cap 21: IN GUERRA, IN GIOCO E IN AMORE

CAMERON'S POV
Come da accordi, il giorno dopo la rapina al fast food, ci incontrammo all'Archivio: era arrivato il momento adatto per continuare con la ricerca e ciò che ci aspettava era una bella partitina a scacchi.

Alla nostra squadra si unirono pure Mike e Cloe, effettivamente più eravamo e meglio era, ma in questo caso non sapevo proprio come Mike ed il mio gemello Jonathan avrebbero retto uno la presenza dell'altro

La situazione si era fatta un po' strana, in quanto in precedenza, avevano mostrato di essere in grado di tollerarsi, in carcere Jonathan non rappresentò una minaccia, amava Dina ma non si era mostrato molto interessato ad intromettersi tra lei e Mike, ma adesso che era libero, la musica era cambiata ed il suo desiderio di riconquistare la sua ex era fin troppo percepibile.

"Dove stiamo andando?" chiese curiosa Cloe.

"Jordan, oltre a trascinarti qui, ti ha messo al corrente di ciò che è accaduto in quest'ultimo anno?" tastò il terreno Kay, per capire quanto la nuova arrivata sapesse.

"Beh, in realtà mi ha raccontato tutto, credo. Realmente non avete trovato nessun dato sulla Donna Misteriosa? È pure entrata nel programma testimoni, qualche file ci dovrà pur essere." continuò la ragazza con curiosità ed incredulità.

"Già. Peccato che ci abbia fornito solo informazioni false e quelli che la dovrebbero tenere sotto controllo ci hanno assicurato che lei si trovi lì. Mentre tutti noi sappiamo benissimo che così non è!" ci delucidò Mike.

"Beh, per fortuna voi avete me ed ho qualche asso nella manica, quindi potrei aiutarvi volentieri a scoprire qualcosa di interessante sulla nostra cara amica. So usare bene i computer ed hackerare i sistemi è una mia specialità. Lasciate fare a me!" la nuova arrivata sembrava proprio sapere il fatto suo, "Quindi oggi si gioca a scacchi? Che emozione ragazzi non vedo l'ora di arrivare alla meta prestabilita."

"Così pare!" le rispondemmo con tono monotono.

"Ma Jonathan... sta dalla nostra parte o no? Se ti ha fatto finire in carcere al posto suo io mi fiderei poco di lui."

"Cloe, io ti posso assicurare che se mi dovessi trovare davanti agli occhi quei due individui, giuro che sbatterò entrambi in carcere e farò buttare via la chiave! Di certo non mi interessa da che parte stia il gemello di Cameron." disse Mike a denti stretti.

"Jonathan è un bravo ragazzo ricordatelo, Mike! Poi è solo una vittima in tutta questa storia." lo difese a spada tratta Gunter, c'era d'aspettarsela una reazione del genere da parte sua, lui era molto attaccato al mio gemello e vidi chiaramente quanto lui gli mancasse.

"Mike perché vorresti farlo ritornare in carcere? Hai paura di un po' di competizione? Chissà chi sceglierà Dina: Jonathan o Mike? Che dici Gunter, per poter decidere con chi vorrà passare la vita, farà testa o croce?" lo stuzzicò Jordan, il quale venne immediatamente rimproverato da Dina.

"Nanetto, se vuoi potremmo scommetterci su." gli rispose Gunter.

"Come perché, Jordan? Perché ci ha ingannati ed è pure evaso, la legge non può essere trasgredita in questo modo. Poi non vi è nemmeno venuto in mente che, ora stando con una del genere, di violazioni ne commenterà tante?" come sempre Mike pose il lavoro davanti ad ogni altra cosa.

"No, Jonathan non farebbe male ad una mosca." risposi, "È sempre stato il ribelle tra noi due e quello più saccente ma non si spingerebbe mai oltre. Hai la mia parola Mike."

"Staremo a vedere Cameron, io non la penso come te!"

"Mike lo stai mettendo sotto cattiva luce solo perché e hai paura che Dina possa..." prese a dire Jordan.

"Jordan, tesoro... ti prego basta con questa storia. Potremmo cambiare discorso?" lo interruppe Dina imbarazzata.

"Guarda, guarda chi abbiamo qua! Siete in ritardo!" ci accolse DM che già era sul luogo con Jonathan.

"Sono appena le 13:00 e nel tuo biglietto da visita, che hai lasciato da Dina, ci davi appuntamento per quest'ora. Rilassati, non siamo in ritardo abbiamo tutto il tempo che vogliamo!" esclamò Kay.

