Mancanza
Sarah aprì la porta di casa ed entrò seguita da Gerard ed Allison.
Senza fiatare la ragazza salì le scale e si rifugiò nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Sul tavolo in sala vi erano ancora i giochi di società ritrovati da Andrew; Gerard li fissò per qualche istante con un velo di assenza calato sugli occhi, si sentiva in colpa, se solo fossero rimasti a casa quel giorno, forse tutto sarebbe andato diversamente.
Allison sedeva sul divano di pelle logora con le braccia appoggiate sulle cosce e la testa adagiata sul palmo delle mani
"Non riesco a crederci...non ce la faccio..."
Gerard non rispondeva, continuava a fissare quelle scatole maledette, impilate l'una sull'altra come a formare una pesante torre fatta di dolore ed amarezza
"Dimmi solo...dimmi solo che non sarebbe potuto andare diversamente..."
Gli occhi del ragazzo cominciarono ad inumidirsi
"Gerard...rispondimi, ti prego..."
I pugni del soldato si strinsero fino a far sbiancare le nocche
"Gerard..."
"Si! Si, cazzo!"
Urlò il ragazzo trattenendo le lacrime
"Sarebbe potuto andare diversamente, si! E tu lo sai, quindi finiscila di fare così, sto già morendo dentro di mio senza che tu provi in ogni modo ad infilare il dito nella piaga!"
"Io..."
"No! Io un cazzo! Sai benissimo come sarebbe potuto finire tutto...sarebbe bastato rimanere qui, a casa, in compagnia di questi stupidi giochi di società, e magari ora...magari lui..."
Gerard emise un gemito di rabbia e ribaltò con un calcio il tavolo, insieme a tutte le scatole poggiate sopra ad esso.
Allison si alzò in piedi senza dire nulla e andò ad abbracciare le spalle del ragazzo, ora in chinino, con il volto zuppo di lacrime, premuto tra le mani sporche
"Prima Mikey...poi lui..."
"Lo so..."
Gerard si voltò e fissò la ragazza con disperazione
"Non posso permettermi di perdere anche te...sei tutto ciò che mi rimane, lo capisci vero?"
"Noi non ci perderemo..."
Il ragazzo baciò Allison sulla fronte e la strinse a sé.
L'abbraccio durò qualche attimo lungo un'eternità.
Ogni volta che i due si stringevano l'uno all'altra, il mondo sembrava ritornare alla sua normalità, niente vaganti, niente David, niente di niente
"Questo mondo è una merda"
"Si..."
"Vuoi...vuoi mangiare qualcosa?"
Domandò Allison
"Non ho fame..."
"Capisco...forse però dovremmo preparare qualcosa per Sarah, dobbiamo starle vicino ora più che mai..."
"Hai ragione...dobbiamo parlarle, non possiamo permetterci di perdere anche lei, so cosa significa vivere un momento simile, ci sono passato...e a dirla tutta è solo grazie ad Andrew se ora posso parlartene"
"È successo a causa di Mikey?"
"Già...avevo già premuto il grilletto, Andrew mi ha spostato la pistola dalle mani"
"Ti voleva bene...per quanto poco ti conoscesse in realtà"
"E io ne volevo a lui...questo mondo, tutto questo, ci allontana dall'essere umani, ma a volte avvicina certi esseri umani, come me, te, Andrew, Sarah...ci permette di creare legami solidi, unici...ora lo capisco...quando non si ha nulla può sembrare più difficile riuscire a condividere qualcosa, eppure...è proprio la coscienza di non avere niente in tasca a permetterci di donare tutto il possibile a chi ci sta vicino,anche un solo gesto, anche solo salvare una vita ormai sull'orlo del precipizio...ogni cosa, anche se piccola, può significare molto in questo mondo"
Allison sorrise
"Fatti coraggio tesoro...ne abbiamo bisogno entrambi"
"Si...si, credo che andrò a parlare con Sarah...c'è ancora speranza...c'è rimasto ancora qualche pacchetto di patatine?"
"Dovrebbe essercene uno nel mio zaino, lì, accanto alla televisione"
Gerard accennò un triste sorriso e si alzò, avvicinandosi alla sacca di Allison e sollevandola da terra.
Recuperato il cibo, il ragazzo si avvicinò alle scale e cominciò a salirle passo dopo passo, sempre più vicino alla camera sigillata.
Arrivato davanti alla porta Gerard esitò un istante.
Il ragazzo sapeva davvero cosa volesse dire vivere una perdita, soprattutto in quel modo, soprattutto in quel mondo.
Il giovane riempì i polmoni d'aria ed espiro sonoramente per scaricare la tensione, poi, sollevò il pugno destro e bussò con decisione tre volte contro la porta in legno
"Sarah, sono io...forse sarebbe meglio parlarne"
Dalla stanza nessuno rispose
"Ascoltami, so che sei scossa...lo sono anche io, Andrew era mio amico, per quanto poco lo conoscessi...gli dovevo la vita, e mi sento in colpa per ciò che è successo, ma chiudersi non servirà a nulla, e nemmeno colpevolizzarsi, David sarebbe tornato in ogni modo, lui ci stava seguendo, ci aveva già trovati...anche io ho perso qualcuno, come tutti, so cosa significa, e posso aiutarti, solo...lascia che ti aiuti Sarah, ti prego"
Dalla stanza continuava a provenire solamente silenzio
"Sarah? Io entro allora..."
Gerard aprì lentamente la porta
"Ti ho portato queste, forse potrebbero...oh cazzo..."
Il ragazzo lasciò cadere a terra il pacchetto di patatine e si portò una mano ai capelli
"Allison! Allison corri, cazzo! Corri su!"
"Che succede?!"
Gridò la ragazza da infondo alle scale, risalendole il più velocemente possibile
"Cosa sta..."
Arrivata davanti alla porta della camera, Allison sussultò lanciandosi terrorizzata tra le braccia di Gerard, ancora in piedi a bocca aperta e con gli occhi bloccati davanti alla macabra scena che gli si stava presentando davanti: Sarah era sdraiata sul letto con la testa ribaltata su un lato, gli occhi vitrei fissavano i due ragazzi senza esprimere emozione alcuna, intorno alla giovane un lago di sangue scuro, nella mano destra il suo coltello da caccia, i polsi tagliati, il corpo freddo, la morte impressa sul dolce viso ormai privato del suo candore, ormai lontano da quel mondo così crudele e spaventoso.
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