cap 22: SCACCO MATTO!

D.M.'S POV
"Brutta bastarda, ti bastava fare due passi in avanti ed invece guarda che hai combinato! È tutta colpa tua!" esclamai piena di rabbia.
Tolsi la sicura dalla pistola e la puntai dritto, dritto in faccia alla mia rivale in amore, Dina.

Per colpa sua Jonathan era precipitato nell'abisso e, sempre per colpa sua, Cameron poteva avere vittoria facile: avevo perso il mio cavallo, ero in netto svantaggio.

"No ferma, non farlo! Così facendo, abbiamo entrambi perso una pedina importante a testa. Ma per piacere, qualsiasi problema tra voi due, tu non osare toccare Dina... sai bene che Jonathan non te lo perdonerebbe mai!" fu Cameron a rompere il silenzio, "Se vuoi avere una chance con lui, uccidere la sua ex non è una saggia decisione, e di certo non tra le mie prime opzioni. Però tutti noi sappiamo che tu non hai mezze misure, pensa che per conquistare mio gemello l'hai dovuto incarcerare. Ma tornando al discorso principale... tutto ciò lo porterebbe ad odiarti a morte!"

Dannazione, aveva perfettamente ragione.

"Taci! Chiudi quella boccaccia, Cameron! Okay, non le sparerò... non perché me lo chiedi tu, ma solo perché voglio vincere la partita e una pedina in più mi fa comodo. Che ti sia chiaro questo!"
A malincuore abbassai l'arma, ora, tutto ciò che mi rimase fare, era smettere di pensare a Jonathan, sicuramente stava bene e comunque lo avrei rivisto presto, infine aspettare la prossima mossa del mio avversario, sperando in un suo eventuale errore.

La tensione era palpabile, la partita iniziava a protrarsi già da un po' di ore, e tutto ciò iniziava ad essere snervante.
Gli unici a sprigionare calma e tranquillità erano gli automi che facevano da giudici e aspettavano pazienti ogni nostra mossa, lenta e ben calcolata.

"Perché non sposti la torre? Potresti farmi scacco matto in sole cinque mosse!" mi suggerì Cameron ghignando.

"Pensi realmente che non sappia giocare a scacchi, Maghetto? Non puoi bleffare con quella faccia, non hai la faccia da poker!" gli risposi.

"E io che cerco di farti vincere. Fosse per me ti lascerei tutto il tesoro, non m'interessa nulla di diventare ricco. Potrei continuare a fare il consulente per l'FBI, oppure tornare a fare il mago. Io l'unica cosa a cui punto è quella di riavere il mio gemello ed il video che lo scagiona." mi spiegò.

"Certo lo rivuoi insieme a te." esclamai sarcastica, "Ma a che scopo, Cameron? Per tenerlo nascosto a tutta l'umanità come hai fatto fino ad ora?"

"Pensi realmente che con te possa stare meglio?" s'intromise Dina, la quale finalmente trovò il coraggio di parlarmi.

Sorrisi beffardamente, da quando Jonathan era con me si trovava benissimo: aveva ogni ben di dio a sua disposizione, magari sì, era un mio prigioniero, in un certo senso, ma lo trattavo con i guanti, e a lui tutto ciò piaceva eccome. L'unica cosa che mancava tra di noi, magari, era solo un po' d'amore da parte sua, tuttavia ero più che sicura che col tempo avrebbe ricambiato i miei sentimenti.

"Non posso credere Dina che tu me lo abbia veramente chiesto! Seriamente? Tu credi che lo tenga rinchiuso in una cella come un prigioniero? Fidati, non è così! Per me si trova meglio con me rispetto a quando stava con te. Riesco a renderlo felice e soprattutto a soddisfarlo, cosa che tu non sei riuscita a fare, dato che ha provato a tradirti con la sottoscritta quando stavate insieme."

"Non è vero! Poi... se ti accontenti di stare con qualcuno che nemmeno ti ama... fai pure!" bonfocchiò con voce bassa ed indifesa.

"Ehi Stronzetta dei miei stivali, vuoi che ti colpisca adesso o subito? Io non riesco più a sopportare questo discorso. E anche se fosse? Non sono affari tuoi su ciò che accadeva tra loro due. Okay?"

