IV. Alees ha dei seri problemi

Era ormai ora di cena.
Mi sedetti al mio tavolo e, dopo aver fatto un'offerta agli dei, iniziai a pensare a Percy.
Chissà cosa aveva fatto in questi mesi.

Mi distolsi dai miei pensieri solo quando qualcuno si sedette di fronte a me.

«Liza, questo Campo è una figata!»
«È vietato sedersi agli altri tavoli, Alees» lo informai con aria seccata e notando che i figli di Ermes ci stavano guardando.

«E questo che tavolo è?»
«Quello per i figli di Poseidone»
«Poseidone? Il dio del mare? Forte! Quindi tu puoi controllare l'acqua! Ora si spiega il perché i rubinetti e la fontana sono esplosi»

«Taci»
«Mi puoi far vedere come maneggi l'acqua? Ti pregooo» mi chiese avvicinandomi il mio il bicchiere.

«No»
«Dai!»
«No! Te lo devi dire in spagnolo? NO!»

Alees mi fece gli occhi da cucciolo e unì le mani. Le sue iridi erano strane, più le fissavi più notavi i particolari: gli occhi non erano marroni come pensavo, bensì neri con alcune sfumature di rosso.

«Lo so che sono bello, ma se continui a fissarmi così mi inquieti»
Scossi la testa.

«Scusami ma... i tuoi occhi sono.... strani
«Belli vero? Ti ci sei persa dentro eh?»
«Ma stai zitto! Ho solo detto che sono strani»

Ci fu un momento di silenzio che fu subito interrotto dal ragazzo, e figuratevi se questo stava zitto.

«Secondo te quando mi riconoscerà il mio genitore divino? Lily mi ha detto che fino a quando non lo farà dovrò stare con i figli di Ermes» mi chiese.

«Lo stai veramente chiedendo a me?»
«Pensavo ci fosse un limite di tempo»
«Non lo so, Percy ha fatto promettere loro di riconoscere quasi subito i propri figli, ma a volte fanno casini»

Il ragazzo inclinò di poco la testa.
«Sei sicura che per te questo Percy sia soltanto un caro amico?» disse marchiando le due ultime parole.

«No» risposi.
Alees fece un sorriso forzato «Da-Davvero?»
«Certo, è mio fratello... ora te lo posso dire. È sparito per mesi e non abbiamo avuto sua notizia da quando è scomparso a parte adesso che sono riusciti a trovarlo»

Il ragazzo cercò di non farsi vedere ma tirò un sospiro di sollievo.

«Emh emh» ci distolse dalla nostra conversazione Chirone «Lo so che è un momento romantico ma il signor Vickyt deve tornare al suo tavolo»

«Chirone!»
«Perché non posso stare qui?» chiese Alees al centauro.

«Perché non è nelle regole del Campo cambiare tavolo a proprio piacimento. Quindi è cortesemente pregato di andarsi a sedere al proprio tavolo»

Alees si alzò di malavoglia e raggiunse il tavolo di Ermes. Non gli mancò qualche spallata amichevole dai figli del dio messaggero e mi immaginai già quello che gli stavano dicendo.

Dopo cena ci dirigemmo tutti quanti al falò.
Mi sedetti di fianco a Lily che mi guardava maliziosamente.
«Vi ho visti» dichiarò.
«Ooh piantala!» sussurrai.
Alzò le mani in segno di resa ridacchiando.

«Oh guardate un po', Ertan è tornata» perfetto, ci mancava soltanto lei.

«Che cosa vuoi?»
«Lo sai perfettamente» ringhiò.
«Clarisse, vai a sederti» le ordinò Chirone.

Ma la ragazza non fece una piega, si mosse soltanto per far avvicinare la bocca al mio orecchio.

«Dovevi esserci tu al suo posto, nessuno si sarebbe reso conto nemmeno che tu non ci fossi» sputò acida Clarisse mentre notavo con la coda dell'occhio che stava avvicinando un po' troppo la mano vicino alla sua lancia ed io, d'istinto, mi infilai una mano della tasca destra.

Successe tutto di fretta.
La figlia di Ares si ritrovò la mia spada alla gola mentre io con la punta della sua arma sempre sul collo.

«La Rue! Ertan! Mettete giù le armi» ci ordinò Chirone intervenendo seguito da Annabeth.
«Chirone, se lo merita! Ha lasciato morire Mark»

«Mark? Mark Tringh?»
Si voltarono tutti verso Alees.
«Lo conosci?» gli chiese Annabeth.
«Io... non lo so» lo sapevo, questo ragazzo ha dei seri problemi.

Mentre Alees continuava a ripetersi il nome "Mark" come per ricordarsi qualcosa, Clarisse si era voltata di nuovo verso di me.

«Ora ci sono tutti ma ti prometto che non la passerai liscia» mormorò in modo che la sentissi solo io.

lasciò la presa sul mio collo e si allontanò o almeno, quelle erano le sue intenzioni ma fu fermata da Alees che aveva iniziato a parlare a macchinetta.

«Mark Tringh, figlio di Ares nato a Mahanattan il 3 luglio. 16 anni, corporatura muscolosa e molto alto, capelli castani»

Come faceva Alees a sapere tutte quelle cose sul figlio di Ares se nemmeno lo conosceva?
Per un attimo mi sentii mancare.
«Come...» Clarisse era rimasta di sasso, come tutti.

