LYDIA
«Lo senti?» mi chiese Richie, mentre i miei occhi erano fissi sul coltello da lancio, in bilico sul mio dito «Il baricentro è perfetto, lama e manico in perfetto equilibrio.»
Estrasse un secondo coltello dai suoi anfibi e lo pose di piatto sul suo indice. Al contrario del mio, che pendeva in continuazione prima da una parte e poi dall'altra, il suo era stabile e immobile, come se qualcuno lo avesse incollato con dell'Attak.
«Non forzarti, cercando di assecondarlo. Sii ferma, solo allora troverà anche lui la sua stabilità.»
Per tutta risposta, il mio coltello oscillò pericolosamente verso destra e io dovetti piegarmi e fare un passo indietro per evitare che cadesse.
«Se rilassassi tutti i muscoli del tuo corpo, la tua testa cadrebbe verso il basso; eppure rimane in equilibrio tutto il giorno senza che ti sforzi per farlo accadere. Tutto quello che fai è rimanere stabile col tuo corpo. Qui è la stessa cosa.»
«Ma questo non fa parte del mio corpo» risposi.
«Sbagliato, milady!» scandì deciso, ruotando il polso di novanta gradi e impugnando la lama del coltello «Lui è un'estensione dei tuoi arti» continuò, sollevando il manico fino all'altezza dei miei occhi.
Senza aggiungere altro, torse il busto in direzione opposta alla mia e, con rapidità, lanciò l'arma.
La lama si conficcò, con estrema precisione, al centro dell'orribile fantoccio che avevamo costruito.
«Ora tocca a te. Come ti ho detto prima: afferra il coltello dalla lama con indice, medio e pollice, esattamente così» disse, aiutandomi a posizionare le dita in maniera corretta «Adesso, punta il bersaglio e non distogliere mai lo sguardo. Solleva il braccio fino a portarlo dietro l'orecchio e, quando lo spingi in avanti, ricorda di dare un colpo di frusta col polso, in modo da conferirgli quel minimo di rotazione che serve.»
Sentii le sue dita slegarsi da me e, per un istante, mi sentii sola. Sbattei le palpebre fin quando non fui certa della messa a fuoco del bersaglio. Inspirai profondamente un paio di volte, sollevai il gomito, portando indietro il braccio, e con un movimento deciso scagliai l'arma.
Il coltello roteò su sé stesso, per poi andare a conficcarsi a terra, circa un metro più a destra del fantoccio.
Sbuffai, smuovendo una ciocca ramata che mi era caduta davanti agli occhi.
«Il movimento era corretto» mi incoraggiò il mio compagno «Devi solo metterci più forza e correggere la mira. Vediamo... Immagina che sia il cuore dei tuoi ex.»
Sorrisi. «Diciamo che non ho una lunghissima lista di ex verso cui scagliarlo.»
«Sicuramente perché non ce n'erano all'altezza.»
«Sicuramente» risposi sarcastica, scoppiando a ridere.
Mi misi di nuovo in posizione e fissai quel bersaglio, questa volta senza sbattere neanche una volta le palpebre. Inspirai lentamente e scagliai il mio secondo lancio.
Con mia grande sorpresa il coltello si andò a piantare sul bordo del fantoccio.
«Evvai!» esultai, facendo un grande salto e girandomi verso il mio compagno.
«Non sarà il cuore, ma direi che gli hai appena spappolato la milza» rise di rimando.
«Trovato!» sentimmo urlare una voce in lontananza.
Ci voltammo, coprendo con pochi passi la distanza che ci separava dall'accampamento.
«Lo hanno trovato veramente?» domandai, affiancandomi ad April che, accucciata, stava riponendo nel suo zaino gli ultimi utensili lasciati in giro.
«Immagino di sì» mi rispose, sollevando la testa e voltandola nella direzione di provenienza della voce.
Non ci volle molto prima che, da dietro una duna, comparisse la figura di Alika, seguita a breve da Ilan e il nuovo ragazzo, Ray, che, sorridente, teneva un braccio sollevato in segno di vittoria.
Se veramente avevano trovato il pozzo di cui Gomer parlava, avremmo finalmente potuto recuperare parte delle informazioni necessarie per liberare Au Maite.
Sistemai il mio pugnale in uno dei passanti dei jeans e aiutai April a mettere a posto le ultime cose che avevamo lasciato in giro.
«Serve una mano?» ci chiese Ilan con un sorriso, accucciandosi e passando ad April due pietre focaie.
La voce non riusciva a mascherare parte della stanchezza che ancora doveva provare, ma il vispo color nocciola dei suoi occhi era tutto quello che serviva a farmi star tranquilla.
«Brutto?» chiese Alika, riferendosi al suo brydion.
«È tornato meno di mezz'ora fa» le rispose April «Da nord-ovest, di preciso.»
«E nord-overst sia» ripeté la ragazza, voltandosi verso Raymond.
La sera prima avevamo fatto odorare a Brutto l'arco di Octavia, per vedere se fosse stato in grado di seguire la sua traccia.
