2. Jamie & Jennifer

Lo sceriffo Balver era seduto con le braccia conserte sulla sedia d'acciaio della sala degli interrogatori. Il tavolo asettico e metallico lo divideva dai suoi interlocutori, gli sembrava di tornare indietro di un anno e quella sensazione non era affatto piacevole.

«Avete immediatamente chiamato i soccorsi una volta trovato il Corpo?» domandò cortesemente l'uomo.

Jamie si limitò ad annuire fissando il pavimento grigio.

Non poteva credere di dover rivivere quella situazione ancora una volta.
Era stato pesante per lui e la sua ragazza essere interrogati di nuovo e pensare che un altro alunno della loro scuola fosse morto.

«Eravamo terrorizzati, è stata la prima cosa che abbiamo pensato di fare» rispose Jennifer agitata, stringendo la mano del fidanzato.

Voleva provare a essere più forte della scorsa estate e non farsi vedere indifesa e fragile.

«Non avete provato a prestargli soccorso, è corretto?» chiese lo sceriffo, in modo comprensivo ma autoritario.

La ragazza cercò lo sguardo dell'atleta ma lui sembrava assente.

«No, non sapevamo bene...»

Iniziò a piangere silenziosamente e solo allora il giovane si riprese dal quello stato catatonico e le passò un braccio attorno alle spalle. Jennifer realizzò a malincuore che non era riuscita a mantenere la calma, come si era promessa pochi attimi prima.

«La scusi sceriffo, è stata una brutta scena per lei» mormorò triste Jamie.

Balver fece un lungo respiro e guardò dispiaciuto la bionda.

«Credo lo sia stato anche per te» affermò in tono paterno, annuendo solenne.

Il giovane si sistemò la giacca dei Reapers tirandone il clletto e scosse la testa amareggiato.

«Dopo l'anno scorso, speravo potessimo avere un po' di pace ...»

Lo sceriffo si schiarì la voce dopo aver sentito quelle parole.

«Non dirlo a me, questa cittadina sembra maledetta».

Jamie deglutì mentre accarezzava con dolcezza il capo della fidanzata.

«Inizio a crederlo pure io» mormorò con voce tremante, sul punto di piangere anche lui..

«Vuoi uscire?» domandò l'uomo, portando lo sguardo scuro verso il viso provato di Jennifer.

Lei scosse la testa e si asciugò le lacrime con la manica del maglioncino celeste che la copriva dal freddo, ma non da quelle emozioni negative.

«Come mai eravate nel bosco?»

Ci fu un silenzio di tomba per diversi attimi.

«Credo lei lo sappia...» sussurrò la cheerleader con un filo di voce.

Il giocatore dei Reapers guardò il muro bianco alle spalle del loro interlocutore.

Balver alzò le spalle e fece un sorriso amaro, cercando di affievolire la tensione.

«Questo deja vu non piace né a me né a voi. A me ne aspettano molti altri. Vi chiedo, più come amico che come sceriffo, di raccontarmi tutto senza farvi tempestare di domande».

Il tono dell'uomo era diventato più freddo nonostante le parole fossero sempre cordiali.

«Essendo la notte dopo quella di Halloween, pensavamo fosse divertente giocare alla vittima e al serial killer nel bosco. Ma il karma ci ha giocato un brutto scherzo a quanto pare».

Jamie deglutì a fatica e i suoi occhi scuri divennero umidi.

Fu il turno di Jennifer di confortare lui, nonostante fosse molto più fragile emotivamente.

«Prendiamoci una pausa, vi faccio portare un bicchiere d'acqua. Nel mentre pensate se avete dimenticato qualche dettaglio importante sul ritrovamento del Corpo».

Lo sceriffo si alzò dalla sedia e passò una mano sul viso stanco, infine, si recò verso la porta della piccola stanza.

«Pensa che sia tutto collegato allo scorso anno? Che il vero colpevole di quel caso non sia mai stato davvero scoperto?» domandò spaventata Jennifer.

Balver lasciò la presa sulla maniglia e si voltò leggermente per guardare la giovane.

«Spero che non sia così, per tutti voi... e anche per me».

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