Settima Parte - Ausilio Celestiale
- Erefs id ocouf! - declamò Zatanna, scagliando delle palle fiammeggianti dalle mani e bruciando viva una grossa quantità di mostri.
Con dei gesti, John riuscì a far apparire un'enorme runa circolare dorata sulla strada e, non appena una ventina di creature vi furono sopra, lui schioccò le dita, scatenando un tornado che spazzò via gli avversari. Faust si provocò magicamente uno squarcio sul palmo della mano e usò il sangue per creare delle spade con cui mutilò molti di quegli esseri.
- Magia del sangue? Non pensavo sapessi usarla - esclamò Zatanna, estremamente colpita.
- Sono arti proibite che si apprendono con molto studio - ridacchiò Sebastian.
- Lo so benissimo. Per chi mi hai presa?
- Finitela, umani! - li rimproverò Swamp Thing, per poi trafiggere numerosi demoni con dei rami uscitigli dai polsi.
Nel frattempo, l'Incantatrice nella sua vera forma da megera stava soffrendo in quel limbo in cui Tala l'aveva rinchiusa.
- DEVO USCIRE! TALA! TALA!! NON LA PASSERAI LISCIA!! IL PREZZO CHE DOVRAI PAGARE PER QUESTO SARÀ TERRIBILE!! - gracchiò la perfida strega mentre era preda di un'incessante agonia. La separazione da June, unita all'impossibilità di utilizzare i poteri, la stava logorando nel corpo e nella mente.
- Incantatrice, mi senti?
- CHI È!? CHI OSA RIVOLGERE LA PAROLA ALLA SUPREMA SIGNORA DELLA MORTE!?
- Sono Xanadu, strega - si presentò la donna, la quale stava comunicando con la vecchia attraverso la sfera di cristallo.
- NON CREDO A CIÒ CHE ODO! CARTOMANTE DEI MIEI STIVALI! QUESTO DEV'ESSERE UN ALTRO DEI TRUCCHI DI TALA PER PRENDERSI GIOCO DI ME!!
- Tutt'altro. Mi sono alleata con la tua squadra e abbiamo escogitato un piano per liberarti. Lucifer Morningstar sarà presto da te - spiegò Xanadu.
La battaglia contro l'Altra Genia sembrava non finire più, ma il peggio doveva ancora arrivare. Dal varco spalancatosi in cielo scese non solo l'Uomo Capovolto ma anche Tala, ancora dotata del proprio potere combinato con quello di Eclipso sprigionato dal Cuore di Oscurità.
- Adesso che la vostra strega è stata messa a tacere, posso godermi in pace la vostra inevitabile fine - disse la maga malvagia mentre preparava un sortilegio.
- Fatti sotto, puttana! - esclamò Constantine.
L'esercito di mostri avanzò e con loro anche l'Uomo Capovolto e Tala. Quest'ultima lanciò un gigantesco globo ricolmo di energia magica, che viaggiò a gran velocità verso gli eroi.
- Ora la sistemo io... - disse Zatanna con decisione, mentre incrociava le braccia davanti al petto. - Areirrab etnettelfir!
Con quell'incantesimo difensivo la donna fece sì che la grossa sfera, una volta scontratasi con lo scudo magico, tornasse al mittente. L'attacco di Tala ritornò da lei e la colpì in pieno, scaraventandola molto lontano e facendola schiantare contro un grattacielo, che sembrò in procinto di crollare per il forte impatto. Swamp Thing dilaniò i corpi di tutti gli esponenti dell'Altra Genia facendo uscire dall'asfalto dei rami durissimi e delle piante piene di aghi taglienti, annientando l'intera armata.
- Bel colpo, Swampy. Ora sta a noi - disse John, unendo i suoi poteri con quelli di Sebastian per compiere una potente magia.
- Ion it omainifnoc, omoU otlovopaC! - gridarono entrambi, facendo comparire dal nulla un cerchio magico di pura luce attorno all'Uomo Capovolto. Questi tentò di uscirne, ma non ci riuscì.
- Sappiamo bene che questo incantesimo di confinamento non ti tratterrà a lungo, visto il tuo potere travolgente... Ma almeno ti terremo occupato fino all'arrivo dei rinforzi.
- Ogni vostro sforzo è vano... La morte della magia si verificherà, che lo vogliate o meno - sibilò l'orrenda creatura.
All'improvviso avvenne una cosa inaspettata. I quattro eroi sentirono una voce risuonare nella loro testa come un'eco.
- Ragazzi, dovete tornare immediatamente qui.
- È Xanadu! - esclamò Zatanna.
- Non possiamo! - rispose Sebastian. - Se ce ne andiamo, io e John non potremo mantenere attivo il sortilegio isolatore e l'Uomo Capovolto sarà libero di agire!
- Non importa! Dovete sbrigarvi!
- Ma che dici? - borbottò John.
