Capitolo 13: Hikari
LYDIA
Un odore pungente e nauseante mi strappò alla stretta morsa di un sonno senza sogni mentre, riportandomi alla realtà.
Spalancai gli occhi senza riuscire a mettere a fuoco nulla e aprii le labbra, boccheggiando aritmicamente nel tentativo di strappare quanto più ossigeno possibile all'aria.
Non ero capace di fare assolutamente nulla se non pensare: Respira! Cazzo, Lydia, respira!
Improvvisamente, il mio mento fu afferrato saldamente da una mano delicata che mi costrinse a sollevare il capo ed ingoiare un liquido amarognolo.
Non appena ebbi mandato giù l'ultima goccia, la mano che mi aveva afferrata lasciò la presa, facendo ricadere la mia testa a peso morto sulla sabbia.
Lentamente ripresi a respirare più regolarmente, ma il mio corpo continuava ad essere privo di qualsiasi forza. Non avrei potuto muovere una mano neanche a volerlo, sentivo i miei arti come qualcosa di completamente distaccato da me.
Con la testa ancora distesa a guardare verso l'alto, tentai di mettere a fuoco ciò che mi circondava; strizzai più volte gli occhi, ma ben presto mi resi conto che quella chiazza scura che mi velava gli occhi altro non era che il cielo notturno di Ddaear Arall. Du e Gwyn brillavano ancora alte nel cielo a rischiarare le tenebre, mentre un'infinità di stelle era cosparsa sul nero velo della notte, come una spruzzata di lentiggini sul viso di una ragazza.
I battiti del cuore decelerarono gradualmente ed un senso di serenità mi pervase. Beh, almeno per 0.4 secondi, perché nell'istante successivo una violenta contrazione dello stomaco mi fece ritrovare tutte le forze che pensavo mi avessero abbandonata. Mi portai le mani sul torace e con un solo movimento mi voltai su di un fianco vomitando anche l'anima.
«Ottimo, adesso puoi riposare» una voce alle mie spalle aveva parlato.
Era gentile, accogliente e piccola. Si può definire piccola, una voce? Beh, la sua lo era, come un papavero rosso in una distesa di grano.
Non riuscivo a ricollegarla a nessuna persona che conoscevo. Eppure, in quel momento, non potei fare altro che fidarmi.
Mi ridistesi a pancia in su, allontanandomi il più possibile da quel che rimaneva dei miei pasti precedenti e diedi un ultimo sguardo al cielo prima di richiudere gli occhi.
***
Un sommesso vociare, non lontano da me, mi costrinse a svegliarmi. Prima ancora di riaprire gli occhi mi portai una mano sullo stomaco ed una alla fronte. Mi sentivo a pezzi, esattamente come mi ero sentita il mattino dopo il diciottesimo del fratello di Ally, la mia migliore amica. Cosa non avevo bevuto quella sera!
La bocca era impastata e la vena sulla tempia non dava segno di voler smettere di pulsare.
Aprii gli occhi e con molta, moltissima, calma mi rialzai. Mi guardai un po' attorno finché non vidi gli altri seduti qualche metro più in là. Feci un paio di passi verso di loro ma, nell'avvicinarmi, mi accorsi che erano in quattro, con loro c'era anche una nuova ragazza.
La prima ad rendersi conto del mio risveglio fu proprio lei che, alzando lo sguardo da una ciotola di legno che teneva tra le mani, mi vide e, sfoderando uno smagliante sorriso, mi salutò sollevando una mano.
Anche gli altri, richiamati da quel suo gesto, si voltarono a guardarmi.
«Ben svegliata principessa!» disse Chris, vedendomi.
«Era ora» aggiunse Octavia.
Sempre la solita miss simpatia.
«Tranquilla, è del tutto normale se ti senti confusa in questo momento. Del resto, avete mangiato delle Aeron Glas Gwenwynig, le bacche doppie» disse, sorridente, la nuova arrivata.
La commistione tra l'essere stata drogata/avvelenata e soprattutto l'essermi appena alzata rendeva ogni parola dei miei compagni dolorosa come una pugnalata al cervello. Mi portai una mano alla tempia massanggiandola mentre, strizzando gli occhi, cercavo in qualche modo di attenuare quell'enorme mal di testa.
«Se siamo vivi è solo merito tuo» disse Ilan, rivolgendole un dolce sorriso.
Vidi la ragazza arrossire un po', prima di rispondere «Beh, in realtà è stata più che altro fortuna... il baccano che avete fatto ieri sera ha attirato la mia attenzione, così mi sono avvicinata per capire di cosa si trattasse. Credevo fosse una pattuglia del Regno della Foresta o, peggio, dei briganti. Ma, quando sono arrivata e vi ho trovati riversi a terra ho capito subito cosa fosse successo. Conosco bene queste terre e c'è un solo frutto che può provocare una cosa simile: l' Aeron Glas. Fortunatamente sono intervenuta presto, altrimenti farvi rigettare non sarebbe bastato, ma nel vostro caso il veleno è stato in circolo per poco tempo quindi, beh...eccovi ancora qui!»
