cap 31: PICCOLO BISTICCIO

KAY'S POV
Quando arrivai a casa, ero stremata sia per l'interminabile sopralluogo, fatto per raccogliere tutti gli indizi riguardanti gli omicidi della finta Donna Misteriosa e del suo agente di custodia, sia per il viaggio durato diverse ore.

Quindi, non appena varcai la soglia di casa mia, tutto ciò di cui neccessitavo fare sarebbe stata una doccia rigeneratrice, la quale mi avrebbe aiutata a rilassare.

Ed invece non appena aprii la porta, capii immediatamente che qualcosa non andava: la musica era a tutto volume.
Con molta probabilità i miei vicini me l'avrebbero fatto pesare durante la nostra prossima assemblea di condominio, oltre alla musica sentii dei risolini e delle voci femminili le quali non conoscevo.

"Ma cosa sta succedendo qui?" avrei tanto voluto domandare ma non riuscii a farlo.
Ero completamente pietrificata, non a caso le valigie, che tenevo in mano, mi caddero a terra con un tonfo assordante.

L'appartamento da pulito ed ordinato il quale era quando lo lasciai prima della mia partenza, pareva ora una discarica.
C'erano bicchieri, fazzolettini e piattini sparsi in ogni singolo centimetro della mia casa, tutte le varie decorazioni, i libri e le piantine aventi, erano stati spostati, confondendosi tra tutto quel disordine.

Tuttavia ciò che più mi scioccò, che mi infastidii e che mi fece arrabbiare, fu vedere il luogo brulicare di escort, vestite con abitini striminziti o con addosso solo la lingerie.
Stavano guardando i due ragazzi in modo sensuale e provocatorio, quest'ultimi poi erano lì, in mezzo alla stanza, come imbambolati.

Percepii il sangue ribollirmi nelle vene, mi sentì tradita da Cameron: per lui significavo così poco?
Gli avevo aperto il mio cuore, mi ero fidata di lui e lui mi ripagava così? Facendo un festino a luci rosse e per di più nel mio appartamento?

No, quello era decisamente troppo!

Il rumore, della porta e delle borse che caddero, richiamò l'attenzione di tutti i presenti i quali si voltarono verso di me.

"Kay?!?" domandò con voce smorzata il maghetto, mal celando sorpresa.

"Oh... ma che peccato avervi disturbato!" esclamai acidamente, storcendo la bocca con estremo disgusto.

"Kay, non è come sembra!" mi fece sapere Cameron, "Io non c'entro con questa storia e soprattutto non è successo niente di niente!"

Proprio in quel momento una donna bionda, con curve alla Kim Kardashian, uscì dalla porta, essa portava alla soffitta, l'ultima arrivata aveva addosso solo dell'intimo e si avvicinò a noi con in mano una busta.

"Cara, purtroppo devo dare ragione al ragazzo. Non mi era mai capitato di mandare in bianco un cliente, noi non abbiamo fatto nulla. In ogni caso vogliamo comunque i soldi, ci spettano in quanto abbiamo perso tutto il pomeriggio." mi disse.

"Certo, come no! Mi state dicendo che dovrei credere a dei perfetti sconosciuti? Per di più avete usato il mio appartamento per i vostri giochini erotici! Cameron, per piacere: manda fuori tutte, non posso più vedere nessuno di voi." urlai arrabbiata.

"È quello che stavo per fare prima che tu arrivassi. Kay... credimi, io sono venuto qui per farti una sorpresa." mi informò il maghetto, guardandomi con uno sguardo preoccupato.

"Ho visto che genere di sorpresa! Bene, ora che mi hai dato questo favoloso regalo di ben tornato, vi voglio immediatamente fuori da qui!" urlai, facendogli capire di non essere i benvenuti.

"Io non avevo la più pallida che qualcuno avesse occupato casa tua. Non sono stato io ad assoldarle." continuò a giustificarsi.

"Raccontala a qualcun'altro." sentenziai adirata.

"Il ragazzo dice la verità: non è lui la persona la quale ci ha assoldato." ci interruppe la escort.

"Visto?" mi fece il verso Cameron, come se fosse stata una cosa ovvia.

"Già, noi abbiamo un buon alibi: durante la tua assenza, noi eravamo altrove, io e Cam eravamo lontani, a diversi chilometri da qui e soprattutto per un motivo ben diverso!" cercò di farmi capire meglio Jordan.

"È stato qualcun'altro ad assoldarle, Kay. Te lo giuro." si intromise l'altro, guardandomi con occhi supplichevoli.

