Esilio

"Deve andarsene, e subito!"
"Calmati Andrew...so che siamo tutti scossi ma non è il momento adatto per giungere a conclusioni affrettate"
"Cosa?! Stai scherzando spero? Sarah mi ha detto di come hai reagito prima, ora invece mi dici che è tutto ok?! Che non dobbiamo giungere a conclusioni affrettate?! Cazzo Gerard ha creato lei tutta questa merda!"
"Non consapevolmente, e in più non era l'unica là in mezzo...so cosa ho detto prima ed ho sbagliato, non possiamo crocifiggerla per un errore non voluto"
"Ma ti senti quando parli?!"
Allison era rimasta da sola in macchina con la testa appoggiata al finestrino e lo sguardo perso nel vuoto.
La ragazza riusciva a sentire quasi tutto quello che dicevano lì fuori a pochi passi da lei; non biasimava Andrew, aveva tenuto il suo segreto proprio perché era consapevole che le reazioni delle persone intorno a lei sarebbero state simili alla sua, però non riusciva a capire il comportamento di Gerard, il suo volerla difendere a tutti i costi nonostante le parole dette poco prima, questo non le era chiaro, ma la sollevava
"Finitela voi due, smettetela di urlare! Dobbiamo ragionare"
Gridò Sarah intromettendosi nel discorso
"A quanto pare qualcuno non vuole sentire ragioni..."
"Ah, adesso la colpa sarebbe mia?! Scusami tanto se penso che condividere la macchina con chi ha distrutto la mia vita ed il mondo dove vivevo tanto bene, non sia una cosa saggia"
"Lei non lo sapeva!"
Esclamò il ragazzo
"Sai che c'è?! Fanculo Gerard, se quella ragazza ti sta tanto a cuore andatevene insieme mano nella mano verso l'arcobaleno, io non verrò, quindi abbi almeno la decenza di lasciarmi la macchina"
Gerard andò a muso duro verso Andrew
"Perché non te ne vai tu invece?"
"Gerard..."
Sospirò Sarah
"No, no, aspetta Sarah, aspetta...è così? La vuoi davvero mettere su questo piano? Riposo soldato, non me lo faccio ripetere due volte, tranquillo...però ricorda, senza di me a quest'ora avresti un altro buco nella testa, precisamente qui"
Disse Andrew indicando con il dito la tempia destra del ragazzo
"Non sei l'unico a cui devo la vita qua in mezzo"
Andrew accennò una risata di dissenso e si voltò verso Sarah
"Stronzate...e tu invece? Che farai? Verrai con me? O resterai a fare la terza incomoda tra le due anime gemelle?"
"Andrew, ragiona...ti prego"
Il ragazzo fissò Sarah negli occhi e senza risponderle si girò cominciando a camminare lungo la calda strada asfaltata
"Gerard dobbiamo fare qualcosa, non possiamo lasciarlo andar via, morirà da solo"
"Ha fatto la sua scelta, non è un problema mio"
"Andiamo...Gerard, Gerard! Torna qui!"
Il ragazzo si voltò lasciando Sarah sola in mezzo alla strada, raggiungendo poi Allison in macchina
"Hey...va tutto bene?"
Domandò Gerard premurosamente
"Non dovevi farlo..."
"Che cosa?"
"Proteggermi, non dovevi...hanno ragione, tu hai ragione, la colpa è mia"
La ragazza si voltò per non far vedere a Gerard le lacrime che le bagnavano il viso
"Hey, Hey, guardami...guardami"
Disse lui posandole dolcemente la mano sotto al mento e voltandole il viso verso il suo
"Ognuno di noi è costretto a fare delle scelte nella vita, e tali scelte comportano delle conseguenze...però non penso davvero che sia stata colpa tua, come potrebbe esserlo, tu eri una pedina, come me, come altri...ero solo arrabbiato, confuso, e stanco...molto stanco...e ad ogni modo, ciò che hai fatto...il virus...non sapevi contro cosa stavi andando incontro, né quale fosse il vero fine degli esperimenti, non lo sapevi...ognuno di noi ha la propria croce..."
"Ma la mia è più grande! Non lo capisci?!..."
Ora la ragazza piangeva a dirotto
"Tutte queste persone, madri, padri, figli...è colpa mia, se non completamente, almeno in parte! Quel virus...è opera nostra"
Gerard abbassò lo sguardo
"Durante la mia ultima missione, in Africa centrale, io e il resto del plotone raggiungemmo un piccolo villaggio...la gente del posto era cordiale, c'erano intere famiglie intorno a noi che vivevano ancora in piccole capanne di legno...ci avevano accolto nel villaggio senza esitazione, come ospiti...una sera...una sera il generale a capo della missione provò a violentare una delle donne del posto, il marito gli piantò una lancia nel braccio e lui...lui diede l'ordine di radere al suolo il villaggio, nessun prigioniero, nessun superstite...disse che chiunque di noi avesse esitato nel premere il grilletto sarebbe tornato a casa sotto ad una bandiera ripiegata...e noi sparammo, senza nemmeno pensare un secondo a ciò che stavamo facendo, senza rimorsi o esitazione, avevamo troppo da perdere per morire...troppo...ora invece ricordo quell'attimo sempre più vividamente, ogni giorno che passa, e non c'è secondo in cui non mi penta di ciò che ho fatto a quelle persone..."
Allison aveva smesso di piangere e fissava Gerard dispiaciuta
"Capisci ciò che voglio dirti? Ognuno di noi porta la propria croce sulla schiena, ma non per questo siamo persone cattive, siamo solo stati messi davanti a situazioni più grandi di noi, a scelte difficili, a volte a senso unico...e tu non sei sbagliata Allison...è il mondo ad esserlo"
La ragazza fissava gli occhi di Gerard con gratitudine e complicità.
Il ragazzo asciugò con un dito le ultime lacrime che stavano scendendo lungo il viso di Allison e si avvicinò lentamente a lei, fino a posare le sue labbra contro quelle della ragazza, fondendole in un bacio così pieno di amore, quanto di tristezza e sofferenza.
Quando i due si divisero, lui le accarezzò dolcemente la guancia rassicurandola con lo sguardo
"Resta, ti prego...ciò che ho detto riguardo a mio fratello...bhe...tu mi hai salvato, e non solo in quei tunnel, ma già dal primo giorno in cui i miei occhi hanno incrociato i tuoi...ho bisogno di te...ho bisogno di questo"
Allison sorrise e appoggiò la fronte contro quella del ragazzo
"Resterò, lo prometto...però devi convincere Andrew a tornare, non possiamo lasciarlo indietro per colpa mia, lui è tuo amico, ti ascolterà"
"Lo riporterò indietro"
Disse il ragazzo annuendo
"Grazie...per tutto"
Gerard sorrise e baciò nuovamente la ragazza con l'affetto di chi sa di conoscere una persona nonostante il poco tempo passato insieme; poi scese dalla macchina e corse verso l'amico, ormai distante da loro.
"Andrew, aspetta!...parliamo!"

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