«Gr... grazie» farfugliai. Cosa si può dire ad una persona che ti ha appena salvato la vita? «Ti... ti dobbiamo veramente molto.»
«E di che? Direi che di questi tempi, di morti, ce ne son state fin troppe» disse sempre sorridendo, ma senza nascondere una certa malinconia «Comunque, piacere, io sono Hikari April, ma puoi chiamarmi Kari, se vuoi, beh o April... a molti piace più il mio cognome del mio nome» aggiunse, porgendomi la mano.
«Lydia Wright» le risposi, stringendole la mano e riuscendo, finalmente, a ricambiarle il sorriso, segno che il sonno stava lentamente scemando.
Mi sedetti dove c'era spazio, tra lei ed Ilan. Presi una fetta di pane ed iniziai a sbocconcellarla, iniziando dalla mollica per poi passare alla crosta, mentre, nel frattempo, mi presi del tempo per osservare la nuova arrivata: era una ragazza non troppo alta, di carnagione olivastra, con labbra sottili e capelli neri tagliati a caschetto, più corti dietro e più lunghi davanti. Ma la cosa che più colpiva del suo aspetto erano gli occhi: due ovali leggermente a mandorla, dove erano incastonati due brillanti occhi di un azzurro limpido come il cielo di mezzogiorno.
Portava dei pantaloncini corti color verde militare ed una canotta del colore della sabbia. Ai piedi aveva degli scarponcini da trekking dello stesso colore della canottiera. Posato al suo fianco c'era uno zaino bello gonfio.
«Ho qualcosa sul viso?» la sentii chiedere.
Mi risvegliai dai miei pensieri, accorgendomi solo in quel momento di starla fissando insistentemente.
«Cosa? No no, scusa, mi ero incantata. Perdonami, sono ancora abbastanza confusa...» dissi, fingendo di stiracchiarmi in modo tale da recuperare secondi preziosi per trovare un argomento diverso di conversazione «Ma... Come mai vedo solo un tymor?»
«Chiedilo al signor Non-ti-preoccupare-stasera-ci-penso-io-ai-tymor» disse Chris, rivolto al compagno.
«Di nuovo?! Chris per la centesima volta: ero drogato! Tu eri drogato Octavia e Lydia erano drogate! Veramente pensi di continuare ad incolparmi? Ringrazia il cielo che almeno uno lo abbia legato!» rispose in tono esasperato Ilan.
Era bello vedere come quel ragazzo dai gentili occhi nocciola, sempre timido e premuroso con noi e chiunque incontrasse, divenisse invece più spigliato e sicuro con Chris. Sembrava una bella amicizia, la loro.
«Sarà, ma fatto sta che adesso ci troviamo a piedi, nel deserto e senza scorte di cibo e coperte.»
Appena le mie orecchie udirono la parola "cibo" si drizzarono.
«Cosa, cosa? Siamo senza da mangiare?»
Toglietemi tutto ma non il cibo.
«E come ci arriviamo ad Ynda?» continuai.
«Raccoglieremo qualcosa lungo il cammino fino a che non arriveremo al villaggio più vicino» rispose Ilan, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Ma si ricorda cos'è successo meno di dodici ore fa?!
«Fantastico» risposi automaticamente in contemporanea con Octavia.
Veramente ho pensato la stessa cosa che ha pensato Octavia?
Lei, tuttavia, non sembrò farci caso e continuò «Ma avete intenzione di portarcela viva ad Ynda? No, perché tra i salti nel voto, il farla camminare scalza per chilometri, il farle cavalcare dei leoni e l'avvelenarla, non so veramente come abbiate pensato che possa arrivarci ancora respirante.»
Aveva sempre il solito sguardo duro e deciso, ma gli occhi erano stanchi e contornati da due sottili occhiaie bluastre, come se quella notte non avesse dormito.
«Veramente i tymor assomigliano più a dei leopardi e sono assolutamente sicuri» iniziò Ilan «Ma non è questo il punto, lo so» concluse, abbassando il capo difronte al tagliente sguardo della Anderson e portandosi una mano dietro alla nuca a scompigliarsi i capelli.
«Scusatemi, non voglio assolutamente intromettermi, ma veramente volete andare ad Ynda? Sapete che adesso è una colonia del Regno della Foresta, sì?» chiese timidamente Kari.
«Sì, lo sappiamo, ma per noi è assolutamente necessario arrivarci» le spiegò Ilan.
