cap 29: IL SOGNO

CAMERON'S POV
"Comunque, parlando di cose interessanti: manca davvero molto poco, questione di tre secondi e tutti i file del PC di D.M. saranno nostri... uno.... due..." ci fece sapere Cloe.

Erano passati poco più di una ventina di minuti, da quando i due ragazzi si erano introdotti nel suo appartamento e, finalmente dopo quella serata, oltre ad aver rubato la chiavetta contenente il video il quale provava l'innocenza di mio fratello, da qui a solo qualche secondo, avremmo scoperto persino tutti i suoi segreti.
Mi sentii come se avessi vinto alla lotteria.

Sennonché... quando Jordan e Cloe dissero "tre"... tutte le luci della città si spensero.
Avevamo appena causato un blackout!

"Ah!" urlarono di paura i due dall'appartamento di fronte.

"Che cazzo avete combinato, pivelli!" sbraitò Gunter.

"Cloe, Jordan... tutto bene?" chiesi ansioso.
Se fosse capitato a loro qualche cosa, la colpa era solo mia, dato che, li avevo coinvolti in questa pericolosa missione.

"Oddio... che seeensooo!" la ragazza era inorridita e non riuscì a dire altro.

"Gli occhi di lei... erano sullo schermo del pc!" Jordan invece iniziò a ripetere queste parole, come se fossero state un mantra.

"Ragazzi, per favore, ascoltatemi: ora dovete assolutamente uscire di lì prima che la situazione peggiori. Ho una scarsa visibilità del tetto, hanno appena spento tutte le candele. Sono sicurissimo che tra qualche minuto D.M. e Jonathan vi raggiungeranno. Uscite da lì, subito!" iniziai a tirarmi i capelli con fare disperato.
Non potevo intervenire in alcun modo o la nostra copertura sarebbe saltata, quindi stava solo a loro fare qualcosa.

"Avete sentito, imbecilli? Muovete subito il culo e tornate immediatamente qui!" gli ordinò con autorevolezza l'omaccione vicino a me.

"Ci stiamo muovendo, ci stiamo muovendo, calmi!" ci rassicurarono.

Sentii, a quel punto, il rumore della porta aprirsi e, quasi subito dopo, il loro correre giù dalle scale.

Era fatta!

Mentre aspettammo l'arrivo dei nostri amici, oscurai le vetrate con le tapparelle, eravamo nella più profonda oscurità e la nostra magnifica postazione non serviva più, considerando che non si riusciva a vedere nulla.
E a causa della continua insistenza di Gunter, accesi la torcia del cellulare, per il fatto di non sentirsi a proprio agio in tutto quel buio.

"Attento, arriva l'uomo nero e ti mangia!" esclamai prendendolo in giro, "Com'è possibile che un uomo grande e grosso come te abbia paura del buio?"

"Ah! Ah! Ah! Che simpatico che sei, Maghetto dei miei stivali. Io non ho paura. Mettitelo bene in testa, okay?"

"Okay, okay!"

"Eccoci qui finalmente, La chiavetta!" avevano entrambi il fiato corto e sicuramente il cuore gli batteva all'impazzata.

"Siete degli incoscienti!"

"Gunter stai calmo! Sai che è tutta colpa mia. Comunque di cosa stavate parlando? Come mai gli occhi di D.M., li avete visti sullo schermo?" chiesi.

"È successo un attimo prima del blackout, poi persino il suo pc si è spento." mi disse Cloe.

"In realtà non erano proprio i suoi occhi, bensì il murales trovato da te e da Kay, nello scantinato di Bishop, l'artista pazzo che la Donna Misteriosa ha ucciso quando ti rapì. Ricordi?" mi spiegò meglio Jordan.

"Quella megera ti ha rapito, Cameron? Quand'è stato?" mi domandò invece la nuova ragazza.

"Bè, sì è successo... è una storia lunga, te la racconteremo." tagliai corto.

"Cloe ti farò io il riassunto di ciò che capitò al povero Cameron qualche mese fa." si propose il piccoletto.

"Perfetto, grazie."

"Okay, datemi i file che avete copiato. Vediamo cosa avete trovato!" ero euforico.

Mi passarono la chiavetta e la misi nel PC del mio amico, ad ogni modo avevo fatto loro rischiare la vita inutilmente: il dispositivo USB era completamente vuoto.

