cap 12: IL PASSATO

DINA'S POV
"Erano per davvero tanto stanchi! Guarda che teneri che sono." dissi a Gunter, indicando i due piccioncini.

"Se lo dici tu!" mi rispose con un'alzata di spalle.

"Non è ora di trovarti qualcuno? A furia di stare continuamente con noi ti stai facendo sempre più acido; sai nella vita non guasta essere anche più dolci, gentili..." gli feci notare.

"Dina, devo passare in centro, mi assenterò per poco. Non ti dispiace, vero?" domandò, cambiando bruscamente discorso.

"Certo! Vai pure tranquillamente, Gunter. Qui ho tutto sottocontrollo!"

Senza nemmeno ringraziare, prese su la sua giacca, aprì la porta ed uscì.
Così mi trovai da sola a fare da balia ai due belli addormentati e ad aspettare il ritorno di Jordan dalla sua "missione" all'FBI.
Non sapendo cosa fare, mi avvicinai ad una mensola infine mi fermai ad osservare l'unica foto nella quale erano ritratti i due gemelli uno accanto all'altro.
Essa era incorniciata in una semplice cornice bianca e, avevo notato che, Cameron, da un anno a questa parte, si soffermava per contemplarla più di quanto non l'avesse mai fatto in passato.

La presi in mano, pulii delicatamente la sua superficie dallo strato di polvere cui si era creato, e mi andai a sedere non molto lontano dal divano occupato da Cameron e da Kay.

Sospirai, John mi mancava e anche molto, era stata una persona importante per me e ogni minuto passato con lui era ancora impresso nella mia mente, i suoi sorrisi, i suoi languidi sguardi, le sue battute sprezzanti, la tenerezza che mi riservava... tutto insomma.
Mi mancava vederlo assieme a noi a festeggiare uno spettacolo andato alla grande, vederlo progettare con entusiasmo un nuovo numero con il suo gemello, scherzare e ridere con Jordan, dibattere costantemente con Gunter, infine, più di ogni altra cosa, mi mancava tutto ciò che io e lui avevamo costruito giorno dopo giorno in tutti quegli anni in cui formavamo una coppia.

Tornai indietro nel tempo, a quando conobbi i due gemelli, mi ritenni fortunata nel poter sapere che io ero una di quelle poche persone a conoscenza del loro segreto.
Inizialmente credetti impossibile poter riconoscere l'uno dall'altro, ma invece non fu così: Cameron lo si riconosceva per via delle sue battute stupide, dal suo ottimismo e dal suo egocentrismo, mentre Jonathan, per il suo modo di essere sempre cinico e un adorabile ribelle, probabilmente fu quest'ultimo aspetto del suo carattere che mi attirò di lui.

Prima che la mia vita cambiasse ero la responsabile di un teatro: mi dedicavo ai vari progetti, alle opere da mettere in atto, alle varie sceneggiature e ovviamente alla cura del teatro.

Un pomeriggio, come tanti altri, sentii qualcuno afferrarmi per le spalle e scuotermi delicatamente, per avere la mia attenzione; era un ragazzo di bell'aspetto, per lo più, della mia stessa età e non mi fu tanto difficile capire di chi si trattasse, era una delle persone più famose del nostro paese, anzi, conosciuto come l'Udinì dei giorni nostri.

Sbiascicò qualcosa ma non compresi nulla.

"Cosa?" domandai.

Lui, piuttosto che rispondermi, fece il segno di aspettare un attimo, si avvicinò e spense l'aspirapolvere che stavo utilizzando.

"Oh, scusami! Non mi ero resa conto di quanto stavo facendo; so essere tanto odiosa quando voglio. Comunque, tu sei il meraviglioso Cameron Black... io sono Dina, la responsabile di questo posto. Vorresti affittare il teatro per un tuo show? Io ne sarei felicissima, tra l'altro potresti farci pubblicità se tu decidessi di fare uno spettacolo qui! Allora? Quando si terrà l'evento? Scusa un attimo, vado a prendere l'agenda per poter vedere il primo giorno disponibile. Però aspetta... potrei pure spostare qualche spettacolo di poco conto per fare posto al tuo. Ah, comunque io sono Dina, la responsabile del teatro, piacere. Non penso di essermi presentata prima!"

"Ehm, Dina... in realtà io so già chi sei. Abbiamo un amico in comune: Jordan. È stato lui ad avermi consigliato il tuo nome, dato che, ha già lavorato per te." mi spiegò.

"Scusami, sia perché quando sono agitata parlo troppo e anche perché non riesco a seguirti."

"Avrei bisogno di una manager... una produttrice. Ora che mio babbo non c'è più e io vorrei continuare con questo mestiere, di conseguenza avrei bisogno di una persona adatta la quale sappia svolgere bene questa mansione. Quindi sei dei nostri? Ovviamente il nostro primo spettacolo lo faremo qui e ti assicuro che lo stipendio sarà alto." mi propose il bel ragazzo.

