PROLOGO

Il boschetto vicino alla collinetta, che si ergeva sulla cittadina di Darkvylle, era silenzioso in quella serata autunnale.
Il canto delle cicale era appena udibile e il vento soffiava flebile, facendo appena oscillare la vegetazione tinta di arancio e marrone.
La brezza notturna entrava nei polmoni della ragazza in fuga, la giovane calpestava il terreno umido con le scarpe da ginnastica bianche che si sporcavano di fango ad ogni falcata.
La luna a tre quarti illuminava appena il suo inseguitore, era un uomo dal fisico prestante e atletico e dalla carnagione scura.
La bionda saltò un grosso arbusto che le ostacolava la corsa, poi si guardò alle spalle scorgendo la figura imponente che le dava la caccia.

Jennifer percorse qualche altro metro correndo, per poi cercare riparo dentro un tronco cavo.
Il ragazzo che la inseguiva procedette con cautela, cercando di non fare rumore, lo stemma dei Reapers scintillava sul suo giubbotto imbottito.
Un rumore di rami spezzati attirò l'attenzione dell'atleta che volse lo sguardo in quella direzione.
 I suoni della natura sembravano non superare quelli del battito del cuore e del respiro affannoso di Jennifer, le pareva di fare un rumore assurdo semplicemente respirando e camminando nella maniera più lenta possibile.

La sua inutile fuga giunse presto al termine.

Jamie afferrò la ragazza dai fianchi e le cinse le braccia muscolose attorno alla vita sottile sollevandola da terra, facendola gridare di terrore.
La bionda si divincolò scalciando e urlando, il giovane la posò a terra e la voltò di scatto fissandola negli occhi intensamente.
Non aveva scampo.

I due scoppiarono a ridere divertirti, poi si scambiarono diversi baci mettendo fine a quella sceneggiata.

«A parte gli scherzi, hai sentito quel rumore?» domandò Jamie preoccupato, girandosi appena.

«Smettila! Non ci casco!»

«Sono serio, era una specie di lamento strano, pensavo fossi tu che volessi spaventarmi, ma sei qui e lo sento ancora ...»

Jennifer mutò la sua espressione vedendo quella del suo fidanzato cambiare da un momento all'altro. Le mani del ragazzo le saettarono nuovamente ai fianchi della bionda e lei fece un urletto disperato.

«Sei un coglione!» sbottò poi furiosa, picchiando i suoi piccoli pugni sulle spalle larghe dell'atleta.

I ragazzi risero e si scambiarono un lungo bacio passionale, poi la bionda aprì gli occhi, il suo sguardo ceruleo si posò su qualcosa di insolito.

C'era qualcuno steso a terra nella boscaglia poco distante.

Jennifer si gelò sul posto e Jamie se ne accorse qualche istante dopo.

«C'è qualcuno lì per terra...» sussurrò appena la cheerleader.

«Dai, basta scherzi! Ho in mente di fare altro ora...» la stuzzicò lui, ma non ottenne la reazione sperata, anzi fu spinto via con forza.

«Sono seria, cazzo! Togliti!» sbottò la liceale rimanendo pietrificata, ma alzando la voce.

Jamie scoprì che quello non era uno scherzo e fece cenno alla sua fidanzata di restare indietro mentre lui si avvicinava alla sagoma distesa sulle foglie e il terriccio.

«Chiama la polizia e leviamoci di qui... potremmo essere in pericolo» concluse infine l'atleta con un nodo alla gola e un forte senso d 'ansia che lo invadeva.

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