10. Elliot & Eleanor

Lo sceriffo rimaneva sempre colpito da quanto fossero simili i due gemelli, non solo nell'aspetto, ma anche nei loro atteggiamenti.
Avevano chiesto di essere interrogati insieme, ma non aveva potuto accontentarli perché era contro le regole.

Elliot sembrava un po' spaesato senza la sorella, che aveva incrociato nei corridoi mentre stava entrando nella sala interrogatori.
Forse era il momento giusto per scoprire qualcosa di nuovo sul loro conto.

«Stiamo ripercorrendo le tappe dell'ultimo anno, quindi ti faremo delle domande su diversi eventi, non devi preoccuparti. Non sei accusato di niente, stiamo sentendo i ragazzi per farci dare un aiuto a fare chiarezza su cosa sia successo.»
Kenneth parlò con fare amichevole, non amava molto interrogare in maniera aggressiva, lo faceva solo quando era necessario.

«Sono a sua disposizione, sceriffo» si limitò a rispondere il giovane, sfregandosi nervosamente le mani.

La sua gamba si muoveva ritmicamente, non aveva ancora guardato lo sceriffo negli occhi.

«Ci servono informazioni riguardo al ballo dell'anno scorso» iniziò l'uomo di legge.

«Cosa vuole sapere di preciso?»

Elliot alzò lo sguardo e cercò di sostenere quello del suo interlocutore.

Kenneth sembrava fissare la signora Hunter o Eleanor, perché i loro occhi erano incredibilmente identici.

«Con chi sei andato al ballo?»

«Con nessuno».

«Non hai invitato una ragazza?»

«Avrei potuto anche invitare un ragazzo, non le pare?»

Il tono del giovane era parso superbo per la prima volta.

Kenneth si schiarì la voce e si aggiustò la cravatta della divisa.

«Sì, certo. Scusami ...»

«Si figuri, sono etero, volevo solo stemperare la tensione».

 Elliot ridacchiò nervosamente e poi inspirò.

Lo sceriffo forzò un sorriso e proseguì.

«Tua sorella aveva un accompagnatore?»

«No».

«Sai come mai?»

«Questo cosa c'entra con tutto il casino che sta succedendo?»

«Limitati a rispondere alle mie domande, ragazzo.»

Il tono di Kenneth divenne più duro.

Elliot alzò le mani in segno di resa.

«Signor sì, signore» rispose il giovane con un sorrisetto ironico. «Al ballo del 2020 è successo un po' di tutto: litigi tra coppie, gente a cui hanno tagliato le gomme della macchina, tanti ubriachi che facevano cose assurde» affermò mettendo le mani conserte  al petto.

«Tu eri sobrio?»

Elliot annuì e alzò le spalle.

«Tu ed Eleanor siete molto impegnati tra la scuola e il Darkside, per questo siete sempre un po' per conto vostro?»

«Nostra madre ha bisogno che noi la sera stiamo al locale, ha fatto tanto per noi, quindi la ripaghiamo così.»

«Non mi hai ancora spiegato il motivo per cui eravate soli.»

«Lavoravamo anche quella sera»  ribatté Elliot.

Kenneth parve confuso.

«Avete detto che eravate lì, come facevate a lavorare al Darkside?»

«Eravamo io ed Eleanor a mettere la musica, ecco il misterioso motivo per cui non avevamo nessuno» mormorò scocciato il figlio della signora Hunter.

«Ho bisogno che tu mi racconti quello che hai visto di strano al ballo» pressò Kenneth.

«Perché non mi chiede di quello del 2021?»

«Io non lavoro così, credo che le indagini debbano partire da molto prima.»

Il gemello annuì distrattamente.

«Sono sicuro che Eleanor vi abbia già detto tutto ciò che è successo, siamo stati sempre insieme quella sera, così come abbiamo fatto allo scorso ballo, ci piace la musica!»

«Vediamo se le vostre versioni coincidono.»

«Ha davvero qualche dubbio a riguardo?» chiese infine Elliot, con un ghigno stampato sul volto.

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