Capitolo 5: Messaggio
LYDIA
"Forse non dobbiamo", aveva detto Chris, alzando i suoi occhi foresta.
Quelle parole riecheggiarono nella mia testa per lunghi secondi.
«Cosa?» sussurrai incredula, mentre la mia mente analizzava quelle semplici tre parole cercando di dargli un senso.
Le giravo e rigiravo, sperando di carpirne un significavo nascosto, ma il risultato era sempre lo stesso: "non saremmo andati a salvare Octavia".
Vidi Chris aprire la bocca, ma lo fermai prima che potesse proferire parola.
«No, non ti permetterò di ricominciare con la solita storia del "dobbiamo proteggerti", non questa volta!»
Ero una mina appena innescata.
«Non abbandonerò una compagna come fosse un giocattolo rotto, dovessi andare io sola a piedi a recuperarla! E tu?» lo rimproverai, puntandogli il dito contro «Come puoi avere anche solo pensato una cosa del genere?»
«Posso?» disse, sollevando il gomito destro.
Sul suo viso era stampato l'immancabile sorriso beffardo che mi fece esplodere del tutto.
«Dirmi le tue ragioni per cercare di convincermi? Certo che no! Le conosco a memoria, potrei ripetertele meglio di quanto non abbia mai saputo elencare tutte le declinazioni latine!» feci un lungo respiro «Non è nei momenti di quiete che si vede la forza di una squadra, ma nelle avversità. Lottare insieme anche contro ciò che sembra impossibile. È questo che vuol dire essere compagni. È questo che significa essere amici! E quello... quello è un pennuto?»
Il filo logico del mio discorso fu bruscamente interrotto dall'arrivo di un elegante uccellino che si andò a posare sul braccio che Chris aveva da poco alzato.
«Un brydion» mi corresse.
«Ovviamente...» risposi sarcastica.
Ormai mi stavo abituando ai nomi improbabili di quel mondo.
«I brydion vengono usati dai ribelli dei Villaggi delle Montagne per lo scambio di informazioni veloci; hanno un olfatto molto sviluppato e, una volta fattogli annusare un oggetto appartenente al destinatario, saranno in grado di trovarlo anche in capo al mondo» mi spiegò Chris, carezzandogli la testa con l'indice.
Il brydion ebbe un tremito, gonfiando tutte le penne.
Sembrava un colibrì, solo un po' più grande. Le piume erano di un marrone caldo, tendente all'arancione, che sfumavano in rosso all'apice cella coda e delle ali.
Due vispi occhietti neri scrutavano Chris come fosse un quadro in esposizione.
Legato alla zampetta sinistra c'era un piccolo foglio di carta, arrotolato su se stesso.
«Chi ha inviato il messaggio?» chiesi.
«La nostra soluzione, se è quello che penso» disse, slegando il nastro che teneva fisso il foglietto e mettendolo in tasca.
Il brydion sbatté un paio di volte le ali per poi andarsi a posare sulla spalla destra di Chris.
«Vieni, ci conviene spostarci, magari avviandoci verso gli altri» mi disse, posando la mano sulla mia spalla e accompagnandomi con una leggera spinta.
Mi accostai a lui, osservando il piccolo esserino pulirsi le penne.
«Posso toccarlo?» chiesi, avvicinando il dito.
«Non ti conviene perché...»
Non fece in tempo a finire la frase che il brydion mi beccò l'indice.
«Ahi!»
«...morde» concluse, ridendo.
«Molto divertente» dissi, evitando di specificare che gli uccelli non "mordono" «Perché non ha beccato anche te?» chiesi un po' scocciata.
Di solito andavo d'accordo con gli animali.
«Perché lui è Brutto» mi rispose.
«E quindi sente affinità con te?»
«Spiritosa, la ragazza.»
Sorrisi.
«Brutto è il suo nome. È il brydion di Alika» disse, allungando il braccio.
Il brydion volò fino alla sua mano, disegnò in aria un cerchio e, infine, andò a posarsi sull'altra spalla del ragazzo.
«Alika?» chiesi.
E chi è questa?
«È la sorella di Ilan; per questo Brutto mi conosce» mi spiegò.
«Ilan ha una sorella?» chiesi sorpresa.
Fu in quel momento che realizzai di non conoscere nulla di quei ragazzi. Pur avendo passato un'infinità di avventure con loro, ed essendo consapevole di averne altrettante da viverne, mi resi conto di non sapere quale fosse il loro cibo preferito, il momento della giornata che più amavano, il numero di parenti che componevano le loro famiglie.
Niente.
Come loro non sapevano niente di me.
Non potei fare a meno di pensare al secondo libro di Hunger Games, quando Peeta e Katniss scendono dal treno.
"Di te so solo che sei ostinata e brava con l'arco."
Mi sembrava quasi di sentire la voce di Peeta.
"Questo mi riassume bene."
"No, c'è molto di più ma tu non mi parli."
"Vedi io non sono..."
"Alla base della storia dell'amicizia c'è il fatto che ci si dicano le cose profonde."