"Già Gunter ha ragione: poi l'amore tra Dina e Jonathan è stato vero. Mi sa che hai poco da ribattere su questo." s'intromise a sua volta Jordan.

"Lo so bene che i due si amavano, l'ho potuto constatare con i miei stessi occhi. Io ci sono sempre stata nella vostra vita: vi ho servito ai tavoli, aiutato con i vostri spettacoli, vi ho seguito, spiato... eppure voi non vi siete mai accorti di me. È stato bello osservare ogni vostra mossa e mi sono divertita anche parecchio, sapete?" sputai il rospo facendoli rimanere a bocca aperta.
Non si aspettavano certo nulla del genere e tanto meno una mia tale confessione.

"Okay ragazzi, non perdiamo la concentrazione, Mike e Jonathan sono ancora nel baratro e di sicuro chi vincerà potrà liberarli."
L'agente dell'FBI, Kay Daniels, con ciò, ci costrinse a proseguire con la partita e io feci un passo a sinistra, essendo la regina avevo la possibilità di muovermi in qualsiasi direzione.
Solo dopo aver confermato la mia scelta mi accorsi che se avessi spostato la torre verso l'alto, come consigliato da Cameron, avrei potuto realmente fare scacco matto in cinque mosse.

Dannazione, voleva confondermi dandomi la soluzione giusta affinché sbagliassi.

"Te l'avevo detto! Ma tu vuoi farmi vincere a tutti i costi. Beh, che ti devo dire? Grazie!" esclamò soddisfatto il biondino.

Sbuffai, odiavo il suo blaterare continuo.

"Non mi sfidare, caro, posso ancora batterti, stai attento!"
Anche se non avevo scampo, non era certo mia intenzione fargli vedere che mi sarei arresa, anzi, volevo dimostrarmi ancora più competitiva e pronta a tirare fuori le unghie.

"Dipende in che senso intendi. In questa partita no di certo, ho la vittoria in pugno. E probabilmente nemmeno nell'altro senso! Sinceramente non sei il mio tipo." e dicendo questo il mio interlocutore mosse una sua pedina mangiando un mio alfiere.

Notai Kay alzare gli occhi al cielo, a quanto pareva teneva molto al piccolo illusionista, ma si vedeva chiaramente che la loro relazione era ancora agli inizi.

"Ho detto batterti... non sbatterti la cosa è abbastanza diversa!" replicai schifata.

"Batterti.... Sbatterti.... non è la stessa cosa? La differenza tra le due parole è solo una 'S' in più. Poi in realtà avevo proprio capito che mi volessi saltare addosso. Comunque, solitamente, non sono un tipo che rifiuta certe proposte, ma con te passo grazie! Non te la prendere... si tratta solo di un fatto personale."

"Vale lo stesso per me, Cameron." risposi sbuffando.

"Io mi fido poco di quest'ultima cosa... ma posso fingere sia così... voi che dite ragazzi?" mi rispose sempre col suo modo sfacciato.

Lo ignorai cercando di capire che fare, ormai ero spacciata, infatti, tempo nemmeno mezz'ora che il maghetto mi fece scacco matto ed i suoi amici esultarono felici accorrendo verso lui per abbracciarlo, erano fin troppo entusiasti della vittoria.

Si sentì un rumore strano al che tutti si zittirono, guardammo dritto verso il muro, i giudici si erano alzati e, con le loro mani mettallich,e indicarono le insegne luminose le quali si erano accese dopo la vittoria della squadra magica.
Sulla parete una luce bianca accompagnava la scritta "winner" e una rossa quella dei "looser".

Sapevo che per continuare la ricerca del tesoro dovevo proseguire per la via dei perdenti, ciononostante avevo ancora bisogno dell'aiuto e della presenza di Jonathan.

Quindi, una volta rimasta sola, m'incamminai verso la via presa dai miei avversari.
A quel punto, quegli stupidi Automi iniziarono ad aprirmi le botole sotto i miei piedi con l'intento di farmi cadere e non contenti, non appena misi piede fuori dalla scacchiera, questi presero a tirarmi dei minuscoli pugnali che per fortuna riuscii a schivare con destrezza.

