando lo stesso di sempre e lo stesso che anche le sue amiche stanno bevendo: "vodka lemon per tutte" urla.
"Offro io sto giro ragazze"
"Certo, la ragazza è felice!" Risponde Samanta facendole l'occhiolino.
Anche lei spera che questa serata vada per il meglio. Ha già visto la sua amica soffrire e se anche stavolta ricapiterà vorrebbe solo che lei riesca a farcela.
"Sei bellissima" le urlano tutte.
"Dai su beviamo alla nostra!" Ginevra solleva il bicchiere per prima, le altre le vanno dietro.
Poi un tuffo al cuore: eccolo, scendere dalla sua mini Cooper blu.
"È qui!" Esclama Ginevra. Senza neanche rendersene conto gli occhi di tutte e quattro gli sono addosso.
"Voglio morire" Eveline sente il cuore battere all'impazzata.
"Dai divertiti!" Sam le stringe la mano, stasera saranno tutte con lei a sognare.
Saranno ormai delle donne ma quando si tratta di questo beh, si trasformano tornando le solite ragazzine di un tempo che credono nell'amore e nei sogni ad occhi aperti.
Matteo le sorride non appena la vede, la riconosce immediatamente perché quel vestito fucsia le sta di incanto. Ricordava quanto fosse bella, ma dopo mesi aveva dimenticato la sensazione che prova non appena la vede. Sposta un ciuffo biondo e gli occhi verdi risaltano immediatamente ed Evelina lo nota.
"Posso morire" ripete ridendo "in camicia sta Dio ragazze!".
Sollevandosi attira l'attenzione di alcuni presenti che osservano, come se fossero al cinema, la scena davanti a loro. Si avvicina sensuale sorridendo quel tanto che occorre nascondendo la vera felicità che sente dentro: un'esplosione di emozioni non appena si toccano in un bacio casto alla guancia.
"Ciao"
"Ciao"
Le amiche rimangono ad osservali cercando di non dare nell'occhio, ma è inevitabile.
"Se la fa soffrire ancora, stavolta gli spacco le gambe a sto qui" grugnisce Giorgia. Le altre rimangono in silenzio acconsentendo tacitamente al patto appena stipulato, stanno facendo il tifo per quell'amore mai sbocciato ma che sa proprio di quello come poche cose nella vita.
"Vuoi qualcosa?" Le chiede.
"Come vuoi, possiamo anche andare via e prendere da bere da un'altra parte"
Lei parla ma ne è estasiato, sente il suo profumo e lo ricorda come lo stesso di sempre.
"Certo"
Le passa una mano veloce in vita raggiungendo l'auto.
Sono uno spettacolo incredibile insieme.
In auto sfrecciano silenziosi, lui la guarda di sottecchi mentre lei consapevole accavalla le gambe mostrandole.
"Come stai?" Le chiede.
"Bene, tu?"
"Molto!"
"Sono felice!"
"Anche io"
Si sorridono. Pochi chilometri e sono al locale dove si sono dati il loro primo bacio, Eveline si chiede se lo ricorda ancora. A lei di quel momento é rimasto ogni cosa, perfino l'odore.
Toglie i sandali perché è un locale che da direttamente sulla spiaggia e lui l'aiuta, ma solo perché ha voglia di toccarla e ogni scusa sembra buona per farlo.
Siedono in due panche di legno separati ordinando due birre fredde non appena la cameriera li raggiunge.
Le piace guardarla quando è persa tra i suoi pensieri chiedendosi se anche lei sta impazzendo come lui adesso. Non immaginava che dopo tutto questo tempo la voglia di lei fosse ancora così forte. Forse per questa ragione ha deciso di rimanerle lontano, forse per questa ragione ha aspettato: voleva mettere alla prova quel sentimento che sembrava solo un fuoco di paglia e ha vinto su ogni fronte.
Ancora una volta si sbagliavano.
Quando le birre arrivando le bevono in un lungo sorso entrambi iniziando a chiacchierare del più e del meno, ma stupidamente non fanno altro che pensare a come sarà baciarsi ancora e toccarsi e volersi. Bramano dalla voglia di saperlo, ma nessuno si spinge oltre.
"L'università come va?"
"Molto bene, sono ormai agli sgoccioli."
"Sono contento per te" le dice sorridendo, al quale ricambia ma il suo è molto più bello.
"È bello qui" poi lei continua.
"Te lo ricordi?"
"Cosa?"
"Il nostro primo bacio, ce lo siamo dati qui"
Certo che lo ricorda, vorrebbe confermare ma non lo fa perché ha paura di apparire troppo ingenua.
"Ah si"
"Lo avevi dimenticato?" La sprona, forse perché sa che lei ricorda ma sa anche che finge di non ricordarlo e a lui piace stuzzicarla di continuo.
"No, solo che non ci pensavo più" mente.
"Beh io lo ricordo"
"E fai bene!" Ride. "È stato un bel primo bacio"
"Si" Matteo ripercorre la sensazione provata quella prima volta, riprova l'emozione di un bacio che sapeva di tutto non riuscendo a spiegare a se stesso come fosse possibile.
