Capitolo 2

Gli alberi di ciliegio sbocciavano ogni volta che cominciava la scuola, quasi fosse tutto una serie TV di quelle che Tsukiko si guardava la sera in stato pietoso piangendo. Inutile: qualsiasi cosa le ricordava i suoi genitori. Mancava poco ai suoi 18 anni, quindi era probabile che nessun agente sarebbe venuto a prenderla per darla in custodia ad una nuova famiglia. I soldi lasciati dai suoi genitori erano abbastanza per campare un anno nel suo appartamento. Ma dopo? Dove sarebbe andata? Forse avrebbe potuto lavorare part-time in un maid café o robe così, per potersi assicurare gli studi e affittare un monolocale... Questo era il turbinio di pensieri di Vera Almen mentre si dirigeva nell'Aula Magna, per sentire il discorso di inizio anno. Era tenuto dal primo classificato agli esami, quello con il punteggio più alto. Si ricordava di aver visto due nomi in cima alla lista. Il suo era circa al decimo posto. Forse era per tutto quello che era successo ultimamente che le aveva impedito di studiare... Oppure la sua testa era troppo tappata da preoccupazioni come quelle a cui pensava dieci minuti prima da concentrarsi sul test. Però, effettivamente, vedendo il punteggio di quei due, poteva ammettere senza vergognarsi che non sarebbe mai arrivata al loro livello. Magari sarebbe potuta arrivare quarta o terza... Sperare nel secondo posto era già troppo. Appena posò gli occhi sui due che dovevano tenere il discorso, pensò subito:

"Ma quanto è gnocco quello castano? Quello corvino... Sembra un anoressico. Non sarebbe male se prendesse un po' di sole ed ingrassasse... Ma quello castano è davvero un figo! Come avevano detto che si chiamava? Tsuki. Come mia madre... Ancora, Vera? Pensa ad altro!"

Scosse la testa e cercò di seguire il discorso. Intanto, accanto a lei, mentre era persa nei suoi pensieri, si era seduto un uomo. Di sicuro, era fuori corso e che ci facesse lì, nessuno lo sapeva. Ma che si avvicinasse ad una ragazzina?

"E se chiamassi la polizia? Quello la stupra..."

"Quello" non era null'altri che Matsuda. Seguendo le istruzioni di Ryuzaki, era riuscito ad individuare Vera. Si era seduta da sola, quindi non fu difficile avvicinarsi.

"L ha deciso di fidarsi di me... La pistola..."

Si tastò l'interno della giacchetta.

"Qua. Perfetto."

La ragazza che aveva notato quell'uomo avvicinarsi ad una ragazzina cominciò a preoccuparsi:

"Ma cos'ha? Un'arma? Dovrei davvero chiamare qualcuno..."

Matsuda continuò a pensare a come agire:

"Mi ha detto di recitare la sua parte... Ryuzaki è un tipo serio. Devo cercare di essere serio anch'io."

E mentre pensava questo, la sua faccia si rilassò da sola.

"Devo solo dire quelle tre parole. Poi dipende tutto da come risponde."

-Ehi.-

Le parole gli uscirono spontanee. Vera si girò lentamente e lo scrutò. Non sembrava essere né arrabbiata, né spaventata.

-Sei tu la figlia di Reikko... Non è così?-

Vera prese il suo tempo per rispondere.

-Che ci fa un uomo come lei qui? È uno dei professori?-

"Accidenti... Questa ha già capito che non sono uno della sua età. Cosa dovrei dire?"

-Beh... Ecco... Sì.-

Seguì una pausa di silenzio coperto solo dalle parole di Light Yagami, che stava finendo il suo discorso.

-Capisco.-

Rispose Vera, tornando a guardare davanti a sé. Matsuda attese un altro po' prima di dire:

-In realtà, no. Sono qui per incontrarti, Vera.-

-Ma davvero? E perché?-

-Perché... Io sono L.-

La ragazza non sembrò avere alcuna reazione a quella rivelazione. Matsuda rimase a guardarla, aspettandosi chissà cosa. Per la tensione, la sua mano destra si era infilata nella giacca per cercare la pistola.

-Sei tu L? Quello a capo della polizia giapponese? Mi aspettavo fossi più anziano.-

E tornò a seguire il discorso, ora tenuto da Ryuga Hideki.

"Mannaggia! Mi aspettavo di tutto, ma questo no! Ed ora? Cosa faccio? Per L la dovrei seguire, ma nei test sono arrivato quasi in fondo alla classifica... Di sicuro la metteranno in un'altra classe. Gaaah... Beato Mogi che non ha di questi problemi! La figlia di Kitamura ha già finito la scuola. La polizia non può sapere di questi pedinamenti, perché sarebbero violazioni della privacy, quindi non posso neanche chiedere di andare in classe con lei... Accidenti. Mi toccherà consultarmi con Ryuzaki e per oggi concludere qui il mio pedinamento..."






-Non ci posso credere...-

Matsuda ridacchiava imbarazzato mentre Himari e Mitsuru squadravano sia Ryuzaki che lui, confusi.

-Signor Matsuda... Lei è un incompetente. Quelli erano test dell'Università che lei dovrebbe già aver passato per entrare in polizia... o sbaglio?-

-Beh, certo, ma... Anche all'epoca sono passato per il rotto della cuffia e poi... È stato quasi un decennio fa, chi se lo ricorda?-

Ryuzaki mugugnò qualcosa tra i denti prima di bere un sorso di tè zuccherato.

-L'avevo detto che non ci si poteva fidare del signor Matsuda... Ryuzaki: mandaci Mitsuru!-

-A-Ancora con questa storia?-

-No.-

L poggiò la tazzina vuota sul tavolo.