"Sono le 13:05, SIETE in ritardo!" rincalzò, come se quei cinque minuti fossero stati in grado di cambiarle la vita.

"Ehi bambolina. Dacci un taglio, ancora non siamo i tuoi cagnolini e arriviamo quando più ci pare e piace. Chiaro?"

"Chiaro cosa, Gunter? Che devi chiudere il becco o per caso vuoi che ti spari in testa?" tirò fuori dalla tasca una pistola e la puntò contro il mio amico.

"Ehi! Ehi! Qui nessuno spara a nessuno intesi?" la parte da detective di Kay si mostrò a momento debito, riportando, il tutto o quasi tutto, alla normalità.

"Che peccato! Mi piaceva davvero tanto questa discussione e a dove stava portando. Ma oggi non ho certo voglia di perdere altro tempo perché voglio il prossimo indizio per poter continuare. Jonathan, forza, apri la prossima porta!" esclamò riponendo l'arma.

Il mio gemello si mosse come un robot dopo il suo ordine, lo teneva veramente al guinzaglio non lo avevo mai visto comportarsi così.
Chissà se in realtà ci voleva realmente aiutare, oppure, una volta trovato il tesoro sarebbe scappato da solo, senza nemmeno portarsi con sé la sua cara amichetta, quest'opzione non mi aveva mai sfiorato la mente tranne che in quel momento.

Non appena poggiò la mano nel calco la porta, col successivo arcano, si aprì.
Notai i volti esterrefatti di Cloe e Mike, dal canto loro, non avevano ancora mai visto uno spettacolo del genere.

Ci trovammo davanti ad un vasto pavimento con enormi mattonelle bianche e nere, pedine a grandezza uomo ed infondo la stanza degli automi, avrebbero controllato il corretto funzionamento della partita.

"Benissimo, io sarò una caposquadra sceglierei Jonathan, come altro capo..." e guardandolo bene in viso, gli accarezzò una guancia con tenerezza, "Ma voglio darvi una possibilità, tanto non vincerete mai contro di me. Quindi suo gemello condurrà l'altra squadra e mi raccomando nessun gioco sporco! Dina forza, sei con noi, poi voglio Jordan e la nuova ragazza."

"Wow! Questo si che è giocare pulito, vero?" esclamai dato che già partiva avvantaggiata con una pedina umana in più.

"Zitto e prendi posto!" sbraitò impaziente.

Kay con cenno gentile mi invitò a farci strada e ad assegnare ad ognuno un ruolo e la postazione sulla quale dovevamo mettersi.
Togliemmo dalla scacchiera le pedine che erano state sostituite da quelle umane infine prendemmo posto.

Una volta preso posto, io mi trovai difronte a LEI che mi guardava con sfida, come a volermi terrorizzare a tal punto da commettere qualche errore, affinchè lei potesse avere facilmente ciò che voleva.
Non mi feci spaventare, quello era niente, avevo affrontato prove ben peggiori, e vincere la partita sarebbe stato un semplice gioco da ragazzi, ero più che certo che avremmo avuto il trionfo in mano.

Iniziammo a giocare, dovetti ammettere che effettivamente era forte davvero come diceva, mi toppava le successive mosse con largo anticipo e dovetti cambiare strategia d'attacco diverse volte.
Ma non per questo mi lasciai affliggere come lei credette, anzi tutto ciò mi caricò ancor di più e spronò nel fare la mossa più efficace.

"Dina spostati nella casella nera a davanti a te!" le ordinò DM con uno strano ghigno sul volto.
Dopo l'incontro tra le due, mi chiesi come mai l'avesse presa in squadra con sé e, ora mi fu chiaro, voleva vendicarsi, eliminarla proprio.
Non poteva competere con lei, DM sapeva ciò che Jonathan provava ancora per la sua ex, con quella mossa sacrificava una sua pedina importante, dando un grosso vantaggio a me.
Lei, pur di eliminare la sua avversaria, era più che disposta a rischiare questo pericolo.

Dina guardò impaurita prima Jonathan, poi me e di nuovo lui, dato che non sapeva che fare e soprattutto non sapendo se si sarebbe potuta fidare o meno della nostra nemica.

"No! Non puoi fare questa mossa! Cazzo, perderemmo!" sbraitò fuori di sé il mio gemello, il quale fino quel momento aveva tenuto la bocca completamente chiusa.