"Sì. Tra l'altro, hanno detto di darvi questo!" la promiscua donna ci passò la busta, "Ora se non vi dispiace, vorremmo avere i nostri soldi."

Jordan prese la carta di credito del mago e lui più tutte le altre donne uscirono da casa mia lasciando soli Cameron e me.

Presi la busta ed estrassi il foglio, al suo interno c'era una lettera, la lessi ad alta voce: "TI È PIACIUTO IL REGALO CAMERON?! DA PARTE DELLA TUA NEMICA PREFERITA."

"Visto Kay? Avevo ragione sì o sì? Non ti farei mai una cosa simile, sei molto importante per me e non voglio perderti." dopo aver pronunciato quelle parole, Cameron tentò di abbracciarmi eppure mi scostai, "Non mi credi?"

"Non è che non ti creda, ma... ho bisogno di un po' di tempo per stare da sola e pensare. Questo passo falso non mi è piaciuto, Cameron. Non si può giocare con i sentimenti delle persone in questo modo." gli spiegai.

"Lo so. Ma D.M. l'ha fatto per minare il nostro rapporto. Sapeva che ti avrebbe fatta soffrire, e si è divertita nel creare questa situazione. Io comunque mi scuso ancora, perché non era certo mia intenzione farti del male. Voglio farti sapere che, i miei sentimenti nei tuoi confronti sono reali e voglio costruirmi un futuro con te." Cameron mi prese con le sue mani il viso e fece in modo che lo guardassi dritto negli occhi.

"Vado a lavoro, quando tornerò mi aspetto che tutto questo schifo venga ripulito. Per favore, ridatemi indietro il mio distintivo, spero tu non l'abbia utilizzato in mia assenza." tagliai corto, non avendo proprio alcuna voglia di rimanere lì ad ascoltarlo.

Non aspettai un'ulteriore risposta e, dette queste parole, uscii dal mio appartamento, aprii la porta.
Non appena questa si spalancò, capii immediatamente che Jordan aveva origliato tutta la nostra conversazione, lo capii, a causa del suo scatto fulmineo, dove si chinò velocemente, sperando di riuscire a farmi fessa.

"Ehm... Kay... stavo, stavo cercando una moneta... mi è caduta qui proprio qualche minuto fa... dove caspita si è nascosta? Non la trovo più!" finse, continuando a scrutare il pavimento e a tastare il terreno.

Scossi la testa e a passo svelto me ne andai, non li degnai di alcuna risposta.
Volevo scappare da tutto quello squallore, eppure nel mio profondo, sapevo che Cameron era innocente, io d'altro canto, mi sentivo male, ero arrabbiata e la gelosia mi stava divorando.

"Kay, ma, non avevi detto che avresti ripreso a lavorare domani?" mi accolse incredula la Deakins non appena entrai dentro la sede.

"Ho cambiato idea, ho alcune cose da fare e preferisco sbrigarle subito, almeno non mi si accumulano!" risposi.

"Non puoi comportarti così, lo sai no? Adesso non so come segnarti le ore di straordinario di oggi."

"Non c'è problema, capo! Ora avevo intenzione di stendere una relazione su quanto scoperto in questi giorni in Montana. Non mi ci vorrà molto!"

"Non devi stendere nessun rapporto, Kay. Eri in quel luogo solo in via ufficiosa." mi ricordò lei.

"Sì, ne sono consapevole. Comunque, essendo una persona sempre molto precisa nelle mie ricerche ed essendo stata là per indagare e cercare qualche indizio, sento di dover adempiere ad un mio diritto sistemare tutti gli appunti presi, affinché, risultino leggibili e facili da comprendere. Solo così lavoro meglio." spiegai, prendendo i fogli i quali avevo in borsa.

"Questa è la prima volta che sento dire da un mio agente la parola 'diritto' di compilare le solite scartoffie, al posto di sentirsi in dovere di farlo. Sono contenta di avere in squadra una persona come te, Kay!" si complimentò il mio capo.

"Grazie, io provo un immenso piacere nel farne parte!" risposi, quella era la verità, mi trovavo in perfetta sintonia con tutti loro e sul campo lavorativo avevamo un'ottima intesa.

La Deakins mi sorrise infine uscì dalla stanza.

Una volta rimasta da sola, iniziai a leggere tutte le informazioni raccolte e pian piano le trascrissi in modo chiaro ed ordinato.
L'ordine effettivamente era un elemento il quale mi aveva da fin da sempre contraddistinto e quando frequentavo la scuola, tutti gli insegnanti mi lodavano per via di questo pregio.