Solo quando fui lontana dalla loro portata mi fermai per un secondo per tirare un sospiro di sollievo, eppure avevo ancora un'ultima cosa da fare, ovvero, riprendermi il mio amore.

Ripresi a camminare lungo quel corridoio in pietra, man, mano le voci della Squadra Magica si fecero sempre più vicine.
A pochi metri da loro mi nascosi e presi a spiarli ancora una volta, adoravo farlo.

Cameron appoggiò il palmo della sua mano sullo scalpo, riuscendo a sbloccare la porta da dove uscirono, malconci e malmessi, a causa delle botte che si erano dati, Jonathan ed il detective, precedentemente caduti dalla botola, finendo in quella prigione.

"Forza fuori! Non vedo l'ora di buttarti nuovamente in cella." esordì arrabbiato Mike spingendo in malo modo l'altro, "Ora ho pure modo di poterti denunciare per aggressione. Jonathan te la sei proprio cercata."

"Oddio state bene! Ero così in pensiero per voi. Grazie mi avete salvato la vita." disse Dina accorrendo verso i due.

"Jonathan. Che bello vederti!" esclamarono come se fossero stati un'unica persona Cameron, Gunter e Jordan, abbracciando calorosamente il fratello ritrovato.

"Ragazzi, sono felice anch'io di vedervi... ora non esagerate, mi state soffocando!" esclamò Jonathan con un gran sorrisone sulle labbra, ricambiando l'effusione.

"Forza muoviamoci, è ora di andare!"

Nella semi oscurità del luogo, rimasi nascosta dietro ad una colonna.
Non era ancora arrivato il momento adatto per salvarlo, dovevo coglierli di sorpresa per poter riavere nuovamente il mio partner.
Quindi aspettai che mi passassero vicino e, non appena mi superarono, uscii allo scoperto e puntai la pistola alla testa di Mike.

"Lascialo andare subito, detective! O vuoi che abbellisca questa parete con le tue cervella?" feci scattare la sicura e appoggiai l'arma sulla sua nuca, tanto per enfatizzare tutto ciò.

Mike si fermò, alzò le mani in alto e cercò di guardarmi di sbieco, era terrorizzato, io presi il mio prigioniero e lo allontanai da quest'altro.
Guardai gli altri con sfida, in quel momento potevano far invidia al museo di cere: nessuno fiatò, nessuno osò dire una parola o fare un passo in più.
Ora stringevo io il manico del coltello o ancora meglio quello della pistola e, con ciò, avevo il potere di decidere sulla vita del loro amico.

A quel punto indietreggiai, raggiunsi Jonathan che intrecciò le sue dita con le mie con il solo intento di portarmi via da lì.

Tuttavia io ancora non avevo concluso la mia opera.

Eh no, così sarebbe stato fin troppo facile per loro, mi girai presi la mira e sparai ad un braccio a chi aveva ridotto in malo modo il mio complice, l'interessato si acasciò a terra, mentre delle urla disumane risuonarono tra i vari corridoi in pietra.

Jonathan strinse la mia mano ancora più forte, trascinandomi completamente via da lì, tornammo nella sala degli scacchi, dove, di nuovo, dovemmo schivare i stupidi pugnali degli automi.

Smisero di usarci come bersagli mobili solo dopo aver varcato la via dei perdenti, corremmo ancora per un altro po', finché lui non si fermò.

Era furibondo, il suo sguardo diceva tutto, in quel momento era assetato di sangue, proprio come me.

"Perché? Perché l'hai fatto?" sbraitò.

"Gli ho solo dato una sistemata, amore. Ancora non aveva capito contro chi si è messo contro!"

"Tu non lo DOVEVI fare! E io che mi sono fidato di te, sono stato uno stupido nel poter credere che tu avessi un piccolo briciolo d'umanità. Perfetto, dopo tutto ciò sai che ti dico? Vai a fotterti!"

"Johnny calmo, ti prego!" lo supplicai, prendendogli il viso tra le mie mani.
Volevo che mi guardasse negli occhi, gli dovevo dire una cosa importante.

