Sul filo del rasoio

Andrew si svegliò di soprassalto scosso da un terribile incubo e sollevò il busto da terra ansimando energicamente
"Tranquillo...non agitarti, stavi solo sognando"
Disse pacatamente  Gerard, seduto a gambe incrociate ad un metro dall'uomo
"Si...si...era così reale...quanto, ehm, quanto ho dormito?"
Chiese Andrew passandosi una mano tra i capelli e tentando di stabilizzare il battito cardiaco
"Più del dovuto, dovremmo ripartire"
"Si...hai ragione lo so, scusa...dammi solamente il tempo di sistemare le mie cose e dividere le provviste negli zaini, poi potremo ripartire"
Disse Andrew alzandosi in piedi ancora un po' tramortito dal sonno, avvicinandosi poi agli zaini e cominciando a riempirli di cibo e bevande, caricando tutto il possibile e stipando nelle sacche per lo più cibo in scatola e bottigliette d'acqua.
"Ecco, ci sono, possiamo andare"
"Aspetta...ho approfittato del tuo sonno per studiare un po' la cartina e sono riuscito a tracciare il percorso più rapido per arrivare ad Hellens...non dovrebbe mancare ancora molto, guarda, ci basterà continuare lungo la strada che stavamo percorrendo ieri fino a raggiungere questa diramazione, dopodiché proseguiremo verso ovest, fino a qui, vedi? Hellens si trova più o meno in questo punto della mappa"
Disse Gerard disegnando una linea immaginaria con il dito sulla cartina
"Grandioso, ottimo lavoro Gerard!Possiamo iniziare a sperare allora?"
"Si...sperare"
Rispose il ragazzo abbassando la testa
"Ti senti bene?"
"Non preoccuparti per me...è ora di andare"
Rispose freddo Gerard, alzandosi in piedi con lo zaino in spalle e uscendo dalla struttura senza aggiungere altro.
Andrew rimase qualche istante fermo a fissare il compagno uscire dalla porta principale
"D'accordo allora...andiamo"
Mormorò poi l'uomo tra sé e sé, alzandosi in piedi e dirigendosi a sua volta verso l'esterno dell'edificio, raggiungendo Gerard sulla strada principale
"Forse è meglio che tenga tu la cartina Andrew...per quanto mi riguarda sei più lucido di me e sinceramente non vorrei sbagliare strada, che ne dici? Mi sembra un percorso abbastanza facile da ricordare no?"
Gerard passò la mappa ad Andrew e rallentò il passo accodandosi a lui
"Si,certo, nessun problema...tu cerca di riprenderti, alla strada penso io"
Il sole di mezzogiorno brillava sull'asfalto mentre i due ragazzi proseguivano chilometro dopo chilometro lungo la strada deserta.
Di vaganti non vi era ombra, salvo che per qualche solitario prosciugato dalle alte temperature e dalla probabile mancanza di cibo.
Il tempo volgeva a vantaggio dei ragazzi, era ormai primavera inoltrata e non vi erano tracce di nuvole in cielo; il calore del sole veniva compensato da una fresca brezza che soffiava da ovest e tutto intorno a loro vi erano alberi in fiore che rendevano un po' meno cupo quel paesaggio distrutto e in balia della morte.
Andrew ripensava alle giornate passate insieme a sua moglie e ad Alice a giocare nel parco, sdraiati sull'erba, inebriati dalla spensieratezza e dalla bellezza della loro vita apparentemente perfetta; il ragazzo avrebbe rinunciato a tutto pur di poter rivivere ancora una volta quei pochi momenti di serenità insieme alla sua famiglia, lontano da tutto, da tutti, da ogni cosa, ma soprattutto lontano dal pensiero che in realtà,la maggior parte di quelle giornate, le aveva passate insieme a Sarah, e non ad Elena, o a loro figlia, ed era questo che l'uomo non riusciva a perdonarsi, l'aver abbandonato coloro che avrebbero dato tutto per lui, e che ora erano morte, come ogni altra persona a lui vicina d'altronde.
Il rumore metallico del cane del revolver di Gerard destò Andrew dai suoi pensieri facendolo trasalire e voltare di scatto giusto il tempo necessario per vedere il ragazzo puntarsi la pistola alla tempia destra
"no, no, no, no, fermati Gerard, fermati! Non fare cazzate! Non...fare...cazzate! Ascolta la mia voce, resta calmo..."
Gridò l'uomo puntando le mani avanti e avvicinandosi di qualche passo verso l'amico
"Stai indietro Andrew...che senso ha vivere, eh? Che cosa mi è rimasto? Guardami...non sono niente!"
Singhiozzò Il ragazzo disperato e con la mano tremante pronta a premere il grilletto
"Gerard ti scongiuro...se lo fai avrai perso tutto...ogni cosa, ogni battaglia per la quale hai lottato, ascoltami! Hellens è vicina, fallo per Mikey...fallo per me"
"Basta cazzate...anche se fosse vero, anche se davvero esistesse una città libera dall'infezione, a che cosa dovrebbe servirmi eh? Sono fuori da così tanto tempo che nemmeno ricordo come si fa a vivere...Mikey aveva ragione, sono tutti morti là fuori e prima o poi arriverà anche il nostro turno, quindi perché aspettare?! Tu va! Vattene! Nemmeno mi conosci, perché stai sprecando del tempo per la mia vita?! Ti ho spiegato la strada, il percorso da seguire, lasciami andare...lasciami morire"
"No...no, non posso...non voglio vederti buttare via la possibilità di ricominciare da zero...pensaci! Potresti trovare altre persone, ricostruirti una vita, potremmo essere parte della rinascita del mondo, Gerard! Te l'ho già detto, il mondo ha bisogno di noi, ora più che mai...ti scongiuro, abbassa quella pistola"
Continuò Andrew avvicinandosi di un altro passo
"Non ho altra scelta Andrew..."
"Si che ce l'hai!"
"No invece! Se non fosse oggi, se tu riuscissi anche solo a farmi cambiare idea, domani sarebbe uguale, se non peggio...non c'è più posto per me qui Andrew, per nessuno di noi in realtà, il mondo è morto e noi insieme a lui, fattene una ragione"
"Gerard ti prego...non puoi morire in questo modo"
"Sono già morto ormai da tempo, prima ancora che tutto questo iniziasse..."
Il ragazzo serrò gli occhi e spinse nuovamente la canna della pistola contro la sua tempia
"Gerard no!"
Andrew si lanciò di scatto verso l'amico tendendo le mani verso di lui.
Un colpo di pistola riecheggiò lungo la vallata sollevando uno stormo gracchiante di corvi e rimbombando sonoramente rompendo la quiete di quel luogo; poi venne il silenzio, così severo, così violento, così privo di dolore, o di qualsiasi altro sentimento.

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