cap 41: ALLEANZE

JONATHAN'S POV
"Quindi la tua fantastica idea consiste di condurre questi malviventi a teatro? Che intenzioni hai? Corromperli facendo vedere loro una famosa rappresentazione almeno potranno risparmiare le nostre vite?" mi derise, ritenendolo un piano stupido, tuttavia mi seguì ed entrammo nell'edificio.

"Potrebbe essere un'idea! Chi lo sa, potrebbe funzionare!" replicai alzando le spalle, al che D.M. si limitò ad alzare gli occhi al cielo con fare esasperato senza però aggiungere altro.

Non mi soffermai molto ad osservare il luogo in cui misi piede, non ebbi tempo.
Ad ogni modo mi rammentai di essermi già esibito lì anni addietro.
Era una struttura storica e come tutti i teatri erano belli pomposi e colorati, quelli dominanti erano il rosso e l'oro, inoltre erano presenti un gran numero di quadri, alcuni rappresentavano attori famosi quali avevano recitato lì, in altri gli spartiti di alcune canzoni.

"Dove credete di andare voi due? Se volete godervi l'opera dovete almeno pagare il biglietto." ci fermò il bigliettaio.

"E chi ha detto che noi siamo qui per gustarci lo spettacolo? Fatti da parte se non vuoi che ti pianti una pallottola in testa!" lo minacciò la mia complice.
Ottenne l'effetto desiderato, non a caso l'omone obeso alzò le mani con fare impaurito e asserì.

"Cosa ti ho appena detto sull'uccidere qualcuno? Non avevamo fatto un accordo?" le feci notare, rievocando quanto pattuito.

"Ah, ma sarebbe partito da subito? Perché non abbiamo molto discusso su ciò che mi sarebbe stato concesso fare e cosa no!"

"Non devi uccidere nessuno! Penso sia chiaro come concetto." sottolineai, aprendo il gran tendone bordeaux, esso separava la platea dalla sala d'attesa.
Guardai l'area gremita di persone, ignari di quanto sarebbe accaduto da lì a poco.
Dal palco degli attori stavano recitando divinamente la loro parte dell'opera Madame Butterfly e mi domandai come avrebbero preso la nostra irruzione.

"Appunto! Io non ho ucciso nessuno, mi sono limitata a minacciare quel tale, ci stava ostacolando, se non te ne sei accorto. Questo non me l'avevi vietato."

"Dannazione, hai ragione!"

"Come sempre! Comunque te la cavi con le arti marziali e l'autodifesa?" si accertò.

"Sì, non sono malaccio. Tu?"

"Certo, per chi mi hai presa? Per una principessa?"

"No, certo che no. Quindi che hai in mente?" sperai che avesse le idee chiare mi avrebbe illuminato con le sue intenzioni, non a caso era una persona piuttosto imprevedibile, nonostante questo avevo imparato a domarla.

"Ascoltami attentamente. Con probabilità loro perlustreranno ogni singolo centimetro dell'area: ci sarà chi controllerà con minuzia gli spalti sovrastanti, cabina per cabina, chi avrà il compito di ispezionare l'entrata. Siamo bloccati all'interno del teatro, nessuno potrà entrare tantomeno uscire, ad ogni modo penseremo a loro solo dopo aver sistemato quel paio di uomini i quali si introdurranno qui in platea. Mettiti in uno dei lati del tendone, io mi sistemerò dalla parte opposta, non appena faranno capolino, noi li fermeremo, tendendo loro un attacco a sorpresa."

Come previsto due loschi individui vennero a controllare la parte dell'auditorio e, prima ancora che gli spettatori potessero accorgersi di quanto stesse accadendo nella retrovia, li assalimmo, cogliendoli quasi di sorpresa.
Essi non erano di grande stazza, quindi riuscimmo ad avere la meglio su di loro in un brevissimo lasso di tempo.
Ad operazione conclusa, li nascondemmo momentaneamente in mezzo alle tende, in attesa di avere il campo libero e la possibilità di spostarli, uscimmo da lì, pronti a mettere al tappeto gli altri scagnozzi rimasti.

