V. La faccenda si sta complicando
Mi diressi verso l'arena per allenarmi con la spada. Non avevo mai preso io l'iniziativa di migliorare con Tornado.
Decapitai un manichino.
Ne stavo per colpire un altro quando mi fermai di colpo ripensando al sogno. Dovevo riferirlo subito a Chirone.
«Qualcuno è arrabbiato qui» disse una voce femminile dietro di me. E chi poteva essere se non Clarisse?
«Abbiamo un conto in sospeso» la figlia di Ares alzò la sua lancia «Sai bene quale»
Presi in considerazione l'idea di scappare ma così apparirò codarda e non voglio che succeda.
«Forza Ertan, sei stata abbastanza forte da sopravvivere all'impresa, vediamo se lo sei ancora» puntò la lancia nella mia direzione
e me la scagliò addosso.
Per un pelo non mi prese.
«Clarisse, cerca di ragionare!» esclamai «Non potevo farci niente! Come potevo prevederlo? Come potevo sapere che fosse lui?»
Ma Clarisse continuava a menare colpi con la sua lancia senza prestare attenzione alle mie parole.
Poco dopo mi ritrovai circondata da decine di semidei che invece di reagire se ne stavano lì come se niente fosse.
O anche loro ce l'avevano con me per Mark oppure erano troppo spaventati da Clarisse,
sperai che fosse per la seconda opzione.
Notai Lily che cercava, invano, di avvicinarsi e di farsi spazio fra la massa di ragazzi.
Bastò questa piccola distrazione per farmi colpire dalla lancia di Clarisse.
Mi ferì sullo zigomo molto vicino all'occhio. Un taglio molto lungo ma fortunatamente superficiale che si concludeva vicino all'orecchio.
«Questa è vendetta Ertan, perirai allo stesso modo in cui è morto mio fratello!»
«Ma ce l'hai il cervello? Ti ripeto che non sapevo fosse lui, come potevo capirlo!?»
A questa mia uscita montò su tutte le furie, mi disarmò e mi colpì al braccio destro.
Questa volta fui meno fortunata. Una ferita lunga e profonda iniziò a far fuoriuscire molto sangue.
Tornado scivolò lontano da me.
Perché la mia forza non accennava ad aumentare? Di solito si attivava in queste situazioni.
Mi raggomitolai terra. Sentivo il liquido denso e caldo che scorreva lungo la guancia e tutto il braccio.
«Ehi! Prenditela con qualcuno della tua
taglia!» Alees si era fatto spazio tra la folla di semidei e stringeva in pugno una lancia come Clarisse.
«Oh, guarda Ertan, è arrivato il fidanzatino» mi prese in giro la figlia di Ares.
Lily pestò il piede a un ragazzo che stava davanti a lei e le impediva di passare.
«Non c'è solo il fidanzatino» la figlia di Afrodite avanzò estraendo da una fodera un pugnale mentre Alees si avvicinava a me come per far scudo per proteggermi.
Clarisse lasciò perdere Lily e si concentrò sul ragazzo davanti a me.
«Tu sei quello nuovo, eh? Quello che sapeva tutto su Mark, se lo conoscevi dovresti stare dalla mia parte!»
«Io non ho mai incontrato nessun Mark» ribatté Alees mentre nella mia testa di creava molta confusione, sia per il sangue che stavo perdendo sia per l'incoerenza delle sue parole.
Clarisse avanzò velocemente verso di lui alzando la lancia pronta a colpirlo.
Successe tutto in pochi secondi.
Alees parò tutti i suoi colpi e, quando fu il suo turno, riuscì a mandarla con il sedere per terra.
Erano tutti rimasti a bocca aperta.
Mi avevano detto che nessuno era mai riuscito a sconfiggere Clarisse, figuriamoci in poche mosse come aveva fatto Alees.
Clarisse si alzò e stava per fiondarsi di nuovo contro di lui ma venne fermata dal suo ragazzo, Chris.
«Clarisse calmati» lei sorprendentemente inspirò una gran quantità d'aria ributtandola fuori subito dopo.
La ragazza si era calmata, o almeno, in parte.
«Io devo fargliela pagare, ha lasciato morire mio fratello!»
«I-Io non avrei mai voluto che
accadesse» balbettai con un filo di voce attirando lo stesso l'attenzione di tutti «Ha
d-dato la sua vita per me, se solo p-potessi ricambiare il favore...»