"Sono rimasta senza parole. Sì! Accetto ben volentieri, sono onorata perché tu, tra le tante persone di New York, hai scelto proprio me, quindi, sarò più che felice di lavorare con un grande come te. Jordan hai detto? Oh, sì. Quel ragazzino tanto carino, me lo ricordo, è davvero un bravo lavoratore. Oddio, ora che sarò la tua produttrice, potrò scoprire i segreti nascosti dietro i tuoi trucchi, giusto? Quando iniziamo?" chiesi con il cuore a mille per l'agitazione e l'emozione.
Quella era un'occasione che non potevo farmi scappare.

"Ehm, proprio di questo volevo parlarti..." nel pronunciare quale parole, mi parve un po' titubante.

"Oh! Non dirmi che non me li dirai!Cioè, ti capisco se per il momento non hai interesse a farmeli scoprire, d'altronde ci siamo appena conosciuti, però a lungo andare..." non riuscii a finire la frase dato che mi interruppe.

"Cavoli Dina. Parli davvero tantissimo! Certo che ti dirò i miei segreti, uno di essi è... tu ora chiudi gli occhi. Non aprirli okay? Ti dirò io non appena potrai farlo." mi ordinò.

"Cameron? Sei ancora lì? Posso aprirli ora? Cameron?" Domandai dopo qualche minuto.

"Aspetta solo due secondi. Okay perfetto, ora puoi!" mi informò.

Non me lo feci ripetere due volte e non appena li riaprii, ci vidi doppio.

"Dina, lui è mio gemello Jonathan. È solo grazie a lui che tutti i miei spettacoli funzionano. Allora? Sei dei nostri?" mi interrogò.

"Ovviamente!" risposi.

Il lavoro con i due gemelli fu sin da subito faticoso in quanto entrambi molto testardi e i battibecchi tra tutti noi furono sempre parecchi.
Tra l'altro dovevamo tenerci pronti ad ogni loro strana richiesta e lavorare instancabilmente su numeri sempre più difficili e pericolosi, tuttavia alla fine, ogni spettacolo riusciva con un enorme successo.

Seppur il nostro rapporto lavorativo procedeva con alti e bassi, io mi trovavo bene con tutti loro, in particolar modo con Jonathan.
Pian piano capii che iniziavo a provare qualcosa per lui, rimasi sorpresa quando lui mi fece intendere di ricambiare i miei sentimenti.
Avevamo un ottimo feeling e spesso e volentieri flirtava con me.

Passato più di un mese dalla mia assunzione, alla fine di uno spettacolo, Jonathan mi raggiunse dietro le quinte, mi fece roteare su me stessa, prese un cappello a cilindro, estrasse un bel mazzo di fiori infine mi chiese di uscire.
Con il cuore che batteva all'impazzata, accettai ben volentieri la sua proposta.

Il nostro primo appuntamento fu sul tetto dell'Archivio, fu tutto molto romantico e capii subito che avremmo avuto un futuro; di fatti, gli anni passati con lui furono magici, letteralmente, con John trovai il vero amore.

Di certo, il fatto che quando stavamo insieme aveva cercato di tradirmi con questa Donna Misteriosa, non l'avevo dimenticato, mi aveva fatta soffrire, ad ogni modo, tenevo ancora a lui.

Quando stavamo insieme eravamo felici e tutto era molto semplice; cosa che non potevo dire sulla mia relazione con Mike, in quel breve periodo di frequentazione ci eravamo già lasciati ben due volte.

Guardai Cameron e Kay, ancora se ne stavano lì a dormire sul divano e augurai loro solo il meglio.
Jordan non tardò più di tanto e mi riferì che la missione era filata liscia come l'olio.

"Gunter che fine ha fatto?" mi domandò.

"Ha detto che aveva dei giri da fare in centro. Allora com'è andata con Cloe?"

"Con Cloe?" sbuffò nervoso, "Che cosa c'entra lei?"

"Si vede chiaramente che lei ti piace, sei un mio caro amico e ti conosco alla perfezione."

"Non so di che cosa tu stia parlando!" mentì.

"Okay, non sei tenuto a dirmi tutto. Se vuoi dei consigli io sono qui, di sicuro se ti piace, la cosa più importante da fare è chiederle di uscire." gli suggerii.

"Sì, infatti è ciò che ho fatto!" gli scappò detto.

"Ah, allora sei bravo persino senza il mio aiuto. A quando il grande evento?"

"Non è un appuntamento... voleva soltanto conoscere il magnifico Cameron Black, comunque ha detto che verrà qui tra poco." mi fece sapere.

Continuammo a parlare fin quando qualcuno non bussò alla porta era la nuova amichetta di Jordan, a quel punto svegliammo i due addormentati e la ragazza non fece altro che porre domande di ogni genere al maghetto.
Le facemmo poi fare un giro veloce dell'Archivio, Cameron la deliziò con qualche suo numero e non appena Gunter tornò, Cloe ebbe il piacere di conoscere pure lui.

"Ehi Cameron, ho un attimo bisogno di te." e dicendo questo l'omaccione lo portò in disparte, gli mostrò una cosa, tuttavia, accadde qualcosa d'imprevisto che spiazzò tutti noi.
Inizialmente sia io, Kay e la nuova arrivata vedemmo i tre strisciare per terra, come se, stessero cercando qualcosa, infine Cameron si ritrovò inginocchiato davanti a Cloe con un anello di fidanzamento in mano.


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