Avventure a Londra parte 1
- OGGI IMPICCANO IL PIRATA! - annunciò un uomo davanti al tribunale di Londra.
- Corri papà altrimenti lo impiccano! - esclamò una bambina di dieci anni, tirando il padre per la manica del soprabito.
- Non lo impiccano cara, lo processano, lo impiccano questo pomeriggio - le spiegò l'uomo.
Nel mentre, da una cella del tribunale, una guardia stava portando il prigioniero davanti al giudice.
- Avanti! Alzati in piedi! Muoviti pirata! - esclamò spingendolo contro al muro per poi riprenderlo dal colletto della sudicia camicia.
- O dovrei dire "Capitano" pirata? - rise poi.
Intanto dentro all'aula del tribunale l'agitazione e l'eccitazione era all'ordine del giorno, mentre un uomo incitava la gente a fare silenzio un altro annunciava il pirata che dovevano giustiziare.
- Compare ora dinnanzi alla corte il famigeratamente noto pirata, masnadiere e avventuriere Capitan Jack Sparrow! -
L'uomo che aveva accompagnato il prigioniero tolse il cappuccio a quest'ultimo, ma l'uomo che si rivelò sotto di esso non era affatto il Capitan Jack Sparrow.
- Ve l'ho detto! Mi chiamo Gibbs! Joshamee Gibbs! Quante volte ve lo devo dire anco...- il povero mastro venne messo a tacere quando l'uomo che lo aveva annunciato, annunciò l'entrata in aula del giudice.
- Udite! Udite! Presiede l'odierno processo, tutti si alzino in piedi, il molto onorevole giudice Smith! -
In quel momento entrò un uomo con la toga rossa, una parrucca bianca e un pizzetto diviso in due treccine, colorate con del gesso bianco.
- Vediamo...- cominciò l'apparente giudice sistemandosi gli occhiali dietro ai quali si nascondevano due occhi castani circondati da del koll nero.
-... che cos'abbiamo qui? - sorrise mostrando sei denti d'oro.
- Jack?! - esclamò il mastro sorpreso, ricevendo una legnata sulla spalla dall'uomo che lo aveva portato in aula.
- Jack muoviti o lo uccidono - sussurrò una ragazza da dietro lo stipite della porta da dove il pirata giudice era entrato.
- Non necessario! - si affrettò a dire allora Jack - dicevate? -
- Jack Sparrow non è il mio nome! Il mio nome è Joshamee Gibbs! - ripeté ancora il mastro.
- Ma guarda un po', dice Jack Sparrow qui - disse il vero capitano, cercando di rendere più grossolana la voce, ma ciò che ottenne fu una risata soffocata da parte della ragazza nascosta dietro lo stipite.
- L'ho detto! Non sono Jack Sparrow, comunque potrei sempre identificarlo se ciò Aiutasse la Mia Causa - rispose allora il mastro marcando le ultime tre parole cercando di far capire al vero capitano di non andare oltre.
- Direi che è una debole difesa, verreste solo preso a randellate come una foca - si continuò invece a divertire il pirata.
- Perché gli ho fatto leggere i miei libri?? - si chiese la ragazza dandosi della stupida.
- Il prigioniero si dichiara innocente come Jack Sparrow, come lo giudicate? - chiese poi il vero Jack andando subito al punto.
- Senza processo? Ma non siamo qui per esaminare le pro...-
- Come - lo - giudicate? Colpevole? - ripeté scandendo le parole.
- Così sarebbe da impiccare - disse l'uomo che si era alzato dalla giuria, scatenando l'euforia della folla.
- Poche storie, appendetelo!! - gridò una contadina.
Jack guardò prima lei e poi di nuovo l'uomo della giuria.
- Colpevole? - disse quest'ultimo più come una domanda che come un'affermazione.
- Non è giusto! - recitò drammatico il mastro.
- Zittati! - esclamò Jack - Joshamee Gibbs il crimine di cui siete giudicato colpevole è essere innocente come Jack Sparrow, per tanto la pena è scontata e ordino che siate imprigionato per il resto della vostra miserabile, moribonda, barbosissima vita! - dichiarò infine.
- Ciao! - disse poi picchiando il martelletto sul tavolo e uscendo, lasciando dietro di sé una folla infuriata.
- Provvederemo al trasporto del prigioniero alla torre di Londra -
- Un po' esagerato alla fine, non è così miserabile e moribonda la sua vita stando con noi - disse intanto la ragazza sfilando dalla testa del pirata la parrucca per poi sfilargli la toga e buttando entrambe, in fretta e furia, nello sgabuzzino dove avevano rinchiuso il vero giudice e riprendendo gli affetti di Jack mentre quest'ultimo prese in braccio il figlio John.