Non appena tornammo in biglietteria i nostri occhi si posarono sul corpo dell'addetto: era stato freddato.
Era accasciato sulla sedia e il suo volto era completamente inclinato all'indietro, gli occhi vacui, la bocca era aperta, probabilmente aveva provato invano ad emettere un grido d'aiuto, mentre un rivolo di sangue sgorgava dalla fronte, ferita da un'arma da fuoco.

Strinsi forte un pugno, ero frustrato: un altro innocente era morto a causa della donna la quale era al mio fianco.
Mi sentii tremendamente in colpa e, semmai avessero ucciso tutti i presenti, io non me lo sarei mai perdonato.

"Ehi, non è colpa tua!" afferrò una mia mano con l'intento di rassicurarmi, in quanto ero sconvolto, quello era il loro secondo cadavere di quel giorno, "Se vogliamo salvare i presenti non ci resta che rimanere lucidi e continuare con quanto stabilito."

Annuii con arrendevolezza, eravamo immischiati in qualcosa di più grande di noi, ma saremmo riusciti a prevalere sul male.
Me lo sentivo.

Di conseguenza strinsi saldamente la sua presa e ci dirigemmo verso uno di loro, stava controllando il corridoio mentre un secondo le toilettes e ci dava le spalle.
Il primo, l'unico accortosi della nostra presenza, avanzò dondolando le possenti spalle con movimenti feroci, sicuramente si trattava di una sua tecnica per intimidirci.
Dai suoi occhi traspariva cattiveria, le vene locate nel suo collo erano ingrossate per via della sua rabbia provata per un motivo non chiaro a noi.

D.M. mi gettò un'occhiata complice, la quale significava solo "Fidati di me."
Continuò ad avanzare verso costui mentre le nostre mani erano ancora intrecciate, finse di barcollare e rise fragorosamente, stava simulando di essere ubriaca, non mi restò altro sennonché reggerle il gioco.

"Ahaha... Mi scusi... io e il mio amico, il qui presente, stiamo cercando i servizi igienici. Non abbiamo intenzione di commettere atti impuri in un lurido bagno di un teatro. Dunque può stare tranquillo, faccia un sorriso e rilassi i muscoli del suo collo. La tensione non fa bene alla salute, se lo ricordi." iniziò questo improvvisato teatrino con lo scopo di distrarlo e, battendogli poi una mano sul golfino nero indossato, aggiunse, "Bensì lo sto semplicemente accompagnando. Perché, come vede, durante il primo atto ci siamo bevuti più di un litro di vino a testa. Ahah... non è divertente come cosa? Bere così tanto a teatro, l'opera dev'essere così tanto opprimente, tu cosa ne pensi? Purtroppo non ho la possibilità di offrirgli un bicchiere, ho versato le ultime gocce di Chardonnay ai tuoi amici entrati da poco lì dentro. Mi spiace ammetterlo tuttavia sono malconci, non reggono bene l'alcool. Che femminucce, sono distesi a terra completamente sbronzi."

Non appena proferì quelle ultime parole, l'energumeno le bloccò le braccia dietro la schiena, in modo tale da non avere più alcuna possibilità di muoversi.
Era giunto il momento di agire, non lo temevo, in carcere ebbi la "formazione" necessaria per combattere contro giganti come lui.
Gli sferrai un potente calcio sulle costole, con probabilità riuscii ad incrinarne alcune, e con un altro gli colpii gli stinchi.
Emise un urlo e mollò la presa sulla donna, presa momentaneamente in ostaggio, dandole la possibilità di reagire con una fortissima pedata nei suoi gioielli di famiglia.
Si contorse per il dolore, portando poi entrambe le mani sul basso ventre, non ci fu momento più propizio per sistemarlo definitivamente.

"John prendi subito il coltellino che ho in borsa."

"Mi rifiuto! Tu non ammazzerai più nessun essere vivente, tantomeno costui, seppure non avesse buone intenzioni con noi due." mi opposi.

"Non fare storie, non è il momento adatto, John! Ti ho detto di passarmi il coltellino, ho intenzione di legarlo con quei robusti cordoni e per farlo devo tagliarli. Forza che aspetti? Un invito scritto?" mentre disse ciò continuò a dargli ripetuti calci, in più gli spruzzò in viso lo spray narcotizzate.

