"Oggi mi hai abbandonata, cattiva"
"Mi sono annoiata per tutto il pomeriggio"
"Avevi promesso di raccontarmi come fosse andata, infame"
"Yo, ci sei???"
"Periiiiii"
Peridot non rispose per tutta la serata, al mattino dopo i messaggi non erano ancora stati letti. Ametista iniziò a percepire una sensazione di vuoto nel petto; non era più tanto sicura di voler essere la fonte della sua felicità, le sarebbe bastato che Peridot fosse felice. Si pentì di ciò che il giorno prima aveva desiderato così ardentemente, perché oramai era chiaro che il silenzio della bionda fosse dovuto ad un rifiuto.
Eppure, contro ogni sua previsione, la ragazza si presentò in negozio quel pomeriggio. Pensandoci, Peridot andava quasi sempre contro ogni previsione, sebbene lei stessa ripetesse continuamente di adorare la logica e gli schemi. Ma ogni suo gesto era imprevedibile, le sue reazioni erano talmente bizzarre e fuori dall'ordinario da farla apparire, talvolta, come se non fosse neanche umana. In quei mesi Ametista aveva imparato a conoscerla, eppure non la conosceva mai davvero; Peri era sempre in grado di lasciarla allibita e perplessa con i suoi atteggiamenti.
Forse per questo le piaceva così tanto. Forse per questo, o forse anche per questo.
Ora la bionda si era seduta sul bancone del negozio, a gambe incrociate, e le stava raccontando nei minimi dettagli tutto ciò che era successo il giorno prima. La sua voce era calma e piatta, Amy non vi lesse tristezza o frustrazione, ancora una volta la sua reazione era stata inimmaginabile.
– Non è andata così male: alla fine mi ha detto che non ha i miei stessi gusti e che possiamo restare amiche – concluse la ragazza dagli occhi verdi, sistemandosi gli occhiali sul naso per poi ficcare le mani nelle tasche del felpone. Ne estrasse il suo fidato taccuino e la penna, mentre un piccolo sorriso le increspava le labbra. – Ma ora parlami un po' degli zaffiri –