Capitolo 12: Bacche

OCTAVIA

Come ogni mattina, bastò che la timida luce dei primi raggi solari venisse a bussarmi delicatamente sulle palpebre per svegliarmi. 

Feci un profondo respiro decidendo di restare per qualche secondo ancora così, immobile e ad occhi chiusi, facendomi scaldare dal quella dolce carezza. Fu allora che un pungente profumo di fiori di campo mi stuzzicò le narici: papavero, veronica, ranuncolo, clematide, dente di leone... per un secondo mi sembrò di essere tornata nei miei boschi. Mi pareva quasi di star ancora sognando. Carezzai la terra con mani formicolanti, notando con stupore che il suolo brullo, su cui ci eravamo addormentati la sera prima, sembrava improvvisamente più rigoglioso.

Aprii gli occhi e mi tirai su, poggiando il peso sui gomiti. 

Per un raggio di due metri rispetto a dove ci eravamo addormentati, erano spuntati mazzi di fiori di tutte le specie. 

Ma cosa è successo durante la notte?

Mi guardai intorno e vidi Ilan e Lydia dormire su un fianco. Di Chris non c'era traccia.

Il sole era già abbastanza alto nel cielo, ma era stato coperto fino a quel momento dai fitti rami degli alberi del bosco.

Alzandomi, notai che anche i tymor erano scomparsi. Mi guardai un po' attorno fino a che non vidi un piccolo stormo di uccellini prendere il volo dalla cima di un albero. Sicuramente qualcosa doveva averli spaventati. 

Mi diressi in quella direzione fino a che non ebbi conferma della mia intuizione: Chris stava accovacciato sulle rive di un fiumiciattolo intento a riempire delle borracce di acqua mentre uno dei due tymor si dissetava bevendo direttamente dal torrente cristallino.

Avevo appena compiuto pochi passi verso il ragazzo quando, inavvertitamente, il mio piede si pose su un ramo caduto che, schiacciato dal mio peso, si ruppe con uno scricchiolio secco. 

Il rumore del tralcio spezzato non fece neanche in tempo ad estinguersi nell'aria che subito la mia caviglia fu circondata da una stretta morsa di pietra che mi impedì di procedere oltre.

«Sono io!» mi affrettai a dire, prima che il ragazzo compisse una qualsiasi altra mossa.

«Ma sei impazzita? Comparirmi così, alle spalle!» mi sgridò, voltandosi allarmato e guardandomi con i suoi occhi dello stesso colore della foresta «Avrei potuto farti male, non sempre ho il controllo della mia incredibile forza» continuò poi, facendo comparire un sorriso spavaldo e sbruffone sul suo viso e tornando ad essere il solito Chris.

«Che ci fai già sveglio?» chiesi quasi stupita, massaggiandomi la caviglia che Chris aveva liberato con un solo gesto.

«Ora come ora sto facendo rifornimenti di acqua per il viaggio» disse, accovacciandosi a riempire una delle borracce che il giorno prima avevamo svuotato.

 Presi un contenitore vuoto anch'io e lo imitai. 

«Più in generale, faccio la guardia a voi» continuò, tenendo lo sguardo fisso  sull'acqua che con un piccolo vortice entrava all'interno della borraccia.

«La guardia?» chiesi, pentendomene subito dopo. Non volevo sembrare troppo insistente con le domande come Lydia.

Lui, tuttavia, non sembrò affatto disturbato e si affrettò a spiegarmi.

«Ilan questa notte si è svegliato e beh... non so se ti sei accorta del bel prato fiorito che la nostra cara Munus ha involontariamente creato» disse, riferendosi a Lydia «Quindi, per non avere altre sorprese, abbiamo deciso di fare la veglia durante la notte. Lui ha fatto il primo turno di guardia ed io sto facendo il secondo.»

