17. Yuna
Kowasky entrò nella stanza dove Yuna era già seduta da qualche minuto, le dita impegnate a massaggiarsi le tempie mentre i suoi pensieri stavano vorticando nella sua testa alla velocità della luce.
C'era molto che doveva ancora elaborare di quella faccenda.
«Io e te non ci conosciamo, ma qui al dipartimento sei famosa» esordì l'uomo.
La ragazza alzò la testa, aveva lo sguardo stanco e un'espressione confusa.
«Perché?» domandò con tono flebile, allargando le mani in un gesto plateale come al suo solito.
L'uomo sorrise appena e lanciò sul tavolo metallico il dossier sulla morte di Noah.
«Hai aiutato con questo caso, non capita spesso che una civile, un'adolescente per giunta, riesca a fare un lavoro del genere» ammise il vice con un tono che fece trasparire una certa ammirazione per lei.
Yuna scosse la testa e incrociò le braccia sotto al seno, poi si lasciò andare con la schiena contro la sedia.
«Non ho intenzione di fare la detective un'altra volta per voi» ribatté piccata.
Kowaski si sedette di fronte e lei, gli occhi cerulei fissi in quelli scuri di lei.
«Non sei qui in veste di collaboratrice neanche se lo volessi, non siamo in una serie Tv di Netflix.»
Yuna fece una risata nervosa.
«Sono da due che mi sento in un teen drama del cazzo, le assicuro che viverlo e meno divertente che guardarlo in televisione» sputò velenosa la ex cheerleader.
Il vicesceriffo rimase in silenzio per un po' di tempo, poi si schiarì la voce.
«Le dinamiche tra voi ragazzi mi fanno girare la testa, potresti farmi chiarezza su alcune cose?» domandà in una maniera che voleva sembrare amichevole.
Yuna scosse la testa mordicchiandosi un labbro inferiore.
«Mi ha forse preso per una specie di Gossip Girl versione asiatica?»
«Pensavo più a Pretty Little Liars, sai qui la gente muore e voi ragazze di Darlvylle siete delle bugiarde patologiche» rispose sardonico l'uomo con un sorriso irritante.
Fu il turno della giovane di restare zitta.
«Se non sono accusata di niente vorrei andarmene» sentenziò infastidita.
«Pensavo potessi essere più collaborativa, so quanto ci tieni alla giustizia, su questo siamo uguali!» asserì Kowaski.
Stava una giocano una carta pericolosa, ma sarebbe potuta essere quella vincente.
«Non capisco cosa vuole che le dica...»
«Non penso che tu sia coinvolta, sei già uscita da una situazione analoga l'anno scorso, so che conosci bene tutti i rapporti tra gli altri ragazzi che hanno a che fare con questa storia. Ti chiedo solo di dirmi chi potrebbe avere avuto un motivo per fare del male a... »
Yuna lo interruppe bruscamente.
«Lo farò, ma non voglio che me e chi mi sta a cuore siano ancora coinvolti in questa storia. Ci lasci fuori e io farò ciò che mi chiede.»
Il fatto i non essere una sospettata le aveva alleggerito la testa, sapeva bene chi sicuramente non c'entrava nulla con il caso e se le sue informazioni avessero portato al colpevole sarebbe stato solo meglio per tutti.
Kowaski sembrò pensarci a lungo, era un azzardo escludere qualcuno dalle indagini così presto, ma quella ragazza sarebbe stata una grande fonte di informazioni che non poteva farsi sfuggire.
«Abbiamo un accordo.»
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