Capitolo 26: Simon

OCTAVIA

«La cattura della ragazza è avvenuta prima o dopo il vostro incontro?»

La voce del Generale era calma ma allo stesso tempo imperativa.

«Prima. L'ho catturata un paio di giorni prima di incontrarlo mentre tentava di derubarmi nel sonno» mentii, riferendomi a Hikari.

Subito dopo la cattura di Chris, ero stata convocata nello studio del Generale della Base A113-Est ed ormai era da venti minuti che stavo rispondendo ad una serie di domande, senza interruzione.

Con l'espressione più impassibile che ero riuscita ad assumere avevo risposto ad ogni singolo quesito cercando di attingere ad ogni informazione che Sebastian era riuscito a darci e sperando di non contraddirmi da sola.

«Quando ha conosciuto l'impostore?»

«Una settimana fa, sulla strada di ritorno verso la Base dopo esser scappata dalla Fortezza 0-42 dov'ero stata catturata.»

«Lo aveva mai incontrato precedentemente?»

«No.»

«Ha mai sospettato di un suo tradimento?»

«No.»

«Avete mai avuto alcun tipo di rapporto più intimo?»

«Assolutamente no!»

Forse a quell'ultima avevo risposto con un po' troppa enfasi.

Mi sentivo come un'equilibrista in bilico su un mare di cemento: un solo passo falso e sarei precipitata.

«Base di provenienza?»

Le sue domande erano brevi e concise. Il che richiedeva, ahimè, altrettante risposte brevi e concise, senza che potessi divagare in alcun modo. Non che fossi brava nel divagare, chiacchierare molto non era la mia specialità.

«Base A116-NordEst.»

«Compagno dell'ultima missione?»

«Laio Sight.»

«Base da cui era pervenuto l'ordine?»

Zac. Sentii il filo su cui ero in equilibrio spezzarsi.

«Non capisco cosa queste domande abbiano a che fare con Chris Hale» risposi, non sapendo da che maledetta base fosse provenuto l'ordine della missione.

«Non è lei a fare le domande qui» fu la risposta secca del Generale.

«Sta forse dubitando di me?»

Invece di sentirmi colta in flagrante, sentii il sangue ribollirmi nelle vene, forse mi ero calata fin troppo bene in Aylen Coltrow.

«Le vorrei ricordare che sono stata io a catturare quell'impostore, al contrario di quanto sono riusciti a fare i suoi "soldati"» dissi, aggrappandomi all'unico punto di forza che mi era rimasto.

Ero stata io a fermare Chris mentre tentava di fuggire, e questo probabilmente era l'unico motivo per cui non ero ancora finita in prigione assieme ai miei compagni.

«La Base di provenienza dell'ordine, Tenente Aylen Coltrow» insistette il Generale.

«Base A101-Est.»

Una voce maschile alle mie spalle rispose al mio posto.

Mi voltai e vidi un ragazzo castano fermo sulla soglia dell'ufficio del Generale. Lo riconobbi subito come il tipo che mi aveva salutata alla mensa (o meglio, che aveva salutato Aylen).

«E lei sarebbe...» disse il Generale alzando un sopracciglio

«Simon Mason, Base A101-Est» rispose, quasi meccanicamente, il ragazzo «Ho lavorato col Tenente Coltrow prima che le fosse stata assegnata la missione con Laio Sight. Posso garantire io per lei.»

Per quanto la mia indole mi spingesse a rifiutare qualsiasi aiuto, e tanto meno "garanzia", da parte di terzi, fui grata di quel soccorso in extremis.

Rivolsi uno sguardo sicuro e piuttosto compiaciuto al Generale il quale dopo un paio di secondi disse: «Può andare Tenente, per ora.»

Fui tentata di fare un mezzo inchino, ma mi trattenni all'ultimo secondo. Mi voltai ed uscii dalla porta, oltrepassando anche Simon che mi seguì subito dopo.

Camminavo a passi svelti sperando di riuscire sfuggire dal mio "amico". Inutile dire che questo in poche falcate mi si era affiancato.