«"Dove passa Attila non cresce più l'erba"» dissi, citando il famoso detto che mio nonno ripeteva sempre «E poi ci siamo noi che con Lydia facciamo l'opposto» dissi divertita ma, vedendo che Chris non capiva a cosa mi stessi riferendo, scossi la testa, lasciando cadere nel dimenticatoio il mio intervento.

«Dovreste iniziare a considerare anche me e Lydia per queste cose. Non potete continuare a dormire solo metà notte tutte le sere!» continuai poi convinta.

«Hai ragione anche tu, ma per voi è ancora tutto molto nuovo, immagino, e abbiamo preferito darvi del tempo per abituarvi...»

«Consideraci abituate. Almeno me» tagliai corto, chiudendo la borraccia ed alzandomi per prenderne una seconda.

Vidi la coda del secondo tymor comparire davanti i miei occhi. Alzai lo sguardo e lo vidi disteso sul ramo di un albero che mi stava vicino. Mi incutevano ancora molta inquietudine, ma avevo smesso di averne paura. 

Alzai una mano e gli grattai la nuca dietro l'orecchio come avevo visto Ilan fare la sera prima. L'enorme felino piegò di lato la testa ed iniziò rumorosamente a fare le fusa. Non pensavo che quei cosi ne fossero capaci, sinceramente.

Un'altra domanda mi ronzava in testa da un po'. In realtà da ben due giorni, ma ancora non avevo avuto modo di farla.

«Senti, ma quel ragazzo, quel ragazzo di nome Zane» gli chiesi senza pensarci oltre «Chi è?»

Ancora non so spiegarmi bene il motivo, ma quei suoi occhi dorati mi erano rimasti impressi nella mente.

«Zane?» soppesò per un attimo quel nome «Come ti è venuto in mente? Perché ti interessi a lui?»

Non mi sembra di aver chiesto chissà che cosa! pensai seccata. 

«Ci ho semplicemente ripensato» risposi brevemente, decisa a far cadere anche quella conversazione, ma con mio stupore lui iniziò a parlare.

«Zane è il nipote di Kimaris Levian, uno dei generali del re della Foresta. Kimaris è uno dei pochi Munus di Ddaear Arall in quanto discendente da uno dei generali che, in quella fatidica sera  in cui Goeden Fawr fu attaccata, acquisirono il Dono. Zane non è un Rheol, anzi, che io sappia non è assolutamente nulla se non incredibilmente agile con le spade. Comunque, suo padre è morto durante un assalto in uno dei villaggi delle montagne, quando Zane era ancora molto piccolo. Di sua madre non so assolutamente nulla, ma so che dopo la morte del padre fu affidato a suo zio, Kimaris, appunto. Il generale aveva molti progetti in serbo per lui, soprattutto perché lui stesso, non avendo figli, aveva deciso di riporre tutte le sue speranze in Zane in quanto unico erede della dinastia Levian. Ma col passare degli anni, accorgendosi che suo nipote non aveva ereditato alcun Dono, decise di ripudiarlo come suo erede. Fu comunque impossibile per Kimaris cacciarlo di casa in quanto Zane è l'ultimo discendente della casata Levian e quindi unico futuro custode di parte delle nozioni necessarie per la ricerca e l'apertura dello scrigno in cui è rinchiusa Au Maite.»

«Capito» dissi semplicemente, in tono basso, chiudendo l'ultima borraccia che ci era rimasta.

«Direi di tornare indietro al campo, tirar su la roba, svegliare quei due orsi in letargo e partire» disse, guardano il sole che brillava nel cielo.

Tornati al campo, notammo che entrambi erano già svegli e stavano già rimettendo tutto a posto nelle sacche.

Stavano parlando tra di loro e Lydia stava ridendo di gusto per una battuta di Ilan. Tuttavia, non appena sbucammo da dietro gli alberi notai che i suoi occhi si spostarono brevemente su di noi ed il sorriso che fino ad un attimo prima le aveva colorato il viso divenne da naturale a forzato.

