*7. Dr. Sawbones
[2015]
Introduzione:
Il ronzio metallico della motosega era l'unico suono udibile nel magazzino abbandonato. Il resto dimorava in un assurdo silenzio.
La ragazza aveva smesso di urlare, ora che le lame la stavano tagliando in due parti nette. Il sangue che era schizzato aveva macchiato il camice bianco dell'assassino, uno di quelli che aveva rubato dalla clinica.
Se ne stava in piedi, con lo strumento davanti a sé, mentre percorreva in lunghezza il tronco di lei. Si fermò solo quando arrivò a toccare il blocco di metallo sottostante . C'era qualcosa di sovrumano nella sensazione di benessere che gli provocava lo studiare gli organi tranciati ma ancora al loro posto.
Puntando gli occhi sul suo nuovo capolavoro, lanciò un breve sguardo al volto vitreo della ragazza. Era bionda, gli piacevano le bionde, la sua prima ragazza lo era stata.
Si chinò, per osservare meglio la ferita, e sorrise nel vedere tutto quel sangue. Era liberatorio, lo rendeva felice, lo faceva sentire a posto con se stesso, come fosse nato per uccidere.
Ora la quiete regnava sul magazzino, buio se non per la luce del riflettore poco distante da lui. Le corde avvolte attorno al cadavere di Dawn erano macchiate e cadevano molli, adesso che il corpo non le tendeva più.
Ciò che restava da fare era caricarla sull'auto, dopo averla riposta in un sacco nero, e portarla nel refrigeratore.
« Madame » mormorò, chinandosi per poggiare a terra la motosega e fare un inchino aggraziato. « Sei stata fantastica stasera, ma il sipario deve chiudersi. » Le afferrò la mano sinistra, per portarla alle labbra e lasciarvi impresso un lieve bacio al sapore di menta. « È stato un piacere. »
Capitolo:
[There goes Dr. Sawbones
Creeping down the alleyway
L
ooking for a victim,
the game of chance is underway]
Si chiamava Dr. Sawbones, un nome che diceva tutto. Amava uccidere, solo perché poteva, solo per lo sfizio di farlo. Le sue vittime principali erano bionde, ma non disdegnava le more. Una volta c'era stata anche una rossa, una certa Zoey.
L'ultima vittima risaliva a tre settimane prima: Dawn, una hippy capace di leggere le aure. Sin da subito gli era parsa un po' ridicola, ma aveva azzeccato tutto di lui al primo sguardo... beh, questo non aveva aiutato di certo a metterla in salvo.
Adesso era tempo di cercarne un'altra, la più speciale, l'ultimo atto.
Era una bella serata, la luna perlacea regnava nel cielo e un vento tiepido riscaldava la notte. Sawbones camminava accovacciato nel cortile, trepidante. Non la vedeva da tanto, e gli mancava. L'aveva sempre lasciata in pace, forse perché a lei ci teneva, o forse perché era la ragazza di suo fratello.
Gli piaceva, non poteva nasconderlo. Si rendeva conto che fosse una stronza di prima categoria, e secondo la sua logica questo avrebbe dovuto spingerlo dall'inizio a eliminarla, ma in qualche modo l'aveva invece trattenuto. Quell'ambizione, quel cuore duro e quegli occhi freddi lo facevano impazzire a ogni cena di famiglia.
Era il suo tipo, non c'era che dire.
[There goes Dr. Sawbones
Slipping through the underbrush
Peering through your windows
Conspiring for your blood]
Strisciando lentamente si era inoltrato nelle ombre, gli alberi che fornivano uno scudo mentre avanzava verso la luce gialla oltre i vetri delle finestre.
Attirato come una falena, immaginava quanto il sangue di lei sarebbe stato delizioso. Heather era così speciale che meritava un modus operandi tutto suo. Sì, non poteva essere comparata alle altre, meri esercizi, lei meritava qualcosa di grandioso.
Lei sarebbe rimasta al suo fianco.
Alejandro non la meritava come la meritava lui.
Con un sorriso ferino giunse alla casa, sul lato ovest, e si affacciò alla finestra più vicina. All'interno dell'abitazione le luci erano accese e quando vi scrutò vide la ragazza andare avanti e indietro, mentre preparava la cena in cucina.
