Capitolo 25 ~ Adrian

Non riuscivo a dormire.
Kendall ed io avremmo accompagnato Reyna al Campo Giove da lì a qualche ora e non riuscivo a prendere sonno. Non con Jason che russava peggio di un trombone. Lui era crollato subito senza neanche togliere la maglietta del Campo o pulirsi il segno di rossetto rosa di Piper che aveva sulla guancia.
Cambiai di nuovo posizione e a quel punto Jason si svegliò.
-Che fai ancora sveglio? -mi chiese con la voce impastata dal sonno.
-Non riesco a dormire. -dissi.
Lui si mise seduto, strofinandosi un occhio.
-Che succede? -domandò.
Gli spiegai del piano ideato quel pomeriggio, poi Jason si alzò e prese una borraccia.
-Tieni. Clovis mi ha preparato un po' di latte di scorta dato che ultimamente faccio fatica ad addormentarmi. Ti aiuterà. -disse porgendomela. -Stai tranquillo, sei solo in ansia. È la tua prima impresa dopotutto.
Gli sorrisi, poi presi la borraccia e bevvi il latte caldo. Subito le palpebre si fecero pesanti e caddi in un sonno popolato di sogni.

C'era Allison naturalmente.
Eravamo seduti sulla riva del laghetto delle canoe e guardavamo il tramonto. Allison teneva gli occhi fissi davanti a sé, incantata dai colori del cielo. Io, seduto poco dietro di lei, giocavo con i suoi capelli morbidi. Ad un certo punto Allison si voltò verso di me e sorrise, appoggiando la guancia sulle ginocchia piegate.
Le sorrisi a mia volta, spostandole una ciocca che le cadeva sugli occhi dietro l'orecchio.
Poi il sogno cambiò: ero seduto vicino al falò del Campo, ma ormai ne rimanevano solo dei carboni ardenti. Tenevo tra le mani una chitarra (che grazie ad Apollo sapevo suonare) e Allison mi guardava.
-Che cosa sai suonare? -mi chiese.
-Non so, cosa ti piacerebbe che suonassi?
Lei ci pensò: -Perfect, di Ed Sheeran.
Sorrisi e iniziai a suonare e a cantare la canzone. Quando arrivai alla seconda strofa, Allison si unì a me.

Quando mi svegliai era l'alba. Un raggio di sole entrava dalla finestra e mi finiva dritto in faccia.
Le opzioni erano due: o Apollo mi odiava a morte perché ci avevo provato con Allison o mamma mi voleva dare il buongiorno.
Decisi che la seconda mi piaceva di più.
Mi misi seduto sul letto e le coperte mi caddero in grembo.
Dormivo senza maglietta, con i pantaloncini rubati (anche questi) a Jason, che in quel momento dormiva dandomi la schiena.
Sbadigliai e mi misi la maglietta del Campo Mezzosangue. Mi specchiai e per poco non urlai per lo spavento: la mattina ero sempre uno zombie uscito dal mondo di zio Ade.
Mi diedi una pettinata ai capelli (senza successo aggiungerei), poi uscii con lo zaino in spalla, diretto ai bagni dei ragazzi per sciacquarmi il viso.
Il Campo era deserto. Ovvio, era l'alba e tutti dormivano ancora.
Subito il viso addormentato di Allison mi passò per la testa e mi venne naturale sorridere.
Arrivai ai bagni e mi avvicinai ai lavandini.

Poco dopo raggiungevo Reyna sulla Collina Mezzosangue.
La ragazza, da quel che avevo capito, era abituata a svegliarsi così presto, quindi mi sorrise e mi salutò, allegra. In realtà avevo paura che mi urlasse di fare mille addominali all'istante, ma non successe.
Subito dopo di me arrivò Kendall. Forse è più corretto dire che si trascinò verso di noi con le borse sotto agli occhi.
-Ehi, amico, che succede? -chiesi. -Notte difficile?
Kendall scosse la testa: -Ieri sono stato con Audrey e... -sbadigliò. -... non mi ero accorto che fosse tardi.
Sbadigliò di nuovo.
-Come arriveremo al Campo Giove? -chiesi a Reyna.
-Argo ci accompagnerà a New York e poi noleggeremo una macchina. -spiegò lei.
Scendemmo dalla Collina e raggiungemmo Argo che ci aspettava sulla strada a fianco di un furgone nero.
Salimmo e Kendall crollò subito, con la testa appoggiata al finestrino.
Reyna si sedette davanti con Argo, quindi mi strinsi sul sedile posteriore accanto al figlio di Venere e guardai fuori dal finestrino tutto il tragitto.

