12. Marzo 2022

Mia guardava senza sosta il suo smartphone.

Si sentiva molto tesa, era la terza volta che provava a incontrare il suo ammiratore segreto.
Le altre due volte si era tirato indietro, diceva di essere timido ma coi messaggi ci sapeva fare, le era risultata una persona molto intelligente e interessante.
Poteva essere chiunque a scuola.
Il piano di superiore dell'Elite Mall era abbastanza affollato quel pomeriggio, ma non come nei weekend. Mia aveva proposto un luogo pubblico per essere più sicura di non incontrare uno squilibrato.

«Ehy!» sentì pronunciare flebilmente alle sue spalle.

Si voltò e riconobbe il viso di Katherine.
Non era la persona che stava aspettando, ma non voleva essere scortese.

«Oh, ciao!»

La cheerleader le sorrise e lei ricambiò.

«Anche oggi aspetti qualcuno? Ti becco sempre nei momenti peggiori?» le chiese la ragazza con tono gentile.

«Sì, cioè no! Insomma sto aspettando una persona, ma non so se arriverà, ecco ...»

Mia fu un po' impacciata a spiegarsi e gesticolò parecchio, era a disagio, e parlò senza guardare l'altra negli occhi.

Katherine si morse un labbro, pareva visibilmente dispiaciuta.

«Quindi non è andata bene a San Valentino?» le domandò curiosa.

Mia scosse la testa.

«A te? Ci siamo riviste un paio di volte ma non te l'ho mai chiesto!»

Fu il turno di Katherine di fare un cenno negativo col capo.

«Sarei voluta rimanere con te però ... » mormorò timidamente sfiorandole una spalla, per poi ritrarre subito la mano.

Mia sorrise dolcemente, anche se un po' imbarazzata.

«Sarei dovuta restare! E Sarei dovuta venire al Darkside la scorsa settimana!» le confidò prima che potesse replicare.

La bruna spalancò la bocca, poi indicò il suo cellulare.

Ci fu un lungo silenzio, l'atmosfera si gelò di colpo.

«Sei tu? L'ammiratore segreto sei tu?» sbottò incredula alzando le mani al cielo per poi farle precipitare lungo i fianchi.

«Non avevo il coraggio di chiederti di uscire! Non ho dimenticato quella volta in bagno, tutta la brutta storia dello schiaffo che mi hai tirato. Però ti ho trovata lo stesso carina da subito quindi...»

«Non voglio sentire altre stronzate! Me ne vado!» urlò Mia spazientita, girò le spalle alla cheerleader e se ne andò imprecando in spagnolo.

Katherine la guardò allontanarsi, la vista le si sfocò per via delle lacrime che le riempivano gli occhi smeraldini. Pianse in silenzio su una panchina lì vicina, senza avere la forza i rincorrere l'altra ragazza.



Eva si avvicinò a Skylar e Amelie che stavano parlando all'uscita della scuola.

«Ti aspetto domani per la pratica delle Succusiss!» affermò radiosa la mora, interrompendo senza rispetto la conversazione.

Le due la guardarono con espressioni diverse; una divertita e l'altra infastidita.

«Oui, tres bien, mon capitaine!» ribatté la francese ridendo e imitando la sua collega portanosi la mano al capo, sfoggiando un buffo saluto militare.

La cheerleader fece un largo sorriso e poi guardò la sua ex ragazza.

«Se vuoi riprovare con una ragazza, non ti consiglio lei, sai è piuttosto noiosa. La piccola Mia invece...» .

Eva baciò Amelie sulla guancia e poi si morse un labbro, ammiccano in maniera provocante.

«No... va bene così. Niente ragazze, ho un fidanzato, mi piacciono solo i maschi!» mormorò imbarazzata la bionda sorridendo forzatamente.
Skylar rimase impassibile, quel gioco delle provocazioni con lei non funzionava più, ignorava l'italoamericana quando faceva così, non le dava soddisfazione alla loro rottura.

Eva si allontanò sfilando fino alla sua auto, mentre alcuni giocatori di football le fischiavano come dei cani allupati.

Poco distante da loro Ethan discuteva con Yuna.

«Non permettere più a quei decerebrati dei tuoi amici di fare del male a quel ragazzo. Potevano ammazzarlo! » urlò la ragazza puntando col dito il petto ampio dell'atleta.

Egli abbassò lo sguardo e la lasciò sfogare, poi alzò il capo e la fissò in silenzio per un lungo istante.

«Ha picchiato Tyler! Cosa ti aspettavi gli accadesse? Io non...»

«Non mi aspettavo lo pestaste uscito da scuola!»

«Frena! Io non ho fatto nulla!» ribatté il capitano sulla difensiva.