"Cose profonde?"
"Tipo il tuo colore preferito."
"Questo è veramente troppo."
"No sul serio, qual è?"
"Il verde. Il tuo invece?"
"Arancione. "
"Come i capelli di Effie?"
"No, non quel tipo. Più l'arancione di un tramonto."
Quello era sempre stato uno dei miei passaggi preferiti, uno di quelli che avevo letto e riletto almeno un centinaio di volte. Eppure, solo in quel momento riuscii a capirne veramente il significato.
«Alika Harvey.»
Il suono delle parole di Chris mi trasportò da Panem a Ddaear Arall in meno di un secondo «Penso proprio che avrai modo di conoscerla.»
«Mentre i genitori li ha persi, non è così?» chiesi, ricordando quello che aveva, più o meno, detto il primo giorno che arrivai su Ddaear Arall.
«Sì, in un attacco del Regno della Foresta. Sai, molto tempo fa vivevamo ad Awel, un tempo città libera della Nazione delle Montagne. Ma in una sera di primavera, più di dieci anni fa, le truppe del Regno sfondarono il confine attaccando la città e Awel cadde in una sola notte. Scappammo, ma i genitori di Ilan non ce la fecero» inspirò brevemente «Molti dei nostri amici andarono a vivere a Haul o Wawr, ma noi ci trasferimmo lungo il nuovo confine, andando a vivere in quella che oggi è la Base di Arjuna.»
Il tono della sua voce era basso tanto da sembrare un sussurro e gli occhi erano persi a rivivere i momenti passati.
Non sapevo cosa dire, faticavo ancora a rendermi conto di quanto le nostre infanzie fossero trascorse diversamente.
«Direi che qui siamo abbastanza lontani da occhi indiscreti» disse, cambiando improvvisamene tono di voce.
Sobbalzai, ma prima che potessi capire cosa volesse fare mi afferrò la mano, trascinandomi dietro uno degli alberi che regolarmente intervallavano le vie di Ynda.
Posò la schiena contro l'ampio tronco e si infilò la mano destra in tasca.
«Non avrei potuto resistere più a lungo, dobbiamo sapere» disse tirando fuori dalla tasca il messaggio «Quando arrivammo alla base di Capo ho inviato un messaggio a Richie, chiedendogli di raggiungerci a Ynda» aggiunse, spiegando il foglietto arrotolato.
La luce lunare filtrava attraverso le foglie andando a illuminare il pezzo di carta. Una minuta scrittura in corsivo riempiva di nero inchiostro la candida pagina.
Per C.,
spero siate ancora vivi e non vi
siate ficcati nei guai come al solito.
Messaggio ricevuto,
risposta affermativa.
R. dice che conoscendovi saremo
a non più di due giorni da voi.
Le Lune per due.
Abbiamo Kiwi.
Odio questi messaggi brevi.
A.
Guardai Chris confusa, molto confusa, ma dal suo sorriso intuii che non si trattava del messaggio di una delirante, come mi era sembrato.
«In breve: hanno ricevuto il mio messaggio e stanno per arrivare, in quattro, da noi si usano le Lune per indicare i numeri» mi spiegò.
E il kiwi?
Ma non feci in tempo a domandarlo che subito mi afferrò nuovamente la mano.
«Andiamo a vedere come sta Ilan.»
«Ma cosa c'entra con Octavia il loro arrivo?» chiesi, cercando di stare al suo passo.
«Potremo dividerci in due gruppi!» fu la sua spiegazione.
Non ero molto certa che fosse la cosa giusta da fare, ma preferii non rispondergli.
Eravamo ormai al limitare della città, bastarono giusto un paio di svolte prima di uscirne completamente. Strizzai gli occhi, tentando di trovare i miei compagni accampati vicino alle rovine, tuttavia non mi sembrò di vedere nessuno. Cercai lo sguardo di Chris trovandolo preoccupato quanto il mio.
Facemmo uno scatto fino a quello che rimaneva del vecchio muro di Ynda, esattamente dove avevamo lasciato April e Ilan.
«Dove sono?» chiesi angosciata.
«Non può...» mai il tono della sua voce mi sembrò così... distrutto.
Una scossa smosse il terreno sabbioso sotto i nostri piedi. Feci due passi indietro avvicinandomi a Chris.
Un'onda di sabbia si sollevò dalla duna di fronte a noi, costringendoci a indietreggiare. Sentii Chris stringermi a sé con un braccio, mentre con l'altro cercava il suo sacco contenente le pietre.
«Grazie al cielo siete voi!»
Parole ben distinte provennero da dietro il muro di sabbia.
«April!» esultai, slegandomi dall'abbraccio del mio compagno e correndole incontro.
Il cumulo di sabbia che prima si parava davanti a noi era completamente scomparso, facendo comparire i nostri compagni come per magia.
Non so bene come, fui sorpassata da Chris prima che potessi raggiungerli.
«Come sta?» chiese.
«Non si è ancora ripreso, ma la ferita, una volta ripulita, non pare troppo profonda» ci spiegò.