Mi sembrava ancora così strano che quel pennuto così piccino possedesse un olfatto così sviluppato; eppure erano bastati pochi minuti e qualche frase sussurrata dalla sua padrona perché si librasse in volo, scomparendo nella notte. Seguendolo, forse saremmo riusciti a ritrovare la nostra compagna.
«Quanto dista?» chiese Richie.
«Meno di quanto pensavamo, siamo vicini» gli rispose Ilan, alzandosi e porgendo una mano ad April per tirarla su.
In meno di cinque minuti eravamo già pronti e sulla strada che portava al pozzo. Percorremmo il perimetro della città, tenendoci sempre a debita distanza, al di fuori dei resti delle antiche mura. La sabbia continuava imperterrita a entrarmi nelle scarpe, ma ormai mi ci ero così tanto abituata che mi chiesi se ne avrei sentito la mancanza un giorno o l'altro.
«Ci siamo quasi» disse Ilan a nessuno in particolare.
Io continuavo a non vedere niente, ma ormai avevo capito che il ragazzo, grazie al suo potere, riusciva a percepire oggetti e persone prima di chiunque altro.
A confermare la mia ipotesi fu la castana chioma di Chris che, giusto qualche secondo dopo, rientrò a far parte del nostro campo visivo.
Era seduto, con le ginocchia piegate e portate al petto. Non si accorse subito del nostro imminente arrivo, probabilmente troppo concentrato a perdersi nei suoi pensieri. Raramente lo avevo visto così, distratto, ma dovetti ammettere che quel suo sguardo smarrito aveva un che di affascinante.
Accanto a lui era poggiato uno zaino, di certo non appartenente a lui, ma, oltre a quello, non riuscii a scorgere nient'altro che potesse somigliare ad un pozzo, o comunque a una qualsivoglia costruzione.
D'un tratto, una mano comparve da dietro Chris, afferrandogli una spalla e strattonandola indietro. Sussultai, ma, prima che potessi gridare, il ragazzo, per nulla stupito, reagì, ruotando il busto e dando una gomitata a qualcosa posto dietro di lui. Vidi la mano avere uno spasmo, per poi ricadere a peso morto dietro il mio compagno.
Era successo tutto in una frazione di secondi, tuttavia solo quando fummo a pochi metri da lui riuscii a capire cosa fosse realmente successo, o almeno a intuirlo.
Steso dietro di Chris c'era una guardia del Regno svenuta. Era giovane, probabilmente della nostra età, con ondulati capelli color carota e una spruzzata di lentiggini sulle guance.
Dovevano averlo incrociato durante la ricerca del pozzo e fermato per evitare che avvertisse i suoi compagni.
«Cosa, della frase "tienilo d'occhio" non sei riuscito a capire di preciso?» lo rimproverò Ilan, avvicinandosi.
«Lo stavo tenendo d'occhio» si difese il ragazzo.
«Vedo, come stavi anche controllando che non sopraggiungessero altre guardie» continuò, sarcastico, il primo.
«Esattamente» rispose Chris, sorridendo beffardo.
«Ci rinuncio» sbuffò Ilan, scostandosi i capelli dagli occhi e facendo un passo in avanti. Un rumore di travi scricchiolanti accompagnò il suo spostamento «Hika, lo percepisci? Riusciresti a rimuovere tutta la sabbia che lo ricopre o è troppa?»
«Così mi offendi» rispose lei, in tono di sfida.
Affondò entrambe le mani nella sabbia, per poi allontanarle, come a voler separare due litiganti.
In un battito di ciglia, la massa di sabbia, che ci circondava, scomparve, lasciando intravedere ciò che ricopriva. Una struttura circolare, di minimo quattro metri di raggio, si parava d'innanzi a noi. Una spessa lastra di legno lo copriva completamente, ma, pur non potendo ammirare la sua profondità, non c'era alcun dubbio che si trattasse del pozzo che stavamo cercando.
«Direi che si entra da qui» intervenne Ray, sollevando una botola periferica che, chiaramente, non avevo notato.
«Alika, rimani tu qui con lui?» chiese Chris, indicando il ragazzo svenuto alle sue spalle.
«Certo, è anche carino!» rispose la ragazza, avvicinandosi.
«Alika!» intervenne Ilan.
«Vedi piuttosto se riesci a bloccare il sangue che gli esce dalla ferita.»
«Un giorno capirò perché devo esser sempre io a porre rimedio a vostri danni» rispose la ragazza, iniziando a scrutare il ragazzo «Ma gli avete slogato una spalla!»
«Cercava di scappare!» si difese Chris, avvicinandosi nel frattempo a me «Pronta a scoprire un nuovo tassello?»
Sussultai lievemente, sorpresa dalla sua domanda.
No, avrei voluto rispondergli.
«Certo» fu invece la mia risposta.
Richie e April erano già entrati. Li raggiunsi presto, seguita da Chris e Ray.
Ci volle qualche secondo prima che i miei occhi si abituassero alla fioca luce che penetrava nel pozzo, ma, non appena fui capace di distinguere ogni figura, rimpiansi la cieca sicurezza del buio.