"Scusaci Cameron! Abbiamo fatto il possibile, sicuramente era solo una trappola. Farci credere che saremmo stati in grado di rubare e prendere ciò che volevamo dal suo PC, quand'esso invece è più blindato di un carro armato." erano sofferenti per via del fallimento.

"Ma cosa dite? Avete fatto tanto, bravi ragazzi, sono fiero di voi." li abbracciai.

"Forza, basta con tutte queste smancerie. Ora andiamo via." ci interruppe Gunter.

"No, per il momento meglio rimanere dove siamo se D.M. sospetta qualcosa, stanotte lascerà questo costosissimo appartamento per cercare un'altra sistemazione, e l'ultima cosa la quale ora voglio è incrociarla per strada. Dobbiamo essere pazienti e aspettare domani quando le acque si saranno calmate." dissi.

"Bah! Che idiozia!" sbuffò l'omaccione.

"Fidatevi di me, il mio intuito non si sbaglia mai! Ora è meglio riposarci, abbiamo lavorato tanto oggi." risposi.

"Comunque Cameron ci devi raccontare ciò che è successo oggi quando ti sei scambiato con Jonathan." mi interrogò Jordan.

"Niente di entusiasmante. Lei ha dormito tutto il tempo e io frugato nell'appartamento. Voi?"

"Abbiamo trovato questa non appena abbiamo acceso il PC." Jordan e Cloe ci mostrarono la foto scattata col cellulare: D.M. come sfondo aveva una foto con mio padre Sebastian mentre danzava con una donna.

"E chi sarebbe lei?"

"Osserva bene, Gunter. È sicuramente una parente o la madre della nostra carissima Donna Misteriosa. Sono completamente identiche, se non per il colore di capelli. Bè, le domande giuste da fare sono: la foto dov'è stata scattata e soprattutto quando?" dissi.

"In che senso quando? Sicuramente sarà stata fatta prima della morte di Sebastian, no?" domandò l'omaccione.

"Okay, ragazzi scusate, ma io non ci sto capendo più nulla, sarà per via dell'adrenalina per quanto appena accaduto e perché sono tremendamente stanco!" ci interruppe Jordan.

"Sì hai ragione Jordan, ormai è già tardissimo, quindi meglio sistemarci qui alla ben e meglio e riposarci. Domani vedremo il da farsi."

Jordan e Cloe senza troppe lamentele si sistemarono e nel giro di poco si addormentarono. Gunter sbuffò rumorosamente, avrebbe preferito dormire sul suo comodo letto, tuttavia, alla fine, non avendo alternativa, si mise su una poltrona e dopo pochi secondi lo trovai a bocca aperta a russare rumorosamente.

Mi sedetti pure io in una poltrona e rimasi ad osservare per ore la foto procurata dai miei amici.
Chissà quanti segreti la nostra cara amichetta ci nascondeva e chissà se saremmo mai stati capaci di scoprire almeno alcuni di essi.

Quando fu quasi l'alba, mi addormentai, mi sentii pervadere da una dolce melodia, l'ascoltai meglio: era una specie di marcia la quale mi portò lontano. Sentivo che quella era una giornata particolare, mi sentivo così bene, così felice ma allo stesso tempo ero agitato, e i miei amici intorno a me correvano trafelati qua e là per la stanza.

"Tieni amico, non dimenticarti di questa!" Gunter mi passò la giacca del tailleur blu, stesso materiale e stesso identico colore del pantalone che già avevo addosso.

"Grazie. Ma che sta accadendo?" chiesi dubbioso.

"Ma stai scherzando, Cameron?"

"Nanetto... lo sai bene che il nostro ragazzo fa sempre dell'umorismo su qualsiasi cosa. Sa benissimo che giorno è oggi, ci starà prendendo in giro!" esclamò Gunter con uno strano luccichio negli occhi, pareva felice e mi risultò strano, quando mai lui era felice per qualcosa? Passava la maggior parte del suo tempo a lamentarsi di qualsiasi cosa, quindi, seriamente... cosa stava accadendo?

"Non sto scherzando! Mi dite che cosa mi sono perso e per quale motivo sono vestito in modo così ridicolo? E come mai perfino voi siete conciati in questo modo? Non mi ricordo di nulla!" dissi cercando di capire cosa stesse succedendo attorno a me.