«Dove eravate?» chiese Ilan, vedendoci arrivare.

«Abbiamo fatto rifornimento di acqua e abbeverato i tymor» rispose Chris tranquillamente «Ah, che sia ben chiaro: da domani dormiamo tutti in tenda, non possiamo continuare a spargere fiorellini lungo il nostro cammino» aggiunse rivolto a Lydia.

«Ho già chiesto scusa ad Ilan per beh... questo» disse Lydia, indicando per terra.

«Quanto manca ancora fino ad Ynda?» chiesi per avere un'idea più completa sul da farsi.

«Allora...» disse Ilan, cercando di aprire una cartina «...noi dovremmo essere circa qui, no... qui, sì sì, da queste parti» disse, indicando un paio di punti con fare tentennante «E, a quanto ha detto Richie, dobbiamo arrivare in questa zona, anche se non vedo il nome di Ynda da nessuna parte...»

Anche Chris si avvicinò alla cartina e, togliendo una mano dalla tasca e portandosela al mento, iniziò a scrutare la mappa con fare dubbioso «Secondo me, noi siamo qui» disse infine, indicando un altro punto sulla cartina.

«Ma cosa dici, siamo da tutt'altra parte!» s'impuntò Ilan.

«Non mi sembri molto convinto neanche tu» ribadì Chris.

«Dov'è Richie quando serve?!» sospirò Ilan.

«Eh, dov'è Richie? Perché non è venuto lui al tuo posto?»

«Ma vuoi scherzare? È quello che io ho proposto alla locanda! Ma voi "nooo, due Rheol saranno più sicuri..."»

Non ci credo, si sono messi a litigare, pensai esasperata, mentre facevo un paio di passi in avanti e gli strappavo la cartina dalle mani.

«Indicatemi di nuovo dove pensate che ci troviamo» dissi con tono deciso. Fu divertente vedere come entrambi si zittirono ed indicarono due punti diversi sulla cartina.

«Non so dove ci troviamo, ma tra le due zone è più logica quella di Chris perché si trova accanto ad un corso d'acqua come quello dove ci trovavamo prima» dissi, cercando di essere il più razionale possibile.

«Ah, hai vist...» iniziò Chris, ma fu messo a tacere immediatamente dal mio sguardo. 

Aveva capito che ero al limite della sopportazione e che se avesse aggiunto una parola di più lo avrei ucciso all'istante.

Ci trovavamo quasi al confine con le Terre dalla Sabbia. Se avevo capito bene da quello che aveva detto Richie due giorni prima, Ynda non era troppo distante, quindi spostai lentamente lo sguardo sulla cartina finché i miei occhi non caddero su una scritta.

«Potrebbe essere Yn Dda il posto dove stiamo andando?» chiesi, indicando quel paese.

«Perché non ci ho pensato prima? Yn Dda corrisponde alla grafica antica di Ynda! Hai ragione!» mi rispose Ilan.

Non è che siano poi così diversi come nomi...

«L'unica cosa che non capisco è perché si trovi all'interno di una zona verde, pur essendo pienamente dentro confini delle Terre della Sabbia» continuai dubbiosa.

«Perché Ynda è caduta anni fa sotto la potenza del Regno della Foresta e adesso è una sua colonia» mi spiegò il ragazzo dagli occhi nocciola. 

Fantastico, fu tutto ciò che riuscii a pensare, richiudendo la cartina.

Finimmo le preparazioni per la partenza e ci avviammo verso il confine. 

Dopo qualche ora, il panorama cominciò a mutare e dal bosco passammo in una pianura sconfinata. Quando poi, al posto dell'erba, si iniziarono a scorgere lunghe distese di terra incolte fummo costretti a rallentare. Tutto attorno a noi la terra era di un color rosso aranciato, mentre delle profonde spaccature la frammentavano, facendole assumere un aspetto simile a quello di una ragnatela. 