"Non osare chiamarmi più Johnny, capito?" era fuori di sé.

"Jonathan... ascolta, al fidanzato della tua cara amica non è successo proprio nulla. La pistola era caricata a salve. Non l'ho ucciso e tanto meno ferito. Volevo solo spaventarlo."

"È la stessa cosa, perché io mi sono fidato di te. A questo punto basta! Io e te abbiamo chiuso, per davvero e per sempre. Torno dagli altri!" si scostò dalla mia presa quasi schifato.

"Se vuoi tornare in prigione, accomodati pure!" gli feci notare.

"Meglio in prigione che con una come te!"

"Ne sei sicuro? Dopo tutto questo tempo passato insieme, ancora non hai scoperto chi sono realmente? Mi meraviglio di te, amore mio. Ti credevo più arguto!"

"Arguto... che termine antiquato, lo si usava ai tempi di mio padre... di Sebastian... tu!?! Cosa intendi dire che ancora non ho capito chi tu sia realmente. Io so chi sei... tu sei un mostro. In ogni caso, quella volta che Cameron ti ha chiesto come facevi a sapere che Sebastian Black altri non era che William Arcer e tu gli hai risposto che ci hai lavorato, in che senso ci hai lavorato?" pareva perplesso, arrabbiato e curioso al tempo stesso.

"Rimani con me e scoprirai tutto. Da tuo padre, da lui a mia madre, tutti i miei segreti... rimani con me e finalmente potrai tornare ad essere un uomo libero e allo stesso tempo... ricco. Non te ne pentirai!" gli sussurrai nell'orecchio in modo provocatorio.

Mi spinse contro la parete della stanza, sapevo già che intenzioni avesse e sinceramente non mi dispiaceva affatto, per lui avrei fatto qualsiasi cosa.

"Brutta stronza, questo sembra un ricatto bello e buono." esclamò adirato, mi prese per la vita avvicinandomi a lui ma stranamente sentii una gran fitta proprio nel punto in cui mi toccò, lui dal canto suo ritirò la mano inorridito, era sporca di sangue, "Ma che cazzo?"

La sua arrabbiatura si trasformò in pochissimo tempo in preoccupazione.

"Quegli stupidi aggeggi umanoidi ti hanno presa. Ma non ti eri accorta di niente? Scusa farà un po' male, devo cavarti il pugnale da dentro la pelle. Ti rimarrà una brutta cicatrice, temo." mi spiegò mentre iniziò a tirare.
Mi agitai, il dolore si faceva sempre più acuto.

Si strappò un lembo della maglia con i denti e mi tamponò la ferita, con l'intento di fermare l'emorragia.

"Shhhh... tranquilla! Per ora ho finito di torturarti. Ma quando saremmo a casa ti dovrò disinfettare la ferita e vedere pure se ci saranno alcuni punti da dover mettere."

"Ma in un'altra vita hai per caso fatto il medico?" ironizzai.

"Forse." mi rispose.

"Però sono felice. Mi hai appena dimostrato che in fondo ci tieni a me." gli accarezzai dolcemente una guancia.

"Non montarti la testa, Piccola. Se muori qui dissanguata poi chi mi racconterà i tuoi segreti?"

Dopo aver detto quelle parole, mi protese una mano, il break era finito.
Dovevamo continuare con il percorso, avevamo fallito una prova e quindi ora ce ne sarebbe stata un'altra prima di poter ottenere il prossimo indizio, quindi non ci rimase che rimetterci in cammino.

Ciau come va? :)
Si lo so, lo so...... sono estremamente in ritardo sorry, ma per farmi perdonare ho deciso che la prossima settimana pubblicherò un altro capitolino, il capitolo 23 ;)
E posso già annunciarvi che nei prossimi capitoli ci saranno un sacco di momento tra i Kameron (Kay-Cameron) felici?
Spero di sì e spero realmente che anche questo capitolo vi sia piaciuto :)
Comunque dato che D.M. crede che prima o poi il suo Jonathan potrà ricambiare i suoi stessi sentimenti secondo voi accadrà realmente? Oppure avete altre idee su ciò che accadrà tra i due? (Sono curiosa di sapere le vostre idee su di loro)

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