- Fatelo e basta, per la miseria!
Conclusa la comunicazione psichica, i quattro si rifilarono sguardi persi, completamente ignari di cosa stesse succedendo. In quel preciso istante, Tala tornò alla carica e scatenò una pioggia di magma: alcune rocce erano vicine a colpire Constantine e Faust.
- Etativel! - urlò Zatanna disperata, facendo fluttuare via i due uomini appena in tempo.
Swamp Thing prese la maga in braccio, spiegò le ali e volò via, mentre la donna continuava a tenere sospesi i suoi compagni con la magia.
- Mi domando cos'abbia in mente Xanadu - si interrogò Alec.
- Non lo so, ma spero per lei che abbia una spiegazione pronta - ribatté la maga.
Mentre loro facevano ritorno alla ACE Chemicals, una luce purissima scese dall'alto dei cieli: era nientemeno che Lucifer Morningstar, che lentamente si avvicinava alla terra con le sue maestose ali d'angelo d'oro.
- È qui la festa? - chiese, mentre sorseggiava un cocktail.
- Lucifero! La Stella del Mattino è venuto a sfidarci! - esclamò Eclipso dal corpo di Tala.
- Siamo entrambi angeli, Eclipso. Questo scontro decreterà il più forte tra di noi - disse Lucifer. - Oh, ma che dico, è chiaro che sono io il più forte. A me non serve agire attraverso il corpo di una strega qualunque, le cose me le faccio da solo - lo canzonò in seguito.
- La parlantina è quella di sempre - brontolò l'angelo oscuro.
- Allora... Sei pronto? - chiese Lucifer, materializzando nella sua mano una spada fiammeggiante.
Intanto, al complesso della ACE Chemicals, Xanadu e June erano in attesa del ritorno del gruppo.
- Hai paura, June?
- Molta. Dell'Uomo Capovolto, di Tala... dell'Incantatrice - spiegò lei, stringendosi nelle spalle.
- Come mi disse una volta un caro amico, sfrutta la tua paura. Trasformala nella tua forza - la confortò la chiromante.
- Più facile a dirsi che a farsi
Tutt'a un tratto si sentì un sibilo analogo a quello di un serpente a sonagli e nella stanza calò un gelo polare. Del fumo nero come la pece si levò dal terreno e una risata malefica echeggiò nell'atmosfera.
- Q-questa... È lei! - rantolò June mentre rabbrividiva.
Alzando lo sguardo, le due assistettero ad una visione di puro orrore: la vecchia megera stava gattonando sul soffitto in modo animalesco, quasi come un ragno, e a ogni suo agghiacciante movimento, le sue ossa scricchiolavano. La strega girò completamente la testa e puntò i suoi occhi spalancati verso June, mostrando un largo e raccapricciante sorriso.
- TI MANCAVO? - chiese con le sue voci demoniache.
Con un balzo, la vecchia si lanciò verso la fanciulla e, tramutandosi in una luce verde, le penetrò nel petto. In quel momento i capelli di June, la sua voce, i suoi abiti e la sua indole cambiarono. L'Incantatrice era tornata.
- Mi stupisce che tu mi abbia aiutata, Xanadu. Soprattutto dopo i nostri trascorsi.
- Cosa non si fa per la salvezza del mondo, dico bene? - ribatté seriosa Xanadu.
- Per sdebitarmi con la Stella del Mattino, andrò a fornirgli supporto contro i nostri nemici. Troppo a lungo ho represso la mia sete di sangue - concluse la strega prima di sparire in una coltre verdastra.
Lucifer, in quel momento, stava tenendo testa sia a Tala che all'Uomo Capovolto, ma si rese conto che malgrado la propria invincibilità, combattere due esseri così potenti insieme era assai rischioso. In quel preciso istante l'Incantatrice, avvolta da vapori neri, si abbatté sull'asfalto provocando un frastuono feroce. Era approdata là con la stessa violenza del più mortale dei fulmini.
- Pensavi davvero che sarebbe stato così facile liberarsi di me? Poteri di Eclipso oppure no, tu non hai la più pallida idea di quale entità hai smosso! - declamò con tutta la sua perfidia, mentre fissava Tala con occhi pieni di odio. - Ora ti mostro cosa succede a una pulce quando sfida un dio! - urlò furiosa prima di far piombare maledizioni e incanti di ogni genere su Tala, facendola sprofondare nell'asfalto.
- Sei un bel tipo, Incantatrice - le disse l'arcangelo alato.
- Il debito è saldato, Stella del Mattino.
Lucifer continuò ad affrontare con decisione l'Uomo Capovolto, finché questi non lo morse alla spalla fino quasi a staccargliela. L'arcangelo lo calciò via e in poco tempo la ferita si rimarginò del tutto.
- Ah, non te l'ho detto? Sono immortale - esclamò con una risata, prima di tagliare in due il mostro con la spada divina.
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