Capitolo 8: Fuga
OCTAVIA
Sentii l'urlo dell'uomo a cui avevo trapassato il braccio perforarmi le orecchie.
Non avevo mai ferito una persona e veder scorrere del sangue a causa mia mi fece uno strano effetto, ma, nonostante ciò, l'adrenalina che avevo in corpo mi permise di continuare a battermi.
Giusto pochi minuti prima ero arrivata alla sala armi e, una volta presi arco e faretra, avevo seguito Ilan alla bell'e meglio, cercando di non perdere di vista quella chioma biondo cenere.
Neanche a dirlo, mi persi tra i cunicoli e fui costretta a nascondermi in una nicchia scavata nella roccia per non essere catturata da un gruppo di assalitori. Pensai che, con ogni probabilità, si stessero dirigendo verso Lydia così, uscita dall'ombra della roccia, li avevo seguiti a debita distanza.
Superati tre corpi in nero distesi a terra ed evitati due attacchi nemici e, soprattutto, un Arjuna molto alterato, mi ero ritrovata nel bel mezzo di un campo di battaglia.
A terra c'erano vari corpi, alcuni che ancora si contorcevano, altri fermi e rigidi come delle statue. Tra quest'ultimi c'era un ragazzo giovane su cui si apriva un'enorme chiazza rossa, probabilmente uno dei nostri.
Non avevo fatto in tempo ad elaborare bene l'informazione che un breve bagliore attirò la mia attenzione. Mi voltai giusto in tempo per vedere un pugnale diretto contro la mia compagna di sventure.
Il mio corpo reagì all'istante e, prima che potessi rendermene conto, avevo già scoccato la freccia contro l'aggressore.
«Tu che ci fai qui?» sentii Ilan gridare.
«Io non mi nascondo» dichiarai, semplicemente, in tono fermo.
Mi abbassai, percependo dietro di me una presenza ed evitando così un calcio che di certo mi avrebbe provocato un bel livido. Estrassi dalla faretra un'altra freccia e, impugnandola a mo' di pugnale, la conficcai nella gamba del mio aggressore, estraendola subito dopo: non mi potevo permettere di sprecare tutte le munizioni. Nel rialzarmi diedi una forte spallata al ragazzo che, stringendo i denti, stava premendo le mani sulla ferita che gli avevo provocato.
Lydia stava ancora lì, congelata nella stessa posizione di prima, fissando il ragazzo dai capelli platino.
Con tre grandi falcate la raggiunsi e posandole entrambe le mani sulle spalle la scossi violentemente.
«Riprenditi Lydia, non è il momento di giocare alle belle statuine!»
Aveva finalmente spostato gli occhi su di me, ma il suo sguardo era ancora vacuo.
Possibile che non capisca in che situazione ci troviamo?
«Se non ti dai una svegliata, qui finiamo tutti a fette» le gridai contro.
Se non si ripiglia immediatamente giuro che...
Il mio corpo completò il pensiero prima della mia mente e l'eco di uno schiaffo riecheggiò tra le pareti, anche nel bel mezzo di tutto quel baccano. Sentii la mano formicolare, mentre una lieve chiazza rossa le si stava formando sulla guancia sinistra.
«Ahia!» squittì.
Se osa pure lamentarsi, giuro che gliene do un altro.
«Grazie, mi ci voleva.»
Ah ecco.
Senza risponderle, mi voltai per fare un quadro della situazione: Ilan era appena stato atterrato da un ragazzo che avrà avuto più o meno la mia età, alto, pelle pallida e capelli corvini che ondeggiavano ad ogni suo movimento. Si vedeva che era ben allenato, perché riusciva a rispondere ad ogni attacco con incomparabile grazia, aggirando ogni colpo con movimenti fluidi e continui, quasi a ritmo di una musica che solo lui poteva sentire.
Piegando leggermente il corpo di lato riuscì ad evitare una delle pietre che Chris gli aveva appena lanciato.
Si voltò, puntando gli occhi verso il mio compagno. Erano color nocciola contornati da leggere occhiaie bluastre, ma sin da dove mi trovavo io erano ben visibili le pagliuzze dorate che li rendevano luminosi come quelli di un gatto.
«Pessima mira come sempre, Chris» lo sentii dire con torno piatto, quasi annoiato.
«Zane!» ringhiò Chris a denti stretti.
Facendo un passo in avanti, batté violentemente il piede a terra, provocando il crollo di un grosso masso posto esattamente sulla testa del ragazzo dagli occhi d'oro.
Quest'ultimo, sollevando le due spade che teneva riposte nei foderi, spaccò in due la roccia con un solo movimento di braccia. Le due metà caddero ai suoi lati con un profondo tonfo.
Il suo sguardo era deciso e neanche un po' sorpreso: nessuno sarebbe riuscito a leggere le emozioni che si celavano in quel ragazzo.
Ancor prima che le due metà toccassero terra, lui si era lanciato in avanti con le spade incrociate proiettate in avanti.
Non so come Chris ebbe la prontezza di rispondere a quell'attacco fulmineo che io a stento ero riuscita a seguire con lo sguardo, fatto sta che le due spade non riuscirono mai a colpirlo all'addome poiché furono fermate dal suo braccio che, incredibilmente, non era stato troncato. Guardai meglio e notai che, attorno ai vuoi polsi, si erano formati sue spessi bracciali di roccia che avevano fatto da scudo al corpo.
«Ti ricordavo più agile» disse Chris, in tono provocatorio, creando contemporaneamente una lastra di roccia che dal terreno si proiettò verso l'alto, colpendo di fianco il ragazzo. Questi, a causa del colpo violento, perse la presa su una delle due spade che cadde ai piedi di Chris, il quale con un calcio la fece volare lontana dal suo avversario.