Yuna parve calmarsi per un breve istante, ma poi riprese a sbraitare.

«Non gli hai fermati! Non hai detto loro nulla! Sono delusa da te, non fai altro che farmi pentire di essere stata per anni con un decelebrato».

L'asiatica scosse la testa più volte, parecchio amareggiata.

Ethan fu ferito nel vederla così incazzata con lui.

«Farò in modo che non succeda più e che lo lascino in pace. Ma non sarà facile, mi stai chiedendo di mettermi contro la mia squadra. Lo faccio solo perché sei tu, io non ho mai smesso di tenere a te, anche se stiamo con altre persone...»

Ethan cercò di continuare il suo discorso con tono diplomatico.

Yuna iniziò a piangere in silenzio e chiuse i pugni per trattenere la rabbia.

«Io con chi sto? Non ci posso più stare con lui...» mormorò con voce rotta al pianto.

Non riuscì ad aggiungere altro e si allontanò di corsa.

«Cazzo! Insomma... mi dispiace!»

Ethan continuò a imprecare e tirò un calcio a un bidone lì vicino per sfogare la sua frustrazione.



Una leggera pioggia batteva sul capo di Chazz, il cielo era colorato di arancione mentre il sole spariva all'orizzonte. Le colline poco fuori Darkvylle iniziarono a inghiottirlo lentamente.
La grigia lapide di Sally era illuminata appena dai raggi dorati che stavano per svanire.
Il ragazzo fece un lieve sorriso malinconico, non parlava mai con quel freddo pezzo di pietra, lui si limitava a pensare nella sua testa quello che avrebbe voluto dire alla sorella.
A volte la odiava ancora, certe volte gli mancava, i suoi sentimenti erano contrastanti.
Respirò a pieni polmoni e poi alzò il capo, infilando le mani adornate di anelli nelle tasche del giubbotto di pelle sgualcito.

Il moro fece qualche messo verso l'uscita del cimitero ma intravide qualcuno di famigliare in piedi di fronte a una tomba e si fermò sul posto.
Era Eva, si avvicinò curioso e la vide con gli occhi umidi, anche se rideva.
Le si accostò e lei sobbalzò, cercando di asciugare le maniche con una manica della maglia attillata color lillà che indossava.

«Non credevo foste amici...» mormorò Chazz indicando con il capo la lapide di Noah.

La cheerleader cercò di non farsi vedere vulnerabile davanti a quel tale che conosceva appena.

«Non lo eravamo avvero, è complicato» tagliò corto lei cercando la scusa più rapida per allontanarsi.

«Conosco certi tipi di dolore, non si piange per qualcuno a cui non teniamo e soprattutto non lo veniamo a trovare di nascosto al cimitero».

Eva sospirò e si voltò annuendo rassegnata.

«Quello che sento non lo puoi capire, il senso di colpa. La rassegnazione che le cose brutte capitano alle brave persone. La consapevolezza che avremmo potuto cambiare il corso degli eventi se solo... avessimo fatto le cose diversamente».

La ragazza parlò levandosi una specie di macigno dallo stomaco, non era riuscita a dire a nessuno che andava a trovare Noah o come si sentisse per quello che gli era successo.

«So cosa pensi, quello che è accaduto a Sally è anche colpa mia. Quello che lei si presume abbia fatto al tuo amico».

Eva scosse la testa.

«Non è colpa vostra...» sussurrò appena tra le labbra stringendo i pugni e guardando il terreno smosso ai loro piedi.

Chazz rimase in silenzio per un lungo istante e poi si schiarì la voce.

«Parlami di lui» la invitò il ragazzo.

La mora scosse la testa e sorrise con gli occhi arrossati e pieni di lacrime.

«Era un cucciolo di nerd sfigato. Era gentile, teneva a me, a Mia ed era follemente innamorato di Yuna. Izan era il suo migliore amico e odiava profondamente Ethan e gli stupidi giocatori di football. Era premuroso, affettuoso, terribilmente smielato per i miei gusti. Non potevi non volergli bene e a me piaceva fare finta che non fossimo amici per non dargli soddisfazione. E ora so che mi sta prendendo in giro perché...»

Eva fu interrotta dai singhiozzi e si lanciò al collo di Chazz piangendo a dirotto.
Le sue lacrime si mischiarono alla pioggia mentre il ragazzo la stringeva al petto e non diceva una parola. Le accarezzò i lunghi capelli corvini con una mano e chiuse gli occhi.
Gli sembrò di abbracciare Sally in quel momento, mentre Eva trovava il corpo di Chazz simile alla fisionomia di Noah e provò per qualche fugace istante la sensazione di abbracciarlo ancora una volta.

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