Sentì una morsa al cuore. Era così bella, con quei lunghi capelli scuri e la larga t-shirt bianca.
[There is this longing for blood
That I am trying to quench
There is this yearning for pain
That is forever entrenched
There is this spot on my soul
And it will never come clean
There is this flaw in my brain
That is far from serene]
Bramava di averla con sé.
Aveva tentato di placare quel bisogno, ma non ci era riuscito, e il desiderio di ucciderla si era amplificato. Era una fantasia ormai radicata dentro di lui.
C'era una macchia nera nella sua anima che si estendeva a vista d'occhio, ingrandendosi ogni volta che commetteva un omicidio e godeva fra le urla delle vittime. E quel punto scuro non sarebbe mai scomparso, non sarebbe scolorito, perché Sawbones non sarebbe stato capace di disintossicarsi dalla sua droga. Non voleva.
C'era un difetto nel suo cervello: era la follia più pura, scatenata da una scintilla divenuta fiamme ardenti.
[There goes Dr. Sawbones
Readying his instruments
Making sure they're razor sharp
They have dark deeds to dispense]
Con un ghigno si raddrizzò e si passò una mano fra i capelli. Con passo felpato raggiunse la porta e sul pianerottolo premette l'indice sul campanello. Heather non ci mise molto ad aprire e quando si affacciò oltre la soglia strabuzzò gli occhi.
« José! » esclamò sorpresa. « Che ci fai qui? »
Lui indossò il migliore dei sorrisi. « Ciao! Passavo di qui e mentre guidavo mi sono detto "Ehi, Al abita qui vicino, perché non andare a fare un saluto?", e quindi eccomi qui! »
« Oh, beh... è un piacere vederti. Purtroppo Al non c'è, ma vieni dentro! Stavo cucinando, se non hai ancora cenato puoi fermarti da noi. »
José annuì e mentre lei si voltava, lasciando la porta aperta, ne approfittò: scattando in avanti le premette sulla bocca il panno che aveva in tasca; Heather non fece in tempo a fiatare, prima che lui la stringesse a sé. Cercò di dimenarsi, ma non riuscì a liberarsi dalla presa prima che il cloroformio facesse effetto.
Una volta svenuta, l'uomo se la caricò in spalla e si diresse alla macchina, sognando il momento in cui si sarebbe immerso nel suo sangue e, con un bisturi in mano, l'avrebbe seguita nell'oltretomba.
[Oh look, here comes the doctor now
Dressed to the nines and on the prowl
An attaché case in his hands and dark thoughts of devious plans]
« Accidenti » commentò con un sorriso, « sei parecchio pesante. »
Raggiunto il veicolo la chiuse nel bagagliaio, legandole le mani con una corda. Quando salì al posto di guida iniziò a fischiettare e partì. Il corpo gli tremava di gioia, da quanto non vedeva l'ora di raggiungere il magazzino.
Non appena arrivò, lasciò l'auto sotto una tettoia ricoperta di edera ed entrò dalla malmessa porta laterale, a pochi passi da lì, camminando nel buio e seguendo la memoria, fino ad arrivare alla stanza che aveva allestito a laboratorio. Stavolta, però, ignorò il tavolo di metallo e trascinò la vittima fino al muro sud, il più distante dall'entrata, dove si trovavano altre catene. Liberò polsi e caviglie di Heather e sostituì le corde con le manette.
Allora si sedette e attese che lei si svegliasse.
[He's the perfect picture
Of a charismatic gentleman
Magnetic and debonair
Chivalrous and spirited]
Heather ci impiegò molto, prima di tornare cosciente, con uno sbattere di palpebre e versi assonnati. Quando tuttavia riuscì a svegliarsi completamente, la ragazza si guardò attorno disorientata, le labbra spalancate in una terrorizzata sorpresa.
Nel momento in cui posò gli occhi chiari su di lui, José sorrise. « Ciao, bellissima. »
«Cosa... José... Cosa sta succedendo? Dove sono? » replicò lei, cercando di scattare in avanti ma trasalendo nel rendersi conto di essere legata.
« Sei nel mio magazzino. » Si alzò in piedi, « Benvenuta! » esclamò aprendo le braccia.