Ci trovavamo sul limitare di un pozzo di cui il fondo non era neanche lontanamente immaginabile. Le scale rocciose, su cui ci trovavamo, percorrevano tutto il perimetro della struttura, scendendo a chiocciola e permettendo la discesa in quel profondo buco nella terra. Mi appiattii alla parete, cercando di non pensare al fatto che se fossi caduta, probabilmente sarei morta.
Iniziammo a scendere lentamente, un passo alla volta. Nessuno di noi fiatava e l'unico rumore a riempire quel vuoto era la voce di Alika che, di tanto in tanto, si incanalava nelle pareti di roccia. Che stesse parlando da sola? Poteva essere, d'altronde talvolta capitava anche a me.
Che gli ci costava fare una ringhiera, dico io, pensai, urtando col piede un sassolino che, rotolando, iniziò a cadere lungo le scale, amplificando l'eco a ogni nuovo rimbalzo.
Fu proprio in quel momento che misi un piede in fallo, mancando la presa e scivolando in avanti. Persi l'equilibrio e una sensazione di vuoto mi chiuse la bocca dello stomaco, mentre già riuscivo a vedermi inghiottita da quella voragine.
Immediatamente, una mano mi afferrò per il maglione, strattonandomi indietro e fermando la mia caduta, mentre un altro braccio mi cingeva le spalle, attirandomi a sé. Senza che mi accorgessi di come fosse successo, mi ritrovai stretta a Chris. Gli occhi ancora spalancati per la paura e il respiro corto.
«Stai bene?» mi chiese rassicurante.
Ero certa che se avessi teso l'orecchio, avrei potuto sentire l'eco del mio cuore battere forte come un tamburo contro il suo petto.
«S...sì, grazie» farfugliai, staccandomi lentamente da lui.
«Secondo voi, per quanto dovremmo ancora scendere?» chiese Ray, e non potei che dargli supporto.
«Non so che dirvi ragazzi, è la prima volta anche per me» si affrettò a rispondere Richie.
«Chris?» intervenne Ilan.
«Ho capito, ci devo pensare io» disse lui, facendo un passo indietro.
Non avevo idea di che cosa stessero parlando, ma non appena lo vidi voltarsi verso il baratro e fare un passo nel vuoto, il cuore mi salì in gola.
Angolo autrice
Buona domenica a tutti! Come va la vita?
Se ve lo stavate chiedendo, sì, per l'inizio di questo capitolo mi sono andata a vedere il tutorial su come su usano i coltelli da lancio :D
Ma che mi succede? Doveva contenere molte più informazioni questo capitolo, ma ad un certo punto ho dovuto fermarmi perché rischiavo di fare un aggiornamento il doppio più lungo degli altri! La cosa positiva è che ho già scritto praticamente il prossimo capitolo (che in realtà doveva essere questo....?)
Chiedo scusa per il nuovo ritardo, ma devo farvi una confessione: mentre per il percorso di Octavia avevo già da tempo in mente la sequenzialità dei capitoli che l'avrebbero coinvolta, per Lydia avevo un buco temporale (tra l'inizio e la fine del libro) che ho rimandato per troppo tempo. Mi sono presa quindi questi giorni per riordinarmi le idee e crearle un percorso adatto.
Non lo avrei mai detto, prima di sperimentarlo, ma mandare avanti una storia da punti di vista diversi e, soprattutto, con vicende separate, non è affatto facile, in particolare per quanto riguarda il "far combaciare i tempi", ma cercherò di fare del mio meglio, promesso!
Sapete, qualche giorno fa mi è capitato, facendo zapping sui libri di Wattpad, di capitare su di un libro/consigli incentrato su come "far carriera su Wattpad", o qualcosa di simile. I capitoletti erano corti, giusto due-tre righe e, per curiosità, me li sono andati a leggere. Sfogliando i capitoletti, uno tipo diceva "Evitate gli angoli autrice, tanto non li legge nessuno" e io tipo "mmmh ok, sì, certo, io proprio li evito...". Lo so, scrivo tanto in sti benedetti commenti a fine capitolo, ma mi piace un mondo poter parlare con voi "direttamente", insomma, in un contesto anche al di fuori delle vicende riguardanti strettamente i capitoli.
Infine volevo esprimere tutta la mia gioia e gratitudine per la vittoria dei Wattys! Non me lo sarei mai (e dico MAI) aspettata e, soprattutto considerando la categoria in cui ho vinto, non ce l'avrei mai fatta senza il vostro supporto e la vostra vitalità. Siete veramente i migliori lettori che una scrittrice novella possa mai desiderare, grazie.
TRIVIA
Spesso siete voi lettori ad ispirarmi nel proseguimento della storia, tramite i vostri commenti e messaggi.
Tra gli esempi più calzanti vi svelo che:
- Il nome ed il lavoro di Cinzia sono stati scelti da @MySweet-Snivy
- Il nome di Sebastian è stato scelto da @5sos_take_me_away
- Il capitolo 17 del primo libro è nato dal commenti di @Mado_Schokolate e @MagicMad_Madness e, di conseguenza, senza di loro non sarebbe mai nata e stata raccontata neanche la storia di Du e Gwin.
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