Era uno spettacolo stupendo ma allo stesso tempo inquietante, poiché trasmetteva chiaramente la consapevolezza che se ci fossimo persi lì non sarebbe stato così facile trovare un paese o anche solo un ruscello d'acqua, soprattutto con le "guide" che ci ritrovavamo.

Lentamente, anche quel panorama cambiò, sostituito dalle classiche distese di sabbia a cui si pensa quando viene nominato il deserto. In realtà, le dune non erano altissime, e qui e lì, c'erano delle rassicuranti piante che spuntavano dal terreno facendo capolino tra la sabbia.

Di giorno aveva fatto un caldo allucinante, tanto che avevo anche considerato l'idea di rimanere in reggiseno e mutande, ma poi ci avevo ripensato, non tanto per i ragazzi quanto soprattutto per l'ustione di quinto grado che di certo mi sarei procurata.

Verso sera invece la situazione si ribaltò, ed una lieve frescura iniziò ad avvolgerci facendomi venire la pelle d'oca su tutte le braccia. Mi rimisi il maglione.

Decidemmo di fermarci quando il sole non era ancora del tutto calato dietro le dune. Nelle ultime ore eravamo stati costretti a scendere dai tymor e procedere a piedi, altrimenti i poveri animali sarebbero sprofondati troppo nella sabbia. Neanche a dirlo, da quel momento in poi il nostro viaggio era proceduto non lento, di più.

Allestimmo un campo piuttosto spartano e poi ci demmo mezz'ora di tempo per cercare qualcosa di commestibile nei dintorni.

Ahimè, tutto quello che riuscii a trovare furono delle semplici bacche blu, raggruppate in piccoli grappoli sulla cima di lunghi steli. Inizialmente, mi erano sembrati solo dei fiori dalla forma curiosa e solo in un secondo momento, avvicinandomi, mi ero accorta di ciò che realmente erano. Non ero certa fossero commestibili, tuttavia pensai che fossero sempre meglio di nulla e così le raccolsi con l'intento di chiedere poi ai ragazzi.

Arrivata al campo, notai che erano tornati già tutti.

Disposte sul terreno davanti a me vidi delle sacche ricolme delle medesime bacche che anch'io avevo colto, così, con una certa soddisfazione, riversai il mio bottino in una di quelle bisacce, tenendone aper me solo una manciata. 

Alzando lo sguardo vidi che Ilan era seduto a pochi metri da me così, assaggiando una bacca, decisi di avvicinarmi a lui. Il sapore era asprigno, ma non affatto male; così continuai a mangiarle, una alla volta.

A qualche metro di distanza, Chris e Lydia ridevano di gusto. Lui la afferrava dalla vita e quando lei si dava lo slancio con le gambe la faceva saltare in aria. Ogni tanto lei riusciva ad atterrare in modo più o meno composto, altre volte cadeva rovinosamente a terra e allora scoppiavano in una fragorosa risata. Non potei fare a meno di pensare che se dovevamo rimanere nascosti quello di certo era il modo meno adeguato di farlo.

Ancora sovrappensiero mi sedetti accanto ad Ilan e con un sorrisetto malizioso dissi:«Secondo te tra quei due sta nascendo qualcosa?»

«Non saprei proprio...» mi rispose con una voce strana, guardandomi «Però, non trovi divertente che questa prima era fredda e dura roccia, e adesso... adesso è solo sabbia. Basta un alito di vento e vola via» continuò, soffiando via dal suo palmo una manciata di sabbia e scoppiando a ridere quando questa mi arrivò in faccia costringendomi a chiudere gli occhi.

«Ma che diavolo stai facendo?!» sbottai, pulendomi il viso col dorso della mano «Sei forse impazzito?»

Poi però, guardandolo negli occhi, mi accorsi che le sue pupille erano dilatate al massimo.  Era... drogato?! 

