L'Ispanico

"Che posto è questo?..."
"Questa è casa..."
Gerard e i ribelli avevano continuato a camminare per un paio d'ore, ed ora si trovavano al centro di quella che sembrava essere una vecchia fermata della metropolitana, allestita come un grande avamposto costituito da un'agglomerato di tende talmente fitto da rendere quasi impossibile camminare.
Ogni rifugiato che passava squadrava il ragazzo con disprezzo e odio; intorno a lui vi erano persone di tutte le età, dai vecchi ai bambini, intere famiglie radunate come profughi davanti a fuochi di fortuna, gente abbandonata a terra, ricoperta di stracci, madri intente ad allattare neonati.
Gerard poteva percepire la fame di quelle persone, il loro dolore, la loro sofferenza
"Avanti cammina! Non c'è nulla da guardare"
Carlos spinse il ragazzo per fargli accelerare il passo
"Quelle persone..."
"Cosa?"
"Quelle persone sono..."
"Già, non addolorarti...siete voi la causa di tutto questo"
"So veramente poco di quel che c'è dietro a tutto ciò, davvero...io non c'entro nulla"
"Questo non ha importanza, non più almeno...lui è là"
"Lui chi?"
"L'Ispanico"
Il ragazzo tentò di aguzzare la vista tra le fila di tende ammassate
"Non vedo nulla"
"Vai avanti, ci siamo quasi..."
Gerard continuò a camminare per qualche altro minuto, fino ad arrivare ad un enorme spiazzo libero da tende, contornato da luci e con al centro un vagone deragliato della metro
"Gary..."
Sussurrò il ragazzo alla vista dell'amico, ancora vivo, ma disteso a terra, probabilmente svenuto e con il volto tumefatto
"Avanti! In ginocchio!"
Gerard eseguì l'ordine forzatamente, spinto sul cemento da Carlos
"Cosa gli avete fatto?"
"Silenzio"
Davanti a loro si udì un pesante cigolio metallico, e dal vagone deragliato uscirono quattro uomini armati, seguiti da un altro uomo non troppo alto dalla carnagione olivastra; una lunga e frastagliata cicatrice deformava quasi completamente la parte destra del suo viso partendo dallo zigomo fino ad arrivare poco sopra l'attaccatura dei capelli neri rasati a zero, al collo portava un crocifisso dorato poggiato sopra ad un giubbotto antiproiettile nero, lungo il cinturone due pistole e tra le mani un manganello telescopico.
Lo sguardo truce di quell'uomo faceva gelare il sangue di Gerard: aveva degli occhi azzurri, profondi come l'oceano, glaciali e privi di qualsiasi emozione.
Il gruppo di persone si avvicinò al ragazzo inginocchiato accanto al suo compagno.
L'uomo si fece largo tra i soldati abbassandosi fino a raggiungere il volto di Gerard
"Il tuo nome?"
"Io..."
"Avanti ragazzo, non è difficile...dimmi il tuo nome"
"Gerard...mi chiamo Gerard"
L'uomo sorrise
"Non ho la minima idea di chi cazzo tu sia lo sai? Tu invece immagino sappia chi sono..."
Sussurrò l'uomo, senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dal ragazzo
"...Nella vita ho avuto tanti nomi, per alcuni sono Il bastardo, per altri El diablo, Il cannibale...Oscar...ma per quelli come voi sono semplicemente...l'Ispanico"
Gerard poteva notare un leggero tono sarcastico nella voce dell'uomo
"Quello è amico tuo no?"
Oscar voltò lo sguardo verso Gary e poi di nuovo verso il ragazzo
"...Gary, Gary, Gary...quante ne abbiamo passate Gary, ed ora, per questa tua piccola stronzata io mi ritrovo qui a parlare con questo signor nessuno mentre tu te ne stai a terra a gorgogliare nel tuo stesso sangue...com'è strana la vita eh?"
"Che cosa vuoi da me..."
"Cosa voglio da te? Bella domanda...in effetti non lo so, non ancora almeno"
"Io non c'entro nulla in tutto ciò, sono qui da due giorni e..."
"...e hai già ucciso otto dei miei uomini, perché dovrei risparmiarti quindi? L'unica cosa che potrebbe interessarmi di te l'hai sfruttata contro la mia gente quindi spiegami, ragazzo...hai qualche ragione per la quale ritieni che dovrei tenerti in vita?"
"Io..."
Balbettò Gerard spiazzato da quella domanda
"Come immaginavo..."
Rispose l'uomo sorridendo
"Figlio...figlio di troia..."
Gorgogliò da terra Gary
"Oh ben svegliato caro, mi sembri di ottimo umore, dormito bene?"
"Io ti...io ti ammazzo..."
La voce di Gary era talmente lieve da sembrare impercettibile
"Cosa? Non ti sento, potresti alzare un po' di più la voce?"
Esclamò L'Ispanico portandosi una mano all'orecchio
"Gerard...dobbiamo...dobbiamo fare fuori questo stronzo..."