«In questo caso, vi consiglierei di passare per Eira, è il villaggio più vicino da qui. Non è molto sulla strada per Ynda, ma almeno potrete fare rifornimento.»
Mi guardai intorno. Lo stavo pensando solo io che sarebbe dovuta venire con noi?
«Dove sei diretta, tu?» chiese più discretamente Ilan.
«Ah no, io mi sto allontanando da quelle terre! Io provengo da una delle colonie della Nazione della Sabbia. La mia meta finale è la Città di Metallo, ma purtroppo il giro più sicuro è anche quello più lungo che passa per la Nazione delle Montagne» spiegò lei.
Addio alla nostra unica speranza, pensai.
«Ottimo» Ilan fu il primo a parlare, spezzando quel momento di delusione «Ci potresti indicare come arrivare al paese che ci hai consigliato, Eira?»
«Avete una cartina?» chiese lei.
I due Rheol si guardarono «No, è fuggita via con il tymor» rispose poi Chris
Qualcuno mi può spiegare perché anche la più basilare legge matematica ha almeno un'eccezione mentre la Legge di Murphy no?
«Allora fate così» riprese Hikari «Avete presente da dove sorgono Gwyn e Du?» Fortunatamente vidi Ilan annuire «Bene, procedete in quella direzione ed in mezza giornata di cammino ci dovreste arrivare» disse lei soddisfatta «Ah, e per quanto riguarda il cibo potete prendere il mio pane. Non è molto, lo so, ma è sempre meglio di niente» e, prima che Ilan potesse protestare, aggiunse «Tranquilli, potò raccogliere per me qualche frutto non velenoso lungo il cammino.»
Semmai questa storia fosse finita bene, mi ripromisi di costruirle una statua.
Preparammo i pochi bagagli che ci erano rimasti e, portando a passo il tymor che ci era rimasto, ci separammo dalla nostra salvatrice.
Non era facile camminare sulla sabbia che ci faceva sprofondare ad ogni nostro passo. Per fortuna non sembravamo avere fretta e quindi procedemmo ad una passo ragionevolmente lento.
Avrei tanto voluto avere dei pantaloncini come quelli di Kari al posto degli stretti jeans che mi ritrovavo addosso e che mi facevano sudare come un caprone.
Stavamo camminando ormai da cinque o dieci minuti, quando mi accorsi che c'era qualcosa che mancava: la musica. Estrassi dalla tasca il mio fido iPod e mi portai una cuffietta all'orecchio. Guardai il display e vidi l'atroce scritta "batteria al 30%". Distolsi lo sguardo dallo schermo e, prima di premere il tasto "play", mi avvicinai a Chris
«Cristiano?» gli chiesi.
«Cosa?» mi guardò con occhi interrogativi.
«Il tuo nome, è Cristiano?» chiesi, sorridendo quando lo vidi alzare gli occhi al cielo.
«No, non mi chiamo Cristiano. Ma non ti dirò il mio nome!»
Stavo per far partire la musica, quando un grido acuto riecheggiò nell'aria. Ci voltammo tutti in tempo per vedere una serie di figure nere correre nel punto in cui fino a poco prima ci trovavamo.
Hikari!
Fu tutto ciò che riuscii a pensare, prima che un'enorme nube di polvere e sabbia si sollevasse improvvisamente, oscurandoci la visuale.
Angolo autrice
Hola gente! Ecco in capitolo 13! Sperando che il numero non ci porti sfortuna auguro a tutti una splendida domenica. Esattamente in questo istante stanno suonando le campane a festa, che ci sia un matrimonio? Ahh l'ammmmore
Che ne pensate di Hikari? Torneranno i nostri eroi a salvarla? O saranno costretti a fuggire per non essere presi? (del resto il loro compito principale è quello di portare Lydia a Ynda e non possono permettersi di attentare di nuovo alla sua vita...)
Non ho molto altro da dire se non:
Aeron Glas Gwenwynig =
Aeron --> Bacche
Glas--> Blu
Gwenwynig--> Velenoso/tossico
(ovviamente in gallese)
Vi auguro di nuovo una meravigliosa e scoppiettante giornata, insomma l'opposto della mia in cui sarò costretta a rinchiudermi in biblioteca da dopopranzo in poi, ma non per leggere, per studiare ahimè
Ps. Quasi dimenticavo, se qualcuno fosse interessato ad un concorso di scrittura per mostrare al mondo di che pasta è fatto passi a dare un'occhiata al "concorso SCRYPTONITE" di @NinaBlueStar (di cui tra parentesi io sarò un giudice temibilissimo muahahah)
(non so se sono riuscita a fare il tag, spero di si... sono parecchio negata in queste cose)
È tutto per oggi, anche perché sto rischiando di fare un angolo autrice più lungo del capitolo! Ciao a tutti!! :*
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