"Ti sono mancato?"
"Perché me lo domandi?"
"Perché tu mi sei mancata da morire"
Eveline sente il cuore esplodere. Immediatamente ripiomba a picco su ogni emozione provata con lui e per lui.
"Matteo..."
"No, lo so. È passato troppo tempo e molte cose sono cambiate, ma volevo tu lo sapessi comunque"
"Perché?" Acciglia lo sguardo.
"Perché se tu sai che mi sei mancata, forse magari cercherai di capire se anche io sono mancato a te"
"Non lo so" ha paura.
Eveline ha paura di dirlo ad alta voce che non ha mai smesso di pensare a lui per tutto quel tempo, ha paura di dire che nonostante altri ragazzi siano entrati ed usciti dalla sua vita per tutto quel frangente il suo unico pensiero al mattino e l'ultimo alla sera è sempre stato lui.
"Andiamo da qualche altra parte, ti va?"
"Dove vuoi andare?"
"A cena!"
Così ritornano in auto sfrecciando tra le strade affollate di gente abbronzata con l'estate addosso e voglia di far festa.
Un locale piccolo li accoglie ed entrando ogni occhio è puntato addosso alla ragazza dall'abito fucsia che entra sorridendo. Matteo da dietro osserva tutto attentamente orgoglioso che quella ragazza stasera sia solo sua e speranzoso che quel sua lo sarà ancora per tanto tempo.
Ordinano frettolosamente anche se Eveline di mangiare non ne ha voglia proprio per niente. Si osserva attorno e nota con piacere come l'atmosfera in quel posto sia tranquilla.
"Stasera fa caldo" dice quando nota che il silenzio fa da protagonista.
Matteo sempre di poche parole, lei sempre troppo agitata per dire qualsiasi cosa.
"Si, è una bella estate questa"
"Il lavoro come procede?"
"Molto bene" le risponde soddisfatto. Finalmente ha raggiunto il traguardo tanto sperato, finalmente è diventato un capitano della marina militare e lei è orgogliosa di lui.
"Sei felice?"
"Molto!" Ma quella domanda talmente vaga, non sembra essere riferito solo a quello. E infatti Matteo è felice perché al suo fianco ha la ragazza che sogna da troppo tempo, ma la paura di amarla lo ha fatto aspettare così tanto tempo.
"Bene, allora brindiamo ai traguardi raggiunti" Solleva il calice di vino bianco ordinato e lui la segue perché guardarla sorridere è una delle cose più belle mia fatte in vita sua.
Si sente un ragazzino al primo amore, un uomo ormai cresciuto e infine di nuovo un bambino perché al suo fianco sa di poter tornare ad esserlo.
Mangiano in silenzio commentando di tanto in tanto quel piatto di farfalle al salmone e nero di seppia. "È buonissima" commenta lei leccandosi i baffi. Lui sorride.
"Si tanto"
Continuando a bere sperando che il vino alleggerisca la tensione.
Poi di nuovo in auto e stavolta in un altro locale dove non sono mai stati prima a ridere senza un vero motivo e a sfiorarsi perché di motivi ne hanno tanti.
"Sei bellissima" le dice guardandola negli occhi.
Eveline abbassa lo sguardo imbarazzata e ubriaca. "Grazie" se solo tentasse di guardarlo finirebbe per toccare le sue labbra senza neanche rendersene conto. Sa che sarebbe così perché non riesce a non pensare ad altro da tutta la sera.
"Il fucsia ti dona molto" continua. Vorrebbe starsene zitto ma non riesce a smettere. È così bella, così piena di vita che rovinarla è la sua preoccupazione più grande, come quando trovi una rosa ma decidi di non coglierla perché è talmente bella che non vuoi sciuparla e rovinarla per sempre.
Lei ride portando la testa indietro. "Grazie ancora"
"Io ho voglia di baciarti e sto impazzendo, ma se mi dici di non farlo dovremo andare via da qua e dovrò riaccompagnarti a casa"
"Non baciarmi allora" risponde sorridendo in modo ammaliante, ma lui la bacia comunque.
E cosa è quel bacio? É tutto gente, è tutto quello che si possa desiderare, è tutto quello che ogni amore dovrebbe avere, è tutto quello di bello la vita regala a noi umani, è tutto quello che hanno sempre aspettato per il tempo trascorso separati. E se ne fregano della gente, di chi li guarda, di chi li osserva sorridendo, di chi li invidia. È bello amarsi, è bello volersi, è bello desiderarla e volerla per sempre al suo fianco. Sarà stata la notte, l'alcol, l'atmosfera, ma Eveline di quella notte ricorda ogni singolo momento anche oggi, osservando le foto dei loro bambini e la casa che hanno preso e la pancia che cresce di nuovo.
"Sei bellissima" Le dice Matteo voltandosi a guardarla durante quella serata di film e patatine.
Lei sorride e gli accarezza una guancia, lo ama e si ameranno sempre.
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