« Cosa... Perché sono legata? »
« Perché non voglio che tu possa scappare » disse José, come fosse una cosa ovvia. Dopo aver parlato, le volse le spalle e si diresse al banco su cui giacevano i suoi strumenti. Prese uno dei secchi e una flebo, dopodiché tornò da lei. « Eccoci qui » si chinò in avanti per inserire l'ago nel suo braccio e Heather cominciò a dimenarsi.
« Cosa diavolo stai facendo?! » sibilò la ragazza.
« Se restassi ferma, magari! » le urlò l'uomo, inserendo l'oggetto nella vena.
« No! Liberami subito, cazzo! Lo pretendo! Sei per caso impazzito, José?! »
Sawbones si lasciò sfuggire una risatina. « Pretendi cosa? Non fare la sciocca. Ti ho portata qui e finirò quello che ho iniziato. Odio lasciare un omicidio incompiuto. »
« Un om... omicidio?! » gridò Heather, strozzandosi con la saliva. Poi cominciò a sbraitare.
« È inutile che urli, Heather. Nessuno ti sentirà, qui. »
« Tu sei fuori di testa! Cosa diavolo vuoi da me?! »
José le rivolse un sorriso a trentadue denti, una luce allegra negli occhi. « Voglio che tu sia mia. »
Heather spalancò gli occhi e non riuscì a trattenere una risata amara. « Cosa? »
« Al non ti merita. Io sì. E quello che ho in mente gli impedirà di mettersi in mezzo fra noi! »
Lei continuò a ridere, senza rispondere, prima di chinare la testa e sospirare qualcosa di simile a un « porca troia ». Dopodiché risollevò il capo e puntò lo sguardo in quello di José. « Sapevo che tu avevi qualcosa che non andava. Ma no, Alejandro diceva che me lo stavo immaginando, che tu sei "il miglior fratello che esista al mondo!". Comico, no? » José la scrutò senza replicare, indifferente alle sue parole. « Perché. Dimmi solo perché. »
Lui sollevò il mento, « Perché ti amo. »
Heather rise un'altra volta, ancor più forte. « Tu hai il cervello tutto fottuto. »
« Perché dici così? Non senti il legame che c'è fra noi? » José alzò il braccio destro nell'aria, indicando con la mano prima lei e poi se stesso. « Come puoi non sentirlo? Lui non c'entra niente, con te! »
« Quando Al lo saprà tu... »
José la interruppe: « Lui non saprà nulla. Nessuno saprà nulla. » Fece una pausa, prima di aggiungere: « Se non quello che io voglio che loro sappiano » sorrise con l'angolo delle labbra, affilando lo sguardo e parlando in tono basso.
Heather si zittì, limitandosi a fissarlo. Lo scintillio di sfida e rabbia nei suoi occhi era sparito, sostituito da un timore tanto intenso da diventare concreto. Lui la vide deglutire. « Che cosa mi farai? »
José sorrise. « Oh, vedrai. »
–
La ragazza non mancò di dimenarsi, cercando di liberarsi, e lui, stanco, la sedò a cicli alterni. Poi attese che il suo corpo si dissanguasse lentamente, la vita che la lasciava minuto dopo minuto.
Quando tutto fu finito e Heather pressocché morta, José la slegò e portò tutto l'occorrente in auto.
Erano le prime ore del mattino, quando arrivò a casa sua e lasciò il veicolo nel parcheggio interno. Trascinò la ragazza fino al bagno e fece avanti indietro, riempiendo man mano la costosa vasca di marmo di liquido vermiglio.
Quando tutto fu pronto, Heather non respirava già più, ma José non ci fece troppo caso, limitandosi a sistemarla nella vasca. Poi si svestì ed entrò, portando il corpo contro il suo petto e abbracciandolo stretto. Dopodiché afferrò il bisturi.
Voltandosi piano, lanciò un ultimo sguardo alla ragazza morta, e nel momento in cui premette la lama sulla carne del proprio avambraccio premette anche le labbra su quelle di lei. Il dolore non lo fermò, nemmeno quando ripeté il passaggio con l'altro braccio.
Lasciandosi scivolare nel sangue e provando una profonda soddisfazione nel sentirsi un tutt'uno con Heather, José si lasciò scappare un sorriso. « Ora staremo insieme per sempre » mormorò. « Per una volta Alejandro ha perso. »
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