-Ormai Matsuda si è presentato e quindi per Vera lui è L. E poi... Torno ad affermare che Matsuda è l'uomo giusto per seguire Vera.-

-Perché?-

-Ho esaminato tutti i documenti che parlano di voi, spero non vi offendiate, devo sapere con chi lavoro...-

I tre membri della Task Force presenti non fecero commenti su quell'ennesima violazione dei loro diritti.

-E nonostante Matsuda abbia fatto francamente pena nei test scritti, è risultato il miglior tiratore dell'Accademia, superando alcuni record incredibili.-

-Sì, e allora?-

Watari portò via la tazzina e la sostituì con un tortino alla zucca.

-E allora se la nostra sospettata farà dei movimenti fraintendibili, voglio sperare che sia pronto a spararle. In qualsiasi momento. Solo per infortunarla, però, non la vogliamo morta... Dobbiano scoprire come uccide.-

-Ma come si può sparare solo per infortunare?-

-Ecco perché tu, Mitsuru, hai un punteggio pessimo nella pratica. Matsuda saprà bene come agire in questi momenti.-

-Il problema persiste: come farò a pedinarla se è stata messa in una classe diversa dalla mia?-

-Di quello non si deve preoccupare: Vera è stata messa nella mia stessa classe. Provvederò io a tenerla d'occhio nelle ore scolastiche. Lei può anche seguirla fuori dai corsi.-

-Quindi... A scuola in realtà non ci vado?-

L lo squadrò come se fosse un pezzo di legno che parlava.

-Ovvio che no, signor Matsuda. È fuori corso.-

-Ok. Argomento sigillato. Perché volevi vedere noi due, Ryuzaki?-

-Voi due mi servite in centrale.-

-Che cosa?-

-Ci stai chiedendo di abbandonare il caso Kira?-

-Ovvio che no. È vostro desiderio rimanere nonostante i miei avvertimenti e non mi intrometterò. Ma ho comunque bisogno di qualcuno che ci avverta di cosa succede in centrale. Chissà... Qualcuno con dei ripensamenti potrebbe esserci.-

-Ripensamenti?-

-Sul caso, signor Matsuda...-

Disse Himari esasperata.

-Ryuzaki vuole mandarci a cercare gente interessata a lavorare con noi che magari ha ripensato alla sua scelta di abbandonare il caso.-

-Esatto. Ritengo perciò che i vostri documenti falsi non vi serviranno se non quando verrete qui. Li terrà Watari per voi.-

-Perché se ci vedessero in centrale con documenti falsi, si insospettirebbero...-

-Esatto. Vi chiamerò solo quando lo riterrò opportuno.-

Himari consegnò il suo documento da Hotaru Maiemi a Watari, così come fece Mitsuru con il suo da Matane Senki.

-Mi raccomando: acqua in bocca sul caso Kira.-

I due annuirono ed uscirono insieme a Matsuda. Ryuzaki si mangiò la tortina, rimuginando.

-Perché sospetti di quella ragazza, L?-

L inghiottì e rispose a Watari:

-Se Kira fosse lei, Matsuda sarebbe non in pericolo: di più. Ma se fosse Light ad essere Kira... Anche lei potrebbe venire a darci una mano nelle investigazioni.-

-Dici?-

-Light ci sta già aiutando ed è parecchio sveglio. Per questo sono stato io ad incontrarlo.-

-E perché mandare uno... Diciamo "del calibro di Matsuda" a seguire una persona possibilmente pericolosa?-

L finì la tortina.

-Perché contro qualcuno che prova a prevedere ogni tua mossa, bisogna mandare qualcuno di imprevedibile.-







-Domani ho due materie... Mannaggia, faccio nottata anche oggi.-

-Ehi! Almen, giusto?-

Una ragazza con i capelli neri le si avvicinò.

-Che cognome strano...-

-È inglese.-

Si risentì Vera.

-Buona giornata.-

La freddò, tentando di andarsene.

-Ma no! Aspetta! Sono contenta di vedere che stai bene. Ti ho vista l'altro giorno durante il discorso e ti si è avvicinato un uomo. Avevo paura per te, sinceramente...-

-Ah. Beh, grazie... Ma era solo uno svitato.-

-Io mi chiamo Yuri. Tu?-

"Quanto si accolla questa..."

-Se sai il mio cognome dovresti sapere anche il mio nome, no?-

-Ah... Ahahah... No, lo so dall'appello...-

Vera stette zitta a fissarla un secondo.

-Mi chiamo Vera.-

-Piacere, Vera! Ti va di diventare amiche?-

"Non ho nessuna amica qui... Mi gioverebbe allo spirito avere qualcuno con cui condividere le mie giornate."

-Certo. Perché no?-

-Evviva! Ho finalmente un'amica!-

Qualcuno passò in mezzo alla due e poi si scusò.

-Ah... Scusate, non vi avevo viste...-

-Ryuga! Attenzione!-

Ryuga Hideki chinò la testa e se ne andò. Yuri fece una faccia annoiata.

-Si chiama come l'idol, ma manca di tatto! Come fa uno come Light Yagami a stargli appresso?-

-Aspetta... Hai detto Light Yagami?-

-Sì, non lo sai? Siamo compagni dalle medie. È quello che ha fatto il discorso insieme a...-

-No no no, Yuri...-

La bloccò Vera poggiandole la mano sul braccio.

-Hai detto "Yagami"?-

-Sì, perché?-

"Yagami... È il nome del sovrintendente della polizia. Se io ero pedinata da un agente, anche lui lo era. Lo saprà? Forse glielo dovrei dire... Così magari ci fa un pensierino ad uscire con me..."

-Vera? Ehi, Vera? A che stai pensando?-

-Mah, nulla... Dimmene di più su questo Tsuki Yagami.-

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