28. Balver
Gli ultimi giorni alla centrale erano stati intensi, avevano sentito le testimonianze di molti studenti e ora si apprestavano a svolgere le indagini in maniera più approfondita.
Kowaski sentì squillare il telefono sulla sua scrivania mentre controllava il fascicolo sul caso di Ethan.
«Pronto?» si limitò rispondere, per poi lasciare la parola al suo interlocutore, rilassandosi sulla sedia.
«Dove?» domandò alzando un sopracciglio, mollò subito la penna con la quale tamburellava sul faldone che aveva di fronte, segno che la sua attenzione era tutta rivolta alla telefonata appena ricevuta.
«Quando è successo?» chiese sempre più insospettito.
«No, non fa niente. Vado lì direttamente. Lui lo avverto io» concluse infine, sentì la risposta del collega dall'altra parte del telefono, ma non rispose e riagganciò.
Lo sceriffo era soddisfatto del fatto che, almeno riguardo al caso dell'anno passato, fosse stata fatta giustizia.
Tuttavia quello successo nel 2022 lo stava tormentando, a volte gli sembrava surreale che fossero successe queste due tragedie una dietro l'altra.
Aveva le sue teorie, ma era presto per richiedere mandati e accusare apertamente qualcuno dei ragazzi, sicuramente era stato uno di loro, questa sensazione non lo abbandonava mai dal primo giorno delle indagini.
Era certo solo di questo particolare, ne era contento per le indagini, ma era triste perché voleva dire che un altro dei giovani di Darkvylle avrebbe rovinato la sua vita per toglierla a un coetaneo.
«Hanno trovato un tesserino dell'FBI tra i rottami nella discarica di auto della zona. Non si legge un cavolo perché è a malapena intatto, tuttavia pare sia autentico e un falso»
Balver saltò dalla sedia, tornando coi piedi per terra e guardò torvo il suo vice.
«Cazzo, potrebbe essere il suo!» sbottò all'improvviso dopo aver ritrovato il contatto con la realtà dato i minuti interi persi nei suoi pensieri tormentati.
«Parli dell'agente soeciale sparito l'anno scorso?» chiese curioso Kowaski.
Balver annuì e si passò una mano sul viso provato dalle ore piccole che aveva fatto negli ultimi giorni, poi posò l'altra sul telefono posto sulla scrivania.
«Vai subito sul posto, portati una squadra, perché quasi sicuramente sarà la scena di un crimine federale. Io resto qui e faccio un paio di telefonate, questa è roba grossa» sentenziò deciso lo sceriffo rivolto al collega.
Kowaski annuì e lo rassicurò sull'efficienza del suo operato con uno semplice sguardo carico di determinazione.
«Ci penso io. Ti contatterò quando sarò alla discarica».
Appena terminata la frase si precipitò fuori dalla stanza, per poi andare alla ricerca delle persone necessarie che si sarebbe dovuto portare dietro per svolgere l'incarico.
Balver compose un numero a memoria e attese impaziente una risposta.
La ricevette al quinto squillo.
«Kenneth... forse abbiamo trovato quello che cercavamo. Quando verrai qui?» disse senza preamboli l'uomo appena il suo capo rispose dall'altro lato del telefono.
«Tornerò il prima possibile. Non so per quanto ne avrò ancora in Italia, per ora lì è tutto nelle tue mani» ribatté l'ex sceriffo di Darkvylle con tono stanco.
Era stato mandato dai suoi superiori a cercare indizi sulla famiglia Valenti nel loro paese di origine, gli ordini ai piani alti non potevano essere ignoranti e lui era l'uomo giusto per quel lavoro.
Non gli mancava la cittadina, ma voleva tornare lì debellando quei criminali una volta per tutte per quello che avevano, soprattutto dopo aver scoperto la verità sul caso di Noah.
«Kowaski sta andando allo sfasciacarrozze, è dove hanno trovato un distintivo dell'FBI...»
Ci fu una lunga pausa tra i due.
«Pensi sia di Spencer?»
«Non lo so, ma è molto probabile».
Kenneth sospirò e pensò che forse potevano aiutarlo anche da Darkvylle, bastava che avessero qualcosa contro i Valenti riguardante la scomparsa dell'agente avvenuta nel 2021.
Un agente dell'FBI morto riguardava la Sicurezza Nazionale, se avessero provato che la famiglia mafiosa era coinvolta non avrebbero avuto scampo, questa volta avevano alzato troppo il tiro nonostante la loro influenza nell'ambiente criminale.
«Tienimi aggiornato. Ora devo lasciarti, ci sentiamo presto» sentenziò infine l'uomo mettendo fine alla comunicazione telefonica.
Balver non disse nulla e posò la cornetta sul ricevitore, per poi lasciarsi andare pensieroso sulla sedia di fronte alla scrivania.
Forse ci sarebbe una svolta, anche se non sul caso che gli premeva di più risolvere.
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