Prologo
Alla morte dei dodici agenti dell'FBI mandati da L, era chiaro a tutti ancor prima che il sovrintendente tenesse il suo discorso che Kira non si limitasse più ad uccidere criminali, ma che avrebbe anche cominciato a togliere di mezzo chiunque gli si opponesse.
-Sappiate che se mollate ora, non ci saranno conseguenze. La vostra vita e quelli di tutti i vostri familiari è in pericolo. Scegliete cosa fare.-
-Tu hai intenzione di mollare?-
-Sapevamo fin dall'inizio che prendere questo caso sarebbe stato rischioso... Non pensi anche tu?-
-Io? Ehm... Certo!-
-Non mi dirai che hai paura...-
-Himari, ma di che stai parlando? Certo che no!-
Ridacchiò Mitsuru. La donna bevve un altro sorso di caffè, nervosa. In quanti sarebbero rimasti? Ebbe la risposta in poco tempo. Ben presto la stanza si svuotò, lasciando solo otto agenti incluso il sovrintendente e Watari.
-Solo sette? Con me siamo otto. Pazienza, vuol dire che ci sono almeno otto persone disposte a lottare per la giustizia.-
-Chi avrebbe immaginato che voi due sareste rimasti?-
-Cavoli, signor Matsuda... Grazie mille per la fiducia...-
Disse Himari con un tono sarcastico. Matsuda provò subito a farsi perdonare:
-Ma no! Perché siete dei novellini! Siete molto giovani, pensavo vi avrebbe fatto paura l'idea di morire per un caso...-
-Saremo anche entrati in polizia l'anno scorso, signor Matsuda, ma dopo tutto quello che ha fatto Kira, vogliamo davvero lasciarlo a piede libero?-
Intervenne Mitsuru.
-Ne sono consapevole, ma... Potete smettere di chiamarmi "signor Matsuda"? Mi fate sentire vecchio!-
-Sei vecchio, Matsuda.-
Disse Aizawa, cercando di far tacere quelle chiacchiere puerili.
-MA ABBIAMO QUASI LA STESSA ETÀ, AIZAWA!-
-Congratulazioni, signori... Sono contento che ci siano delle persone disposte a rischiare la vita per la giustizia.-
-La fai facile, tu! Noi siamo rimasti, quindi è il tuo turno di farti vedere in faccia!-
Rispose Aizawa allo schermo bianco con una L sopra, dalla quale una voce gracchiante e acuta, probabilmente modificata, dava indicazioni alla polizia giapponese. La lettera scomparve e lasciò spazio ad una scritta:
-Quello che succede d'ora in avanti, deve restare un segreto tra noi dieci...-
-Non ci posso credere...-
La ragazza scoppiò in un pianto. La madre la abbracciò.
-Vera... Avevi promesso di non piangere se tuo padre fosse morto...-
-Non è morto e basta, mamma! Kira l'ha ucciso!-
-Cosa? Ma di che stai parlando?-
La ragazza si staccò, ancora piangendo. I suoi capelli castani le ricadevano dolcemente sulle spalle ed i suoi occhi color nocciola erano inondati di lacrime. Aveva preso davvero poco da sua madre, Tsukiko Reikko, che invece era molto più corvina con gli occhi neri (come quasi tutti i giapponesi) e molto dal padre Jeremy. Indossava un paio di occhiali con montatura fina rossa e urlò a sua madre:
-Ma è ovvio che è stato lui! Si è accorto di essere seguito ed ha ucciso tutti gli agenti!-
-Perché allora non uccidere solo l'agente che lo pedinava? Sono morti tutti e dodici gli agenti, non solo Jer...-
-Per depistare le indagini, mamma, non è ovvio?-
-Calmati, ora! Di queste cose riparleremo quando entrerai anche tu in polizia come me.-
Vera digrignò i denti, ingoiando le lacrime. Era vero: suo padre non avrebbe voluto vederla piangere. Come diceva sempre, quando si combatte per la giustizia, si deve essere pronti a morire in ogni istante.
-Ti prego, dimmi che L farà un altro annuncio... Che cosa vi ha detto?-
-Sono informazioni riservate, cara.-
Disse la madre andandosi a sedere sul divano, cercando di trattenere le lacrime. Non voleva farsi vedere che piangeva in quell'istante, forse avrebbe aspettato che la figlia dormisse, oppure avrebbe bevuto un po' per cercare di calmarsi.
-Mamma: senza dirmi troppo, dimmi qualcosa! Qualsiasi cosa!-
-Io non sono più tenuta a sapere delle indagini su Kira, ho richiesto insieme ad altri miei colleghi di essere spostata ad un altro caso.-
-Che cosa?!-
-Abbassa il tono! Ho un mal di testa enorme... Non posso rischiare di finire come tuo padre e lasciarti sola, chiaro?-
-Ma così Kira vincerà! Se ti arrendi così, come conti di batterlo?!-
-Adesso basta, signorinella! Vai a studiare per i tuoi esami! Io ho già tanto a cui pensare...-
Seguì una lunga pausa di silenzio, in cui Vera piangeva senza fare rumore. Poi si volse e si chiuse in stanza. Tsukiko sospirò e finalmente lontano dalle orecchie della figlia, cominciò a piangere.
~Angolino delle reg- no dai~
~Angolino delle banane~
Questa sarà la prima ed ultima volta che vi scriverò a fine capitolo.
E se ho cominciato un AU di Cuphead, ATR, Inazuma e UT
Perché non cominciarne uno anche del mio anime preferito (almeno per quello che ho visto ora)?
Tranquilli, non ve ne tiro fuori anche uno su OPM, anche perché non ho visto la seconda stagione quindi...
La premessa di questo AU è semplice: Raye Penber non pedinava solo Light e la figlia di Kitamura, ma anche Vera, la protagonista (credo... sono un po' tutti protagonisti in questo AU).
Light, convinto di poterla tenere sotto scacco, la minaccia e la costringe a fare delle cose per farsi sospettare da L, ma Vera cercherà in tutti i modi di contattare la Task Force, fingendo comunque di stare ai suoi ordini.
E quindi boh, spero che vi piaccia...
ATTENZIONE:
Se non appaiono le vostre ship preferite, tranquilli, non appariranno nemmeno le mie. In questo AU non voglio concentrarmi su cose come le ship, le battutine o cose così, voglio provare a ricreare la stessa atmosfera di Death Note, con le battaglie mentali tra Light ed L, gli schemi per sviare le indagini e i personaggi con filosofie e motivazioni valide (anche se non le condivido)
Ora so che ve lo state tutti chiedendo (anche se forse è ovvio ma vabbè), ma io
sono #TeamL
o #TeamKira?
Per evitare spoiler, non vi darò la risposta, lo scoprirete leggendo. E il finale vi renderà tutto più chiaro (del primo arc almeno)
E io vi saluto
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