5. Gennaio 2022

L'acqua calda fece rilassare tutti i muscoli a Ethan mentre portava il viso verso il getto della doccia.
Dopo l'allenamento coi Reapers, aveva bisogno di una pausa dallo sforzo e amava restare per diversi minuti nella doccia quando tutti erano andati via, era sempre l'ultimo a lasciare lo spogliatoio.
Era così che pensava dovesse comportarsi un buon capitano.

Sobbalzò appena quando sentì qualcuno arrivare alle sue spalle.
Nonostante non lo avesse coinvolto direttamente, il fatto che uno dei compagni di scuola fosse stato ucciso mesi prima, lo faceva sempre stare all'erta.
Si voltò e notò un ragazzo che non conosceva, sapeva essere uno nuovo, ma non si erano presentati.
Ethan si soffermò a guardare i dorsali allenati e il sedere tonico del giovane e prima di proferire parola decise di ammirarlo ancora per un po'.
La sua pelle era ambrata, aveva i capelli scuri, corti e rasati.
Osservò infine le spalle larghe e le braccia muscolose, ma non troppo, non era un fisico a palestrato.

«Non giochi nella mia squadra, chi sei?» domandò infine, visto che l'altro non l'aveva calcolato di striscio.

«Ho fatto le prove per la squadra di nuoto, mi hanno preso» rispose secco.

«Sei nuovo, vero? Non capisco da dove viene il tuo accento, sei spagnolo?»

L'altro si limitò a scuotere la testa con disappunto.

Ethan continuò a lavarsi, senza più aspettarsi una risposta, alzò le spalle e si voltò.

«Vengo da Parigi» asserì il ragazzo misterioso.

«Che peccato» ribatté a tono il capitano.

L'altro fece un mezzo sorriso e si girò ricevendo il getto sul viso dagli zigomi alti e alla bocca carnosa.

«So che sei italiano per metà».

«Sai altre cose su di me?»

Ci fu un lungo silenzio e poi il nuotatore tornò a volgersi verso i lui.

«So perché mi guardi in quel modo e ti dico subito che non ci piacciono le stesse cose» affermò sardonico.

Ethan rimase interdetto e poi si lavò il bagnoschiuma di dosso.

«Qualcosa in comune ci piace: lo sport e le donne».

«Non sei stupido, hai capito a cosa mi riferisco».

Fu a Ethan a non rispondere, poi chiuse l'acqua e andò a prendere le sue cose.

«Buona serata, Bel Cazzo» concluse infine, facendogli un occhiolino per poi uscire dalla doccia mettendosi l'asciugamano intorno alla vita.

«Mi chiamo Xavier, non Bel Cazzo» gli urlò l'altro per farsi sentire visto il rumore dell'acqua che s' infrangeva a terra e su di lui.

«Buono a sapersi, Bel Cazzo!»





Yuna era seduta a sola a un tavolo del Darkside, premeva l'indice sullo schermo dello smartphone per scorrere la home del suo Instagram.
Il locale non era cambiato, ma lo era la gestione; la signora Hunter e i figli se ne erano andati poco dopo l'estate vendendo tutto al nuovo proprietario.
Non voleva pensare che quello fosse un altro indizio sul caso di Noah, non sospettava che i due gemelli o la loro madre c'entrassero qualcosa, non avevano quasi mai interagito con lui.

«Non tenere sempre l'espressione corrucciata o ti verranno delle brutte rughe»

Chazz si sedette di fronte a lei con un sorriso a trentadue denti.

«Ma che cazzo! Oggi ci mancavi solo tu...» mormorò la cheerleader alzano gli occhi al cielo.

« A perché solitamente le tue giornate sono uno sballo?»

«Cosa vuoi?»

«Nulla! Aspetto il mio ordine e vado via, non sembra che ci si diverta molto con te» affermò il moro alzando un angolo della bocca.

Yuna non sopportava quando faceva quella smorfia, le dava fastidio che qualcuno le ronzasse attorno come faceva quel tipo.
Forse un po' la solitudine l'aveva stancata, a volte non si capiva nemmeno più da sola.

