cap 7: LA NUOVA ARRIVATA

CAMERON'S POV
Spalancai la porta dell'edificio dove fino poco tempo fa lavoravo pure io; ora ero lì con uno scopo, ovvero porre fine agli interrogatori.

In fondo non avevo nulla da temere: i miei amici avevano ingaggiato un mio sosia, per il giorno dell'evasione era andato a spasso per la città creandomi così un alibi e grazie anche al travestimento di Dina da D.M., la vera ricercata per l'evasione di Jonathan sarebbe stata quest'ultima.

Così con sfacciata sicurezza varcai la porta della sede del FBI, ovviamente tutti i presenti mi guardarono con la bocca spalancata per la sorpresa, fu come se un'astronave aliena si fosse appena materializzata davanti ai loro occhi; effettivamente potevo benissimo essere un alieno, eppure non avrei lasciato i miei amici in un mare di guai perché se ero fuori e in libertà era solo per merito loro.

"Ta dà!" esclamai come in uno dei miei show.

"Cameron! Eccoti qui!" disse Mike mentre stava portando in cella Kay, ero qui anche per lei. Era un mio dovere salvarla, se avesse perso la cosa a cui teneva più di ogni altra cosa, ovvero, il suo lavoro, per colpa mia non me lo sarei mai perdonato.

"Forza, tu ora vieni con me. Sai bene ciò che ti aspetta vero?" la Deakins mi trascinò in sala interrogatori, in ogni caso prima di essere portato via, mi girai e feci l'occhiolino a Kay per rassicurarla, "Che ci fai qui, Cameron?"

"Ma che accoglienza, capo. Non è contenta di vedermi?" risposi con sarcasmo, "So già che mi ritiene colpevole dell'evasione del mio gemello. Ora inizierà a dire come potrebbe essere altrimenti, è tuo fratello e ci tieni parecchio a lui, tanto da riuscire a fare una cosa del genere. Giusto?"

"Non vedo perché debba essere sbagliato."

"Mi dica, come l'hanno fatto evadere?" volli sapere, e dopo il tanto insistere mi diede vaghi dettagli.

"Io con quello stupido piano
Stiamo scherzando, spero! Mi ha preso per un semplice dilettante? Io avevo programmato ben otto diversi modi per far uscire Jonathan di prigione. Nessuna delle mie idee prevedeva tutto questo, dai ammettiamolo: l'operato è stato ideato da dei principianti, non di certo da Cameron Black."

"Dove vuole andare a parare, signor Black?"

"Durante tutto quest'anno non ne ho attuato nemmeno uno, per il fatto che una volta fuori dalla prigione che avremmo fatto? Saremmo dei fuggitivi, e dovremmo scappare per tutta la vita e questa io non la definisco tale. Quindi no, non sono stato un suo complice... poi... lo devo ammettere, avevo deciso di andarmene perché lui non ne vuole più sapere di me!"

"C'è qualcuno che lo può confermare?" mi inquisì.

"L'ho detto a Kay e alla mia squadra..."

"No, dico qualcuno in macchina con te il quale può confermare la tua versione."

"Certo, se vuole può chiederlo al coniglio che tengo dentro il cilindro che ho in vettura. Può essere attendibile come fonte?" ribadii con umorismo.

"Cameron, per piacere!"

"Okay, faccio il serio! No, nessuno era in macchina con me, però mi sono fermato diverse volte in bar e stazioni di servizio. Oggi essendo particolarmente agitato ho avuto il quasi continuo bisogno di andare al bagno, quindi mi sono fermato in vari bar... può verificare il tutto. Poi aggiungo questo: in un bar ho visto le riprese che hanno mandato in onda i notiziari e ho notato che chi ha liberato il mio gemello è una donna, le sembro una donna?"

"Potrebbe essere una copertura, mentre tu te ne andavi in giro a zonzo hai assoldato qualcuno per l'evasione di Jonathan!" si espose la mia interlocutrice.

"Impossibile! Io e lui abbiamo litigato, non ci era mai capitato in tutta la nostra vita ed invece oggi c'è stata una bella discussione. Mi sono lasciato sopraffare quindi ho deciso di andarmene..." continuai a spiegarle della mia attuale situazione e a rispondere alle domande, finché, non mi spedì in cella insieme ai miei amici.

"Cameron!" mi abbracciò calorosamente Dina.

"Benvenuto al fresco!" mi accolse Jordan.

"Sai che tu non dovresti essere qui!" fu invece ciò che mi disse Kay.

"Oh forza! Non appena ho saputo che mi stavano cercando mi sono precipitato qui. Ho forse fatto male?" mantenni la calma, ero bravo a farlo, la meditazione praticata in tutti quegli anni era servita a qualcosa.

"Sì, decisamente! Ora saresti libero." dissero all'unisono la detective e Gunter.

"E che mi dite di voi? Neppure voi centrate qualcosa eppure siete qui. Guarda il lato positivo, mia bella assistente, almeno siamo tutti cinque assieme. Ci facciamo una partitina con le carte?" suggerii con un sorriso sornione.

"Cameron sai che odio quel nomignolo! Non chiamarmi più così." sbuffò Kay.

"Noi non le abbiamo le carte." mi mise al corrente Jordan.

"Le ho io, non vado di mai via senza e Mike mi ha permesso di tenerle. Partitina a poker?"

"Cameron devo dirti una cosa!" Dina mi portò un attimo in disparte.

"Dimmi tutto, Dina."

"Mike ha scoperto la verità." mi spiego, era molto affranta, "Anche se mi ha promesso di non dirlo a nessuno!"

"Meglio così allora."

"No affatto!" la vidi incupirsi maggiormente.