Senza troppi sforzi Zane riprese l'equilibrio, spostando il peso sulla gamba dove aveva ricevuto il colpo per testarne la resistenza. Aveva del sangue che gli colava dall'anca ma sembrava quasi non essersene accorto.
«Ed io ricordavo i tuoi attacchi più forti» disse, constatando che la gamba era ancora in grado di sorreggere il suo peso.
Riponendo nel fodero la seconda spada, estrasse fulmineo dagli anfibi due coltelli da lancio che scagliò contemporaneamente contro il mio compagno, uno a destra e l'altro a sinistra, in modo da bloccargli ogni via di fuga.
Chris evitò il primo spostandosi a sinistra e poi ruotò il corpo di novanta gradi mettendosi di fianco in modo da schivare il secondo. Non riuscì tuttavia ad evitarlo completamente ed una buona porzione della lama gli si conficcò a livello della spalla. Una smorfia di dolore accompagnò il suo tentativo di trattenere un grido, mentre con l'altra mano si estraeva repentino il coltello infisso nella carne e lo lanciava di rimando al suo avversario. Purtroppo, la mira di Chris non era buona quanto quella del ragazzo dai capelli corvini che, con un fluido movimento, riuscì facilmente a schivare l'attacco.
Gli occhi dorati di Zane s'infiammarono per un istante, accesi di quella luce che brilla nello sguardo di chi pensa di avere ormai la vittoria in pugno. Stava già per riprendere la corsa, quando si accorse di essere stato bloccato sino alle ginocchia dal pavimento che, sotto il volere di Chris, gli aveva circondato le gambe. Per un momento il suo sguardo lasciò trapelare dello stupore, ma, subito dopo, tornò impassibile come sempre, mentre, ritrovando lucidità, estraeva nuovamente la sua spada e la conficcava nella roccia per tentare di frantumarla.
«Ragazzi, prendete Lydia e scappate, non potete resistere a lungo e ne arriveranno degli altri. Correte, ci penso io a loro!» La voce da cui provenivano queste parole era stanca e debole, ma allo stesso tempo decisa.
«Abigail, non dire stupidaggini, non possiamo lasciarti qui» le rispose Richie.
Per tutta risposta la donna gli lanciò addosso un anello di ferro, che non potei fare a meno di pensare fosse simile a quelli di Xena, che gli sfiorò la testa e si andò a conficcare nella roccia retrostante.
«Non credere di potermi dire cosa posso o non posso fare Richard Meyer, sono la più anziana tra voi e vi ordino la ritirata!» esclamò con tono autoritario la donna.
Vidi Chris lasciare di malavoglia il suo scontro con Zane e correre verso Lydia che, finalmente, si era ripresa e stava schivando, un calcio che un giovane ragazzo gli aveva appena sferrato. Non fece in tempo a rispondere che la mano del ragazzo raggiunse la sua e, strattonandola, la portò via verso un cunicolo vuoto che, per il momento, rappresentava l'unica via di fuga possibile. Li seguii insieme a Richie.
«Ilan, va con loro!» disse la donna.
«Ma Arjuna ha detto...» incominciò il ragazzo.
«Fa come ti dico, hai capito?» ordinò la donna.
Abbassando la testa biondo cenere, il ragazzo ci seguì. L'ultima cosa che riuscii a vedere fu Abigail che, lanciando i suoi anelli, riuscì a colpire ben tre dei nostri nemici con un solo colpo, poi la parete del cunicolo appena preso mi oscurò la visuale.
Corremmo per un tempo che mi sembrò infinito, sentendo ad ogni curva più vicino il rumore dei passi dei nostri inseguitori.
Una svolta a destra, due a sinistra e...
Siamo morti, pensai, ritrovandomi difronte una parete di roccia.
Eravamo finiti in un vicolo cieco. Ma in un attimo la pietra si sollevò sotto il controllo dei due Rheol.
Uscimmo fuori e ci trovammo in un terrazzo simile a quello che avevo visto prima, solo più piccolo e, per quanto potesse valere in quel momento, con un panorama peggiore.
«E adesso?» chiese Richie, osando fare quella domanda che anch'io mi ero posta ma che non avevo avuto il coraggio di esprimere, fiduciosa del piano di Chris. Tuttavia, non udendo risposta, capii che non c'era alcun piano.
Intanto, i primi inseguitori erano apparsi alla fine del corridoio ed un coltello lanciato da una delle figure in nero era stato bloccato all'ultimo da una lastra di roccia creata da Ilan.
«Che facciamo?» riprese Richie, con tono più insistente.
«Sentite, scusatemi, davvero» fu l'unica risposta che uscì dalla bocca di Chris.
«Scusa? Per cosa..?» chiese Lydia, non capendo come tutti noi.
Per tutta risposta, Chris, allargando le braccia, sbatté violentemente un piede contro il pavimento. Immediatamente, una crepa venne a crearsi in corrispondenza dell'ingresso, mentre due manette di pietra si crearono attorno ai nostri polsi, costringendoci ad abbassarci ed ancorandoci al suolo.
«Devo smetterla di farmi questa domanda» esclamò Lydia, sbarrando gli occhi.
La crepa si prolungò lungo tutto il bordo, staccando di netto il pavimento su cui stavamo dalla parete rocciosa della montagna e nell'arco di mezzo secondo ci ritrovammo a precipitare nel vuoto, piombando nella nebbia sottostante.
Angolo Autrice
Buonasera! Questo capitolo doveva essere in realtà un po' più lungo, ma ho deciso di mettere la seconda parte nel prossimo capitolo.
Volevo inoltre ringraziare tutti voi miei cari lettori che avete avuto la pazienza, e spero anche il piacere, di leggere questa storia
grazie di cuore, veramente :*
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