Subito dopo la mia attenzione fu catturata da una manciata di bacche riverse a terra vicino al suo corpo. Sputai immediatamente quella che mi ero appena messa in bocca e corsi verso gli altri due che nel frattempo si stavano tirando a vicenda quelle bacche velenose.

Chris ne stava lanciando una e Lydia a bocca aperta stava provando a prenderla al volo, senza riuscirci ovviamente.

«Lasciate quelle bacche, buttatele, sono velenose!» gridai, avvicinandomi a Chris e dando un colpo secco alla sua mano, facendogli perdere la presa che aveva sui frutti blu.

«Dai Octavia, smettila di essere così frigida e bacchettona tutto il tempo! Rilassati e divertiti ogni tanto!» rise Lydia, lanciando a Chris un'altra bacca che però gli si spiaccicò sulla fronte. 

Entrambi scoppiarono a ridere. In effetti era una scena divertente ed anche io iniziai a ridere.

«Non ci credo! Cosa odono le mie orecchie? Octavia Anderson sta ridendo?!»

«Ehi, guarda che anche io so come divertirmi, ma... ma non è questo il punto» dissi, ritrovando un po' di serietà.

«Ci stiamo prendendo solo una pausa per questa sera e domani riprendiamo col lavoro» rise Chris. 

Venne da sorridere anche a me, poiché aveva appena paragonato la nostra missione ad un lavoro da cui poter prendere le ferie. 

Ripensandoci, non era una battuta così divertente, ma la trovai decisamente irresistibile. Ripensando alla stupidità della battuta mi venne ancor più da ridere e mi dovetti tenere la pancia con una mano mentre una risata più forte mi usciva dalla bocca.

«Oddio, mi sto sentendo male!» disse Lydia «Troppe risate!» continuò, accasciandosi a terra e travolgendo Chris nel farlo. 

Rimasero a terra mentre le risate a poco a poco si smorzavano.

Io, nel frattempo, continuavo a ridere per la scena. Mi voltai e vidi che pure Ilan era steso a terra a pancia in su e non ridacchiava più.

Stavamo per morire. Morire a causa di quelle stupide bacche. Eppure, non potevo fare a meno di pensare che tutto il contesto fosse estremamente esilarante.

Sentii le forze lasciarmi lentamente, mentre delle lacrime mi sgorgavano dagli occhi.

Era la fine, eppure non potei fare altro che continuare a ridere fino all'ultimo.

Angolo autrice

Bene ho scritto questo angolo autrice prima di finire il capitolo... Lo so non sono normale... Comunque mi volevo scusare per l'ennesimo ritardo, ma veramente in questi giorni sono stata impegnata come non mai. Soprattutto volevo scusarmi con una ragazza a cui avevo promesso di pubblicare di lunedì... per ora è ancora lunedì, ma sono troppo stanca per ricontrollare ciò che ho scritto, ma mi riprometto di aggiornare domani il prima possibile !

Aaaallora lettorucci miei, cosa ho fatto?! Ho appena drogato i miei ragazzi lasciandoli soli e indifesi nel deserto, ma che razza di mente orribile può fare una cosa del genere?! .... Beh eccomi... Chissà come riusciranno a uscirne questa volta.... O meglio, SE riusciranno ad uscirne questa volta muhahahha

Volevo invitarvi a fare qualsiasi domanda su qualsiasi punto della storia non chiaro, o su qualsiasi personaggio, magari anche qualcuno apparso per poco.

Ps. Ho una domandina da farvi: ma le foto in alto sopra ad ogni capitolo si vedono? (in tutti i capitoli intendo)... perché mi sorge il dubbio... non che siano indispensabili, ma mi farebbe piacere si vedessero e in caso contrario potrei provare a reinserirle :)

GRAZIE A TUTTI COME SEMPRE!... MODESTAMENTE PENSO DI AVERE I PIU' BEI LETTORI DI TUTTO WATTPAD ;)

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