«Stai diventano odioso, non puoi starmi alla larga?»

«Hai bisogno di qualcuno che ti dia fastidio, io faccio solo la mia parte, ti distraggo un po'»

Yuna lo fulminò con lo sguardo.
Odiava ammetterlo, ma forse un po' aveva ragione ma non l'avrebbe mai ammesso nè a lui né a se stessa.

«Tu non mi piaci, sei una persona irritante e troppo ironica per i miei gusti».

«Non è colpa mia se hai dei gusti di merda».

La ragazza trattene a stento una risata, fu scaltra nel mettersi una mano vicino alle labbra. Poi sospirò e scosse la testa, bevendo il suo frappuccino.

Chazz tamburellò con le dita sul tavolo e i suoi anelli fecero un rumore metallico ritmando una canzone che le era sconosciuta.

«Facciamo così: se la smetti di essere così triste e sconsolata, io mi leverò i torno» le disse alzandosi il colletto dello spolverino di pelle, mentre guardava fuori dal finestrone alla sua sinistra.

Yuna lo imitò e insieme fissarono il cielo grigio, completamente coperto di enormi nuvole plumbee.

Ci fu un silenzio confortante per entrambi, ma lei lo interruppe.

«Non mi piacciono questi giochetti infantili, levati dalle palle e falla finita».

Il giovane si alzò, scuotendo la testa amareggiato.

Schioccò le dita e la indicò.

«Risposta sbagliata, Watashi no on'nanoko! Non ti libererai facilmente di me» concluse infine facendole un occhiolino.

Yuna lo guardò interdetta e poi gli mostrò il dito medio.

«Il giapponese è stato trash anche per te!»

Chazz prese il suo ordine al bancone dal figlio del proprietario e poi si accostò alla porta per uscire dal Darkside.
Mandò un bacio a Yuna prima di uscire, senza voltarsi indietro per vedere una reazione.

La cheerleader sorrise indispettita, per poi tornane a gustare la sua bevanda e a usare il suo smartphone, premendo il dito per "seguire un nuovo utente" sul social network.





Amelie si avvicinò a Skylar e la salutò con la mano catturando la sua attenzione.

«Ehylà, che piacere rivederti!» esordì la bionda con un sorriso radioso.

«Immaginavo venissi qui a scuola, spero tu possa trovarti bene qui a scuola».

Appena finì di parlare si sentì una perfetta idiota.
Si era ripetuta e inoltre quello era l'unico liceo di Darkvylle, dove diavolo poteva mai andare una nuova studentessa?

«Grazie mille! Sto cercando il mio fidanzato, probabilmente mi perderò ancora nei prossimi giorni» affermò ridendo la francese.

Skylar notò un ragazzo che non conosceva arrivare nella loro direzione.
Era alto e atletico, le ricordava una versione alternativa di Ethan, dalla pelle un po' più scura e coi capelli più corti.

«Eccoti qui! Prima o poi ci ambienteremo! Stai già facendo amicizia? Io ho incontrato un cretino nello spogliatoio!» disse il nuovo arrivato, andando a baciare Amelie sulla bocca.

«Oh, qui è pieno di coglioni, non ci fare caso» mormorò Skylar.

I tre risero all'unisono e poi il fidanzato della bionda si presentò.

«Piacere sono Xavier!»

La ragazza strinse la grossa mano possente del francese e sorrise senza presentarsi a sua volta perché lo trovava avvero affascinante.

«Lei è Skylar, ci siamo conosciute a capodanno ed è stata molto gentile con me!» 

Amelie la tolse dall'impiccio.

Il cellulare vibrò e finalmente trovò una scusa per levarsi da quella situazione imbarazzante, visto che aveva già fatto una pessima figura.

«Il mio fidanzato mi aspetta fuori, ci vediamo in giro! Au revoir!» si congedò alzando una mano e fuggendo via verso l'uscita a passo spedito.

«Mi pare simpatica, così a pelle. Forse riusciremo a farci degli amici!»

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