Ilan stava lì, disteso accanto ad April ancora inginocchiata. La ragazza era riuscita a ripulirgli il volto e fasciargli la testa e questo gli dava un aspetto molto meno preoccupante di quanto mi ricordassi.
Chris porse la mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi.
«Ci penso io adesso.»
April gli afferrò il polso, tirandosi su.
«Octavia?» domandò, guardandosi intorno.
Scossi la testa.
«Però sappiamo quasi per certo che sia stato Zane a rapirla e che la sta portando ad Aer.»
«Aer? Ma...»
«È fuori dalla Nazione, lo so» l'anticipai, mentre mi affiancava «Ma stanno arrivando i rinforzi» continuai.
Il suo sguardo si accese in un sorriso di speranza, ma non mi chiese niente di più, non in quel momento.
Ci andammo a sedere a pochi metri di distanza. La soffice sabbia era un ottimo materasso su cui distendersi. Rimanemmo in silenzio un paio di secondi. Il vento continuava a soffiare ritmicamente, sollevando lievi sbuffi di polvere.
Sollevai lo sguardo, perdendomi a osservare Chris intento ad accudire il suo amico. Gli aveva sistemato i capelli dietro la fasciatura e, in quel momento, gli si era inginocchiato accanto, sussurrandogli qualcosa. Tesi l'orecchio in tempo per sentire:"Hai capito? Ali sta arrivando! Quindi ti conviene riprenderti in fretta, altrimenti se ti trova così ci ammazza a tutti e due".
Non potei fare a meno di sorridere.
«Allora? Com'è stato?»
La voce di April si legò al vento, facendosi trasportare libera.
«Cosa?» chiesi, ancora un po' sovrappensiero.
«Controllare quell'albero. Com'è stato?»
«Non saprei...» iniziai.
Ed il problema era che veramente non ne avevo idea. Come mi sentivo? E come mi sarei dovuta sentire?
«Penso di non aver provato nulla, ho fatto tutto involontariamente» ammisi, con lieve amarezza.
«Niente?» domandò con leggero stupore.
Non sapevo cosa rispondere, fortunatamente fu lei a continuare: «Io ricordo ancora la sensazione che provai alle mani la prima volta che usai il mio dominio: formicolio» chiuse gli occhi, sollevando il viso «Un caldo torpore che dai palmi si irradiò fino alla punta delle dita; lo provo tutt'ora ogni volta che controllo la sabbia, ma mai con quell'intensità.»
Aprì gli occhi voltandosi verso di me «Ma probabilmente per voi Munus è diverso.»
Mi guardai le mani, volgendo i palmi alla pallida luce lunare.
«...Probabilmente» sussurrai.
Angolo Autrice
Eccoci qui cari wattpaddiani!
Ho una rivelazione magnifica per tutti noi: la "w" in gallese si legge come "u"... e questo facilita un sacco nella lettura delle parole in lingua antica!
A proposito:
Awel (città di provenienza di Ilan e Chris) significa "brezza"
Aer (città dove, probabilmente, è diretto Zane) significa "aria".
Entrambe, essendo città dei Villaggi delle Montagne, hanno nomi riferiti al cielo.
Vi piacciono i brydion? Spero di sí... ho trovato quest'immagine che rappresenta molto l'idea che mi sono fatta dei brydion:

Ah, a proposito: "Sibrydion" in gallese significa "bisbiglio".
Lo sapete che i colibrì più piccoli al mondo non arrivano neanche a 2 grammi?! Ma quanto possono essere carini?!
Arriviamo all'intervista: non avrei mai pensato che venisse fuori qualcosa del genere! Son contenta vi sia piaciuta! (almeno per quello che ho capito dai commenti). E sono morta dal ridere per il panico scatenato col finale!
Se vi farà piacere potremmo ritentare con una seconda intervista più in là ;)
Che dire? Per stasera è tutto miei cari!
Un bacione a tutti
Olympia
TRIVIA
Il nome completo di Octavia è: Octavia Myra Anderson.
La scelta del secondo nome, Myra, ha una doppia motivazione:
1) Myra è una città Ellenica attualmente situata in Turchia. È una città bellissima in gran parte scavata nella roccia (se avete tempo o voglia andate a vedere le foto, ne vale la pena); ebbene, la patrona di questa città era Artemide, dea della caccia, degli animali e del tiro con l'arco.
2) Inoltre Mirajane Strauss è un personaggi di Fary Tail. Il suo soprannome è Mira, ma in alcune traduzione viene indicata anche come Myra (la quantità di volte in cui cambiano la traduzione dei nomi in quel maga è assurda!). Mirajane non è il mio personaggio preferito, ma è di certo una figura coi controfiocchi che sa che quando i tempi lo richiedono bisogna reagire. Per il resto non assomiglia ad Octavia neanche lontanamente, ma questi sono dettagli secondari...
p.s. sto guardando adesso la partita di palla a volo italia/USA, e nella squadra degli Usa c'è un giocatore di nome (cognome) fa Anderson!
Coincidenze?
Io dico di no!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top