CAPITOLO BAKUGOU: IL RELITTO
Bakugou pov:
Viaggio movimentato, si balla parecchio.
Merda...la mia schiena.
Concentrati.
Scudo protettivo magnetico attivato. Tra un attimo passa tutto.
Stringi i denti soldato.
Marine Coloniale. E orgoglioso di esserlo.
Mi chiamo Bakugou Katsuki, soldato di prima classe. Sono qui con una sottospecie di scafandro di tuta spaziale e una squadra di sintetici di sicurezza della Weyland-Yutani Corporation.
Per loro il bersaglio è un relitto.
Nave-cargo, alla deriva. Transponder fuori uso. Comunicazioni fuori uso. Supporto vitale al minimo.
La Weylan-Yutani ha rivendicato i diritti di recupero, ma la giurisdizione militare nello spazio lunare impone che a bordo salga sempre uno dei nostri.
Sono qui per digitare un codice e trasferire i dati di volo a Tranquillity*. In parole povere sono poco più di una chiave per queste teste di plastica.
Merda...altre fitte di dolore. Ignorale.
2 ore e potrò tornare a casa...di nuovo in terapia...
Flashback:
nessuno pov:
Base Tranquillity, sulla luna.
Bakugou camminava con difficoltà, si sorreggeva al muro ed era tutto sudato in viso, all'improvviso le sue gambe cedono e cade a terra.
?: hey attento!
Disse una ragazza vedendolo cadere e avvicinandosi a lui per aiutarlo a rialzarsi.
<< s-sto bene...le mie gambe invece...>>
disse mentre la ragazza lo aiutava a rialzarsi. era tutto una vergogna per lui, essere aiutato da qualcuno.
?: non c'è niente di male se ti fai dare una mano. In fondo, siamo in uno ospedale. Mi chiamo Momo Yayorozu.
disse la ragazza porgendogli la mano.
bakugou alla vista della mano la schiaffeggiò con disgusto, per poi rimettersi a camminare sorreggendosi con il muro.
la ragazza lo guardò stranita, e lasciò perdere.
Momo: Buona fortuna...
disse Momo a Bakugou prima di vederlo scomparire dietro un'angolo alla fine del corridoio.
Fine Flashback.
Bakugou pov:
Ci siamo.
La navetta a attraccato, si comincia.
Le teste di plastica si alzano in piedi togliendo la sbarra di metallo di sicurezza dei sedili, per poi afferrare i fucili e andando verso al portello.
Mi alzo pure io con ancora le fitte di dolore della schiena. Con una mano tiro giù il vetro del casco, attivando l'ossigeno in automatico, per poi prendere una valigia e seguire a ruota le teste di plastica, che nel mentre avevano aperto il portello della navetta e iniziavano ad addentrarsi nel relitto.
soldato sintetico: il ponte?
mi chiede una testa di plastica. Porca troia, 100.000 $ di sintetico e non sa nemmeno dove si trova il ponte.
<< a sinistra. Siamo saliti a bordo nella zona centrale della nave. Perché me lo chiedi? Vieni con me?>>
chiedo con ironicità.
Il plasticoso si volta verso di me e inizia a camminare fino a superarmi. A quanto pare avrò una cazzo di scorta.
questo posto mette i brividi.
io e il plasticoso camminiamo per una decina di minuti in quei corridoi bui, illuminati dalle nostre torce fino ad arrivare al portello del ponte.
Mi metto subito all'opera sul display per cercare di aprire la porta mentre il plasticoso mi fissa.
soldato sintetico: come fanno i militari ad avere i codici di un relitto sconosciuto?
mi chiede il plasticoso con la sua voce robotica. Madò quanto mi da sui nervi.
<< Il trattato sul commercio marittimo del 2114 impone una standardizzazione dei codici di accesso d'emergenza. Dai dati che vedo su questo display, deduco che si tratta di un cargo della Seegson...>> dico mentre finisco di lavorare sul display.
<< benvenuti sull'Europa...>> dico mentre il portello si apre, rivelando il ponte, che è illuminato da luci rosse.
entrambi entriamo nel ponte. io vado subito a lavorare sui computer per riavviare i sistemi mentre il plasticoso si mette ad ispezionare il ponte di comando.
soldato sintetico: è strano...lo spazio commerciale Seegson non include questa zona vicina alla Luna.
dice lui, in effetti non ha tutti i torti.