Quando arrivammo a New York, Argo ci salutò con un cenno, poi ripartì. Mi chiedevo se avesse davvero un occhio sulla lingua come mi aveva raccontato mamma una volta...
Noleggiammo una macchina e Kendall, praticamente rinato grazie alla dormita, si mise alla guida.
-Quindi... credi che la profezia sia rivolta a te? -mi chiese Reyna dal sedile del passeggero.
Le spiegai i miei sospetti, arrossendo quando arrivai alla parte "amo Allison ma lei mi odia". Per fortuna ero sui sedili posteriori, altrimenti i miei amici avrebbero sicuramente notato l'improvviso cambiamento di colore delle mie guance. Mi sentivo gli occhi lucidi, ma non ci pensai minimamente a scoppiare in lacrime. No, dovevo far sembrare che fosse tutto facile da superare, come se in quattrocento anni avessi dovuto sopravvivere a cose peggiori di una delusione amorosa. Il problema? Era difficile da morire e mi stava distruggendo dentro.
Reyna mi ascoltò senza interrompere.
-Hai qualche idea su chi possano essere "coloro a cui l'amore hai negato"? -mimò le virgolette con le dita.
-Purtroppo no. -risposi. -O almeno, non esattamente.
-Quante spasimanti hai avuto, se posso chiedere? -chiese Kendall lanciandomi un'occhiata dallo specchietto retrovisore.
-Ehm... -balbettai.
-Ok, fa niente. -tagliò corto lui.
Passammo due giorni in viaggio, dandoci il cambio per guidare e non subendo attacchi da qualche mostro per fortuna.
Ovviamente quest'ultima affermazione venne contraddetta quando attraversammo il confine tra il Nevada e la California.
Eravamo appena scesi dall'auto per fare una pausa ad una zona di sosta. Stavamo per entrare quando uno stormo di arpie ci attaccò.
Sguainammo le spade e, nel mio caso, i pugnali. Lo scontro iniziò subito.
Erano circa una ventina di arpie dal piumaggio rosa e blu e sembravano molto arrabbiate. Mi venne naturale pensare "Che ho fatto stavolta?" visto che quando ero piccolo papà mi infliggeva punizioni del genere anche se non avevo combinato nulla di grave. Sì, Zeus è veramente un padre modello.
Comunque. Riuscimmo a far fuori la metà delle arpie, ma eravamo stanchi per il viaggio e i nostri movimenti erano più lenti del solito, avendo passato ore seduti in macchina.
Reyna inciampò all'indietro, sbatté la testa contro gli scalini dell'ingresso dell'Autogrill e non si mosse più, svenuta.
Kendall ed io ci piazzammo davanti a lei, facendole da scudo. Ne mancavano solo cinque.
-Ed ora come le finiamo? -chiesi.
-Sei tu il figlio di Zeus. Evoca un fulmine, no? -ribatté Kendall.
Ammettiamo che sono un idiota, andiamo. Come avevo fatto a non pensarci prima?
Così un fulmine stese due arpie.
-E adesso? -domandai.
Come a farlo apposta, ecco che un pugnale e un paio di frecce comparvero sulle schiene delle creature, che si ridussero in polvere.
Dietro di loro c'erano Allison, Audrey e Crystal.

Subito Kendall si lanciò in avanti e baciò Audrey sulle labbra come se non si fossero visti per mesi.
Crystal alzò gli occhi al cielo: -Ragazzi, vi pare il momento?
Audrey la guardò: -Sì. Mi pare il momento. -ma, all'occhiata assassina di Crystal, lei e Kendall si staccarono, imbarazzati.
Io guardavo Allison, che aveva la faretra sulle spalle e l'arco in mano. Con i capelli raccolti in una coda stava davvero bene.
Mi si avvicinò come una furia e iniziò a colpirmi sul petto con dei pugni.
-Sei un... figlio di... Zeus... idiota... hai idea... di come... -sottolineava ogni parola con un pugno, ma non mi faceva male.
Prima che potesse passare al fami male sul serio, la fermai prendendola per le spalle.
-E tu come sapevi che siamo partiti? -le chiesi.
Allison arrossì e si allontanò da me borbottando qualcosa che non capii. Diamine, era così carina...
-Allora è vero? -intervenne Crystal. Audrey annuì.
La figlia di Ade ci guardò uno per uno, sconcertata, poi si mise a sbattere la testa contro un palo della luce.
A sbattere la testa forte.
Dopo la quarta botta, quando iniziammo a preoccuparci sul serio che si facesse male, si rivolse verso il cielo e gridò: -MA PERCHÉ? PERCHÈ GLI DEI DEVONO ESSERE PIÙ DEFICIENTI DEI MORTALI?
Stavo per protestare, ma si sentì una lunga serie di tuoni che fungevano da risposta perciò rimasi zitto.
Allison allontanò lentamente la figlia di Ade dal palo, come per paura che scoppiasse.
-Beh. -fece Audrey guardandomi dall'alto al basso. -Credevo che a quest'ora ti fossi già suicidato per la disperazione. Il fatto che tu sia ancora vivo è alquanto stupefacente.
Mi sentii arrossire: -Io ehm...
Cosa aveva detto Allison alle sue amiche? Non me lo chiesi solo perché era il mio segreto, ma anche perché era un pochino imbarazzante.
-Vi spiegheremo tutto nei dettagli più tardi. -disse Allison. -Ora curiamo Reyna e mangiamo qualcosa.




*angolo meh*
La sclerata di Crystal è stata suggerita da PiccolaAdeina

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top