15. Xavier
La luce al neon iniziò a vibrare intensamente, lo sceriffo la guardò per un attimo, distogliendo lo sguardo dal suo interlocutore.
«Abbiamo parlato con Amelie, lei ci ha raccontato diverse cose, volevamo sapere se anche tu confermi tutto quello che ha condiviso con noi» incalzò l'uomo con tono neutro, riportando le iridi scure verso Xavier.
Il ragazzo di fronte a lui annuì e si morse appena il labbro superiore.
«A volte lei ha il suo mondo di interpretare le cose, ma sono sicuro che non ci saranno incongruenze tra noi, non ci sarebbe motivo» affermò l'atleta con un sorriso forzato, giocando con le dita per stemperare la tensione.
Balver assottigliò lo sguardo serio e lo indicò con una mano.
«Sembri nervoso, sei sicuro che vada tutto bene?» domandò usando un registro più cordiale.
Sapeva bene come dosare la gentilezza e la severità.
«Sì, è solo che è la prima volta che parlo con un poliziotto in questo modo, grazie a Dio non sono mai finito nei guai con la legge» ribatté Xavier, sempre più agitato, ma sforzandosi di essere simpatico.
Quella situazione però non gli piaceva per niente.
«Non sei nei casini, tranquillo. Rilassati».
Lo sceriffo sorrise amichevolmente e poi si schiarì la voce. Si sistemò meglio, unendo le mani e poggiando i gomiti sul tavolo di metallo che li divideva.
Ci fu qualche attimo d'imbarazzante silenzio, poi il giovane alzò il capo.
«Come posso aiutarla?» chiese inumidendosi le labbra.
Sentiva la gola secca per la tensione di quella conversazione.
«Devi solo dirmi la verità sulla notte di Halloween, confermare o smentire le parole della tua fidanzata» gli spiegò l'uomo con calma.
«Non siamo nei guai, vero?»
Balver scosse la testa.
«Non credo, ma questo devi dirmelo tu. Stiamo parlando con tutti voi».
Xavier respirò a fondo e chiuse gli occhi posandosi le mani sulle gambe, poi strofino i palmi sudati sulla tuta grigia.
«No, non c'è nulla che possa mettermi nei pasticci, ma questo lo avrò già dedotto dal racconto della mia fidanzata».
«Ne sono sicuro!»
Lo sceriffo intrecciò con le braccia nerborute al petto, coprendo il suo distintivo puntato sull'uniforme.
«Quindi, cosa le ha detto di preciso Amelie?»
«Che con alcune persone avete stretto un legame particolare, con altre meno. Ma che siete in buoni rapporti con tutti» rispose Balver con un'alzata delle larghe.
«Sì, è corretto!»
Xavier rispose nervoso, grattandosi il capo dai capelli molto corti e castani.
«Conoscono bene i ragazzi di Darkvylle, ma le dinamiche che avete messo in atto tu e lei con alcuni di loro sono molto... curiose».
«Non capisco a cosa si riferisce».
Balver sospirò e guardò fisso il ragazzo negli occhi, l'uomo notò che il suo interlocutore non riusciva a mantenere il contatto visivo a lungo.
«Secondo me ci stai solo girando intorno, ma tu sai benissimo di cosa sto parlando».
Xavier strinse i pugni e poi trovò la forza di guardare lo sceriffo.
«E va bene! Ma quella cosa come potrebbe c'entrare con quello che è successo a quella persona?»
«Sai meglio di me che invece che non è così irrilevante».
«Non ne voglio parlare, immagino lei mi capisca...»
«Sì, ma lo faremo lo stesso, altrimenti dovrò trattarti come un possibile sospettato».
Xavier deglutì e impallidì, ma sapeva che non aveva scampo, doveva raccontare tutta la verità nient'altro che la verità.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top