Eseguii il suo ordine e, proprio nel momento in cui le passai l'occorrente, qualcuno alle mie spalle sparò un colpo di pistola.
Un corpo ferito ad una spalla cadde in prossimità dei miei piedi.
Era l'altro mafioso, quello cui stava controllando i sanitari, probabilmente si era reso conto di quanto stavamo facendo.
Mi girai e poco distante notai la detective Kay Daniels, l'attuale ragazza del mio gemello.
Con quel gesto aveva appena salvato la mia vita e quella della Donna Misteriosa.

"Usa queste, sono più affidabili delle corde. Sono certa che queste non riuscirà a togliersele!" suggerì la nuova arrivata porgendo alla donna dagli occhi di colore differente, le affidabili manette.

"Io sono in grado di farlo!" affermai.

"Siamo in due. Tra l'altro aggiungo di essere più bravo di te, John!" esclamò un'altra voce.
Si trattava di Cameron, ci aveva appena raggiunto ed era tutto trafelato.

"Ciao Cam!" esclamai andando incontro per abbracciarlo, ero felice sia di vederlo sia di avere il suo aiuto per una situazione simile.

"John!" disse a sua volta, rispondendo prontamente al mio abbraccio.
Quel semplice gesto affettuoso, mi trasmise un'enorme forza, felicità d'animo e appagatezza.
Lui era la mia perfetta metà  seppure nell'ultimo periodo eravamo piuttosto distanti e le nostre strade si erano allontanate, non potevamo mai essere divisi.

"Ci volete raccontare ciò che è successo?" volle sapere la detective.

"Loro c'hanno aggredito, hanno combinato un bel caos sia all'interno della chiesa della città sia nel centro commerciale attiguo, se lo volete sapere sono stati loro a uccidere. Infine c'hanno seguiti fino a qui e hanno fatto fuori il bigliettaio." spiegai a grandi linee, "Gli altri dove sono?"

"In perlustrazione! Sapete quanti uomini sono sulle vostre tracce?" domandò Cam.

"Ne abbiamo contati otto e alcuni sono già stati sistemati. I rimanenti sono saliti sulle tribune per cercarci, un altro è di vedetta all'entrata."

"Penserò io a quest'ultimo." proclamò la Donna Misteriosa.

"Ehi, se non te ne sei accorta, qui è presente un'agente dell'FBI. È un mio compito arrestare l'individuo losco." tentò di fermarla Kay.

"Ah sì? Non l'avevo notato! Stai per caso sottovalutando le mie capacità, Kay? Guarda e impara!" la sminuì la prima.

"Ricordati del patto, eh?" le tenni in mente.

"Come potrei dimenticarlo, amore!" mi rassicurò, facendomi l'occhiolino.

"Che genere di patto?" volle sapere con la sua solita curiosità Cameron, "Eravate in una chiesa, non è che per caso vi siete sposati senza dirmi nulla. Sai che mi offendo e tengo a queste cose."

"Oh, su taci! Voglio gustarmi la scena." cambiai bruscamente discorso, non avevo certo voglia di raccontargli la verità.

La volontaria non tardò molto a raggiungere la sentinella e, dato che la persona in questione le stava dando le spalle, le bastò un semplice ma potente fendente in pieno capo con un oggetto contundente, perse i sensi in pochissimo tempo.

"Che ti avevo detto, Detective?" la mia compare si girò verso di noi per bearsi delle lodi, le quali si aspettava di ricevere, "Aiutatemi! Nascondiamolo insieme agli altri suoi due amici all'interno dello stanzino fin quando non arriverà qualche agente dell'FBI per imprigionarlo."

Al mio gemello e al sottoscritto non restò che spostarlo nel posto indicato, come ultima cosa girammo la chiave, chiudendo tutti i tre uomini lì.

"Fatto! Ora dobbiamo assolutamente elaborare, un piano per prendere i nostri sequestratori con una singola fava."

"Sicuramente ci toccherà lavorare sulla tattica! Prima però devo allertare i miei colleghi su quanto sta accadendo." ci illuminò la ragazza di Cameron.