"Ehi! Come mai questo faccino? Aspetta, fammi indovinare... Penso che tu non gli abbia raccontato tutta la verità giusto?"

"No infatti, non gli ho detto che in cella c'eri tu e non Jonathan."

"Dina tranquilla si sistemerà tutto. Ora andiamo dagli altri, ho una cosa di importante da dire... Ragazzi sentite volevo..." non terminai la frase perché venni interrotto.

"Oddio! Non ci posso credere il famosissimo Cameron Black, me lo faresti un autografo?" A farlo fu una ragazza mai vista prima d'allora, si avvicinò alla cella per chiedermi l'autografo, ad ogni modo non parve sorpresa nel vedermi in quella bizzarra situazione.

"Certo, ti chiami?"

"Cloe!"

"Lavori qui per caso?" domandai, nonostante questo lei piuttosto che rispondere, mi ringraziò per quanto fatto e se ne andò.

"Cameron come mai le hai chiesto se lavorasse qui?" intervenì Jordan una volta tornato dai miei amici, era molto curioso come se la ragazza gli interessasse.

"L'ho solo dedotto."
Ed era vero.
Una persona estranea ai fatti mi avrebbe tartassato di domande per poter sapere il motivo per il quale mi trovassi lì, eppure lei non lo fece come se già sapesse il motivo del mio arresto.

"Sì Jordan. Lei è la nuova informatica, oggi è il suo primo giorno. L'ho sentito prima dal capo." lo mise al corrente Kay.

"E che altro sai dirmi di lei?" continuò a chiedere il ragazzo più basso.

"Cameron, tu invece cosa ci volevi dire?" si intromise Gunter, cambiando bruscamente il discorso.

E così raccontai a loro ciò che avevo scoperto ovvero dove la mappa mi aveva condotto quel pomeriggio e delle strane lettere poste come pulsantiera sul muro.

"Ci potevi dire le tue intenzioni, no? Magari saremmo stati meno in pensiero per te."

"Ragazzi, non è successo nulla. Allora giochiamo a carte?" Proposi, gli altri acconsentirono. A quel punto ci mettemmo a giocare a poker finché non ci appisolammo ormai sopraffatti a causa dell'intensa giornata.

"Squadra Magica, forza siete liberi!" il giorno seguente un agente ci diede questa fantastica notizia e non appena aprirono le sbarre ci spiegarono che tutte le accuse erano cadute.
La colpevole era risultata essere la Donna Misteriosa in quanto sera prima la beccarono insieme a Jonathan, purtroppo vani furono i tentativi di arrestarli.

"Kay, il capo vorrebbe parlare con te."

"Arrivo Mike!" esclamò lei.

"Ok cara, ci vediamo a casa!" le dissi con voce un po' troppo alta.

"Vi siete finalmente messi insieme?" ci domandò Mike curioso.

"No siamo solo amici, ma... Kay è sempre stata tanto gentile con me e vorrei ringraziarla." spiegai.

"Andando a casa sua?"

"Sì e preparandole un gustoso pranzetto. Comunque amico, avrei un assoluto bisogno di parlare con te."

"Certo, io esco ora. Se vuoi ti do un passaggio con la macchina." propose il detective.

"Grazie, accetto volentieri." acconsentii.

Una volta dentro, lontano da orecchie indiscrete gli spiegai l'accaduto.

"Dina mi ha detto che ci hai scoperto e che manterrai il segreto. Te ne sono immensamente grato. Tuttavia lei non ti ha detto la cosa più importante..."

"Sarebbe?"

"Loro hanno escogitato l'evasione perché dietro le sbarre c'ero io e non Jonathan, lui è evaso quando io sono andato da lui per... uhm, no questo non è importante, comunque dentro c'ero io ed è per questo che i miei amici mi hanno aiutato."

"E quindi Jonathan dov'è?" domandò sorpreso.

"Vorrei saperlo pure io. Ascolta Mike, ti dico una cosa da buon amico: Dina è una ragazza fantastica, non fartela scappare ci tiene veramente a te." dissi.

"Lo so Cameron, anche io tengo a lei. Ma ho bisogno di schiarirmi le idee!" dopo tutto ciò lo salutai in quanto giunsi a destinazione.

Una volta in casa ebbi il tempo necessario per preparare un bel pranzetto per me e la mia bella collega e apparecchiai in modo impeccabile.

"Ma che cos'è questo buon odorino?" la voce di Kay, non appena rientrò, parve realmente stupefatta.

"Prego, accomodati ho preparato qualcosa di speciale per noi due, in più ho preso questo per te: il tuo vino preferito!"

"Cameron anche se stai facendo il ruffiano sai che sono ancora arrabbiata con te, no? Non dovevi presentarti al FBI."

"Voi eravate nei guai per causa mia e se non te lo ricordi gli amici non si lasciano nel momento del bisogno." la informai.

"Noi ce la saremmo cavata, ma non tu ." lessi nei suoi occhi tanta preoccupazione.

"Su non dire così! In fondo è filato tutto liscio." la rassicurai.

"Ce l'abbiamo fatta solo perché abbiamo avuto una fortuna sfacciata e basta. Ti rendi conto che se quei due non fossero andati a divertirsi per i locali... la nostra storia non avrebbe retto?"

"Nah! In ogni caso, che cosa ti ha detto il capo? Si può fare nulla per poter spedire in prigione una volta per tutte questa dannata Donna Misteriosa e ritrovare Johnny?" ero speranzoso.

''Lei ha l'immunità Cameron, non si può fare nulla e per di più mi hanno sospesa dal lavoro per due settimane."

Cercai di replicare ma qualcuno bussò alla porta, chi poteva mai essere?

Cloe

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