Comunque dovevo dar ragione al mio capo: compilare le scartoffie non era di certo quella parte di lavoro che preferivo.
Eppure, dopo il fattaccio avvenuto con Cameron, tutto ciò di cui avevo più bisogno era di tenere la mente occupata.

Un'oretta dopo, il mio arrivo in ufficio, qualcuno bussò alla porta.

"Avanti!" esclamai.

"Ciao Kay, hai bisogno di una mano?" mi domandò Cloe non appena entrò dentro la stanza.

"Ciao Cloe! Oh no, tranquilla. Riesco a fare da sola, inoltre non vorrei sommergerti di lavoro, avrai già il tuo bel da fare."

"Non ci sono problemi, mi piace aiutare le persone. Allora cosa mi racconti di interessante?" mi chiese.

"Che in realtà sono stanca e non mi sono potuta rilassare in casa mia a causa di un imprevisto. Tu cos'hai combinato di bello in questi giorni?"

"Quello che hanno fatto Cam e la Squadra Magica." mi rispose come se la cosa fosse ovvia.

"Mi sono persa qualcosa d'importante?" domandai perplessa.

"Oh! Non hai ancora incontrato il tuo ragazzo?" scossi la testa, "Quindi... ancora non sai nulla! Allora penso proprio che tu debba chiedere a lui."

"Ti ha coinvolta in qualcosa di folle? Non vi sarete messi nei guai, spero!"

"No, no. È filato tutto liscio; poi guarda, abbiamo preso questo!" prese dalla tasca dei jeans un cellulare bianco e me lo mostrò, mi stupii nel vederla con in volto una strana faccia soddisfatta.

"E posso sapere di chi è?" domandai.

"Prova ad indovinare."

"Tuo?"

"Mi credi se ti dico che è quello della Donna Misteriosa?" mi illuminò.

"Ormai non mi stupisce più nulla." esclamai, prendendo l'oggetto in questione e rigirandomelo tra le mani, "Come avete fatto?"

"Penso sia il lavoro di Cameron spiegarti per filo e per segno quant'è successo." disse la ragazza, lasciandomi avvolta in questo alone di mistero.

Non me lo feci ripetere due volte, quindi, mi alzai in fretta e furia e lasciai la sede dell'FBI.
Cameron mi doveva una luuunga spiegazione.

Mi precipitai nel mio appartamento, convinta che lui fosse ancora lì tuttavia lo trovai vuoto.

"Cameron. Sei qui? Devo parlarti." dissi senza però ottenere alcuna risposta.
Mi avvicinai alla penisola e sul ripiano di esso trovai il duplicato delle mie chiavi, un bel mazzo di rose rosse ed un biglietto di scuse.
Trovai questo gesto estremamente romantico e mi resi conto di essere stata dura con lui quel pomeriggio.

Mi guardai in giro, durante la mia assenza Cameron aveva pulito e ordinato tutto come gli avevo chiesto.

Presi dalla borsa il mio cellulare e composi il suo numero, eppure, non feci in tempo a premere il tasto verde, qualcuno bussò al citofono.

"Kay, sono io, aprimi per piacere!"
Pigiai il tasto ed aspettai l'arrivo di Dina.

"Kay tesoro, ben tornata!" mi accolse calorosamente la mia amica, dandomi un sonoro bacio su una guancia, "Allora com'è andato il viaggio?"

"Dina, che bello vederti! Tutto bene grazie."

"Mi fa piacere. Sono di Cameron giusto? Che gesto romantico, non trovi?" disse indicando il mazzo di fiori.

"Certo. Solo che l'ha fatto perché si sente in colpa per gli avvenimenti di oggi e vorrebbe rimediare. Vuoi un drink?"

"Sì grazie, quando bisogna parlare di certi argomenti scottanti un bicchierino aiuta sempre."

Così le raccontai quanto accaduto qualche ora prima comunque lei mi rassicurò sul fatto che Cameron non sarebbe mai stato capace di fare nulla del genere.

"Fidati di me, non è opera sua, Kay. Non ha mai fatto nulla di tutto ciò da single! Forza, vai a cambiarti, andiamo a fare baldoria noi due. Ci facciamo una bella serata solo per noi donne!" sentenziò risoluta lei.

"Scusa, sono un po' stanca. Cosa ne dici se ci vedessimo dopodomani per fare questa nostra uscita?" proposi.

"No, non se ne parla proprio! Dobbiamo far vedere a tutti quegli uomini che noi siamo più in gamba di loro."

"Devo proprio?" esclamai un po' controvoglia, ero letteralmente stremata.

"Certo! Sai che non me ne andrò da qui finché non mi dirai che stasera uscirai con me. Non hai alternativa tesoro!"

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