"Come fai a non ricordarti del giorno del tuo matrimonio? Ecco Dina si è assicurata che ti portassi questa di cravatta." mi rispose Jordan aiutandomi poi ad annodarla.

"Scusate avete detto sposare? E con chi?" ero sempre più confuso.
La mia relazione con Kay era ancora alla fase iniziale e, seppure sapessi bene che lei era la donna che volevo al mio fianco per il resto della mia vita, ancora non avevamo certo pianificato il nostro futuro e, tanto meno, il nostro matrimoni.
Quindi che cos'era questa storia?
"Su forza ragazzi, ditemi se è uno scherzo. Se lo fosse, voglio farvi i complimenti per quanto sia architettato alla perfezione. Tra l'altro ci sono cascato proprio come un baccalà!"

"Forza, non fare il cretino, Pallone Gonfiato! Certo che l'agitazione ti sta giocando un brutto scherzo. Ragazzo sistemati quei capelli, così sei inguardabile, almeno per questo giorno speciale devi essere bellissimo e cercare di fare invidia persino ai modelli delle riviste patinate. Poi muoviti, non vorrai mica far aspettare la sposa, vero?" sbuffò Gunter spazientito, passandomi un pettine e del gel per avere un risultato migliore ed avere un aspetto ordinato.

Mi guardai allo specchio mentre cercai di tirare indietro l'ultima ciocca rimasta fuori, ero un figurino, stavo davvero molto bene, lo dovevo ammettere.

"Aspetta, io voglio un selfie con lo sposo!" Jordan si mise vicino a me e ci scattammo una foto.

"Muoviamoci, è ora di andare!" mi tirò l'altro guidandomi verso l'atrio della chiesa.

La chiesa era enorme, fatta in completo stile moderno con ampie arcate di legno, qualche ornamento e decorazione in pietra lavorata, luminose vetrate colorate e come in ogni chiesa quadri con la Madonna ed il Bambin Gesù, Santi ed Angeli e altri ancora raffiguranti vari episodi della vita di Gesù.

Per l'occasione era stata addobbata benissimo, fiori rosa ad ogni sedia, qualche fiocco qua e là e due maestosi bouquet floreali davanti l'altare.
Era tutto bello ed elegante ed io fremevo nel poter vedere la futura signora Black.

"Ehi, ma John dove si è cacciato?" chiesi, in un giorno così importante il mio gemello non poteva mancare.

"Be', lui... lui... Presto lo scoprirai!" mi risposero lasciando questo alone di mistero.
Eppure, dopo aver nominato John, notai in loro un'espressione sconsolata.

Sentii la porta della chiesa aprirsi e a quel punto la marcia nuziale partì.
Mi sistemai la cravatta, dovevo essere perfetto per la mia Kay, la quale in quel momento fece capolino camminando con molta determinazione su quei tacchi a spillo altissimi, sopra il tappeto bianco, posto proprio per quell'occasione, percorreva tutta la navata fino ad arrivare davanti all'altare.

Lei era bellissima come sempre, mi sorpresi però nel vederla indossare un abito a sirena, la facevo molto di più da abito vaporoso e tradizionale, a quanto pareva mi ero sbagliato di grosso.

Le andai incontro, la presi per mano e la condussi all'altare. Volevo dirle che la trovavo stupenda e non vedevo l'ora di baciarla.
Quindi tirai su l'enorme quantità di velo che le nascondeva il viso, fu un'operazione complicata aveva così tanti strati.
Una volta tirato pure l'ultima parte, rimasi sconvolto.
Gridai dalla disperazione, lei non era Kay, bensì la fantomatica Donna Misteriosa, dal canto suo mi guardava sorridendo beffardamente.

"Ciao Cameron. Felice di vedermi? Tra poco diventerò la signora Black. Su che fai? Non mi saluti? Non vuoi dare un bacio alla tua sposa?" rise fragorosamente, facendomi accapponare la pelle.

"Cosa ne hai fatto di Kay?" domandai preoccupato per la sorte della mia partner.

"Lei non è più un tuo problema!" tentò di avvicinare il viso al mio.
Riuscii ad allontanarmi appena in tempo.
A quel punto notai dietro di lei un'altra donna sempre vestita di bianco che la colpì con forza alla testa.