"Non posso credere che tu non lo abbia ancora fatto! Sei una delusione, Kay Daniels!" esclamò in modo seccato D.M.

"Ehi tu Donna Misteriosa, dosa le parole! Non puoi rivolgerti così alla mia ragazza!" si intromise Cameron.

"Sennò cosa mi farai?" lo provocò lei.

"Piantiamola tutti, okay? Cam hai per caso un piano da attuare?" con quelle parole la detective pose fine a quella superflua discussione.

"Ovvio! Facciamo una cosa divertente? Perché non provate ad indovinare quello a cui sto pensando?"

"Cameron sputa il rospo se non vuoi che ti tagli le corde vocali!" lo minacciò la mia compare.

"Ehi tu! A cuccia!" intervenni prontamente, lei sbuffò rumorosamente, tuttavia non pronunciò un'ulteriore parola.

"Dicci tutto, siamo tutt'orecchi!" disse a sua volta Kay.

"Ci divideremo. Io e John cercheremo di avere l'attenzione dei malviventi e, a tal proposito, saremmo costretti ad interrompere lo spettacolo. La nostra apparizione sul palco sarà spassosa, in modo particolare per noi, mentre i presenti, gli attori e i produttori chissà se lo apprezzeranno! Forse no, anzi temo che a questi ultimi non andrà proprio a genio. Bè, semmai dovessero vietarci l'entrata ad ogni teatro della città, Kay sappi che questa non è una scusa per non portartici..."

"Cameron, per piacere, sii conciso." misi un freno alle inutili ciance di mio fratello.

"Poi nel frattempo voi due, vi nasconderete dietro le quinte e aspetterete pazienti l'arrivo di quei quattro. Solo allora irromperete a vostra volta sulla scena catturando i delinquenti."

"Che piano pess..." brontolò la donna dagli occhi di colore differente, in ogni caso le impedii di proseguire accettando la folle idea proposta.

"Se John acconsente, allora io sarò dei vostri!" disse a sua volta Kay.

Mancava solo l'ultimo consenso, per nostra fortuna non tardò ad arrivare.

"Avviso gli altri due, dicendo loro di raggiungerci qui! Qualcuno ha voglia di cercare qualche abito per me e per il mio gemello? Devono essere uguali."
Successivamente a questa sua ultima richiesta, Kay si allontanò per qualche minuto e quando tornò aveva con sé quanto preteso.

A Cameron e a me non restò altro che indossarli, fu come rispolverare i vecchi tempi passati.
Non appena l'ultimo bottone del soprabito fu allacciato, fummo pronti per la nostra entrata in scena.

Prima però avvenne l'incontro con Gunter e Jordan.
Non appena ci raggiunsero, vidi i loro sguardi illuminarsi e corsero verso di me e mi abbracciarono, ad ogni modo mi rimproverarono bonariamente per lo scambio effettuato in precedenza con il mio gemello.

"Scusatemi, non era mia intenzione ferire nessuno di voi, lo sapete vero?" mi accertai.

"Sì, lo sappiamo!"

"Oh, ma quanto siamo dolci oggi. Mi state facendo venire le carie." ci prese in giro D.M.

"Ma questo stupido piano è opera tua o del Maghetto qui presente?" mi mancava il soprannome che Gunter aveva affibbiato a Cameron.

"Del Maghetto!" rispondemmo all'unisono, guardando l'interessato.

"Sì, è mio. Perché?"

"Perché è stupido!"

"È proprio quello che penso io."

"Persino io sono della stessa opinione."

"Allora perché non ci inventiamo dell'altro?" volle sapere l'omaccione.

"Perché abbiamo poco tempo a disposizione e in assenza di altro ci dobbiamo accontentare!" tagliò corto l'ideatore del piano.

"E lei? Ci possiamo fidare di lei?" domandò Jordan a sua volta, indicando la Donna Misteriosa.

"Purtroppo sì!" si lasciò sfuggire Cameron.

"Se volete essere aiutati per incriminare questi depravati, allora sono qui apposta... caso contrario posso andare via e lavarmi le mani su quanto accadrà a voi in questo preciso momento."

"Era solo per sapere." si giustificò il ragazzo, alzando le mani mettendosi sulla difensiva.