Chirone si avvicinò ad Alees.
«Come hai detto che ti chiami, ragazzo?» gli chiese il centauro.

«Io...»
«Tutti nelle seguenti cabine, domani è un nuovo giorno, cercheremo di capire di più.
Tu ragazzo, vieni con me» e si diresse verso la Casa Grande seguito da Alees.

«Stai bene?» mi sussurrò Lily alzandosi.
«S-Sì, ho solo sonno, vado in cabina...
notte Lily»

Stava per dirmi qualcos'altro ma corsi verso la casa numero tre e mi chiusi dentro.

Cercai di intravedere il letto nel buio e mi buttai sopra al primo che mi era capitato. Non era il mio ma quello di Percy.

Non feci in tempo a mettermi sotto le coperte che mi addormentai.
Speravo solo di non fare incubi.

«Mi servono quelle spade!» esclamò una voce ben conosciuta: quella di Prometeo che comparve aprendo una porta seguito da una dracena.

Era la dracena che ci aveva aiutati.
«Signore, quella ragazzina adesso è più forte di quanto immagina» si giustificò il mostro.

«Allora vorrà dire che ci penserò io, la ucciderò e prenderò la sua spada» disse tornando al suo solito tono calmo «Almeno io la userò per buone ragioni»

«Sarà anche forte, ma è ingenua e, come suo fratello, leale. Basterà "prendere in prestito" qualche suo amico e l'avremo in pugno»

"Se osi toccare solo uno di loro ti uccido a mani nude" quanto avrei voluto essere lì e mandarlo una volta per tutte nel Tartaro.

«Cosa intende fare con Ertan?»
«Devo ancora lavorare sul mio piano ma ho anche un assistente molto abile e astuto che mi aiuterà»
Il titano si voltò e gridò.

«MIKE!»
Comparve subito dopo un telchino ben conosciuto, lo avevo visto mesi fa nella mia prima impresa.
«Sissignore?»
«L'esercito è pronto?»

«Sissignore!»
«Perfetto, partiamo subito»
«Per dove?» chiese la dracena «Perché mi tenete sempre all'oscuro di tutto?»

«Andiamo in un posto in cui nessuno vorrebbe mai mettere piede, quella ragazzina la pagherà per aver fatto crollare il mio rifugio e così anche la macchina... doveva morire quel giorno!»

Mi svegliai pian piano, prima vedendo tutto sfocato, poi, quando misi bene a fuoco, sussultai.

«Mentre dormi sbavi»
«Alees! Come hai fatto ad entrare?!
Il ragazzo alzò le spalle «Ti dico solo che è stato facile»

«Esci di qui, oppure...»
«Oppure mi uccidi?» chiese sarcastico.
«Sì» tirai fuori Tornado dalla tasca e gli tolsi il cappuccio «Inizia a correre»

«Credo di aver afferrato il concetto» disse per poi uscire di corsa.
«Prima o poi lo uccido lo stesso» e mi sdraiai di nuovo sul letto.

❀❀❀

Dopo essermi cambiata, mi diressi verso il padiglione della mensa per colazione.
Lily aveva chiesto il permesso a Chirone di potersi sedere con me. Non fece altro che domandarmi cosa mi era preso ieri.

«Lily, ti ripeto che non avevo niente, solo molto sonno» cercai di liquidare così il discorso.

Alees intanto entrò nella mensa, mi guardò e mi salutò scuotendo energeticamente una mano.

Ricambiai il saluto con un semplice cenno della testa.

«Io ti vedo bene con lui» commentò Lily.
Iniziai a ridere.
«Sono seria» sbuffò la figlia di Afrodite.

«Ciao ragazze!» era Alees e si stava avvicinando «Perché Lily può restare ma io no?»

«Perché a differenza tua io ho chiesto il permesso» rispose Lily con aria fiera per poi lanciarmi uno sguardo malizioso.

«Smettila» le mormorai.
«Glielo dico?» mi chiese sussurrando.

«Cosa?»
«Questo»
La figlia di Afrodite mi lanciò uno sguardo che non riuscii a capire.

«Alees, sei libero questo pomeriggio?»
«Sì, perché?»

«Liza, tu sei libera?» chiese poi a me.
«Ehm, sì...?»
«Perfetto, io no! Divertitevi ma non troppo»

Solo allora realizzai quello che era appena accaduto. Lily aveva organizzato un appuntamento per noi due.

«HORVAGE» gridai.
La ragazza scoppiò a ridere e poi corse verso la sua cabina lasciandoci soli.

«Ma tra sette miliardi di persone proprio lei doveva capitarmi?! E pensare che appena l'ho conosciuta non sembrava così»

«L'apparenza inganna» commentò Alees divertito «Comunque possiamo uscire veramente insieme qualche volta» e mi fece l'occhiolino.

Oh no.
Mi alzai dal tavolo e uscii dal padiglione senza rispondergli né guardarlo.
Ci sarà rimasto male ma era meglio che me ne andassi prima che uccidessi qualcuno.








Sραzιο αuτrιcε🎧

Ehii!
Aggiornamento in tempo record, sono fiera di me stessa *lacrimuccia*
amatemi

La ragazza nella foto è Lily, chi la riconosce mi aspetti pure all'altare

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