Capitolo 21: Piano
OCTAVIA
Stavo seduta sui gradoni in pietra di una scala, affacciata alla finestra ad ammirare lo splendore delle Lune.
Più pesanti delle precedenti, eppure decisamente più equilibrate, pensai, mentre soppesavo sul dito indice le nuove frecce, nere come la pece, che Hikari mi aveva comprato.
Era stata una bella sorpresa. Forse si era sentita in colpa dal momento che le ultime munizioni erano andate perse quando io ed Ilan eravamo tornati indietro a salvarla.
Avevo cercato di convincerla che in realtà non mi doveva nulla, ma che anzi ero io a ad essere in debito con lei per avermi salvato la vita, ma ovviamente, era stato inutile e, senza che minimamente ce ne fosse stato l'intento, si era venuto a creare quel balletto del " ma no, grazie a te" che difficilmente tolleravo.
Al terzo "no, ma figurati, era il minimo che potessi fare" avevo fatto un profondo respiro e, rispondendole con un bel "Grazie a te, non dovevi", avevo girato i tacchi prima di perdere la pazienza.
Rigirai la freccia, impugnandola saldamente con tutto il pugno, ed indirizzai l'apice verso l'alto mentre, con l'indice dell'altra mano, andavo a pizzicarmi con la punta di ferro della freccia.
E decisamente appuntita, conclusi, ammirando alla luce lunare la piccola goccia di sangue scarlatto che era fuoriuscita.
Stavamo tutti lì, disseminati sulle scale di quella specie di fortezza che dal piano terra portavano a quello superiore, dove era allocata la stanza del Generale Capo (ebbene sì, di cognome faceva Capo). Tutti tranne Chris, che in quel momento stava discutendo proprio in quella stanza col Generale.
Ci avevamo messo due giorni di cammino, ma finalmente eravamo riusciti ad arrivare al confine tra la Nazione della Sabbia ed il Regno della Foresta.
Erano stati due giorni abbastanza tranquilli in fin dei conti, segnati da qualche sporadica chiacchierata, un cielo sereno e nessun nemico all'orizzonte. Nessuna bacca velenosa, nessun salvataggio e, a parte i momenti in cui Lydia si ritrovava sovrappensiero a canticchiare ad alta voce, nessun inconveniente fastidioso.
La notte avevamo dormito nelle due tende per evitare di svegliarci nel bel mezzo di un campo fiorito, anche se, stando nel deserto, dubitavo che ci fosse quel tipo di rischio. Del resto la notte in cui Kari ci aveva salvati io ero rimasta sveglia proprio per controllare che non ricapitasse l'incidente della foresta, eppure nulla era successo.
Ma come si dice: meglio prevenire che curare, no?
Quella in cui ci trovavamo era la Fortezza 0-42, detta anche Porta Viva, triste traduzione del vero nome della fortezza che, in realtà, era in lingua antica, ma che ora come ora non saprei proprio ricordare, men che meno pronunciare.
Era una delle basi della Nazione della Sabbia messa a protezione del confine. Oltre a essa, solo pochi chilometri ci separavano dal territorio nemico.
Inutile dire che durante il viaggio non ci era venuto in mente alcun piano per oltrepassare il confine nemico.
"Passare sotto terra?" No, anche loro hanno Rheol, capaci di percepire le vibrazioni del terreno, che controllano il confine ventiquattro ore su ventiquattro.
"Aggirare la sicurezza?" Impossibile.
"Affittare una mongolfiera?" È uno, scherzo vero?
Più andavamo avanti più le proposte si facevano improbabili.
"Li attacchiamo!" In cinque? Seriamente?
"Accoltelliamo di nuovo Ilan e chiediamo aiuto"
Era una situazione così disperata che persino io, dopo un attimo di sconforto, avevo iniziato a ridere per l'assurdità delle idee.
Fatto sta che la nostra ultima speranza risiedeva in un piano suggeritoci dal Generale di Porta Viva. Ci avrebbero di certo aiutati. Se c'era una cosa che avevo capito era che eravamo, o meglio, che Lydia era l'ultima possibilità rimasta per contrastare il nemico e liberare Au Maite.
