Buio
La poca luce che riusciva a filtrare attraverso la tenda strappata illuminava dolcemente il soggiorno.
Le sedie intorno al tavolo erano ricoperte da un velo sottile di polvere che brillava sotto il tepore della luna.
Andrew giaceva immobile, disteso lungo il divano; non riusciva a dormire da molto tempo ormai, passava le notti a fissare il soffitto di quella vecchia casa, ascoltando ogni minimo rumore e stringendo forte a sé la sua 9 mm.
Ogni sera sbarrava porte e finestre, spegneva le luci, piazzava alcune trappole e tentava inutilmente di prendere sonno, ma nulla, l'insistenza martellante del suo passato gli annebbiava la mente a tal punto da non permettergli di chiudere occhio, nemmeno per un secondo.
Tutto ciò che aveva gli era stato portato via, sua moglie, sua figlia, la sua casa; non gli restava che il dolore, e la nostalgia, accompagnata dalla consapevolezza che nulla di tutto ciò che era riuscito a costruirsi negli anni lo avrebbe potuto salvare dal nuovo mondo.
Soldi, fama, macchine, gioielli, tutta cenere al vento, dispersa nell'aria come sabbia nel deserto.
Ora la morte faceva da padrona.
Lungo le strade di tutto il globo si riversavano decine, centinaia, migliaia di corpi esanimi tenuti in piedi da un'irrefrenabile istinto omicida e da un'insaziabile fame di carne.
Quella che inizialmente era stata classificata come la peste del XXI secolo, sviluppatasi solo nei paesi del terzo mondo e tenuta nascosta dalle superpotenze mondiali, era sfuggita di mano nel giro di qualche anno, diffondendosi a macchia d'olio attraverso tutte le principali tratte aereo-navali e sterminando lentamente la maggior parte degli esseri umani, senza distinzione alcuna.
Il contagio avveniva tramite contatto, principalmente attraverso i vari fluidi corporei come saliva, sangue o qualsiasi altra secrezione.
I sintomi erano gli stessi, per tutti, sempre: prima una forte emicrania, poi febbre, dopodiché sopraggiungeva la morte e dopo qualche minuto il corpo riprendeva vita spinto dalla fame e da un irrefrenabile istinto primordiale.
L'unico modo per fermare un morto consisteva nel danneggiarne il cervello, ovvero l'unica parte che al contrario del resto dell'organismo non veniva influenzata dalla decomposizione.
Andrew conosceva bene le fasi della trasformazione: prima era successo a sua moglie, Elena, poi a sua figlia Alice.
Per due volte aveva premuto il grilletto verso ciò che amava e mai era riuscito a farlo verso se stesso.
Ora fissava il soffitto, immobile, come ogni sera.
Sentiva il graffiare e il lamentarsi continuo di quelle creature, avide, fameliche, così insistenti da sembrargli fin troppo vicine, quasi come fossero intorno al divano sul quale era sdraiato, inebriate dal profumo della sua carne e dal pulsare del sangue nelle sue vene.
Andrew non era mai stato un uomo di fede, in nessuna circostanza; non pregava alcun Dio di venirlo a salvare o di dargli la forza per farla finita, piuttosto restava in silenzio, aspettando il sorgere del sole e il filtrare della sua luce attraverso le finestre coperte, lo sguardo fisso, lontano da tutto, distante da ogni cosa, da ogni pensiero, o ricordo, ormai perso nel buio della sua tomba.
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