"Ben ti sta, stronza! Questo è per avermi rubato il ragazzo e per aver rovinato la vita dei gemelli! Ancora non hai capito che devi stare lontana da loro? Non saranno mai tuoi!" questa nuova sposa, altri non era che la migliore amica che potessi avere, Dina.

"Dina! Oh, grazie al cielo, mi hai salvato." l'abbracciai felice.

"Fatevi tutti da parte! Cameron è solo mio!" Kay apparve da una porta secondaria.
Lei, come le altre due, era vestita da sposa, era incantevole e proprio come me l'ero immaginata io.
Senza troppi indugi, le andai incontro, le tolsi la pistola la quale teneva in mano e la baciai.

"Kay vuoi sposarmi?" le domandai mettendomi in ginocchio.
Dovevo assolutamente chiederglielo, visto che, non mi ricordavo affatto di averle fatto la proposta.

"Certo Cameron, ma che domande!" mi rispose, prendendomi il viso tra le sue mani e guardandomi intensamente negli occhi.

"Perfetto allora! Andiamo a coronare il nostro sogno d'amore e non facciamo attendere ulteriormente i nostri ospiti." dissi.

Ci posizionammo davanti l'altare e sempre tenendoci per mano attendemmo l'arrivo del prete.
Se inizialmente mi sentii un po' perso per via del "matrimonio al buio", ora sapevo perfettamente ciò che stavo per fare.
Ed il bello fu che mi sentii sicuro di quella scelta.

Tutto sembrava perfetto ed io ero al settimo cielo, eppure mentre stavamo per dire entrambi il fatidico "SI!" sentimmo le grida disperate di Jonathan che mi cercava.

"Cameroooon!" urlò.

"Oh eccolo finalmente, John è qui. Ti stavamo..." non terminai la frase, perché vidi il mio gemello scortato da due agenti del FBI.
Lo tenevano a forza, uno per un braccio e uno per l'altro, mentre lui si dimenava con disperazione dalla loro stretta, per cercare di scappare.
Continuava a ripetere di essere innocente, infine notai con mio enorme orrore, il fatto d'indossare di nuovo quell'inguardabile vestito da prigioniero arancione.

"Nooo, fermi! Lui è innocente, non arrestatelo!" sostenni a mia volta.

"Portate via il fuggitivo. Non ha diritto di stare qui in questo posto sacro. Dato che ci siete, avete il mio appoggio nel gettare via la chiave." rise beffardamente una guardia, trattando Jonathan come se fosse stato un animale.

"Cameron attento. Lui è qui!" mi disse invece il mio gemello, mentre veniva letteralmente trascinato via dagli agenti.

"No... no... Noooo!" mi misi a correre verso la sua direzione, tuttavia una figura nera ed incappucciata mi prese per le spalle e mi bloccò.

"Noooooooo!" gridai ancora più forte.

"Cameron... Cameron... Tutto bene?" le voci calde ma preoccupate dei miei amici, mi riportarono nel mondo reale.
Solo in quel momento, mi resi conto che giacevo a terra. Probabilmente ero caduto dalla poltrona, scomoda e assolutamente inadatta per dormirci, mentre stavo facendo quell' inquietante incubo.

"Tranquilli amici. È stato solo un brutto sogno." dissi ancora ansimante.

"Cos'hai sognato?" mi domandò curiosa Cloe.

"Che mi stavo sposando..." risposi un po' elusivo, facendo scatenare le risate generali di tutti gli altri.

"Ammazza se si è trattato di un incubo!" sentenziò Gunter, il quale sembrava particolarmente divertito.

"Ma fai sul serio? Proprio tu mi giudichi, se non mi ricordo male, volevi fare la proposta ad una signora a cui non avevi mai rivolto la parola."

"Oh, ma che rompi che sei, Maghetto dei miei stivali!" borbottò e tutto ciò fece scatenare uno dei nostri soliti piccoli battibecchi e solo quando le acque si calmarono, raccontai a loro dell'incubo fatto.

"Be', proprio orribile!"

"Già concordo con Cloe. Però chissà come potrebbe essere la tua vita se realmente sposassi D.M."

"Uno schifo! Poi sinceramente non mi può interessare anche perché io amo Kay."

"Oh finalmente, l'hai ammesso! Ma se ti dovessi mai sposare chi sceglieresti come testimone tra me e Gunter?"