Ormai stavano chiusi in quella stanza da più di un'ora, Chris e il Generale. Di certo sarebbero usciti a momenti con un piano degno di nota.
Il rumore di una maniglia abbassata colse l'attenzione di tutti noi, facendoci girare all'unisono.
Rimisi la freccia nella faretra mentre mi alzavo e mi dirigevo verso la porta.
Vidi le facce di Kari e Ilan, che stavano già davanti la porta, accendersi per un secondo per poi spegnersi subito dopo e, prima sncora che il ragazzo dagli occhi verdi uscisse fuori a grandi falcate, capii che qualcosa non era andato come previsto.
«Non posso mandare dei ragazzi inesperti in territorio nemico senza avere uno straccio di prova.»
La voce del Generale precedette l'immensa figura del suo proprietario.
«Non siamo inesperti e, soprattutto, siamo l'unico rimedio fornitoci attualmente per contrastare il Regno in avanzata, e lei lo sa bene. Se proprio temete per la nostra incolumità, ci affidi una scorta! È da anni che la cerchiamo, è lei il nostro asso nella manica!» rispose Chris esasperato, indicando Lydia.
La ragazza, di rimando, divenne subito rossa come un peperone.
«Quello che chiedo, infatti, è una prova; dimostrami chi sei veramente» insistette Capo, rivolto verso la rossa.
Panico fu tutto ciò che lo sguardo della ragazza riuscì a trasmettere. Teneva gli arti completamente rigidi distesi lungo il corpo mentre gli occhi saettavano senza sosta dall'uomo a Chris.
«Ehm... veramente io... io...»
Appunto, panico.
«Non ha il pieno controllo, ma l'ho vista io coi miei occhi dominare un albero» insistette Chris.
«Io non mando i miei uomini a rischiare la vita per qualcosa che tu hai visto!»
Detto ciò il Generale si voltò richiudendo la porta dietro di sé.
«Non ci posso credere, tutta questa strada per niente» mormorò denti stretti Chris, portandosi le mani tra i capelli.
Eravamo tutti ammutoliti. E cosa c'era da aggiungere? Aveva ragione.
Fui la prima ad alzarmi e scendere le scale senza dire niente a nessuno, soprattutto per evitare autocommiserazioni, piagnistei o sfuriate da parte di uno qualunque dei componenti del mio gruppo. Già c'erano i miei pensieri a rodermi le cervella, non mi serviva aggiungere anche quelli degli atri.
La mia serra. Ho bisogno della mia serra, pensai, uscendo dalla prima porta che trovai sottomano.
Non sapevo neanche dove portasse, ma dovevo farmi circondare dal tutto come facevo sempre in questi casi. Per cercare la pace cercavo di uscire da me stessa. Via Octavia. Via Myra. Via Anderson.
Mi ritrovai in una specie di cortile all'interno della Fortezza. Vidi un alberello striminzito dal lato opposto dello spiazzo.
Decisamente triste, ma pur sempre meglio di niente.
Mi diressi lì senza pensarci due volte, poggiai la schiena contro quell'esile fusto e chiusi gli occhi.
Un respiro profondo.
Due.
Tre.
Riaprii gli occhi ad ammirare le lune. Du si stava riducendo sempre più, ancora una settimana e sarebbe entrata in luna nova. O forse era Gwyn? Ancora le confondevo.
Posso pur sempre aspettare qui e farmi riportare a casa non appena sarà possibile il Passo.
Mi presi la testa tra le mani esattamente come aveva fatto Chris poco prima.
Ma che vai dicendo Octavia?
Non ero una persona debole. Riportai le mani al suolo ed iniziai a pensare ad un'alternativa. Avevo il cervello, era ora di iniziare ad usarlo.
Hikari è riuscita a superare questi maledetti confini. Potremmo seguire il suo piano all'inverso, no? Oppure potremmo unirci a qualcuno... qualcuno che passa il confine per qualche motivo, per fare qualcosa...
Ok, quelle che stavo partorendo decisamente non erano delle grandi idee.
«Psss!»
Riaprii gli occhi. Avevo sentito bene?
«Psss, ragazza!»