«Aylen, rallenta» mi disse non appena mi ebbe raggiunta «Aylen!» mi prese per un braccio, costringendomi a rallentare e a voltarmi parzialmente verso di lui «Il Generale non dubita effettivamente di te, ma è suo compito garantire la sicurezza della Base.»

Con una forte strattonata allontanai il mio braccio dalla sua presa. Era vero, mi aveva appena aiutata, ma cosa credeva? Che adesso sarei caduta ai suoi piedi?

«Facile parlare quando non è il proprio ruolo ad essere messo in discussione» risposi, riprendendo a camminare e sciogliendomi i capelli in modo da nascondere il più possibile il viso.

Ovviamente anche Simon riprese a corrermi dietro.

E adesso come mi libero di lui?

«Hai ragione, scusa» lo sentii dire dietro di me «Dimentico sempre cosa hai passato per arrivare fin dove sei arrivata.»

Lo dimentico anch'io se questo ti consola, pensai sarcastica, chiedendomi cosa mai avesse fatto Aylen per "arrivare dov'era arrivata".

«Tra quanto tempo pensi di ripartire?» chiese immediatamente dopo, cambiando discorso.

Il prima possibile, spero. Solo che non so ancora come.

«Aylen, che ti succede?» domandò in tono veramente preoccupato, riafferrandomi il braccio.

Adesso gli mollo un cazzotto sul naso, pensai, ritraendo nuovamente a me il braccio.

Il suo sguardo rimase fisso sul mio braccio. Mi sorse il dubbio che Aylen si facesse prendere sotto braccio come se nulla fosse. Non dovevo scordami di star interpretando un ruolo.

«Aylen... le tue unghie» disse quasi in un sussurro il ragazzo.

Capii allora che non stava guardando il mio braccio, ma piuttosto le mie mani. Mi fissai le dita cercando di capire cosa lo avesse sconvolto così tanto. In effetti mi ero mangiata le unghie per lo stress fino a farmele sanguinare, ma saranno pur stati fatti miei come tenevo le unghie.

Stavo per chiedergli cosa intendesse quando il ricordo dell'incontro con Aylen nella prigione mi colpì come un fulmine a ciel sereno: Aylen aveva le unghie di ferro, o quantomeno coperte da uno stato di affilato metallo.

A quel punto potevo fare una sola cosa: improvvisare.

«Voi sapere cosa mi prende, Simon? Mi prende che sono stata catturata, per settimane. Mi prende che mi hanno spogliato di ogni singola arma che avevo indosso. Persino le mie unghie sonno state considerate tali e me le hanno strappate una ad una.»

Forse sto esagenando? Mi chiesi, ma ormai avevo preso il via e non potevo tirarmi indietro.

«Mi prende che il mio compagno sta ancora lì, a marcire in quella fogna che chiamano prigione, in attesa di un trasferimento chissà dove. Mi prende di essermi fidata per giorni di un "Tenente" che si è rivelato essere nient'altro che uno sporco impostore» rallentai il flusso delle parole, abbassando un poco la voce e scandendo ogni singolo vocabolo in modo chiaro e tagliente «Mi prende che dopo esser rimasta fedele con ogni singola cellula del mio corpo al nostro ideale alla fine si dubiti comunque della mia lealtà» conclusi, piuttosto soddisfatta della mia risposta.

Fortunatamente, le mie unghie erano così corte da poter dare l'impressione che fossero ricresciute da poco.

«Io... non pensavo» iniziò il povero Simon.

Quasi mi dispiaceva per lui. Quasi.

«Lascia stare» conclusi, riacquistando un tono normale.

«Dai, andiamo nella sala comune. Così ci prepariamo un tè, come ai vecchi tempi» disse con un sorriso.

Perfetto, io odio il tè, pensai mentre, questa volta, rassegnata, mi facevo prendere sottobraccio dal ragazzo.