"Di sicuro sceglierà me. Magari a te, Jordan, farà fare il paggetto. Sei ottimo per quel lavoro, sei alto poco più di un bambino, quindi, validissimo." lo stuzzicò l'omaccione, ormai quello era diventato il suo passatempo preferito.

"Ragazzi, potremmo non parlare di matrimonio per un gran bel po' di tempo? Mi devo ancora riprendere." esclamai allibito.

"Ehi, nel caso Kay non ti volesse sposare, dimmi che non sarai così tanto idiota da scegliere D.M. come tua seconda opzione." si assicurò la ragazza.

"Non lo sarò, puoi giurarci!" le risposi inorridito dall'idea.

"Perfetto, allora dato che Dina è la ex del tuo gemello... e per via dei codici degli amici e soprattutto dei fratelli, il quale dice che non ci si può mettere con le loro ex, quindi figuriamoci sposarsi... Allora, la tua seconda opzione potrei essere io? Mi propongo come volontaria, sai? Cioè lo so, io non ci sono nel tuo sogno, ma non mi offendo mica se non mi hai sognato!" si propose sfacciatamente la nuova ragazza che si era da poco unita a noi.

"Quale codice? Io non ne ho mai sentito parlare." dissi.

"Bè, riguarda..." cercò di spiegarmi meglio la cosa, ma qualcuno la interruppe.

"Cameron non azzardarti! Quest'idea non ti deve sfiorare sfiorare il cervello, nemmeno per sogno." Jordan mi mise in guardia e a me non restò che alzare in alto le mani per arrendermi.

"Comunque vogliamo piantare le radici qui? Non è per caso ora di tornare a casa? La missione è finita, che ci facciamo ancora qui dato che è già mattino?" si lamentò ancora una volta volta Gunter.

"Ehi, qualche ora fa mi è venuto in mente un piano per vedere se Jonathan e D.M. sono ancora qui oppure se ne sono andati. Allora, il piano è questo: qualcuno di noi si finge un fattorino, avente un pacco da consegnare e, con questo espediente, avrà la possibilità di salire nel loro piano e controllare se noi potremmo avere il via libera. Che cosa ne dite?" ci propose Cloe.

"Sì ma sta di fatto che se lei fosse qui, riconoscerebbe noi tre anche se ci dovessimo camuffare in qualsiasi modo." le fece notare Jordan.

"Però avete me! Mi ha vista solo una volta e se mi travestissi da uomo, non penso che mi riconoscerà. Chi è con me?" ci rispose la ragazza con tranquillità.

"Ma è rischioso." le facemmo notare noi tre.

"Non ho paura, ragazzi!" esclamò rassicurandoci e, dopo tanta insistenza, acconsentimmo anche se malvolentieri.

Iniziò a prepararsi e, qualche minuto dopo, era già là di fuori che attraversava la strada con in mano un tablet per apportare la firma di avvenuta consegna, con l'altra un pacco vuoto.
Riuscì senza troppi problemi a prendersi gioco del portinaio e salì di corsa le scale fino ad arrivare all'ultimo piano, fece suonare, per svariati minuti, il campanello senza però ricevere alcuna risposta.

"Sta cercando la coppietta che abitava qui, ragazzino?" dall'auricolare sentimmo la voce di un signore anziano.

"Sì esatto. Devo consegnare questa." rispose Cloe.

"Devi sapere che ero uscito per vedere che cosa stava succedendo, dato che di notte per dormire uso il macchinario per la respirazione e di botto si era spento senza alcuna spiegazione e così capii che c'era qualcosa che non andava. Quindi mi sono alzato per accedere la luce ma non funzionava, quindi mi sono chiesto se..."

"Ehm... signore mi stava dicendo della coppia!" lo interruppe Cloe.

"Ah sì, giusto! Li ho incontrati quando sono uscito di fuori per vedere se fosse stato solo un problema mio quello della luce, e in quel preciso istante li ho visti andare via da qui. Mi dispiace sei arrivato in ritardo!"

Perfetto proprio ciò che volevo: curiosare indisturbato e più a fondo nell'appartamento per vedere ciò che il giorno prima mi era sfuggito.
Almeno terminato il sopralluogo, saremmo potuti tornare a casa a riposare.

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