<< beh, questo rottame non può esserci arrivato da solo. Dove diavolo è l'equipaggio?>> gli chiedo mentre maneggio con la testiera sui sistemi.
soldato sintetico: puoi recuperare i registi di sicurezza interna?
mi chiede avvicinandosi a me, eh, come se non ne fossi capace idiota di un sintetico.
<< beh, dovrei forzare il protocollo.>> dico mentre mi volto verso di lui e guardando la sua faccia impassibile.
soldato sintetico: Hai l'autorizzazione.
Disse con nessuna espressione in viso. Come vuoi.
Mi volto e ritorno a lavorare al computer.
<< sarebbe molto più facile se prima potessi sigillare i varchi, riattivare l'atmosfera e il supporto vitale.>> gli dico mentre continuo a lavorare.
soldato sintetico: dopo.
dice secco. stronzo.
soldato sintetico: ecco. Cos'è successo qui? puoi far partire il video dall'inizio?
mi dice indicando un video dentro una cartella, va bene signor capitano...
soldato sintetico: Anche questo. E quest'altro. Le marcature cronometriche coincidono. E' qualcosa che ha coinvolto tutta la nave. Cos'è quest'oggetto in movimento?
mi dice indicando alcuni video sullo schermo con il dito. nel mentre individuo i rispettivi pacchetti audio e faccio partire il video.
Rimaniamo entrambi in silenzio.
Grida. Urla. Detonazioni di armi da fuoco. E gli inconfondibili tonfi sordi di uno scontro corpo a corpo. E c'era qualcosa che si muoveva nel corridoi del video. Strane creature umanoidi nere. una delle quali afferra una persona, la solleva da terra, e la smembra a metà.
dio...voglio vomitare.
soldato sintetico: escludi l'audio.
mi dice secco. non me lo faccio ripetere 2 volte.
soldato sintetico: Tutto l'audio. SUBITO!
mi dice secco alzando il tono della voce. Sembra quasi spaventato. Mi volto verso di lui.
<< L'ho fatto. E' solo che...>>
gli dico prima che un rumore ci faccia voltare verso la porta del ponte.
Non sapevo che i plasticosi potessero urlare.
nessuno pov:
Il suono riecheggiava lungo i corridoi.
Mai sentito niente del genere.
Corriamo verso la navetta per metterla in sicurezza.
Estraggo la pistola dal fodero della tuta mentre il plasticoso toglieva la sicura al fucile.
merda, adesso ho paura di quello che potrebbe succedere.
arriviamo al portello della navetta, io apro in fretta e furia mentre il plasticoso mi copre le spalle.
il portello si apre. porca troia voglio andarmene da qui.
<< DOVE CAZZO SONO FINITI GLI ALTRI SINTETICI?!?>> gli urlo addosso.
soldato sintetico: Una cosa alla volta.
mi dice mentre mi volto verso di lui e lui alza il fucile verso il corridoio.
guardo dove a puntato il fucile.
oh cazzo.
soldato sintetico: CONTATTO!
Urla il sintetico prima di iniziare a sparare contro la creatura.
soldato sintetico: BAKUGOU! RIPIEGA! METTI IN SICUREZZA LA NAVETTA!
mi urla mentre continua a sparare alla creatura che avanza.
mi sento quasi pietrificato. sto per morire?
faccio alcuni passi indietro verso la navetta, quando all'improvviso inciampo nel portello e cado per terra.
sento un rumore, come del vetro che si rompe. c'è un buco nel vetro del casco.
l'aria contaminata inizia ad entrare nel casco. inizio a tossire e ansimo.
mi sento mancare, inizio a vedere appannato.
il sintetico mi chiama, ma sento tutto ovattato. lo vedo intento ad abbattere la creatura, e inizio a sparare alla creatura con la pistola.
continuo a premere il grilletto, anche quando finisco le pallottole.
inizio a vedere tutto buio.
non può finire così...
gli avevo promesso che sarei tornato...
<< izuku...>>
dico sottovoce prima di perdere i sensi.
buio.
angolo autore:
spero che il capitolo vi sia piaciuto, come sempre vi invito la votare la e lasciare dei commenti per sostenere la storia. le richieste delle storie one shot sono in fase di produzione.
al prossimo capitolo, byeeeeee
:D
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