"Ci fornirai le prove per incastrarli?" la interrogò Kay.

"Se mi assicurerete l'anonimato allora sì!"

"Affare fatto!" e così la detective e la pentita strinsero l'accordo.

"Ora muoviamoci, il tempo stringe!"

A quel punto, mentre nei corridoi echeggiava una nota canzone lirica ispirata all'opera, il mio gemello ed io ci incamminammo verso le quinte.
Lui entrò dalla parte destra io da quella sinistra, qualche secondo dopo la sua comparsa, a mia volta feci capolino sopra il palco.
Era passato poco più di un anno da quando smettemmo di fare gli spettacoli, per via della mia incarcerazione, e in quel preciso momento mi sentii sopraffatto.
L'aria mi mancò, non ero più abituato ad avere tutti gli occhi puntati su di me.

Dal canto loro gli spettatori rimasero a bocca aperta, sia a causa della brusca interruzione dello spettacolo del quale avevano pagato il biglietto, sia perché videro me, un latitante che aveva "ucciso" una donna.
Quello non era più il mio posto, semmai lo fosse mai stato, sapevo che non sarei più potuto rimanere in quel paese il quale aveva rovinato la mia vita, per tutti quanti sarei sempre rimasto un assassino, e io non volevo nulla di questo.
Volevo solo essere libero e lontano da lì, in un posto dove nessuno mi conosceva e distante da tutti i pregiudizi.

"Salve a tutti spettatori e spettatrici. Mi scuso per quest'innaspettata interruzione. Io e lui vorremmo solo avere modo di non farvi scordare dei gemelli Black e di quanto vi piacquero quando erano un team spettacolare. Il tutto funzionava perché eravamo una squadra, non ci poteva essere un Cameron senza un Jonathan e viceversa. Per questo motivo vorremmo solo farvi qualche trucchetto. Buona visione!"

Guardai la platea e notai i visi di alcuni leggermente divertiti e curiosi, altri ancora commentarono con un'esclamazione di disappunto, oppure con parole poco carine rivolte verso di me.
Probabilmente non avrei dovuto dar peso alle loro dicerie, non ne valeva la pena, purtroppo quella volta non ne potei fare a meno e rimasi ferito da quanto tutti loro fossero così frivoli e superficiali.

Il mio flusso di pensieri vennero interrotti quando notai strani e bruschi movimenti nella parte superiore delle cabine, avevamo finalmente attirato l'attenzione dei nostri nemici.
Il tempo a disposizione per il nostro piccolo show sarebbe durato poco.
Iniziammo e riuscimmo a fare due o tre brevi numeri, e nel frattempo tutti e quattro i malviventi entrarono in platea e si avvicinarono con fare minaccioso.

"Oh, guardate un po', abbiamo quattro volontari. Forza salite sul palco, non siate timidi!"

Avevamo deciso di fare qualche stupido trucco con le possibilità presenti in quel teatro. Avremmo attirato chi ci seguiva verso il centro del palco, una volta all'interno, avremmo sollevato dei teli affinché agli spettatori risultasse impossibile vedere quanto stava accadendo dentro.
A quel punto sarebbero dovuti intervenire Gunter e Jordan, stordire i malviventi con qualunque mezzo e trasportare a gran velocità quei quattro.
Una volta avuta la scena libera, Cameron ed io avremmo fatto vedere ai presenti che il numero era riuscito e che sul (palco) i "volontari" erano spariti, oscurare per una seconda volta la scena e far prendere il posto sul palco a Kay e D.M.
Era un cliché di numero, visto e rivisto, ciononostante avrebbe donato a me e alla mia compare il tempo necessario per sparire una volta terminato il tutto.
La Squadra Magica sarebbe rimasta lì ad aspettare gli agenti, i quali avrebbero successivamente portato via i malviventi.

Eppure le cose non andarono come previste...

NDA: CIAO a tutti :) eccomi qui con questo nuovo capitolino, spero vi piaccia.
Visto che si è formata una nuova coalizione e per la prima volta la squadra magica e quella formata da D.M. e John si è unita per battersi contro qualcosa di più grande di loro, come credete che andrà a finire? :)

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