Girai la testa finché il mio sguardo non si posò su di una piccola figura. Affinai la vista cercando di discernere tra l'ombra della notte e i contorni della persona che aveva appena parlato. La sua voce era timida e delicata e non appena fece due passi in avanti, svelandosi sotto l'azzurra luce lunare capii il perché.
Era un bambino. Non piccolissimo, ma non avrà avuto più di dodici anni, forse anche dieci.
No, tutto ma non un bambino.
Preferivo prender parte ad una battaglia piuttosto che affrontare gli occhi sinceri di un bambino.
«Posso parlarti?» disse, avvicinandosi di altri tre passi.
Non provare ad avvicinarti più di così, avrei voluto dirgli, ma, trattenendomi, risposi con un più delicato: «Sono piuttosto impegnata in questo momento.»
«Ecco... io... io chiedo scusa per la mia intromissione, ma vedi... » continuò, torturando il bordo della maglietta con le manine.
E allora non intrometterti, no? pensai, forse un pelino troppo acida persino per i miei standard.
«Vedi... ho ascoltato la discussione tra il vostro compagno e Capo e penso... sì, penso di potervi aiutare.»
Improvvisamente, quel piccolo Umpa Lumpa aveva acquistato una nuova importanza ai miei occhi.
«Ma» continuò «Ma in cambio vi vorrei chiedere un favore» dichiarò in fine, sollevando gli occhietti dall'orlo della sua maglietta e posandoli sui miei.
Fui tentata di abbassare lo sguardo, ma resistetti. Forse avevamo finalmente trovato il nostro piano.
Angolo autrice
Ragazzi miei, lo sapete che non ho la più pallida idea di cosa far succedere in questo capitolo? Forse non dovrei dirvelo visto che in questo modo perderei la pochissima credibilità che mi era rimasta... anche perché avrete capito che non sono una persona molto affidabile.
L'unica cosa che posso assicurarvi è che so già questo ed il prossimo capitolo dove dovranno portarci. Spero di riuscire a prendere un giusto cammino per arrivarci.
State capendo qualcosa di quello che sto scrivendo? Oppure è soltanto una pappa di pensieri che vi ho riversato senza alcun senso logico? In questo caso vi chiedo scusa, ma sono sotto effetto di farmaci ed antibiotici e mi sento parecchio rincitrullulita in questo momento... chissà che cosa ne uscirà fuori di questo capitolo hahaha si, se non è ancora molto chiaro per la terza volta sto scrivendo l'angolo autrice senza aver tirato giù neanche un rigo del capitolo.
Basta cazzeggiare allora passiamo alle cose serie: con che coraggio avete letto il mio capitolo precedente fino in fondo? Avevo sbagliato praticamente tutti i tempi.... Che vergogna! Mi sento molto imbarazzata, perché ok i problemi di battitura... ma i tempi?! Vi prego di non giudicarmi troppo. Anzi no, vi chiedo di giudicarmi, fate bene! La prossima volta caziatemi!
Ultima domandina, poi corro a scrivere che mi è appena arrivata un'idea, speriamo buona, e non vorrei farmela scappare!
Vi piacerebbe se a fine capitolo nell'angolo autrice mettessi una piccola curiosità sulla storia? Del tipo la scelta dei nomi o di alcune decisioni piuttosto che altre, dei luoghi ecc?
Un bacione a tutti!! :*
Secondo angolo autrice:
(ovvero un angolo autrice fatto dopo aver scritto il capitolo)
Sarò breve, promesso... volevo solo avvisarvi che in questo capitolo dovevano succedere molte più cose, ma poi ho pensato che o scrivevo un capitolo infinito o spezzavo questo. Come avrete notato ho optato per la seconda, anche perché non mi andava di rimpicciolire la seconda parte in modo da far entrare tutto in un capitolo.
So che facendo ciò non ho fatto succedere assolutamente niente in questo capitolo, chiedo venia.
Se riesco cerco di aggiornare la seconda parte prima di sabato, in modo da non farvi attendere troppo.
Non avete idea del bene che vi voglio, vorrei stritolarvi (affettuosamente, ovvio) tutti quanti! <3
P.s. Se a qualcuno interessa "Porta Viva" in lingua antica (ovvero gallese) = Drysau Bywydau.
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