"Non ho chiesto la tua opinione, Johnny. Ci rifaremo più in là, tranquillo, amore, vinceremo comunque. In più faccio pure capire alla tua cara amichetta che ha sbagliato a non aver accettato la mia proposta. Forza, ho detto di fare un passo avanti. Cosa aspetti?" rispose lei minacciosa, sfoderando la pistola e puntandola verso la sua concorrente.

"A me pare molto un gesto disperato." bisbigliai cercando di distrarla.
Avevo la netta sensazione che sia Mike sia Jonathan avessero qualcosa in mente.

"TACI!" urlò D.M. infastidita.

"Oppure che ci farai? Guarda un po' che paura che mi fai, Strega dei miei Stivali! Sto tremando." la provocò Gunter.

Indispettita, sparò un colpo di pistola in aria, tutti noi sussultammo, tutti tranne Jonathan e Mike.
Perché, come previsto, i due ragazzi si mossero velocemente verso la casella nera.
Non appena si fermarono sul punto destinato, sotto di loro si aprì una botola ed i due finirono dentro l'oscuro abisso.

"Brutta bastarda! Ti bastava fare due passi ed invece guarda che hai combinato! È tutta colpa tua." D.M. con un impeto d'ira, puntò la pistola contro la ragazza con le treccine, pronta a fare fuoco.

Dovevo fare qualcosa.

Quella partita non doveva finire con un morto, avrei di certo preferito rinunciare al tesoro, in quanto non me ne importava di certo nulla, ma i miei amici, o per meglio dire la mia famiglia, non si toccavano di certo.

"No ferma, non farlo! Così facendo abbiamo entrambi perso una pedina importante a testa. Siamo rimasti senza un cavallo ed un alfiere. Ma per piacere, qualsiasi problema tra voi due, non osare toccare Dina... sai bene che Jonathan non te lo perdonerebbe mai!" dissi rompendo il silenzio che ora regnava sovrano.

JONATHAN'S POV
Io e Mike avevamo appena salvato Dina dalla botola, eravamo precipitati in malo modo sul duro suolo, cadendo su di un fianco e mi duoleva una spalla, di certo il detective non era messo meglio di me.

"Cazzo! Non avrei mai creduto che una partita a scacchi avrebbe fatto così male!" esclamai tirandomi su.

"Zitto Jonathan, non appena saremmo fuori da qui, c'è una cella fresca, fresca che ti aspetta." mi rispose sprezzante, mentre si alzava a sua volta, spazzando via con una mano la polvere che aveva coperto il suo costosissimo completo.

"Non ci giurare, amico! Sai benissimo che sono innocente." 

"Primo non chiamarmi amico, sai benissimo pure tu che non lo siamo e secondo sí, sei innocente ma sei evaso dalla prigione e questo è un reato. E approposito... Jonathan lascia in pace Dina, lei non ti merita." 

"Perché Mike, pensi che sia tu l'uomo perfetto per lei?" ribattei.

"Beh, io non ho mai provato a tradirla e mai mi è passato per la mente di farlo!" mi rinfacciò.

"Guarda che preferire il lavoro a lei e lasciarla spezzandole il cuore è pur sempre un tradimento." esclamai di rimando.
Con lui non era felice, me lo sentivo e quando c'eravamo visti glielo avevo letto negli occhi.

"Perché, tu credi, che stando con la tua Donna Misteriosa, avrai più chance di me che nel frattempo non mi sto facendo nessun'altra?"

"Chi mi porto a letto non sono faccende che devono interessarti, Mike." proferii a denti stretti, mentre stringevo un pugno per sopperire la rabbia che stava crescendo in me.

"A me no, infatti. Ma Dina pensa invece che ti tenga chiuso in una stanza come un prigioniero. Se venisse a sapere che intanto te la spassi con la bella.... Non penso che avrebbe più così tanta stima di te!"

Non ci vidi più, mi rabbuiai in viso, mentre in faccia al detective si dipinse un sorriso soddisfato.
Distratto da quella sua apparente "vincita" io ne approfittai per colpirlo in pieno ventre, a colpo subito si piegò in due per il dolore lamentandosi.

"Brutto pezzo di merda! Questa me la paghi!" dicendo ciò mi sferrò persino lui un fendente. Quest'ultima azione fece iniziare una rissa dove ce le sonammo di santa ragione.

Tutto ciò lo facemmo solo per via della donna che entrambi amavamo: Dina.

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