- Tu dici? Hai omesso barbosissima - rispose sarcastico mentre scompigliava i capelli del figlio di otto anni per salutarlo.
Uscito dal tribunale recuperò il suo tricorno, che aveva poggiato sul capo del cavallo che doveva trainare la carrozza che li avrebbe condotto fuori da Londra.
- Avanti! Sbrigati, sali! - esclamò un uomo, per rimanere nella parte, mettendo a mali modi mastro Gibbs sulla carrozza e accompagnando più dolcemente la ragazza che lo ringraziò con un sorriso.
- Qui tutti ti guardano, non mi piace - disse Jack appena partirono.
- Che ci posso fare se la mia bellezza "è pari a quella di una dea" - rispose la ragazza imitando la voce di un pirata di sua conoscenza.
- Diavolacci! Ora andiamo tutti e tre in prigione, e John in orfanotrofio - imprecò Gibbs.
- Tutto apposto, ho pagato il conducente, dieci minuti per uscire da Londra, ci attendono tre cavalli, stasera saremo sulla costa, poi ci basta solo trovare una nave -
- Fa parte del piano, si? - chiese il mastro squadrando la carrozza.
- Esatto! Abbiamo raggiunto la città di Londra questo mattino per sopraffare un Joshamee Gibbs alla cupa ombra del patibolo, considerato quanto sei vivo, direi che è stato un bel successo fino ad adesso - disse Jack.
- Che ti è capitato Gibbs? - chiese la ragazza.
- Pensavo tu avessi un altro lavoro, avessi altre faccende - continuò Jack.
- Già, ma sono rimasto a orecchi aperti riguardo la Perla Nera , nessuno sapeva dove avesse fatto porto, poi mi è arrivata una voce, Jack Sparrow è a Londra con una nave e recluta una ciurma - spiegò il mastro.
- Quando mai? - chiesero in coro.
- Ma io ho sentito anche che tu recluti una ciurma al pub "La figlia del capitano"- continuò il mastro.
- Quando mai? - ripeterono i due.
- Be' strano mi è sembrato, però non sei un tipo prevedibile, diciamo -
- Dimmi una cosa, c'è mica un altro Jack Sparrow in giro che infanga il mio buon nome? -
- Che sia maledetto quel cane che si crede te papà! - esclamò il piccolo John saltando in piedi sul sedile.
- John! - lo rimproverò la ragazza - chi ti ha insegnato questo vocabolario?! -
- Scusa - disse allora il bambino sorridendo colpevole.
- Il mio pupo sì che se ne intende - disse fiero di sé Jack.
- Vedi di sgonfiarti! O lascio sia te che il tuo amico a Londra e il Tuo pupo me lo porto via - disse sarcastica la ragazza.
- Impostore - esclamò Gibbs tornando al discorso iniziale.
- In vero! Ma... un impostore con una nave...-
- E a cui serve una ciurma -
- Situazione che somiglia alla mia -
- Invece voi due, da quel che sapevo eravate decisi a trovare la Fonte della Giovinezza - cominciò il mastro sfilando la mappa di Sao Feng a Jack - com'è andata? - chiese nel mentre che l'apriva.
Non finì di srotolarla del tutto che Jack se la riprese.
- Circostanze nuove hanno prodotto una precisa autoanalisi riguardante cautela e valore -
- In pratica ti sei arreso - sogghignò il mastro.
- Arreso? Lui? Ah ah! - rise la ragazza.
- Mai! Sono deciso più che mai, decisissimo! Assaggerò quell'acqua mastro Gibbs, sulla mia parola! - concluse Jack nell'istante in cui la carrozza si fermò.
- Uh...viaggio breve -
- Papà abbiamo un problema - lo avvertì John guardando dalle fessure.
- Che problema? Siamo...-
Jack tacé quando, non appena sceso, furono circondati da guardie inglesi.
- Fa parte del piano sì? - chiese Gibbs speranzoso.
Jack si girò per rispondergli, ma fu colpito in mezzo alle scapole dal fucile di una delle guardie.
- No...- disse con voce soffocata per poi essere portato via.
- Jack! - esclamò la ragazza venendo presa a sua volta.
Mi sento buona oggi, ringraziate il Triskele che mi ha regalato mia zia o addirittura ringraziate mia zia😂
Perciò eccovi il secondo capitolo!!
Cooooooomunque.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e se vi è piaciuto lasciate un commento e una stella e ci vediamo nel prossimo capitolo.
Alla prossima gioielli del mare💙
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