Oscar scosse la testa
"Gary...voi dovreste essere qua sotto, in mezzo alla merda, a guardare madri e figli morire di stenti, non noi, lo sai benissimo"
"Fa...fanculo...Gerard non ascoltare questo stronzo...sono tutte bugie"
"Bugie? Bugie?! Wow...questo mi fa pensare che Gary ti abbia raccontato di come io e i miei compagni abbiamo imbracciato le armi contro David per spodestarlo e scorrazzare per la città liberi di massacrare e mangiare innocenti vero?"
Domandò sarcastico Oscar.
Lo sguardo di Gerard passava da quello di Gary a quello dell'uomo senza riuscire bene a capire cosa stesse accadendo
"Non...non ascoltarlo...ti prego"
"Silenzio!"
Gridò Oscar, tramutando quel suo sorriso sarcastico in una smorfia di rabbia e odio concentrato
"Le loro sono tutte cazzate, vomitate su di noi per nascondere la vera merda che loro stessi hanno costruito..."
"Gary...cosa significa?"
Bisbiglìo Gerard voltandosi verso l'amico steso a terra
"No, no, no, parla con me ragazzo, parla con me...sai che c'è? Mi piaci, quindi prima di fare qualsiasi cosa voglio svelarti un piccolo segreto sulla raggiante società instaurata da David il magnanimo..."
Oscar si avvicinò nuovamente al ragazzo fissandolo negli occhi con la collera intrisa nello sguardo
"Devi sapere che un tempo ero io a capo di tutto là fuori...io ho costruito le fondamenta di quella comunità, io ho creato lo stadio, io ho eliminato ogni vagante, io, io e solamente io!...E per quanto riguarda quel pendejo, hijo de una perra borracha di nome David, bhe, lui era sotto ai miei comandi, capisci? Un sottoposto...un mio soldato...Il più fidato in effetti..."
Lo sguardo dell'uomo si abbassò per qualche istante colpito da quel ricordo
"Ad ogni modo, una sera quello stronzo traditore tentò di piantarmi un coltello nel cranio, mentre dormivo...quel bastardo aveva radunato un gruppo di altrettanti bastardi, pronti a scatenare l'inferno e bhe...in una notte hanno sterminato metà di quelli ancora a me fedeli, ci hanno costretto a scappare, a rifugiarci nelle fogne, nella metro, costruendo sopra alle nostre teste una civiltà piena di speranza, di valori...e addossandoci il nome di cannibali, e assassini, così da impiantare nella mente dei nuovi arrivati l'idea che il male reale fossimo noi, e non loro...ma in realtà non è così...no, noi siamo solo furiosi, ci è stato portato via tutto ciò che eravamo riusciti a costruire, tutto ciò che avevo creato...tutto, compreso il contatto radiofonico a banda larga che ero riuscito a ripristinare poco prima della rivolta...per aiutare le persone, per offrirgli una casa, un luogo sicuro...quello era il mio scopo, e loro lo hanno distrutto"
Oscar aveva distolto lo sguardo dal ragazzo, spostandolo verso l'uomo steso a terra
"Capisci ora, ragazzo?"
"No...non può essere...Gary..."
"Gerard...sono tutte stronzate"
"Affatto...io non dico cazzate, mai...caro Gary, i nodi vengono al pettine, ed oggi si pagano i debiti"
Oscar si alzò in piedi, avvicinandosi lentamente all'uomo e facendo roteare velocemente il manganello con la mano destra
"Eh già..."
Disse poi l'Ispanico una volta arrivato accanto a Gary
"Un'ultima parola?"
L'uomo alzò a fatica il volto tumefatto da terra, fissando Oscar negli occhi
"Vaffanculo"
L'Ispanico accennò una risata sorpresa
"No, non oggi"
Il pesante stivale dell'uomo cominciò a martellare violentemente sul cranio di Gary, riducendolo, colpo dopo colpo, ad un'ammasso di poltiglia rossastra e grumosa.
Negli occhi di Oscar si potevano leggere la furia e l'odio repressi da tempo esplodere in un connubio di rabbia animalesca e puro sadismo.
Gerard impallidì, scosso da tutto ciò che stava accadendo intorno a lui, il messaggio, la comunità, Mikey, quel sogno astratto della città perfetta, ora il ragazzo sapeva che nulla di tutto ciò sarebbe potuto coesistere; nel mondo vi era rimasto solo il male, nessuna speranza, nessuna perfezione, solamente quella malvagità che ora si stava manifestando proprio davanti ai suoi occhi increduli
"Sai?..."
Mormorò ansimante Oscar, una volta arrestatosi
"...Forse non ti ucciderò ragazzo, potresti...potresti tornarmi utile in fondo, si...tu mi aiuterai ad entrare nella comunità, soprattutto perché ora che sai cosa ha fatto David...non hai più nessun motivo per stare con loro no?Mi sbaglio?!"
"Io non ti aiuterò..."
Balbettò Gerard
"Oh si che lo farai ragazzo, eccome...oggi è un grande giorno, un giorno di verità, un giorno dove tutto verrà a galla, e dove i debitori...pagheranno per i loro debiti"

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