Una lacrima percorse la guancia ferita.
So che piacevo a Mark anche se aveva provato ad uccidermi, non me lo sarei mai aspettata ma me lo aveva rivelato solo quando ormai era troppo tardi.
Stavo prendendo troppo sangue e questo non accennava a fermarsi o almeno diminuire.
Mi sentii come se stessi cadendo nonostante fossi già a terra.
Alees se ne accorse e mi prese delicatamente a mó di sposa «Liza, ti porto subito in infermeria»
Prima che potessi svenire, notai Alees che guardava verso l'alto, sulla sua testa. Un balbettio di zoccoli che si avvicinava sempre di più e una voce roca che recitava qualcosa.
Riuscii soltanto ad udire le ultime parole «...figlio di Ermes, dio dei ladri e messaggero degli dei»
❀❀❀
Intorno a me c'era bianco, tutto bianco.
Ero distesa su qualcosa di soffice e candido come un enorme cuscino.
La stanza era molto illuminata, quasi non riuscivo a osservarla del tutto.
Mi misi seduta. La testa non girava più e dalle ferite non fuoriusciva nemmeno una goccia di sangue.
Mi strofinai gli occhi. Ero morta? Gli Inferi
sembravano più inquietanti e invece...
«Liza» disse una voce dura distogliendomi dai miei pensieri «Liza sei tu?»
Davanti a me si ergeva la figura di un ragazzo alto, abbastanza muscoloso, con i capelli castani quasi neri e gli occhi scuri con qualche sfumatura rossa.
«Cosa... Mark?» non riuscivo a credere ai miei occhi, Mark era davanti a me, senza armatura né elmo, senza macchie di sangue sulla maglietta del campo.
«Sono...»
«No» mi precedette «Non sei morta Liza ed io sono solo nella tua testa. Ascoltami, ho poco tempo!» si avvicinò e mi prese delicatamente per le spalle. Sembrava molto preoccupato.
«Si tratta di Prometeo. Si trova nel Tartaro.
Sta cercando seguaci, io l'ho visto mentre si recava laggiù, ha sotto controllo un esercito di centinaia di mostri. Promettimi di stare attenta, io sto bene»
Mi accarezzò la guancia dove Clarisse mi aveva ferito.
«Pensavo ti fossi reincarnato...»
Lui abbassò la testa.
«A dire il vero sono vivo, in un certo senso»
«Cosa... che stai dicendo?» spalancai gli occhi incredula «I-Io ti ho visto morire. Annabeth, Anya, Percy e anche Elyse, tutti loro ti hanno visto...»
Mi premette una mano sulla bocca impedendomi di parlare. Mi guardò fissò negli occhi. Erano così strani i suoi e così famigliari... dove li avevo già visti?
«Per quanto io ti voglia baciare non credo di poterlo fare» si allontanò un poco «E poi credo che non me lo permetteresti»
Non sapevo cosa rispondere. Per me Mark era solo un amico, anche se per la verità, non sapevo nemmeno se chiamarlo "amico". Ci siamo odiati dal momento in cui ci eravamo visti.
«Come hai fatto a vedere che si dirigevano nel Tartaro?» chiesi cambiando discorso.
Si sedette accanto a me sospirando.
«È una lunga storia, non penso che io possa dirtelo però»
«Almeno puoi e sai dirmi perché è andato proprio lì? Insomma, anche in superficie è pieno di mostri pronti a ucciderci»
«Beh, mi sembra ovvio» disse «Grazie agli dei non sono mai stato nel Tartaro, ma credo che laggiù ci siano più mostri pronti a ritornare a vivere e uccidere prima del tempo»
Mi sorrise alzando un lato della bocca.
«Sii forte Liza» mi scompigliò i capelli e si alzò. Nello stesso istante tutto svanì.
Sραzιο αuτrιcε🎐
Lo so che non posto da più di un mese ma sono super impegnata con la scuola :(
Quella brava donna della prof di matematica ci riempie di compiti perché "sIeTe VeNuTi qUi pEr SfUgGiRe A mAtEmAtIcA?2? nOn Mi iNtErEsSa La mIa mAtErIa è ImPoRtAnTe!1!1"
scommetto che state cercando
di capire da dove viene Alees.
Ci ho messo secoli per trovare
un ragionamento logico :,)
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