«Ti devo presentare anche Elia, il ragazzo che era con me quando ci siamo visti in mensa. Ed anche Denise, la sua ragazza. È una vera tosta quella tipetta, son certo ti piacerà.»

Mi voltai verso di lui per assicurarmi che non stesse per organizzare una specie di uscita a quattro quando qualcosa alle sue spalle attirò la mia attenzione.

Mi bloccai di colpo, affacciandomi alla finestra e trascinando con me il mio amico occhialuto.

«Cosa sono quelli?» chiesi, indicando di fuori.

«Intendi i carri o i grawnffrwyth?»

«I carri» risposi, anche perché non avrei saputo pronunciare la seconda parola che aveva detto.

Molto probabilmente si riferiva a quelle masse di pelo poste davanti ai carri. Ad osservarli meglio sembravano dei grossi cinghiali: lunghe zanne, pelo ispido marrone con un'unica striscia bianca che dal dorso si prolungava continua sino alla coda, e due occhietti che al sole vedevo scintillare sin da dove ci trovavamo noi.

«Sono i carri che ci portano i rifornimenti dai villaggi entro i confini» mi rispose con scioltezza «Vengono qui ogni due giorni e ripartono la mattina dopo. Esattamente come facevano da noi alla Base A101-Est.»

«Giusto» risposi «Era solo da un po' che non ne vedevo uno» continuai distrattamente, mentre la mia mente correva già a formulare un piano irrealizzabile per fuggire di lì assieme ai miei compagni.

Angolo autrice
Buonsalve miei cari! Come state? Questa volta ho pubblicato veramente un capitolo! E anche se non penso sia uno dei miei migliori è stato comunque piacevole scoprire che in fondo nulla è cambiato. Mi sono seduta ed ho lasciato le mie dita scorrere sulla tastiera cercando di riportare il mio flusso di pensieri nero su bianco. Spero di non aver fatto un pastrocchio.
Allora... cosa ne pensate? Come se l'è cavata Octavia sola soletta in casa del nemico? E che ne pensate di Simon? E dei grawnffrwyth? ... lo so, erano più carini i tymor ;)
A proposito:
Grawnffrwyth [che per "comodità" chiameremo Grawn d'ora in poi] (i cinghialoni trasportatori di carri)= pompelmo in gallese (si, avete letto bene: pompelmo)
Coooome sempre vi esorto a chiedermi qualsiasi cosa sulla storia, e a non esitare a fare qualche critica qualora ne aveste qualcuna!
Vi rivelo la mia ultima scoperta prima di passare al Trivia:
ieri a lezione ho scoperto che il padre dell'epidemiologia (tramite studi sul colera che afflisse Londra nel 1854) fu niente meno che: il dottor John Snow
... vi ricorda qualcuno? ;)
(Ovviamente siamo scoppiati tutti a ridere, professoressa compresa, quando ce l'ha detto)

TRIVIA
(per compensare anche qui la mia luuunga assenza ne metterò più di uno)

1) vi ricordate chi è William Nale? No? Beh neanche io me lo sarei ricordato... ad ogni modo è il nome che Chris usa come copertura quando si presenta come Tenente assieme a Octavia (come Aylen Coltrow) nel capitolo 24. Bene il nome è stato preso da Frank William AbagNale, ovvero un ex truffatore statunitense che durante i suoi anni da falsario incassò 4.5 milioni di dollari in 26 paesi usando più di otto nomi inventati (frase copiata ed incollata da Wikipedia). Dalla sua vita è stato anche tratto il film "Prova a prendermi" con Leonardo DiCaprio. E niente, mi piaceva l'idea del truffatore, finto nome ecc. (si, sono malata)

2) il nome "Ilan" è un nome ebraico maschile che significa "albero" (nome piuttosto in tema con la storia... e poi che dire, mi piaceva! E ancora non lo avevo trovato in nessun libro ne telefilm/film)

3) per chi se lo fosse chiesto il tymor è rimasto alla base di Capo della Nazione della sabbia sotto la custodia di Sebastian (il ragazzino)

E con ciò vi saluto! un bacione a tutti! :*

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